Ultimo aggiornamento: 25 Marzo 2020
da Friuli nel mondo, ottobre 2010, anno 58, n° 672, p. 10 – 11
Intervista al capitano Marco Lant comandante delle Frecce Tricolori per il loro 50° anniversario di fondazione
Sono passati pochi giorni dalla grande festa di metà settembre nella quale il popolo friulano e l’Italia intera si è stretta attorno alle Frecce Tricolori per dimostrare il loro affetto alla più amata pattuglia acrobatica del mondo. La Pattuglia Acrobatica Nazionale – Frecce Tricolori che con l’appuntamento dell’11 e 12 settembre festeggiava il suo Cinquantesimo anniversario di fondazione.
Il capitano Marco Lant, comandante della Pattuglia Acrobatica Nazionale mostra ancora nella voce un sottile filo di emozione nel parlare di quei momenti. Vedere la PAN dal basso mentre disegna nel cielo le sue più conosciute figure, è qualcosa di toccante. Ma, crediamo, non si può neppure immaginare cosa significa, per chi sta in aria, sentirsi addosso gli occhi e il cuore di oltre 300 mila persone, che stanno li a guardare, sognare, volare insieme alle Frecce. «È stata una festa riuscita – dichiara il friulanissimo capitano Marco Lant, comandante delle Frecce – per la grande presenza di pubblico che ha riempito tutti gli spazi possibili attorno all’aeroporto di Rivolto». Ed è stata una festa riuscita, sottolinea il capitano: «perché chi si è impegnato per la sua riuscita ci ha messo tutto l’impegno possibile, rendendo impeccabile l’organizzazione».- Il complimento è rivolto ovviamente alle forze militari che hanno messo a disposizione tutta la loro esperienza aprendo ai civili spazi normalmente interdetti e portando la gente vicinissima al cuore delle operazioni. Ma rivolto anche a tutta la società civile che ha contribuito a fare del cinquantesimo anniversario una festa sicura, efficiente, divertente, popolare.
Una festa, viene da dire, che se non fosse stata fatta qui probabilmente non sarebbe riuscita in questo modo, portandosi dietro tutto il fascino dello splendido panorama friulano. «Non posso negare – continua il capitano Lant – che il Friuli, da tutti noi, venga considerato il luogo ideale per questo tipo di manifestazioni. E per la stessa dimora della Pattuglia». Sopite le polemiche per la presenza del 2° stormo nell’aeroporto, facente parte della difesa antimissile dell’Aeronautica, sembra infatti che la regione abbia fatto pace con le Frecce, se mai con loro si era imbronciata. Resta allora viva nei friulani la passione per questo drappello di eroi dell’aria, capaci di trasmettere emozioni perché sanno vivere la tecnologia del volo in stretta relazione con perizia, competenza e maturità. «E poi per un friulano come me – aggiunge Lant – è decisamente importante fare parte della Pan e averne l’onore del comando. Senza dimenticare poi che vedere il mio Friuli dall’alto restituisce un valore aggiunto inestimabile».
Le Frecce Tricolori sono un patrimonio dell’intera nazione e il comandante Lant lo ribadisce: «La Pattuglia Acrobatica Nazionale ha il compito di trasferire al grande pubblico l’immagine dell’Aeronautica Militare e di tutte le Forze Armate italiane che stanno vivendo una profonda trasformazione». Offrendo ai giovani, questo è sicuro, anche una possibilità di carriera impegnandosi in un lavoro dinamico e affascinante.
La storia della pattuglia più amata dagli italiani
C’è una scia tricolore che lega le Olimpiadi di Roma alla Pattuglia acrobatica nazionale dell’Aeronautica. Di entrambe ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario, ma il legame in realtà è più stretto.
In occasione dei Giochi del 1960 i piloti del gruppo dei “Getti Tonanti” sorvolano Roma dipingendo il cielo con i colori dei cinque cerchi della bandiera olimpica. Il successo strepitoso della manifestazione – unito a quello ottenuto un anno prima in Persia dai “Lanceri Neri” davanti allo scià Reza Pahlevi – induce l’Aeronautica a costituire a Rivolto la Pattuglia Acrobatica Nazionale (Pan).
In realtà, le Frecce Tricolori sono eredi di una lunga tradizione di volo acrobatico militare nato ufficialmente nel 1930 alla Scuola di Campoformido (Udine), dove viene costituita la prima pattuglia acrobatica italiana con piloti e velivoli (i biplani Fiat CR.20) del Primo Stormo Caccia. Uomini e aerei partecipano alla Prima Giornata dell’Ala, la manifestazione aerea nazionale in programma nel giugno di quell’anno a Roma ed effettuano la figura della “bomba”, ancora oggi tra i cavalli di battaglia delle Frecce.
Dopo la guerra l’Aeronautica Militare ricostituisce la sua linea di volo su velivoli anglo-americani Mustang e Spitfire, impiegati nel 1947 nelle esibizioni di volo acrobatico, e dal 1950 assegna di anno in anno ai reparti di volo il compito di costituire team acrobatici per partecipare alle manifestazioni internazionali. Pattuglie dai nomi prestigiosi che si esibiscono con successo per dieci anni in tutta Europa: dal “Cavallino Rampante“, costituito con quattro velivoli a getto britannici De Havilland Vampire del 4° Stormo (che poi impiegò i jet americani F-86E Sabre), ai già citati “Getti Tonanti” (5a Aerobrigata con velivoli statunitensi F-84G Thunderjet), dalle “Tigri Bianche” (51a Aerobrigata) ai “Diavoli Rossi” (6a Aerobrigata con velivoli F-84F Thunderstreak), per finire con i “Lanceri Neri” (2a Aerobrigata con gli F-86E Sabre).
