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Incidente ultraleggero in Friuli: il cordoglio dell’Aeronautica Militare per la scomparsa del Cap. Ghersi

Annullato il tradizionale evento del 1 maggio a Rivolto per l’apertura della stagione acrobatica

da aeronautica.difesa.it, 30 aprile 2023 [ fonte ]

L’Aeronautica Militare, nell’apprendere del tragico incidente che ha coinvolto un velivolo civile in cui hanno purtroppo perso la vita nel tardo pomeriggio di ieri i due occupanti, tra cui il capitano Alessio Ghersi, pilota in servizio presso il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico “Frecce Tricolori”, si unisce al dolore dei familiari.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale di squadra aerea Luca Goretti, a nome di tutta la Forza Armata, si stringe alla moglie e ai loro due bimbi in questo momento di profondo dolore.

Il tradizionale evento di conclusione del periodo di addestramento della formazione in vista dell’avvio della stagione acrobatica, in programma il prossimo 1° maggio sulla base aerea di Rivolto, non avrà luogo.

Il Capitano Ghersi, 34 anni , originario di Domodossola, ricopriva attualmente la posizione di 2° Gregario destro, Pony 5, all’interno della formazione delle Frecce Tricolori. Era entrato in Aeronautica Militare nel 2007 con il Corso Ibis V dell’Accademia Aeronautica. Dopo le scuole di volo era stato assegnato al 4° Stormo di Grosseto, dove aveva conseguito la qualifica di pilota combat ready sul velivolo Eurofighter, svolgendo attività di difesa aerea sia in ambito nazionale sia in missioni Nato. Selezionato successivamente per le Frecce Tricolori, avrebbe a breve preso parte alla sua quinta stagione acrobatica con la Pattuglia Acrobatica Nazionale.

Il capitano Alessio Ghersi, 34 anni, era con un parente. Il campo base dei soccorsi a Pradielis nell’Alta val Torre
L’allarme è stato dato ieri pomeriggio da tre persone che hanno sentito il boato e visto le fiamme

Il velivolo, un Pioneer 300 marche I-8548, aveva decollato verso le 18 dalla base di Campoformido
Indagano la Procura di Udine e l’Autorità investigativa per la sicurezza dell’aviazione civile dello Stato

di Anna Rosso e Viviana Zamarian
da Messaggero Veneto, 30 aprile 2023, pp. 2 – 3

Tragedia nei cieli del Friuli ieri pomeriggio nell’alta Val Torre. Un pilota delle Frecce tricolori, il pony 5, il capitano Alessio Ghersi, è morto carbonizzato assieme a un parente precipitando a bordo di un ultraleggero.

L’allarme è stato dato da tre residenti che hanno visto in cielo il velivolo incendiarsi e poi hanno sentito un boato. Immediati sono scattati i soccorsi.Sul posto, in un campo base allestito dapprima nella zona  dell’impianto sportivo di Pradielis e poi in zona Musi, a Lusevera, sono intervenuti i vigili del fuoco di Gemona, i volontari del Soccorso alpino delle stazioni di Udine e Gemona, la Guardia di Finanza di Tarvisio, i carabinieri di Pradielis, l’elisoccorso regionale e l’elicottero dei vigili del fuoco proveniente da Venezia.

I testimoni

Erano circa le 18.30 quando l’ultraleggero è stato notato precipitare: i residenti hanno notato una fiammata e una nuvola di fumo prima di perdere di vista il velivolo, che si è schiantato al suolo in una zona boschiva. Ci sarebbe anche un breve video del momento in cui l’ultraleggero ha perso quota. Immediata la chiamata al 112. Sul posto sono arrivati i soccorritori, che hanno soltanto potuto constatare il decesso dei due occupanti rimasti all’interno del velivolo bruciato.

L’incidente

Il velivolo, un Pioneer 300 marche I-8548 era decollato verso le 18 dall’aviosuperficie di Campoformido. È ancora da chiarire come l’ultraleggero sia precipitato perdendo quota per poi schiantarsi al suolo e incendiarsi: per entrambi gli occupanti non c’è stato nulla da fare.

I soccorsi

Sul posto sono intervenuti i finanzieri del Soccorso alpino di Tarvisio, i vigili del fuoco di Gemona, i colleghi del Saf (Soccorso alpino fluviale) di Tarvisio, i volontari del soccorso alpino di Gemona, i carabinieri della stazione di Pradielis.
Presente al campo base – allestito in zona Musi, a ridosso di una strada forestale – anche il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Orazio Ianniello. Non è stato facile nemmeno per i soccorritori arrivare al punto esatto dello schianto: il velivolo, infatti, è finito in mezzo alla vegetazione, in un punto raggiungibile solo a piedi.

Le indagini

La dinamica dell’incidente aereo deve essere ancora ricostruita.
Saranno avviati tutti gli accertamenti necessari per capire che cosa sia accaduto e perché l’ultraleggero abbia perso quota per poi schiantarsi al suolo.
A seguito dell’incidente l’Autorità investigativa per la sicurezza dell’aviazione civile dello Stato italiano ha disposto l’apertura di un’inchiesta di sicurezza e l’invio di un investigatore nel luogo in cui si è verificato  l’incidente, per i primi sopralluoghi.

Sposato, due figli e il sogno del volo. Alla Pan dal 2019

Appassionato di moto e musica. Gli amici: la sua dote era l’umiltà

di Viviana Zamarian
da Messaggero Veneto, 1 maggio 2023, p. 4

Nella sua cameretta da letto a Domodossola aveva appeso un poster di un Tornado dell’Aeronautica militare. Il padre Francesco glielo aveva incorniciato e Alessio un giorno gli disse “Papà, io primo o poi ci volerò su un aereo come quello”. Un Tornado il capitano Ghersi, 34 anni, non lo pilotò ma lui, così determinato e di talento, dopo il periodo di formazione e la scuola di volo fu assegnato al 4° stormo di Grosseto, reparto di caccia dell’Aeronautica: lì ottenne la qualifica di pilota combat-ready su aerei Eurofighter.

