(Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre 2020)

Due giorni di air-show sulla base di Rivolto per celebrare i cinquant’anni della Pattuglia Acrobatica Nazionale

di Diego Bigolin e Massimo Baldassini
da Aeronautica & Difesa, n. 288, ottobre 2010, anno XXV, pp. 42 e segg.

Sono stati due giorni memorabili, l’11 e il 12 settembre, sull’aeroporto “Giannino Ancillotto” di Rivolto (Udine), città un tempo nota come Rivolto del Friuli, sede del 2° Stormo “Mario D’Agostini” dell’Aeronautica Militare. La PAN-Pattuglia Acrobatica Nazionale, a tutti nota con il nome di “Frecce Tricolori”, ha festeggiato un compleanno importante: 50 anni di attività. La Pattuglia Acrobatica Nazionale, infatti, è nata il 1° luglio del 1961 proprio sulla base friulana di Rivolto, scelta non soltanto per motivi tecnici e logistici ma per la sua vicinanza… storica con l’aeroporto udinese di Campoformido, culla dell’acrobazia aerea collettiva militare italiana.

Mezzo secolo di vita e di volo acrobatico per tramandare l’arte del volare in formazione, specialità che tanto entusiasma il pubblico e che, nel corso degli anni, si è affermata come una disciplina nella quale i piloti italiani hanno dimostrato di saper eccellere.

In questa stagione particolarmente importante, le “Frecce Tricolori” sono guidate dal t. col. Marco Lant, friulano “doc”, comandante del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, avvicendatosi da poco al savonese Massimo Tammaro; il ruolo di Capoformazione (“Pony 1”) è ricoperto invece dal cap. Jan Slangen.

Per omaggiare degnamente i padroni di casa, sono arrivati a Rivolto numerosi team delle più famose pattuglie acrobatiche. Nel cielo del Friuli Venezia Giulia, infatti, si sono esibiti i “Red Arrows” (frecce rosse) della Royal Air Force dalla Gran Bretagna, la “Patrouille de France” (pattuglia di Francia) della francese Armée de l’Air, la “Patrulla Aguila” (pattuglia aquila) dell’Ejército del Aire dalla Spagna e la “Patrouille Suisse” (pattuglia svizzera) della Schweizerische Luftwaffe dalla Svizzera. Hanno partecipato anche altre formazioni, certamente meno conosciute, ma altrettanto interessanti e tecnicamente valide, come la pattuglia “Iskry” (faville) dalla Polonia, i “Royal Jordanian Falcons” (falconi reali) dalla Giordania e il “Krila Oluje Team” (ali della tempesta) dalla Croazia, che hanno saputo offrire uno spettacolo decisamente degno di nota.

Gli aerei del Reparto Sperimentale presenti a Rivolto (“Tornado”, AMX, MB-339, EF-2000 e C-27J) – l’elicottero Agusta-Bell AB-212 dell’AM dal quale un aerosoccorritore ha dispiegato una bandiera tricolore – un EF-2000 “Typhoon” mostra le sue capacità acrobatiche – la pattuglia ospite “Krila Oluje Team” proveniente dalla Croazia su Pilatus PC-9M – un’altra delle formazioni acrobatiche straniere che hanno voluto festeggiare i 50 anni di quella italiana: la “Patrulla Aguila” spagnola su CASA C.101 “Aviojet” – a formazione di nove British Aerospace “Hawk” T1 dei “Red Arrows” inglesi.

L’evento è stato organizzato nel migliore dei modi possibili ed un plauso va, indubbiamente, all’Aeronautica Militare che ha coinvolto 1.500 donne e uomini nella realizzazione del progetto; non si può neppure trascurare l’apporto delle forze dell’ordine, presenti con 800 addetti, degli oltre 1.100 uomini e donne della Protezione Civile, degli operatori del 118 e della Croce Rossa e di tutti i volontari (oltre 1.100) che hanno lavorato con impegno e professionalità affinché l’air show si svolgesse con regolarità e, soprattutto, in assoluta sicurezza.

Numerosissima la partecipazione del pubblico, che la Questura di Udine ha stimato nell’ordine delle 300.000 presenze al giorno, con una maggiore partecipazione nella giornata di domenica. Già con un mese d’anticipo gli hotel, nel raggio di circa 30 km, dichiaravano il “tutto esaurito” a conferma di come questo tipo di eventi abbia un “fall-out” molto ampio. Oltre 800 erano gli spotter e gli  operatori degli organi di stampa e dei vari mezzi di informazione, italiani e stranieri, regolarmente accreditati.

