da Renato Rocchi, La meravigliosa avventura – Storia del volo acrobatico, Aviani editore, vol. 3, pp. 33 e segg.
■ 5 settembre – Aerobase Rivolto
● Visita Corso Vulcano” dell’Accademia Aeronautica
● organizzazione: S.M.A.M.
● programma: Squarcina sfilava il suo primo asso dalla manica: pianificava l'”Alto di 6″, poi, in finale, faceva entrare nella formazione altri 3 piloti per il “diamante” di 9 F.86E. Pisano effettuava una serie di rientri, di rovesciamenti e di “loopings”.
La formazione “storica”:
Pisano
Cumin – Anticoli
Ferrazzutti – Panario – Turra
Goldoni
Linguini – Colucci
Quel “diamante di 9” sulla sommità del “looping” era l’inizio d’un sogno.
[…]
Era da qualche giorno che Squarcina si mostrava irrequieto più del solito, a momenti musone, a momenti sú di giri, fin quando, finalmente, tirava fuori dalla manica il suo “secondo asso”: un programma ridotto, per il momento, di 9 velivoli.
Era il 25 di ottobre.
Un “briefing” di un’ora e mezza per illustrare, spiegare, descrivere il susseguirsi delle manovre e delle trasformazioni, dal decollo in formazione di 3+3+3 all’atterraggio con apertura “standard”.
Il volo alle ore 11.00.
Era la prima presentazione d’un programma di “9 velivoli” nella storia dell’ Aeronautica Militare Italiana.
Il sogno di Squarcina si faceva realtà.
La disposizione dei piloti nella formazione:
Pisano
Goldoni – Barbini
Ferrazzutti – Anticoli
Turra
Cumin – Linguini
Colucci
Nel pomeriggio andava in volo la “prima linea” della formazione – 5 velivoli – per provare i colori. Il bianco: ottimo, già collaudato, il rosso e il verde: buoni per l’intensità dei colori.
Era loro – di Pappalettera e degli specialisti – la grande conquista.
Un giorno di gloria per gli uomini del 313° Gruppo A.A..
Rivolto, 25 ottobre: la “prima” in assoluto nella formazione di “9 F.86E” con poche trasformazioni… a “triangolo”… con Squarcina in biga… – … a “diamante”… – … il “doppio tonneau”… – … a “diamante” all’uscita di un “looping”…
Il 4 novembre, nel pomeriggio, “intervento delle Frecce Tricolori” sull’aeroporto di Gorizia – Merna, in occasione dell’inaugurazione del Monumento al Duca d’Aosta.
Una figura soltanto, ma sofferta, sudata, per non sconfinare in territorio iugoslavo, e sú per la sommità, in formazione di “diamante di 9”, in perpendicolare sul Monumento.
Il Gen. Aldo Remondino ritornava a Gorizia – Merna,dove era “nato” pilota militare, dove aveva vissuto la sua meravigliosa avventura di “leader” della pattuglia acrobatica del 4° Stormo, dove aveva conosciuto, apprezzato e stimato per le sue qualità di Uomo, di Pilota, di Comandante il Duca d’Aosta, oggi giustamente ricordato a memoria.
Per il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare un tuffo nel passato con le lacrime agli occhi.
Il Presidente della Repubblica – On. Antonio Segni – con le autorità civili e militari – Gorizia-Merna: inaugurazione monumento al Duca d’Aosta
da asso4stormo.it [ fonte ]
Il 4 novembre 1962 nella ricorrenza della vittoria della 1^ Guerra mondiale, viene inaugurato il monumento al Duca d’Aosta e il Lapidario ai Caduti del 1° e 4° Stormo Caccia. Per realizzare l’opera è stata fatta una sottoscrizione nazionale promossa dal Comitato presieduto dal Generale d’Armata Guglielmo Nasi alla quale hanno aderito l’Aeronautica Militare, l’Aero Club di Gorizia con l’alto patrocinio dell’Associazione Arma Aeronautica.