La passione per il volo era cresciuta con lui. L’aveva rafforzata nei mesi trascorsi negli Stati Uniti dove si era specializzato in attività di difesa aerea. E poi c’era un sogno, chiamato Frecce tricolori. Nel 2019 lo aveva realizzato debuttando come Pony 8, terzo gregario destro, con capoformazione Stefano Vit, l’attuale comandante della Pan. L’anno successivo era stato confermato nella stessa posizione, poi nel 2021 era stato spostato alla cloche dell’Aermacchi Mb 339 Pan che sulla coda ha il numero 5 diventando il secondo gregario a destra del capoformazione.

Ghersi si diplomò nel 2007 al liceo Spezia di Domodossola («anche se siamo originari di Pisticci, in provincia di Matera» ricorda il papà Francesco) con il massimo dei voti. Era poi riuscito a entrare nell’Accademia a Pozzuoli: in quel periodo conosce Jenny, che diventerà poi sua moglie.

Determinato, capace di fare squadra, un pilota preparato. Che amava la musica rock e le Harley-Davidson. Lo ricordano i compagni del Friuli Chapter: «È stato un grande onore viaggiare al tuo fianco.  Rimaniamo esterrefatti alla notizia che ci hai lasciati così prematuramente. Sarai per sempre nei nostri cuori, perché ci hai insegnato tanto, senza le parole ma con il tuo esempio. Troppo grande il vuoto che lasci, ma come già qualcuno ha detto, il tuo passaggio in questo mondo lascerà il segno per sempre».

E poi c’era la passione per la chitarra e per la musica (suonava in un gruppo con cui spesso si trovava per provare insieme) e quella per i viaggi che condivideva con la moglie e i loro due bambini.

Riusciva a tornare a Domodossola almeno tre o quattro volte l’anno, come aveva raccontato in una intervista, per rivedere gli amici di sempre. Quegli amici che sono corsi in Friuli appena hanno saputo dell’incidente a bordo dell’ultraleggero. «Amava il volo ma non solo – racconta Domenico Carnovale –, l’ultima volta che lo abbiamo sentito stava facendo “manutenzione” alle sue chitarre: amava il rock e so che anche di recente suonava con alcuni componenti delle Frecce».

A Domodossola tornava con frequenza, a trovare genitori e amici e suo fratello Giacomo e a febbraio era passato nel «suo» liceo Spezia per parlare ai ragazzi.

«Aveva saputo catturare la loro attenzione come pochi riescono – racconta il preside Pier Antonio Ragozza –. Ai giovani aveva detto di coltivare i loro sogni, ma con concretezza, tenendo i piedi per terra e ricordandosi che senza sacrifici non si va da nessuna parte».

Quando tornava a Ossola c’era anche l’occasione per un caffè con l’ex professore di filosofia. «Quasi mai parlavamo di volo – racconta Renato Venturiello –. Spesso di Inter, di libri e molto di film. Mi ha detto che il suo sogno, quando non avrebbe più fatto il pilota, sarebbe stato aprire un cinema».

In Friuli oggi doveva esserci anche un gruppo di appassionati di volo di Verbania. «Sabato sera però in alcune chat ha iniziato a girare la notizia – racconta Giuseppe Lodi, presidente della sezione Vco dell’Associazione Arma aeronautica –. Fino all’ultimo non ci volevo credere».

Nelle sue visite a casa ogni tanto trovava anche tempo per passare dagli amici dell’Aeroclub Valdossola alla pista di Masera, periferia di Domodossola.
«La dote di Alessio Ghersi era l’umiltà, senza quella non sarebbe potuto arrivare lì – analizza Antonio Cardone –. Con noi “piloti della domenica” era disponibile, non si era affatto montato la testa. È ancora impossibile da credere che non ci sia più».

Il papà: Alessio amava le Frecce. Era l’orgoglio di tutti

La famiglia si era riunita per partecipare all’air show a Rivolto

di Viviana Zamarian
da Messaggero Veneto, 1 maggio 2023, p. 5

Il papà Francesco e la mamma Mirella erano arrivati alla stazione dei treni di Udine venerdì sera. Alessio si era fatto trovare lì, pronto ad abbracciarli, felice di rivederli. Non si sarebbero mai persi l’ultimo volo di addestramento del figlio.

«Era l’orgoglio di tutti» dice il papà. Lo incontriamo al Villaggio Azzurro, a Campoformido, dove il figlio risiedeva con la moglie Jenny e i suoi due bambini.
Sabato, dopo l’addestramento alla base di Rivolto, era tornato a casa per una ventina di minuti per poi ripartire con Sante Ciaccia, marito di una cugina della moglie, arrivato da Milano in Friuli per assistere all’air show, e andare a volare con l’ultraleggero. «Volevano fare un giro assieme. Ci ha detto che ci saremmo rivisti la sera per cenare insieme» prosegue Francesco.

Tutta la famiglia si era ritrovata qui, per guardare da terra le acrobazie che Alessio avrebbe fatto in volo. I genitori e gli amici erano arrivati da Domodossola, altri parenti da Bologna. Il 2023 sarebbe stato il suo quinto anno alle Frecce tricolori.

«Era la sua più grande passione volare – continua il padre – da quando aveva due anni e imitava con le braccia le ali di un aeroplano. Si trovava bene qui in Friuli, era orgoglioso di far  parte delle Frecce tricolori e noi tutti eravamo orgogliosi di lui».

Accanto al papà Francesco, c’è il fratello Giovanni, lo zio di Alessio. Indossa un giubbotto della Pan perché il volo qui, è questione di famiglia. Aveva in programma di arrivare a Rivolto questa mattina, direttamente da Bologna, per assistere all’ultimo addestramento del nipote e degli altri piloti della Pattuglia acrobatica nazionale.

«Non me la sarei mai perso» afferma. «Pensi che il primo regalo che gli feci fu un aeroplano a dondolo perché lui già così piccolino voleva già volare. Era felicissimo, me lo ricordo ancora. Alessio era un ragazzo meraviglioso, modesto, umile, era una persona straordinaria » dice. Poi c’era l’amore per la chitarra e per le moto. «La prima chitarra gliela regalò proprio lo zio  Giovanni – prosegue il papà –. Era un adolescente con una grande passione per la musica. Poi ne arrivarono altre tre».