Diverse le autorità militari e civili presenti, tra le quali il ministro della difesa, on. Ignazio La Russa, il capo di stato maggiore della difesa, gen. Vincenzo Camporini, ed il capo di stato maggiore dell’Aeronautica, gen. Giuseppe Bernardis. L’evento è stato trasmesso in diretta televisiva dalla RAI e on-line sul portale web dell’Aeronautica Militare, estendendo così la platea del pubblico in maniera virtualmente illimitata. Come si intuisce da tutto quest’apparato, il mezzo secolo di vita delle “Frecce” è stato considerato a tutti i livelli ed in tutti gli ambienti, un evento degno della massima attenzione.

Le condizioni meteorologiche sono state molto favorevoli, consentendo di compiere il programma stabilito, senza limitazioni provocate da nuvole basse o da scarsa visibilità.
Per i numerosissimi spettatori sono state due giornate calde e assolate, un vero e proprio colpo di coda dell’estate.

Gli “Iskry” (o, più precisamente, “Bialo-Czerwone Iskry”, le faville biancorosse) della Polonia su TS-11 “Iskra”; sei Northrop F-5A delle “Turkish Stars” della Turchia – l’esibizione delle pattuglie acrobatiche internazionali ha costituito anche un ideale catalogo di molti degli addestratori intermedi ed avanzati oggi in servizio nel mondo – gli “Alpha Jet” della Patrouille de France.

Una manifestazione aerea come non si vedeva da tempo, durante la quale il pubblico ha potuto assistere, dalle 10.30 del mattino alle 18.00 del pomeriggio, a esibizioni di singoli aerei, intervallati da voli in formazione delle diverse pattuglie ospiti. Mentre nelle precedenti manifestazioni svolte sia a Rivolto che in altre basi dell’Aeronautica Militare il sabato era dedicato alle prove e la domenica all’air show vero e proprio, quest’anno tanto il sabato quanto la domenica sono stati dedicati interamente alla manifestazione.

Si sono esibite in volo, avendo ai comandi i piloti del Reparto Sperimentale dell’Aeronautica, macchine “allo stato dell’arte” di diverse categorie.

Il top degli addestratori ha visto protagonista, naturalmente, l’Alenia Aermacchi M-346 “Master”. Per il trasporto tattico ha volato il C-27J “Spartan”, mentre l’EF-2000 “Typhoon” ha messo in luce tutte le sue qualità per la missione di superiorità aerea. Sono stati apprezzati anche l’MB-339, l’AMX “Ghibli” ed il Panavia “Tornado” IDS per la categoria
dei “fast jets” (aviogetti veloci) e l’elicottero utility AB-212, che ha effettuato un passaggio a bassa quota con la bandiera nazionale che sventolava dal portellone laterale mentre in sottofondo si sentivano le note dell’inno di Mameli.

Ricca anche la mostra statica, dislocata in varie zone della base. In mostra una ventina tra aeroplani ed elicotteri in dotazione all’Aeronautica, Marina ed Esercito, tra i quali hanno sicuramente catalizzato l’attenzione degli spettatori un caccia polivalente ad atterraggio verticale AV-8+ “Harrier II Plus” della Marina Militare (verso la fine della sua carriera, essendo destinato entro pochi anni ad essere radiati con l’entrata in servizio del Lockheed Martin F-35 “Lightning II”) e uno dei modernissimi elicotteri da trasporto NH-90/TTH (Tactical Transport Helicopter) da poco consegnati all’Esercito.

Un importante lavoro è stato compiuto a livello di collaborazioni e sponsorizzazioni per poter sostenere gli inevitabili costi che un evento del genere comporta. Fondamentale
il supporto fornito dalla Regione Friuli Venezia Giulia nonché da industrie della difesa e da imprenditori locali.

In quest’occasione le “Frecce Tricolori” si sono gemellate con l’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) allo scopo di ricavare fondi a beneficio dei più promettenti giovani ricercatori che si occupan di questa malattia. Negli ultimi anni si sono compiuti passi importanti ma in un prossimo futuro si auspica di poter togliere definitivamente le prime due lettere dal vocabolo “incurabile”. Per far ciò è importante sostenere la ricerca e molti, in questa due giorni di manifestazione aerea, lo hanno fatto.
L’Aeronautica Militare metteva infatti a disposizione del pubblico svariati gadget e parte del ricavato andava devoluto, appunto, all’AIRC.

Per tutto il giorno si sono alternati in volo oltre un centinaio aeromobili ad ala fissa e rotante. Poi, finalmente, verso le 17.30 è stata la volta dei festeggiati. Il fumo tricolore ha iniziato a espandersi nel perimetro aeroportuale, secondo la tradizione, con i dieci aerei ancora al suolo, pronti per il decollo. In una manciata di secondi, le due sezioni degli MB-339PAN si sono levate in volo ed allora tutto il pubblico si è trovato con il naso all’insù, per ammirare le evoluzioni delle “Frecce Tricolori”.

Precisione e simmetrie perfette hanno caratterizzato, ancora una volta, come del resto è sempre stato in passato, quest’importante esibizione della Pattuglia Acrobatica Nazionale.