Il monumento sorge sulle vestigia della palazzina comando ove risiedeva l’ufficio del Duca. Su larga base circondata da 10 cippi rievocativi le tappe più significative delle imprese militari di Amedeo di Savoia, si eleva la statua in marmo travertino alta 5 metri che raffigura il Duca aviatore in tenuta di volo con il volto rivolto verso l’Africa, verso l’Amba Alagi. Opera dello scultore veronese Vittorio di Colbertoldo su progetto di Paolo Caccia Dominioni, la statua poggia i piedi esattamente dove si trovava la scrivania del Duca.
Di fronte alla statua, oltre la strada che si interpone tra l’ aeroporto e il circolo ufficiali, ora caserma della guardia di finanza, il monumentale Lapidario dedicato ai Caduti del 1° e 4° Stormo Caccia, anche questo su progetto dell’architetto Paolo Caccia Dominioni. Sulla parete sono riporati i nomi dei Caduti con i simboli dell’aeronautica militare: l’aquila turrita, l’arco e la freccia della specialità caccia, il cavallino rampante del 4° Stormo e l’arcere con il motto: incocca, tende, scaglia del 1° Stormo.
Una fontana scorre lungo tutto il fronte del Lapidario a simboleggiare, nel continuo fluire dell’acqua, il perenne riconoscente ricordo della Patria e della Forza Armata. Come per il monumento anche il Lapidario è stato realizzato con la promozione di iniziative per la raccolta di fondi, in modo particolare con il generoso contributo dei veterani e dei familiari dei Caduti.
Sabato 3 novembre il Corpo Musicale dell’Aeronautica tiene un concerto alla Ginnastica Goriziana diretto dal maestro Di Miniello; il giorno dopo il Presidente della Repubblica On. Antonio Segni reduce dalla cerimonia del mattino a Redipuglia, visita la città. Da ogni balcone sventola il tricolore ed una marea di gente si riversa nelle strade e nelle piazze. Nel pomeriggio alle sedici presenzia alla cerimonia di inaugurazione del monumento e del Lapidario. All’arrivo del Presidente le bandiere del 1°e 4° Stormo hanno gia’ preso posto con la scorta armata alla base del monumento, accolte dagli onori militari resi da una compagnia di V.A.M. con bandiera e fanfara. Sulla tribuna d’onore ci sono il Ministro della Difesa on. G. Andreotti, rappresentanti del Parlamento, la duchessa vedova Anna di Francia con la figlia Cristina, il giovane Amedeo d’Aosta con la madre Irene di Grecia, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Generale Remondino, il Segretario generale dell’A.M. Generale Fiori, Generali d’Armata e di Squadra Aerea nonche’ il Generale Urbani presidente dell’A.A.A., rappresentanti delle altre Forze Armate, presidenti di associazioni combattentistiche e d’arma, Enti Nazionali delle Famiglie Caduti, dei Mutilati ed Invalidi di guerra. Presente anche uno zaptie’ eritreo, Abdalla Ben Ahmed che nel 1941 era con il Duca all’ Amba Alagi al momento della resa: ora maresciallo dei carabinieri, ha voluto venire a Gorizia per ricordare il suo comandante.
Alle spalle del monumento, medaglieri e labari e dietro ancora una numerosa folla convenuta a Gorizia dalle localita’ pu’ lontane. Di fronte al Lapidario, i Reduci del 1°e 4° Stormo a significare il legame con Coloro che dopo aver vissuto al loro fianco hanno immolato la vita alla Patria.Quattro orfani dell’ O.N.F.A. fanno cadere i drappi tricolore che ricoprono la statua e l’Ordinario Militare per l’Italia Mons. Pintonello benedice la statua ed il Lapidario mentre nel cielo le Frecce Tricolori disegnano la bandiera italiana.