(Ultimo aggiornamento: )

da “La meravigliosa avventura” di Renato Rocchi – Aviani Ed.

“Con Grosseto il “G.91 PAN” andava “sostituito”, dopo diciannove anni di gloria.
I “G.91” andavano versati al 2° Stormo.
Il cambio e la scelta sull’MB 339 A.

A “te” G.91 PAN
caro vecchio amico,
il “vecchio” da me è tutto affetto, in confronto dell’etichetta di “vecchio” e “ferrovecchio” e “vetusto” che fin dal ’76 “ti” ha appioppato certa gente, e per loro, certa carta stampata.
Hanno lavorato anche di fino quando ti davano “obsoleto”. Un latinismo che può piacere, che fa moda, ma che credo non si addica ad un “buon ed onesto combattente” quale “ti” sei sempre dimostrato.
E non molli ancora. Stavi per passare anche per “decrepito”. Ed ho ragione di credere che soltanto il pavento di incorrere nelle rigide norme della Sicurezza del Volo, “ti” ha risparmiato questo epiteto “off limits”.
“Tu”, invece, hai continuato imperterrito la “tua missione” in Pattuglia, orgoglioso di portare sul fondo blu della fusoliera le “tre frecce”, e quel sott’ala tricolore, e la scritta “Frecce Tricolori” in coda, ma ancor più fiero per il ruolo operativo che “ti” avevano assegnato.
Avevi la determinazione, il ferro in bocca, il guizzo di zio Agnelli e di papà Gabrielli.
Hai fatto valere la prerogativa dell’arrivato per primo nel mondo del “jet nazionale”.
E a tutta ragione.
Erano gli altri che “ti” volevano scalzare, non riconoscendo che, nell’invecchiare, davi il meglio di “te” stesso.
Ti ho ammirato quel fine dicembre ’63, appena arrivato a Rivolto – così coreografico nel “look” “Frecce Tricolori” – così “lucido” nei colori – uno “schizzetto” – per dirla alla Di Lollo – con le tue ali a freccia; poi “ti” ho apprezzato per la struttura di gran compattezza che dimostravi, per quello scatto – una marcia in più – che “ti” nobilitava, per l’indipendenza che “ti” sei dato, grazie a quella “cartuccia” della “messa in moto”, fino – negli anni a passare – ad affezionarmi ed a volerti” bene.
Adesso quando ti vedo in volo, non posso sottrarmi al “tuffo nel passato”. E “ti” ricordo in quel “diamante” di “9 G.91” che “tu” sapevi significare in una geometria perfetta… e quel T2 (doppio tonneau), dove “tu” non andavi via, ma schizzavi via, con il tettuccio sul tettuccio del gregario d’ala… Che emozione a seguirti in tutta l’esecuzione!
Poi sopportavi le fatiche cui “ti” sottoponevano i piloti – con vero stoicismo… la prova: quell’atterraggio pesante a Bordeaux… un altro avrebbe sfasciato… “tu”, con una gamba del carrello di qualche pollice dentro l’ala, hai ripreso il rullaggio, non rinunciando al “défilé”.
Ed era la geometria che sapevi dare ad esaltare la formazione.
E’ vero, in cabina eri povero nella strumentazione, facevi soffrire gli “uomini” nei trasferimenti, ma poi con il VHF ed il TACAN “ti” hanno migliorato. Ma non portato alla pari.
Sì, diciannove anni di linea tra “loopings” e “tonneaux” – portando alta nei cieli l’immagine dell’Aeronautica Militare e dell’industria aeronautica italiana -, “ti” hanno dato prestigio e carisma.
“Ti” hanno sostituito con l’addestratore “MB 339”. Una macchina di casa nostra, che ci onora.
“Tu” forse non lo sai, ma con “te”, oltre alla geometria, l’Aeronautica Militare ha perduto un primato: dal 1930 – da quando è nato il volo acrobatico collettivo sull’aeroporto di Campoformido – le pattuglie acrobatiche che ufficialmente hanno rappresentato l’Arma Aeronautica, hanno avuto sempre in linea velivoli operativi – e “tu”, se lo sei! – che per impiego, per potenza, per cattiveria si differenziano – e “ti” differenzi – dal “tuo” successore, un velivolo d’addestramento, e, quale tale, biposto, lento, didattico, con quell’ala diritta, che fa del “rombo” il “romboide”. Ma c’è anche il rovescio: con “lui” il pilota si porta “fuori casa” il “crew chef”, con “lui” – equipaggiato com’è in cabina – si hanno trasferimenti sicuri, di pace, non più sofferti, sudati, come a volte li davi “tu”.
Senza fartene una colpa!
Un cambio annunciato, vecchio amico, in quanto il ruolo “tuo” vale un biglietto da visita di valore inestimabile; poi perché le esigenze di mercato, di politica economica – come dicono coloro che sono del settore – vanno rispettate.
E rispettiamo la decisione, convinti che il “nuovo” serve, perché assicura lavoro, perché vuol dire esportazione all’estero, perché vuol dire valuta pregiata per la Nazione, che ne ha sempre tanto bisogno.
Però, com’è questa vita! Ieri eri “pensionabile” per vecchiaia, avevi anche fatto un po’ tremare – negli ultimi tempi – per la “tua” incerta affidabilità (non so chi, né quando!) – oggi, a giochi fatti – passi per glorioso, celeberrimo. Ma non cascarci! Vale sempre la regola dello stendere il tappeto rosso a “tanto nemico” che lascia.
Rimango un sentimentale inguaribile. E il vederti in volo – ripeto – mi dai commozione, mi fai rivivere, mi esalti… poi subentra la malinconia perché gli anni sono passati, siamo invecchiati assieme – con la soddisfazione che – a tutt’oggi – siamo ancora in buona salute.
Accontentiamoci!
Poi, un giorno, sei stato anche “tu” un trainante. Oggi sei un “anziano” ed onesto trainato.
C’est la vie!
Addio, caro, “vecchio” amico G. 91!!! Addio!!!