Al termine del programma, le “Frecce” hanno compiuto un ultimo passaggio sul cielo di Rivolto, disponendosi a formare un “10” in onore del 10° raduno dei piloti delle pattuglie acrobatiche.

Un vero è proprio tifo da stadio, applausi a scena aperta, sventolìo di fazzoletti e cappellini, per salutare con calore e trasporto ogni passaggio degli aerei, sino al loro ritorno al
parcheggio. Durante tutto l’evento è stato un continuo scatto di fotografie, con ogni tipo di apparecchio e molte persone hanno “guardato” l’esibizione solo attraverso l’obiettivo della propria macchina fotografica per immortalare i dieci “Macchini” durante ogni fase del volo.

Grazie PAN, per averci regalato la grande emozione di poter ammirare quel tricolore… lungo cinquant’anni!

50 anni di scie nel cielo

Breve storia della PAN

Non si può certamente considerare razzistica o discriminante l’affermazione secondo la quale vi sono popoli che raggiungono livelli di eccellenza in determinate discipline (nelle quali, evidentemente, altre nazioni ottengono risultati meno appariscenti). Nessuno, infatti, può dubitare del fatto che gli aviatori italiani abbiano sempre primeggiato in quell’insieme di attività sportiva, applicazione della tecnologia, attività militare e superamento dei limiti abituali che costituisce l’essenza delle grandi trasvolate e dell’acrobazia aerea collettiva.

Gli italiani furono i primi in entrambi questi campi, con le grandi crociere oceaniche degli anni Venti/Trenta e con la scuola dell’acrobazia aerea militare collettiva che ha avuto la sua prima espressione a Udine-Campoformido (non lontano dall’attuale sede di Rivolto) nel 1930.

Non è questa la sede per ripercorrere tutto il cammino dell’acrobazia militare italiana (tema che, del resto, è stato più volte oggetto di divulgazione) e basterà dire che, nella fase di ricostruzione postbellica delle forze armate nazionali (che della nazione stessa sono le ambasciatrici), a partire dagli anni Cinquanta, l’Aeronautica Militare fu rappresentata nelle manifestazioni aeree in Italia e all’estero da pattuglie acrobatiche che si formavano su base annuale presso i vari reparti da caccia.

Fu così che il pubblico italiano e quello di molti paesi amici imparò a conoscere nomi come “Cavallino Rampante” (4° Stormo), “Getti Tonanti” (5a Aerobrigata), “Tigri Bianche” (51a Aerobrigata), “Diavoli Rossi” (6a Aerobrigata) o “Lanceri Neri” (2a Aerobrigata).

Questi reparti impiegarono nell’attività acrobatica gli aerei da combattimento in uso nelle varie epoche, come i DeHavilland “Vampire” FB Mk.5 costruiti su licenza dall’Aermacchi e dalla FIAT, i Republic F-84G “Thunderjet” ed F-84F “Thunderstreak” ed i North American F-86E “Sabre” costruiti su licenza dalla Canadair.

Alla fine del 1960 lo Stato Maggiore dell’Aeronautica decise di costituire un Pattuglia Acrobatica Nazionale stabile e nacque così il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico PAN “Frecce Tricolori” che, operativo dal 1961 con nove aerei più il solista, costituisce ancora oggi la più numerosa formazione acrobatica del mondo. Inizialmente furono impiegati gli eleganti Canadair “Sabre” Mk.4 che ebbero una livrea azzurro scuro (da sempre colore degli aviatori italiani) con i tre colori della bandiera riportati sotto le ali a freccia e mediante fregi in fusoliera.

I “Sabre” furono sostituiti nel dicembre del 1963 da un’apposita versione del FIAT G.91, tratta dagli esemplari di preserie, in quanto un aereo di produzione completamente nazionale avrebbe risposto meglio al ruolo di ambasciatrice (anche industriale) della pattuglia.

Quando il valore promozionale del G.91 cominciò a spegnersi, nel 1981 iniziarono ad entrare in servizio gli Aermacchi MB-339PAN che, dopo essere stati sottoposti ad un Mid-Life Update (aggiornamento di mezza vita) sono tuttora in servizio nel 313° Gruppo.

Le “Frecce Tricolori” su MB.339A /PAN hanno conosciuto veri e propri trionfi internazionali ma anche giorni difficili, come il 28 agosto 1988 quando, sulla base aerea tedesca di Ramstein, durante un’esibizione, si verificò un grave incidente a seguito del quale l’esistenza stessa della formazione fu messa in forse. Ci fu chi ne propose lo scioglimento ma, come abbiamo visto, prevalse il parere di chi voleva che i piloti in divisa azzurra e gli aviogetti di produzione italiana continuassero a promuovere un’immagine del Paese nella quale potesse riconoscersi il massimo numero di cittadini.

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