Le parole si fermano, lasciano spazio al silenzio fatto di tanti ricordi. Alessio quando frequentava le scuole a Domodossola, Alessio all’Accademia a Pozzuoli, Alessio e il sogno delle Frecce tricolori. E poi il matrimonio con la moglie Jenny, la nascita dei due bambini, la felicità di una famiglia unita. Quella famiglia che venerdì, si era riunita qui, in quel Friuli che Alessio aveva nel cuore. E dove ogni giorno faceva ciò che più amava, volare.

Il papà di Alessio, Francesco Ghersi, lo zio Giovanni, a Campoformido, dove il pilota risiedeva e Il colonnello Paolo Rubino

Il dolore tra i colleghi

Annullato l’ultimo volo di addestramento in programma oggi alla base di Rivolto
Il generale Goretti ha fatto visita alla moglie. Il comandante del 2° Stormo: un pilota straordinario

di Viviana Zamarian
da Messaggero Veneto, 1 maggio 2023, p. 9

La bandiera all’ingresso della base aerea di Rivolto è a mezz’asta. Qui oggi si sarebbe dovuto svolgere l’ultimo volo di addestramento della Pan prima dell’avvio della stagione acrobatica 2023. Qui oggi, invece, c’è soltanto silenzio.

In segno di lutto per la morte del capitano Alessio Ghersi, è stato il Capo di Stato Maggiore, generale di squadra aerea Luca Goretti, assieme al Comandante di Squadra  aerea, generale Alberto Biavati, e al comandante delle Forze da combattimento, generale Luigi Del Bene, a comunicare ai piloti l’annullamento dell’evento. Poi, insieme, hanno portato l’abbraccio di tutta l’Aeronautica alla moglie Jenny e ai familiari.

Ad accoglierci alla base c’è il comando del 2° Stormo, il colonnello Paolo Rubino. «Abbiamo perso un collega e un amico – dichiara –. L’Aeronautica è una famiglia e daremo tutto il nostro sostegno ai familiari di Alessio e del parente Sante. I piloti della Pan sono chiusi in un profondo dolore per aver perso una persona eccezionale, per tutti come fosse un fratello, che lavorava con noi da tanti anni e conduceva la sua vita in armonia con tutto il gruppo e la squadra della Pan».

Del capitano Ghersi Rubino ha «un ricordo personale che è legato alla mia esperienza qui a Rivolto a partire dallo scorso ottobre. Alessio era una persona fantastica come  tutti i componenti della squadra della Pan. Un ragazzo molto preparato, con tanta esperienza e professionalità maturata fin dal 2007 in Aeronautica, un pilota straordinario». È ancora presto parlare della prossima stagione acrobatica che sarebbe partita ufficialmente il 5 maggio con un sorvolo a Firenze e il 7 con l’air show in provincia di Savona,  eventi già annullati in segno di lutto.

«Saranno fatte tutte le valutazioni del caso per i prossimi appuntamenti – dichiara il comandante –. Dobbiamo dimostrare di essere dei professionisti ma adesso è il momento del dolore, per metabolizzare quanto è accaduto. Dopo ci assicureremo che siano raggiunti i requisiti di serenità, addestramento e professionalità per svolgere tutte le attività in sicurezza perché anche l’Aeronautica andrà in avanti».

Oggi anche il Club delle Frecce Tricolori di Codroipo numero 15 sarebbe stato in prima linea alla base per l’air show. «Siamo profondamente addolorati – spiega il presidente Bruno Di Lenardo, assieme al presidente onorario Pio Collovati e al vicepresidente Dario Chiarcossi – per la morte del capitano Ghersi. L’avevamo invitato alla cena sociale che facciamo ogni anno a Natale ed era venuto con la sua famiglia. Era una persona straordinaria. Come segno di vicinanza sono stati annullati sia l’incontro che avremmo dovuto avere con i presidenti dei Club d’Italia e i piloti della Pan sia il pranzo con soci e simpatizzanti in programma dopo la manifestazione».

Fiori davanti alla base. L’omaggio dei Club «Pilota eccezionale»

Appassionati arrivati da tutto il Triveneto per rendergli omaggio
L’Aeroclub ha promosso una raccolta fondi per le due famiglie

di Viviana Zamarian
da Messaggero Veneto, 3 maggio 2023, p. 13

Sono andati davanti all’ingresso della base di Rivolto. Per deporre un fiore in ricordo del capitano Alessio Ghersi. Loro, i presidenti dei Club delle Frecce tricolori che il primo maggio avrebbero partecipato all’ultimo addestramento della Pan prima dell’avvio della stagione acrobatica, hanno voluto comunque esserci. E così da tutto il Triveneto sono giunti per rendergli omaggio.

Il cordoglio dei Club

«C’era un grande silenzio, quasi irreale» racconta Gabriele Chinaglia, presidente del Club 2 di Treviso. Ieri, a nome dei soci anche dei club di Venezia, Noale, Cividale e Fano, «abbiamo voluto dare in punta dei piedi un segnale del nostro affetto e della nostra vicinanza».

Altri club in maniera spontanea e indipendente, come quello di Rimini, di Bassano del Grappa e di Borgomanero, hanno fatto lo stesso, «tutti accomunati dalla volontà di dedicare in silenzio e commozione un pensiero al capitano Ghersi, ai familiari e alla grande famiglia delle Frecce tricolori» conclude Chinaglia. «Alessio l’avevo conosciuto la prima volta quando era entrato nella formazione nel 2019 – racconta poi –. Lo scorso 19 aprile avevo avuto modo di incontrarlo al termine di un addestramento che aveva svolto a Istrana. Era una persona gentile, affabile, sempre molto curiosa, appassionata di tante cose come i viaggi, la musica e le moto».