ultime due foto tratte dal www.ilvolo.it

Un amarcord venutomi dall’anima…
[…] 1982
Era l’anno di grazia dell”‘MB 339″.
Nell”‘Era P.A.N.” un momento importante, quanto delicato, difficile, estremamente impegnativo, tanto più quando le transizioni dei piloti sui nuovi velivoli dovevano farsi in rischieramento a Lecce, presso la Scuola di Volo Basico Iniziale per Aviogetti, dopo un corso M.T.U. (Maintenance Training Unit) fatto di corsa, fin da dicembre, presso l’Aermacchi.
La Scuola Volo era la sola ad avere una linea di MB 339 tale, da permettere ai piloti il “passaggio” e i voli di addestramento.
Gli specialisti avevano già esaurito il corso di “capo velivolo”, svolto all’Aermacchi di Venegono.
Il 6 di gennaio la cerimonia ufficiale della consegna del primo MB 339-A con la nuova livrea PAN, dei quindici assegnati al 313°.
Una cerimonia semplice, ristretta a pochi invitati e ai piloti delle “Frecce” sull’aeroporto di Venegono, alla presenza del Gen. Claudio Venturini – Com.te la 1a Regione Aerea – il quale prendeva “in forza” per l’Aeronautica Militare l’ultimo nato dell’Aermacchi. Il primo con i colori della P.A.N.
Seguiva il volo di presentazione da parte del capopilota collaudatore della Casa Aeronautica varesina, il Com.te Franco Bonazzi.
Dopo il “display”, l’esemplare, bello, pulito, elegante nel nuovo “look”, rimaneva a Venegono per gli ultimi ritocchi.
A Lecce, dopo la transizione, l’addestramento si faceva sofferto, perché lo si doveva effettuare sul cielo campo, intralciando l’attività della Scuola e distogliendo gli allievi dall’impegno e dalla concentrazione, componenti indispensabili per i piloti e gli istruttori.
Vita dura per le “Frecce”!
Lo Stato Maggiore metteva ordine in una contestazione che stava per nascere, assegnando al 313° per gli allenamenti l’aeroporto di San Pancrazio – una pista aperta per esigenze belliche negli anni Quaranta, oggi asfaltata per 600 metri – mentre a Lecce – Galatina la P.A.N. aveva cielo libero soltanto dopo le 16.00.
Con l’ora solare in pieno inverno, pur a quella latitudine, la disponibilità di luce era ben poca nel tempo.
Quattro gli MB 339 della Scuola a disposizione della P.A.N.
Senza le taniche alari e, al loro posto, i “terminali”, l’autonomia di volo era ridotta a 20 minuti primi. Altra grana!
I voli di addestramento erano limitati alla coppia o al “cuneo” di “3 MB 339”, con cinque, anche sei “uscite” al giorno. L’addestramento gravava sulle spalle di Montanari; la responsabilità era nelle mani di Salvi, promosso Colonnello in quei giorni. Anche Vito Posca e Mario Naldini passavano al grado superiore. Adesso il Magg. Posca e il Magg. Naldini avevano una “chance” in più per aspirare al ruolo di “leader”.
E la corsa al “numero uno” in volo si faceva sempre più cattiva. Molinaro – il “solista” – faceva vita a se, alquanto estraniato dai problemi del “team”. Seguiva la tradizione del “solo” in Pattuglia.
Poi venne quel giorno di gennaio.
Al “cessate lavori” andava in volo “lui”, “Gi Bi” Molinaro, per un allenamento acrobatico in isolato sul cielo campo di Galatina.
Aveva ancora un asso nella manica, in quanto la “scampanata” l’aveva ormai “assimilata” ed inserita nel “suo” programma, ed era venuto il momento di giocarlo. Terminato il programma, “Gi Bi” invitava Montanari a seguirlo – in Biga radio – nella manovra. Entrò basso sul campo, tirò sù diritto – in candela – annunciando via radio – sempre con quel suo dire scherzoso: “Massimino, beccati questo!” … e sparò due “tonneaux” in cabrata…
Ma sentiamo il protagonista: “… Massimino mi seguiva….” sì, bene, sei diritto.., adesso raddrizza… sei storto….” poi, dal momento che ho iniziato la manovra, il silenzio radio …. fino a quando non ho rimesso il velivolo.., soltanto allora Massimino riprendeva con il balbettare il suo stupore”.
La manovra era il “lomsovak”. Una figura ormai d’obbligo in un programma di volo acrobatico individuale con velivoli ad elica. Non mai con velivoli a getto.
“Gi Bi” Molinaro spiega: “Il “339” è una macchina completamente diversa – mi sono reso conto subito che permetteva delle cose che il “91” non poteva fare, a scapito d’una maggiore velocità, d’una maggiore spettacolarità …è una macchina d’addestramento che perdona molte cose… ma soprattutto, molto più simile ad un velivolo ad elica – come aerodinamica – in quanto ti permette delle prestazioni che andavano sfruttate…. e devo dire che nessuno – e dico nessuno in assoluto – si è mai permesso di darmi dei consigli sulle possibilità della macchina, né di suggerirmi nuove figure, e, tanto meno, di spingermi a provare… Mi è stato facile “scoprire” la “scampanata”… mentre la manovra del “lomsovak” l’ho studiata attentamente a tavolino – momento per momento – per individuare e risolvere eventuali problemi. Un’idea che tenevo nel cassetto da oltre un mese.
Quel giorno la presentazione. E la soddifsazione di aver mozzato il fiato a Massimino.
[…] Ma con quei quattro “MB 339” messi a disposizione dal Comando Scuole, ben poco si poteva abbozzare.
Il 3 febbraio, piloti e specialisti rientravano a Rivolto, con una linea di 10 “339” della Scuola di Lecce. Soltanto 4 avevano i “terminali”; gli altri le tanichette alari.
[…] A fine aprile erano 8 gli “MB 339-A PAN” assegnati alle “Frecce Tricolori”.
Iniziavano subito gli allenamenti con il “nuovo assegnamento”, e subito le prime delusioni. Senza taniche alari, il “339 PAN” aveva una autonomia di 20 – 25 minuti primi, e, non bastasse, con le taniche del fumogeno – recuperate, assieme all’impianto, dal “G.91” – aumentava la resistenza, perdeva qualche nodo di velocità… e tutto si faceva ancora più complicato!
Il 1° marzo – nel 21° anniversario della costituzione del Reparto – atterrava a Rivolto il primo “MB 339-A PAN”. Pilota: il Col. Corrado Salvi, Comandante del 313° Gruppo A. A.
Un avvenimento, una ricorrenza.
Una felice combinazione.
Il 27 aprile, sull’aeroporto di Rivolto, la cerimonia di presentazione ufficiale alla stampa e ai “locali” dell'”MB 339-A PAN” e l’addio al “G.91 PAN”.
Un cambio della guardia che andava giustamente pubblicizzato.
I 6 “MB 339-A PAN” fino allora in linea al Reparto e 4 “G.91” ripescati a Treviso, andavano in volo per un “display” che, per forza maggiore, si doveva limitare ad una serie di passaggi in formazione mista di “9+1”: davanti il “339” a “cuneo”, dietro il “91” a rombo” di 4, mentre Molinaro – da “solista” – presentava il “suo” programma, che già stupiva con il “crazy flight” e con la “scampanata”; con il “lomsowak” poi, segnava l’apoteosi.
“Gi Bi” quel giorno riuscì a far perdere di vista, a far dimenticare alla gente quei passaggi che mettevano in risalto la differenza e la resa in volo, per geometria e potenza, delle due macchine.
La disposizione dei piloti nella formazione:

