Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre 2024
di Timothy Dissegna
da ilgoriziano.it, 23 luglio 2023 [ fonte ]
Il mondo dell’aeronautica è in lutto per la scomparsa di Alessandro Pettarin, ex pilota di Farra d’Isonzo che ha volato dapprima nella Pattuglia acrobatica nazionale, quindi in Alitalia. L’ex pilota aveva 90 anni ed è scomparso improvvisamente nella giornata di sabato, venendo ritrovato senza vita tra le lapidi del cimitero del suo paese, dove era andato a portare i fiori sulla tomba della figlia Donatella. Ancora da stabilire la data dei funerali. Una carriera importante, la sua, che lo aveva portato a essere uno dei componenti della Pan.
Era entrato nella Pattuglia acrobatica nel 1966, dopo essersi arruolato in Aviazione già nel 1955. Complice la giovane età con cui era entrato nei reparti, il classe 1933 aveva potuto maturare un’esperienza notevole su numerosi velivoli, tanto da diventare formatore per numerosi allievi. Alla fine, l’amore per il cielo lo ha portato nella squadra delle Frecce tricolori, insieme ai corregionali Valentino Jansa, di Trieste, e Renato Ferrazzutti di Magnano in Riviera. Vi rimase sei anni, per poi dimettersi ed essere assunto da Alitalia.
Una prassi che anche diversi altri colleghi seguivano, quella di passare dagli aerei militari a quelli civili al termine della carriera, passando per un periodo attraverso la Società aerea mediterranea. La compagine dedita ai voli charter, di proprietà di Alitalia, venne riassorbita dall’allora compagnia di bandiera e così Pettarin potè volare sui principali modelli dell’epoca, alla guida di tratte a lunga percorrenza. Terminò la sua esperienza negli anni Ottanta, pilotando i Boeing 747 prima di godersi la pensione, tra le vigne.
Smessa la divisa e il cappello, infatti, poter dedicarsi alla sua seconda grande passione: la viticoltura. Molto legato alla sua terra, riservato e lavoratore come il tipico friulano, trascorreva le giornate a coltivare i suoi terreni tra Farra e Capriva. Era comunque rimasto all’interno della “famiglia” della Pattuglia acrobatica, come iscritto al circolo dedicato e con i suoi ex colleghi aveva assistito poche settimane fa alla prima uscita stagionale delle Frecce. Amore per il volo trasmesso anche al figlio Paolo, oggi comandante a Dubai.
A ricordarlo con affetto sono i suoi ex colleghi Giuseppe Liva e Dario Nardini, mentre dagli archivi di Flavio Chianese e Mitteldream riemerge il video con lui protagonista alla Tenuta Villanova. “Era una persona che ti sorprendeva per la sua umiltà ed amore per la sua terra” così Chianese. Pettarin, inoltre, è stato personaggio del film Forza G del 1972, di Duccio Tessari: è la storia del pilota Gianni Orlando (Riccardo Salvino), con il farrese che fu interpretato da Giancarlo Prete. Nel cast anche Dori Ghezzi e Barbara Bouchet, musiche di Ennio Morricone.
Il pilota Alessandro Pettarin trovato morto sulla tomba della figlia a Farra
Già gregario delle Frecce Tricolori, volando con il Fiat G91, lasciata l’Aeronautica aveva poi proseguito la sua carriera diventando comandante di linea dell’Alitalia
di Mario Bisiach
da ilpiccolo.gelocal.it, 23 luglio 2023 [ fonte ]
FARRA D’ISONZO. Il suo ultimo volo è stato una questione d’affetto, uno slancio del cuore. Quel cuore che probabilmente l’ha tradito, per il malore fatale che se l’è portato via a 89 anni. Ne avrebbe compiuti 90 il 28 novembre prossimo, il comandante Alessandro Pettarin, orgoglio dell’aeronautica isontina e nazionale, ex pilota delle Frecce Tricolori, stroncato da un malore nel primissimo pomeriggio di sabato proprio mentre stava portando un fiore alla tomba della figlia Donatella, nel cimitero di Farra. Si era recato al camposanto intorno a mezzogiorno, ma poi non è più rientrato, e alle 14 un uomo che passava di lì lo ha trovato accanto alla tomba.
Donatella morì giovanissima, in un incidente stradale, per quello che fu l’immenso dolore in una vita – quella di Pettarin – votata alla passione per i cieli e il volo, e all’amore per la famiglia.
Era una persona rara, speciale nella sua modestia e dedizione a ciò che faceva, Alessandro Pettarin, che proprio a Farra dove era nato risiedeva adesso dopo aver girato il mondo per una vita e per il suo lavoro, quello del pilota. Un lavoro che sapeva svolgere in maniera straordinaria, e non a caso tra il 1966 e il 1972 aveva ricoperto il ruolo di gregario destro nella pattuglia acrobatica nazionale, le mitiche Frecce Tricolori, volando con il Fiat G91. Lasciata l’aeronautica militare con i gradi di tenente, aveva poi proseguito la carriera da pilota di linea in Alitalia, diventando comandante.