Il Club Frecce tricolori numero 15 di Codroipo gli renderà omaggio questa sera. Tutti e dieci i componenti, prima della riunione del consiglio direttivo, si ritroveranno davanti alla base per portare dei fiori in ricordo del capitano 34enne. In migliaia da tutta Italia sarebbero arrivati a Rivolto per assistere all’air show il primo maggio (evento poi annullato in segno di lutto). I vari Club si erano organizzati da tempo, come sempre accade, per festeggiare tutti insieme l’apertura della stagione delle Frecce. Poi la notizia che nessuno avrebbe mai voluto ricevere.

Il ricordo dell’ex Comandante

L’ex comandante della Pan e coordinatore degli show delle Frecce Alberto Moretti ricorda il capitano Ghersi con parole di stima e affetto. «È un dispiacere enorme – spiega – per tutta la Pattuglia acrobatica e per coloro che conoscevano e stimavano il capitano Ghersi. Anche io volo con un ultraleggero e alcune volte mi era capitato di incontrarlo all’Aeroclub. È un dolore immenso per tutti».

L’iniziativa benefica

L’Aeroclub Friulano Asd ha deciso di aprire un conto corrente dedicato, per raccogliere delle donazioni che verranno integralmente destinate alle famiglie del capitano Ghersi e del parente Sante Ciaccia morto nello schianto con l’ultraleggero a Lusevera. «Un modo per sostenerle e per far loro capire il coinvolgimento di tutta la comunità nazionale – ha fatto sapere –. Si invita, nel rispetto della sensibilità di ciascuno, a contribuire con un versamento sull’Iban: IT36 A030 6909 6061 0000 0195 730, Banca Intesa San Paolo Spa, via del Monte, Udine, intestato a Aeroclub Friulano Asd in via nazionale 144, 33037, a Pasian di Prato».

Giovedì 11 a Udine il primo funerale del capitano Alessio Ghersi, venerdì alle 10,45 la funzione a Domodossola

La Procura ha dato il via libera per l’addio al pilota delle Frecce tricolori morto nello schianto dell’ultraleggero di sabato 29

di Luca Bilardo
da lastampa.it, 10 maggio 2023 [ fonte ]

Sarà celebrato domani (giovedì) alle 10,30 nella cattedrale di Udine il primo funerale di Alessio Ghersi, 34 anni, il pilota delle Frecce tricolori morto sabato 29 con Sante Ciaccia (35 anni) nello schianto dell’ultraleggero con il quale erano appena decollati. Quella di domani sarà la prima delle due funzioni religiose per il capitano dell’aeronautica che tornerà poi nella sua Domodossola per l’abbraccio di familiari e amici che l’hanno visto crescere e maturare il sogno – poi diventato realtà – di volare. La funzione in collegiata a Domodossola sarà la mattina di venerdì 12 alle 10,45. In Ossola era nato, ma dal 2019 – anno in cui era entrato a fare parte della Pattuglia acrobatica nazionale – era diventato il Friuli la sua casa, dove viveva con la moglie Jenny e i figli Giorgio (4 anni) e Cecilia (2).

Dovrebbe essere il cappellano militare dell’aeronautica a celebrare il funerale domani a Udine. Ai funerali di Ghersi, Pony 5 della Pattuglia Acrobatica Nazionale, parteciperanno tutti gli altri componenti delle Frecce e i vertici dell’Aeronautica militare.

Prima del via libera alle esequie da parte della Procura è stato necessario effettuare il test del Dna sulle salme. Dopo lo schianto del velivolo a circa 30 chilometri da Udine, i soccorritori hanno infatti recuperato i corpi di Ghersi e Ciaccia carbonizzati: per la loro identificazione non è bastata l’autopsia eseguita settimana scorsa, ma è stato necessario l’esame del Dna. Intanto prosegue l’indagine della Procura di Udine per accertare le cause dell’incidente aereo.

«Ciao Alessio, nostra stella polare. Esempio come pilota e uomo»

Celebrati, in un duomo gremito, i funerali del pilota della Pan morto in un incidente con un ultraleggero

di Laura Pigani
da Messaggero Veneto, 12 maggio 2023, p. 33

Centinaia di persone hanno riempito il duomo ieri mattina per l’ultimo saluto ad Alessio Ghersi, il pilota della Pattuglia acrobatica nazionale che lo scorso 29 aprile ha perso la vita assieme al 35enne Sante Ciaccia in un incidente a bordo di un ultraleggero, precipitato a Pradielis di Lusevera. C’erano gli amici motociclisti, i compagni di volo, le autorità civili e militari e comuni cittadini, oltre ai vertici dell’Aeronautica militare, a tributare la propria vicinanza alla moglie Jenny Ciabrelli, con i due figlioletti, e a agli altri familiari del maggiore.

L’arrivo del feretro del pilota, originario di Domodossola e residente a Campoformido, è stato accolto da un picchetto d’onore schierato sotto la pioggia, in piazza Duomo, e accompagnato da un corteo del suo gruppo di amici motociclisti, il Friuli Chapter Italy di Fiume Veneto, che unisce gli appassionati di Harley-Davidson, uno dei più grandi interessi di Alessio Ghersi assieme alla musica e alla chitarra. Sono stati gli altri piloti delle Frecce Tricolori a portare sulle spalle la bara, avvolta nel tricolore, dentro la cattedrale gremita e carica di commozione.

Perché Alessio era entrato nel cuore di tanti da quando si era trasferito in Friuli. Accanto alla bara il suo casco della Pan, mentre sopra sono stati posati il berretto e la sciabola da ufficiale militare dell’aeronautica.

