La conoscenza di uno può e deve essere la conoscenza di tutti

Il Capo di Stato Maggiore dell’A.M., in una lettera aperta a tutti i Piloti ed a tutti i Comandanti a titolo “Riflessioni sulla Sicurezza del Volo”, esemplifica due episodi reali, accaduti nell’arco della sua carriera di Comandante e Pilota “per dare forza” in tema di Sicurezza del Volo al suo assunto “del coinvolgimento generalizzato di coloro i quali operano nell’ambiente aeronautico”.

La “pattuglia” acrobatica

Estate 1962. Una lunga pista, un hangar in fondo, tra macchie di alberi, quattro o cinque costruzioni in muratura, la solita Torre con ai piedi i mezzi antincendio e soccorso dl ogni aeroporto, null’altro, proprio null’altro, il tutto immerso nel verde della campagna friuliana: ecco il nido della Pattuglia Acrobatica Nazionale « Frecce Tricolori ».

Ma chi sarà mai questo?

Ore 7.30, aeroporto di Ghedi. Come tutte le mattine, dopo il caffè al circolo, allora una semplice baracca, mi diressi verso le “Operazioni”. «Massimino, oggi voli con il 155, vola con te un colonnello», mi dissero. «Che palle! – pensai – il solito colonnello dello Stato Maggiore che viene a fare le sei ore e a cambiar aria…».