Il reparto, come detto, viene creato nel 1960 e diventa operativo nel 1961. Da allora la Pattuglia acrobatica ha collezionato 50 anni di acrobazia aerea ai più alti livelli internazionali.
Una ricorrenza che l’Aeronautica Militare ha celebrato l’11 e il 12 settembre con una grande manifestazione all’Aeroporto militare di Rivolto (Udine), dove ha sede il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico: un reparto, questo, che oltre all’intenso impegno richiesto dal volo acrobatico mantiene capacità operative nelle specialità dell’attacco al suolo e nel contrasto agli elicotteri e ai cosiddetti “slow movers”, gli ultraleggeri capaci di volare a quote e velocità molto basse, ma in grado di rappresentare una concreta minaccia terroristica. Alla due giorni di Rivolto hanno partecipato le più importanti pattuglie acrobatiche militari del mondo, tra le quali le Red Arrows britanniche, la Patrouille de France, la Patrulla Aguila spagnola e la Patrouille Suisse e è stata allestita anche una mostra statica che vedrà velivoli storici, aerei militari delle Forze Armate italiane e aerei civili.
La storia della Pan è anche un po’ la storia degli aerei impiegati. Il reparto vola dal 1961 al 1963 con i Sabre blu scuro con i colori della bandiera dipinti sotto le ali ed un arco sulla fusoliera. Una livrea che contribuisce a coniare il nome Frecce Tricolori. Dal 1964 il 313° Gruppo viene dotato di una versione dedicata del Fiat G-91, jet da attacco al suolo (versione Y) e ricognizione (versione R) rimasto in servizio fino al 1981. Da allora
le Frecce (guarda il video in esclusiva per il Sole.com) sono equipaggiate con gli Aermacchi MB 339Pan, versione modificata e adattata alle esigenze acrobatiche del jet da addestramento e attacco al suolo MB-339A
esportato in una decina di paesi e impiegato anche in operazioni belliche dall’aeronautica argentina alle isole Falklands nel 1982 (con il jet italiano i piloti argentini affondarono una nave britannica e ne danneggiarono
un’altra) e dalla forza aerea eritrea contro l’Etiopia nel 1998-2000. Grazie alle prestazioni, all’elevata manovrabilità e ai sofisticati sistemi di bordo l’MB-339 è uno dei prodotti di maggior successo della famiglia di addestratori Alenia Aermacchi e per estenderne la vita operativa la flotta MB-339A/Pan è stata recentemente sottoposta a un programma di aggiornamento noto come Mid-Life Update. Del velivolo è comunque ancora oggi in produzione la versione CD, equipaggiata con avionica dell’ultima generazione, acquisita anche dall’aeronautica italiana e malese e in grado di effettuare una completa preparazione dei futuri piloti da combattimento, comprese funzioni avanzate quali il rifornimento in volo.
Il 28 agosto 1988, durante l’esibizione sulla base aerea tedesca di Ramstein, tre velivoli della Pan entrano in collisione a 40 metri di quota mentre eseguono la figura del “Cardioide”, nove velivoli che disegnano nel cielo un grande “cuore” che viene “trafitto” dal passaggio del solista. I tre MB-339 si incendiano e uno cade sulla folla che segue la manifestazione. L’incidente provoca la morte dei 3 piloti e di 67 spettatori e determina l’applicazione di nuove regole di sicurezza durante le manifestazioni aeree vietando le acrobazie sopra il pubblico.
In seguito la Pan limita le sue apparizioni ai sorvoli con la caratteristica scia di fumo tricolore, ma riprende a effettuare manovre acrobatiche esattamente un anno dopo l’incidente, il 27 agosto 1989, all’Air show di
Charleroi, in Belgio.
Le Frecce Tricolori sono la più rinomata pattuglia acrobatica internazionale anche perché è l’unica a impiegare un numero così elevato di velivoli: nove più un solista. Tutti i piloti provengono dai reparti da caccia e mantengono l’abilitazione “combat ready”, sono cioè pronti a essere impiegati in operazioni di combattimento. Considerate in tutto il mondo un simbolo dell’italianità (in 50 anni si sono esibite in 39 paesi in tutti i continenti) le Frecce richiamano un folto pubblico ad ogni esibizione. A conferma di ciò alla manifestazione di Rivolto si sono radunate oltre 300mila persone.
Una popolarità che ha contribuito a far naufragare l’ipotesi di sciogliere il reparto proposta nel 2006 dalla senatrice di Rifondazione Comunista (all’epoca forza di governo nell’esecutivo guidato da Romano Prodi) Lidia Menapace che in un’intervista definì le Frecce Tricolori «inutili, rumorose e inquinanti». I progressivi tagli al Bilancio della Difesa hanno ridotto negli ultimi anni le esibizioni della Pan che ha un costo relativo alle spese vive, tra carburante e manutenzione, di 8 milioni annui (2 mila ore di volo a 4mila euro di costo ognuna) pari nel 2009 all’1,2% del bilancio del settore Esercizio dell’Aeronautica.
La sopravvivenza della Pattuglia acrobatica non sembra comunque essere in discussione a differenza della Gran Bretagna, dove il governo di David Cameron non esclude di sciogliere le Red Arrow della Royal Air
Force per risparmiare denaro.