«Un dolore smisurato circonda questa chiesa e alberga in tutti noi lasciandoci senza parole» ha esordito nell’omelia il cappellano militare dell’aeronautica don Stefano Aita, che ha concelebrato il funerale con il cappellano militare don Albino D’Orlando, prima all’aeronautica e ora all’Arma, e a monsignor Luciano Nobile, parroco del Duomo. «Che senso dare a tutto questo? – si è chiesto –. Le lancette sembrano essersi fermate al 29 aprile, la mente non fa altro che proiettarci nel passato e fa in modo che la persona che ci è stata strappata riviva nei ricordi. La vita – ha proseguito – non ci appartiene, ma ci viene consegnata in dono». Nell’omelia il sacerdote ha sottolineato i valori che hanno ispirato la vita di Alessio Ghersi: l’umiltà, il dono di sé e la perseveranza per raggiungere gli obiettivi, «valori che consegna ai giovani, a tutta le comunità e a uomini e donne della Aeronautica militare affinché se ne facciano continuatori e interpreti».

Con parole rotte dall’emozione, il collega e Pony 3 della Pan, il capitano Leonardo Leo, ha voluto ricordare l’amico Pony 5. «Ciao Alessio, ci hai lasciato un vuoto incolmabile. Solo adesso – ha detto – ci accorgiamo di quanto le tue battute e i tuoi tormentoni siano stati il sottofondo musicale dei nostri giorni insieme. Avevi una intelligenza, una curiosità e una parlantina fuori dal comune. Non a caso hai amici in tutto il mondo. Sapevi farti seguire: una guida presente, un leader autorevole e noi ti avremmo seguito sempre, anche perché saremmo andati a mangiare assieme. Non ti sei risparmiato con noi come amico né con la tua famiglia, marito e padre orgoglioso. Sarà assordante – ha aggiunto – il silenzio della mancanza del tuo aeroplano tra i nostri. Sei insostituibile e rimarrai per tanti la stella polare cui orientarsi, l’esempio da seguire, il tipo di persona, uomo, ufficiale, pilota cui tendere. Continua a volare, noi lo faremo per te».

Anche la moglie Jenny, tra le lacrime, ha voluto salutare il suo Alessio. «Per me è difficile stare qui oggi e trovare le parole giuste. Mi sento incredibilmente vuota. Solo il dolore della tua perdita – ha detto – mi fa sentire che il mio cuore batte ancora. Lasci un grande vuoto nella nostra vita. Ci hai fatti sentire importanti: nonostante il lavoro, le Harley, la band e i barbecue ci sei sempre stato per me, per i tuoi figli e i tuoi amici. Non lo dimenticheremo mai. Ciao Alessio, ciao papà».

Il capocorso Ibis V ha poi letto la preghiera dell’aviatore. All’uscita dal duomo il feretro è stato accompagnato dal rombo delle moto, tra le grida della figlioletta, che indicava il suo “papino”. Ha quindi lasciato Udine per raggiungere Domodossola, città in cui vivono i genitori di Ghersi e gli altri parenti e dove oggi si svolgeranno i funerali in forma privata.

dal profilo Instagram delle Frecce Tricolori [ fonte ]

4 Maggio 2023 – Con un volo acrobatico in 9 velivoli abbiamo sentito il dovere e il desiderio di tornare a volare in onore di Alessio, immaginandolo e sentendolo fortemente tra di noi, al nostro fianco. Un volo simbolico che ha avuto per tutti noi, piloti e membri del 313º Gruppo, il profondo significato di incondizionato affetto fraterno. A terra, tutto il Reparto schierato ha salutato il suo velivolo che rientrava.

E’ stato il nostro modo di reagire alla tremenda perdita di un collega e Amico, onorando la sua memoria e sforzandoci di sorridere nel ricordo dei bei momenti trascorsi insieme; decisi e fieri di portare avanti con la stessa passione la missione affidata alle Frecce Tricolori.

Da qui è iniziato questo periodo di intenso addestramento aggiuntivo per riconfigurare la Formazione 2023 delle Frecce Tricolori e prepararci a dare inizio alla stagione acrobatica del centenario dell’Aeronautica Militare.

Una raccolta fondi per sostenere la moglie e i figli di Alessio Ghersi

Un gruppo di amici ha scelto la strada del trust fiduciario. Il pilota delle Frecce Tricolori è morto il 29 aprile scorso

di Alessandro Cesare
da Messaggero Veneto, 17 giugno 2023, p. 31

Il Friuli non dimentica il capitano Alessio Ghersi, pilota delle Frecce Tricolori scomparso a soli 34 anni in maniera tragica lo scorso 29 aprile sulla catena dei Musi, mentre si trovava a bordo di un ultraleggero.

Un gruppo di amici ha pensato di dare vita a una raccolta di fondi per sostenere la moglie di Ghersi e i suoi due bimbi di 2 e 4 anni. Per farlo ha scelto lo strumento del “trust” o fondo fiduciario.
Si tratta di uno strumento ancora poco conosciuto, che dà il compito a una persona di fiducia della famiglia, chiamata trustee, di gestire i beni conferiti nell’interesse dei beneficiari, a garanzia soprattutto dei minorenni coinvolti. Chiunque può effettuare una donazione, avendo la certezza che, trattandosi di un istituto giuridico riconosciuto, il denaro servirà per sostenere la famiglia del capitano Ghersi. L’Iban a cui inviare il denaro è IT82Y0548463750CC0111000557. È importante indicare la causale corretta, che è “Fondo di dotazione Alessio Ghersi trust”.

Un incidente, quello che ha causato la morte del pilota delle Frecce Tricolori e di un suo parente, Sante Ciaccia, su cui è ancora in corso un’indagine da parte della Procura di Udine, con l’avvio di una serie di accertamenti per ricostruire la dinamicadell’accaduto, appurarne le cause e stabilire eventuali responsabilità.

Intanto la Pattuglia acrobatica nazionale, di cui Ghersi era una delle colonne portanti, è tornata a volare. Dopo una prima esibizione nella base aerea di Rivolto, lo scorso 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, c’è stato il tradizionale sorvolo sopra l’Altare della patria. Un momento molto toccante, con il pensiero che è subito andato al capitano Ghersi, pilota originario di Domodossola ma capace di ambientarsi molto bene in terra friulana.