Una figura stimata e nota, pure una volta sceso dall’aereo, visto che la sua passione per il mondo del vino lo aveva fatto conoscere come il pilota viticoltore, raccontato in una serie di video documentari.
E a proposito di pellicole, Pettarin finì indirettamente anche sul grande schermo con il film “Forza G” diretto da Duccio Tessari nel 1972, basato sulle vicende delle Frecce Tricolori e con Barbara Bouchet nel cast: l’allora tenente isontino fornì la sua consulenza tecnica per le riprese, e prestò nome, cognome e tuta della pattuglia a uno dei protagonisti, interpretato dall’attore Giancarlo Prete.
«Era una persona fantastica: onesto, corretto, di sani principi, umile, di quegli uomini che non esistono più e che dovrebbero essere presi ad esempio dai più giovani», lo ricorda il comandante Giuseppe Liva, anche lui ex pilota delle Frecce Tricolori e grande amico di Pettarin. Liva usa parole di stima non diverse da quelle di molti altri, tra i quali Flavio Chianese, figlio di quel Fulvio Chianese che è stato simbolo del volo goriziano, e a sua volta molto legato a Pettarin.
«Si stimavano a vicenda – ricorda Flavio –, e a me ha sempre colpito la sua incredibile umiltà, pensava agli altri e non parlava mai di sé». Un unico moto di cordoglio ha unito persone, piloti di oggi e di ieri, in tutta Italia e nel mondo, con messaggi commossi. Giungendo fino in Medioriente, dove vive l’altro figlio Paolo, anche lui comandante e pilota di linea in Qatar Airwais. Con lui, Alessandro Pettarin lascia l’amata moglie Ernestina.
… ecco come al rito funebre il Comandante Giuseppe Liva ha ricordato il suo carissimo amico SANDRO
da Circolo della PAN, n° 46, 1 ottobre 2023 , p. 22
Cara Signora Ernestina, Paolo, amici e colleghi, siamo qui riuniti per rendere omaggio ad Alessandro.
Voi tutti sapete che i Piloti sono dei chiacchieroni, egocentrici con tendenza a straparlare delle proprie avventure aeronautiche.
Bene… Alessandro era la persona più umile, più silente, più riservata che io abbia mai conosciuto sia tra i piloti dell’aviazione civile che tra quelli dell’aviazione militare.
Le priorità di quest’uomo sono state: i genitori, la famiglia, i figli ed i nipoti.
Per curare e seguire queste sue priorità a suo tempo rinunciò a frequentare il corso per Comandante Alitalia, infatti il corso comando, come veniva sviluppato all’epoca, comportava un impegno temporale di circa un anno, lontano dalla famiglia e dalle sue problematiche. Lui ha privilegiato l’amore per la sua famiglia piuttosto che la carriera.
Un particolare affetto mi lega ad Alessandro, un segreto a conoscenza solo dell’amico Com.te Boschetti, Sandro ed Io: il primo giorno del mio ingresso in Alitalia ebbi una crisi di rimorso nei confronti delle Frecce Tricolori e dell’Aeronautica che avevo voluto lasciare. Ebbene, salendo le scale del centro addestramento Alitalia di Fiumicino, al terzo gradino mi rigirai e ritornai verso l’aerostazione con l’intento di tornare a casa a Rivolto.
Anche Sandro era al centro addestramento e frequentava il corso di transizione sul Jumbo… chiese ad alcuni colleghi del mio corso dove ero, per salutarmi ed augurarmi un felice ingresso in Alitalia.
L’amico Angelo Boscolo gli rispose che ero fuggito verso l’aerostazione voli nazionali per rientrare a Udine. Immediatamente Sandro cercò un collega che avesse un’auto per raggiungermi, trovò Boschetti e con lui su una Fiat 500 corsero verso l’aerostazione a cercarmi. Mi trovarono e con la frase “Dove ti va mona!“. Mi
strappò letteralmente la valigia dalle mani ed entrambi mi infilarono nel posto posteriore della 500, riportandomi indietro.
Nell’aula del centro addestramento avevano terminato l’appello… mancavo solo io, così il mio ingresso fu salutato con uno scrosciante applauso e… iniziai il mio lavoro in Alitalia.
L’altruismo, la lungimiranza e la determinazione di Sandro cambiarono la mia vita e per questo gliene sarò sempre grato.
Siamo qui ora a salutarti con affetto Sandro mentre ti avvii a curare la vigna del Signore da appassionato vignaiuolo quale sei.
Cieli blu… Comandante PETTARIN