I ricordi degli ex-piloti delle Frecce Tricolori del tour nordamericano del 1986
Piccoli ricordi di Giuseppe Bernardis, Gianluigi Zanovello, Alberto Moretti, Piergiorgio Accorsi e Giambattista Molinaro del tour nordamericano del 1986
Piccoli ricordi di Giuseppe Bernardis, Gianluigi Zanovello, Alberto Moretti, Piergiorgio Accorsi e Giambattista Molinaro del tour nordamericano del 1986
Sono tutti schierati in pista davanti al muso degli aerei. Sulla tuta di volo, quasi fasciata da quella «anti-G», una specie di seconda pelle scura e grinzosa che deve proteggerli dalle accelerazioni di gravità, spiccano i gradi, l’emblema della pattuglia, una sciarpa di seta azzurra annodata al collo e una targhetta su cui è stampato un nome, un cognome, il gruppo sanguigno.
A Lecce, dopo la transizione, l’addestramento si faceva sofferto, perché lo si doveva effettuare sul cielo campo, intralciando l’attività della Scuola e distogliendo gli allievi dall’impegno e dalla concentrazione, componenti indispensabili per i piloti e gli istruttori.
Chièvres, 22 maggio 1986. Quando atterravamo in un aeroporto per una manifestazione non potevamo certo essere criticati perché pretendevamo un supporto logistico tale da sconvolgere l’organizzazione.
Nel programma dell’Air show di Lignano c’è prevista anche l’esibizione della Patuglia acrobatica Breitling Eagles. La pattuglia è stata ufficialmente costituita nel novembre 1999 e ha iniziato l’addestramento nel marzo 2000…
Sono arrivato alle “Frecce Tricolori” nel 1979, in un modo tanto movimentato quanto fortuito. In quell’anno c’era stato l’incidente di Petri, che mi aveva colpito non poco…
Eravamo passati dal G.91 all’MB.339. I tempi erano stati rapidissimi, perché la decisione di cambiare aeroplano venne presa drasticamente dopo l’incidente di Toni Gallus del settembre 1981. Il trauma fu forte.
Il tenente colonnello Bernardis, sul seggiolino anteriore, alza le mani e mi ordina di fare Io stesso, cosi l’armiere può avvicinarsi alle ali e togliere le sicure ai cannoncini, alle razziere e al portabombe senza rischiare di venire sbrindellato da un nostro gesto imprudente.
Sono entrato in Pattuglia in seguito a una malinconica telefonata di condoglianze fatta a “Pino” Bernardis dopo l’incidente di Piergianni Petti in Inghilterra. Nell’intercalare della comunicazione, la mia disponibilità a rendermi utile in qualche modo è stata interpretata, forse, come una specie di candidatura….