La posizione di secondo gregario destro, pony 5, che era ricoperta dal Ghersi, è stata presa dal maggiore Federico De Cecco, 36 anni, che in questa stagione acrobatica avrebbe dovuto essere il solista (pony 10) della Pattuglia acrobatica nazionale. Il tenente colonnello Massimiliano Salvatore, 41 anni, in servizio alla Pan come pony 11, supervisore dell’addestramento acrobatico, è invece tornato in gruppo per ricoprire il ruolo di solista.

Una formazione confermata anche per i prossimi appuntamenti delle Frecce: il 16 il passaggio a Verona per la centesima edizione della stagione dell’Arena, il 17 e 18 l’esibizione all’aeroporto di Pratica di Mare per il centenario della Aeronautica militare, il 23 il sorvolo a Potenza, il 25 l’airshow a Policoro e il 29 il sorvolo su Napoli.

In memoria di Alessio Ghersi

di Alessandro Colombo
da motoridilusso.com, 30 aprile 2023 [ fonte ]

Nella mattinata di domenica 30 aprile 2023 abbiamo appreso una notizia che non avremmo mai voluto apprendere. Il nostro amico, Alessio Ghersi, Pony 5 delle Frecce Tricolori, ci ha lasciati. Nel turbinio di dolorose emozioni che abbiamo provato, abbiamo tentato di cercare un po’ di lucidità per cercare di ricordarlo soprattutto per un motivo: Alessio era una persona straordinaria e sentivamo di dover cercare di ricordarlo

Come abbiamo già precisato sui nostri Canali Social, non siamo soliti scrivere articoli o realizzare post conseguenti ad una terribile tragedia. Riteniamo non sia il modo giusto per ottenere visualizzazioni, numeri, click. Ma in questo caso un pensiero, un ricordo, ci sembrava assolutamente dovuto. Almeno questo, ad Alessio, glielo dobbiamo. Glielo dobbiamo perché Ale era un amico. Una persona straordinaria. Di quelle più uniche che rare. Era un ragazzo di cuore, dotato di grande sense of humor. Una di quelle persone in grado di illuminare la tua giornata semplicemente standoti vicino. Una di quelle che era impossibile non amare.

Dall’istante in cui la terribile notizia della sua scomparsa è arrivata ai nostri occhi, alle nostre orecchie, dilaniando il nostro cuore e il nostro animo con la forza di un mare in burrasca, abbiamo iniziato a leggere titoli che parlavano di “chi era Alessio Ghersi”. Come bastassero un comunicato stampa ufficiale e qualche informazione biografica per dire chi fosse Ale. Per noi era un amico. Un ragazzo ricco di qualità umane e professionali che nessun discorso riesce a sintetizzare. Era prima di tutto un ragazzo ricco di enorme passione, per ogni cosa che faceva. Noi lo abbiamo conosciuto per la prima volta in una giornata invernale di fine 2018, sull’Aeroporto di Rivolto. Ale stava ancora ultimando le selezioni per divenire membro della P.A.N., dove sarebbe entrato ufficialmente in formazione a partire dall’anno successivo. Un anno nel corso del quale, dato che gli impegni gli sembravano pochi, è divenuto papà per la prima volta e ha anche preso la seconda laurea. Giusto perché nel corso della giornata gli avanzavano 5 minuti di tempo libero. Questo giusto per darvi un’idea vaga di chi fosse davvero Alessio Ghersi. Una di quelle persone sempre in grado di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Perché? Perché la sua passione lo portava ad andare sempre oltre il semplice concetto di “dovere”.

Era una persona incredibilmente curiosa. Ho letto di un suo professore che, ricordandolo, ha dichiarato che era uno di quelli che a fine lezione si avvicinava sempre alla cattedra per saperne di più. E sì. Alessio era proprio così. Un ragazzo di un’intelligenza rara, ma non solo. Era incredibilmente appassionato. Di tutto quello che faceva e che lo interessava. E credetemi: di interessi ne aveva mille. Ed era proprio questa passione a spingerlo ad approfondire, a mettersi in gioco, a sfidarsi continuamente, in tante, tantissime cose nella sua vita. Non solo come pilota militare (di Eurofighter prima e delle Frecce Tricolori poi), ma era la radice più profonda del suo io, della sua persona.

Amava le moto, le auto, la velocità. Tutto quello che dava emozione e che richiedeva all’essere umano di sfidare sempre sé stesso in cerca di un miglioramento, della perfezione. Amava gli orologi: li conosceva profondamente, li ammirava e li collezionava. Parlavamo in continuazione di quali acquisti ci sarebbe piaciuto fare su cosa mettere al polso o in garage. Amava la musica e in particolar modo la chitarra. E sempre perché gli impegni non erano ancora abbastanza per lui, dopo essere divenuto papà per la seconda volta, ha deciso di fare anche il chitarrista in un gruppo musicale in cui suonava con i suoi colleghi delle Frecce Tricolori: i “The Clueless”. Letteralmente traducibile come: “Gli Incapaci”. Sì, perché sia Alessio che i suoi colleghi sono sempre stati così: incredibilmente umili in ogni aspetto della loro vita. E “incapaci”, credetemi, non lo sono mai stati. Neanche lontanamente. Ma la loro rara umiltà li ha sempre spinti ad essere così. Tutti i 10 di quella meravigliosa squadra d’eccellenza di cui Alessio si sentiva incredibilmente orgoglioso di fare parte.

Era ovviamente un grande appassionato di aviazione, un padre e un marito come già da altri scritto (peraltro con una famiglia meravigliosa). Ma Ale era, prima di ogni cosa, una persona incredibilmente piacevole da frequentare. Uno di quelli sempre con la battuta pronta, sempre con il sorriso in volto, sempre pronto a scherzare di tutto e di tutti. Con tutti. Era questa, a mio vedere, la più grande qualità di Alessio. Riusciva a metterti immediatamente a tuo agio mentre gli stavi accanto. E aveva la capacità di trasmetterti in maniera contagiosa un’energia incredibilmente positiva. Era questa la cosa che a noi tutti piaceva di più di lui. Ci facevamo delle gran risate ogni volta che ci vedevamo o che ci sentivamo. Aveva una capacità di metterti di buon umore fuori dal comune. È sempre stata una cosa evidente fin dal primo momento. Da quando ci siamo conosciuti per la prima volta a Rivolto nel novembre del 2018, fino a quando ci siamo visiti per l’ultima volta a febbraio di quest’anno, sempre a Rivolto, la sera prima a mangiare, bere e scherzare come eravamo soliti fare, e in base il giorno dopo per farci da Cicerone nel corso di una bellissima visita in Aeroporto.