MB 339-A PAN
Salvi
Nutarelli – Naldini
Gorga – Groppiero
G.91 PAN
Montanari
Posca – Accorsi
Brovedani
MB 339-A PAN
Molinaro (solo)”.

Dati:
lunghezza……………………………….10,972 m.
altezza……………………………………..3,58 m.
apertura alare………………………….10,250 m.
peso al decollo (massimo)…………..5900 kg.
peso al decollo (*)………………………4315 kg.
tangenza massima operativa………14630 m.
fattori di carico limite………………+ 8g, – 4g
tempo di salita a 30000 piedi…………7′ 15″
velocità di decollo……………105 KIAS (195 Km/h)
corsa di decollo……………….460 m. (1510 feet)
velocità di atterraggio…. …..98 KtS (181 Km/h)
corsa di atterraggio………….460 m. (1510 feet)
autonomia massima (*)………………1248 Km.
autonomia massima……………… ….2109 Km
Lo MB339A/PAN è dotato di un motore Rolls Royce/FIAT/Piaggio/R.R. “Vipper” 632-43 da 1815 kg. di spinta statica; raggiunge una velocità massima di 900 Km/h. Oltre ad essere impiegato per il volo acrobatico, viene usato anche in missioni operative di supporto tattico ravvicinato ed in funzione anti-carro ed anti-elicottero.

* Valori riferiti alla versione MB339A/PAN

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