Certo, poche righe non possono bastare per dare un’idea di chi fosse davvero Alessio Ghersi. Ci sarebbe moltissimo altro da scrivere su di lui. Forse non basterebbe un’enciclopedia per restituire l’idea di chi realmente fosse una persona straordinaria e ricca di interessi come lui. Per noi era un amico. Ed è tutto quello che abbiamo bisogno realmente di sapere. E ci mancherà.

Mi mancherà. A me che scrivo in primis. Mi mancherà scherzare con lui di tante cose per messaggio come eravamo abituati a fare, perché come ho detto prima, la cosa più bella che potevi fare con Ale era proprio questa: ridere, scherzare.

Le informazioni generiche sono quelle rilasciate dall’Aeronautica Militare nel suo Comunicato Stampa ufficiale: “Il Capitano Ghersi, 34 anni, originario di Domodossola, ricopriva attualmente la posizione di 2° Gregario destro, Pony 5, all’interno della formazione delle Frecce Tricolori. Era entrato in Aeronautica Militare nel 2007 con il Corso Ibis V dell’Accademia Aeronautica. Dopo le scuole di volo era stato assegnato al 4° Stormo di Grosseto, dove aveva conseguito la qualifica di pilota combat ready sul velivolo Eurofighter, svolgendo attività di difesa aerea sia in ambito nazionale sia in missioni NATO. Selezionato successivamente per le Frecce Tricolori, avrebbe a breve preso parte alla sua quinta stagione acrobatica con la Pattuglia Acrobatica Nazionale”. Questo insieme alle prime vaghe informazioni relative all’incidente che ce lo ha brutalmente e ingiustamente, troppo presto, portato via.

Ma questo a noi non va proprio di pensarlo. Preferiamo pensare a come ha vissuto e come vivrà per sempre nel cuore di tutti coloro che lo hanno amato. Compresi noi. Compreso me. Chi era Alessio Ghersi? Era un amico. Un nostro amico. Un mio amico. E mancherà. Tantissimo.

“Un pilota non muore. Vola solo più in alto”

Cieli blu amico mio…

Alessandro.

Schianto aereo in Friuli: miracolosamente ritrovata la fede del capitano Alessio Ghersi

da friulioggi.it, 29 giugno 2023 [ fonte ]

E’ stata miracolosamente ritrovata la fede di Alessio Ghersi, pilota delle Frecce tricolori, tragicamente scomparso, assieme a un parente, nell’incidente con un velivolo ultraleggero precipitato nell’Alta Val Torre il 29 aprile scorso.

I familiari del capitano dell’aeronautica, sposato, padre di due figli piccoli, hanno contattato Sos metal detector nazionale, un’associazione di volontariato senza scopo di lucro che corre in aiuto di tutti coloro che hanno perso un oggetto metallico prezioso, o comunque di valore affettivo, con la speranza di poter recuperare il suo anello nuziale.

“I nostri soci Luca Loprete e Massimo Gardin – sottolinea Luciano Diletti, presidente nazionale del sodalizio, che vanta oltre settecento aderenti in tutt’Italia – si sono resi disponibili a una perlustrazione con i loro cercametalli, anche se, appena arrivati sul luogo dello schianto (tutt’altro che agevole da raggiungere), si sono resi conto dell’estrema difficoltà dell’intervento a causa della miriade di fusioni metalliche presenti, causate dall’esplosione del velivolo e dal suo incendio”.

Una farfalla sul punto del ritrovamento.

Però i due volontari non si sono arresi. “Ad un certo punto, quando ormai la ricerca pareva impossibile,  è accaduto un fatto che ha dell’incredibile  – racconta Loprete – perché una farfalla, dopo avermi sfiorato il volto, ha iniziato a girare attorno alla bobina del mio metal detector e poi si è spostata, prima di volar via, sul terreno lì vicino, facendo un altro paio di giri”.

“Anch’io ho visto la scena ma sul momento non vi abbiamo fatto caso – prosegue Gardin -. Intanto Luca ha iniziato a sondare il punto del terreno che l’insetto aveva sorvolato per qualche secondo. Il risultato è stato il ritrovamento di una delle tante fusioni, che abbiamo controllato con entrambi gli strumenti suggerendoci però di essere al cospetto di un ennesimo pezzetto di alluminio”.

Loprete l’ha girata e rigirata tra le mani per una decina di volte. “Non so perché – spiega – l’ho tenuta separata da tutti gli altri frammenti metallici che avevamo raccolto. Abbiamo proseguito nel nostro servizio e siamo infine rientrati sconsolati perché pensavamo di non aver ritrovato quanto sperava la famiglia del povero pilota”.

Le analisi e la conferma: si tratta della fede del capitano Alessio Ghersi.

Invece il giorno dopo, presi da uno strano presentimento, i due volontari di Sos metal detector nazionale hanno deciso di far controllare quella fusione ad un orafo, che, dopo un attento esame, ha certificato che nascondeva effettivamente oro. E dopo un’accurata pulizia con gli ultrasuoni è apparsa una parte della fede con segni inequivocabili che attestano che si tratta dei resti dell’anello di matrimonio del capitano Alessio Ghersi.

Stupore e soddisfazione hanno pervaso i due metaldetectoristi per l’eccezionale ritrovamento, che è stato consegnato alla famiglia, “in un clima di rispetto e di cordialità unici”.

L’emozione del ritrovamento.

“E’ una vicenda – confessa Luca Loprete – che mi ha lasciato il segno. Sono sempre stato scettico sull’aldilà. Dopo quello che è successo non sono più così convinto che dopo la morte tutto finisca. E vorrei quasi pensare che Alessio, tramite quella farfalla, mi abbia aiutato a ritrovare la sua fede, che per la moglie Jenny Ciabrelli e i due bimbi è un po’ come avere di nuovo una sua presenza a casa”.

Anche Massimo Gardin ammette l’eccezionalità dell’esperienza: “Sono passato attraverso emozioni indescrivibili, guidato da quella solidarietà alpina che rappresenta un po’ il Dna di noi friulani. Una sorta di senso del dovere che ci ha permesso di portare a termine un servizio quasi irrealizzabile. Sono passato dalla serenità offerta dal bosco allo stupore dei gesti di affetto della famiglia del pilota al momento della consegna dell’anello. Sono tornato a casa con il cuore sorridente, consapevole di aver fatto un’azione che andava eseguita ad ogni costo”.

“Come presidente di Sos metal detector vorrei solamente ringraziare per avere avuto il privilegio di guidare i nostri volontari in questo grande percorso di solidarietà, di cui tale episodio ne è una lampante testimonianza – conclude Luciano Diletti – . Ci saranno sempre parole ed avvenimenti che negli anni si perderanno o si dimenticheranno, ma l’emozione provata grazie a questa ennesima e struggente restituzione, mi rimarrà cucita addosso e la porterò nel cuore per tutta la vita”.

''Con Alessio nel cuore'': il 97° Club ricorda il pilota domese delle Frecce Tricolori

'Il ricavato dalla vendita delle magliette lo consegneremo alla famiglia con il peso di tanti bei riscontri che stiamo ricevendo nel suo ricordo''

da vconews.it, 9 novembre 2023 [ fonte ]

“Domenica 15 ottobre siamo stati ospiti del Campione italiano di acrobazia aerea Andrea Pesenato presso l’aeroclub Legnago per la chiusura della stagione di voli, evento che ha attirato circa 1000 persone.

Da tempo amico del 97° CFT, Andrea ci ha riservato lo spazio per presentare una iniziativa che dal giugno scorso Il 97° CFT ha cercato di portare avanti anche con la sua collaborazione, e che ha come scopo la testimonianza di vicinanza alla famiglia del Maggiore Ghersi che tragicamente ha lasciato tutti noi a fine aprile.

Abbiamo quindi studiato e realizzato una T-shirt che porta le parole “con Alessio nel cuore” e Pony 5 e che coinvolgendo anche i club frecce tricolori presenti abbiamo presentato al pubblico.

La speranza è che l’iniziativa sia gradita e il ricavato dalla raccolta di chi vorrà la T-shirt, lo consegneremo direttamente alla famiglia con il peso di tanti bei riscontri che stiamo ricevendo nel ricordo di Alessio”.

È quanto scrive il 97° Club Frecce Tricolori di Calusco d’Adda (Bergamo) pubblicando anche alcune foto della giornata di ottobre, nella quale i componenti del club hanno ricordato Alessio Ghersi, il pilota delle Frecce purtroppo tragicamente deceduto a fine aprile durante un volo su un ultraleggero.

A Domodossola abitano i famigliari di Ghersi e l’iniziativa del 97° Club Frecce Tricolori ha già raggiunto anche l’Ossola e si sta diffondendo. Per acquistare le magliette fatte in ricordo di Alessio basta scrivere all’indirizzo mail ‘’’’.

Ultraleggero precipitato, perizia estesa anche all'elica

Dopo gli accertamenti sul propulsore, nuove attività del Pm. Nelle schianto morirono un pilota della Pan e il passeggero

da Il Gazzettino, 24 novembre 2023, p. VII sezione regionale

L’inchiesta

PORDENONE. La prima parte della perizia dell’ultraleggero Pioneer 300 precipitato Io scorso 29 aprile a Lusevera, costato la vita al capitano delle Frecce Tricolori Alessio Ghersi e al parente Sante Ciaccia, è in fase di ultimazione. A giorni dovrebbero essere comunicate alla Procura di Udine le conclusioni a cui sono giunti i periti che hanno esaminato il propulsore a Schechen, in Baviera, nello stabilimento della Franz Aircraft Engines Vetrieb, un’azienda che produce motori aerei.

Nel frattempo sostituto procuratore Giorgio Mille ha disposto accertamenti anche sul meccanismo di variazione del passo montato sul mozzo dell’elica. SI tratta una perizia a suo tempo sollecitata anche dall’avvocato Maurizio Miculan, che tutela la famiglia Ghersi.

A chiederla adesso è anche l’Ansv (Agenzia nazionale per la sicurezza del volo).

L’accertamento

I resti dell’ultraleggero recuperati sui monti della frazione di Musi sono custoditi ìn un hangar dell’Elifriulia a Ronchi del Legionari.

L’aereo è distrutto, esaminarne i resti si sta rivelando un’operazione estremamente complessa, tanto che l’Ansv ha chiesto di potersi avvalere del personale tecnico del costruttore (Porto Aviation) per esaminare il meccanismo di variazione del passo, l’elica stessa, la pompa elettroidraulica e i componenti meccanici del “component hydraulic rotary union”.

L’esame dei pezzi è previsto per il 4 dicembre e sarà effettuato sotto il controllo dell’ispettore dell’Ansv, del consulente tecnico nominato dalla Procura e dei consulenti di parte.

Trattandosi di accertamenti tecnici irripetibili, l’attività è stata comunicata anche alle tre persone iscritte, a titolo di garanzia. sul registro degli indagati per le ipotesi di disastro aereo colposo e omicidio colposo. Sono la proprietaria del Pioneer 300, Silvia Rappo di San Quirino. nonché Corrado Rusalen dl San Quirino e Moreno Stinat di Sacile, i due soci contitolari dell’azienda costruttrice del velivolo, la Alpi Aviation, tutti assistiti dall’avvocato Bruno Malattia.

Ogni fase della perizia viene seguita anche da un ispettore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, che sulle cause dell’incidente aereo ha avviato un’indagine di tipo amministrativo indipendente dall’attività avviata dalla Procura di Udine per accertare eventuali responsabilità di terzi nella tragedia.

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