Acrobati dell'aria
«Forza G» rivivrà le imprese delle «Frecce Tricolori»
da Corriere della Sera, 3 novembre 1970, p. 13
Roma. 2 novembre. Un film a sfondo psicologico che ha per protagonisti gli aerei e I piloti della Pattuglia acrobatica: questo è il film Forza G che Duccio Tessari sta dirigendo (il titolo vuole riferirsi all’impulso di gravità che un corpo subisce durante le acrobazie aeree). In questi giorni le riprese sono placidamente accolte in una villa sulla via Cassia, e sono di tutto riposo dopo un mese e mezzo di lavorazione nel frastuono e nel brivido costanti delle spericolate imprese del piloti componenti la Pattuglia acrobatica italiana, le «Frecce Tricolori», dell’aeronautica militare, all’aeroporto di Rivolto nel Friuli. La villa dove abbiamo incontrato Tessari e il protagonista del film, Riccardo Salvino, un volto quasi nuovo allo schermo proveniente dallo studio di Fersen. é di proprietà di Gianni Orlando. Proprio a lui, Orlando, ex-pilota della Pattuglia acrobatica (che allora si chiamava dei « Getti tonanti »), si deve l’idea e il soggetto di questa storia che, con la sua collaborazione, è stata poi sceneggiata da Nanni D’Eramo e dallo stesso regista. Non basta. Orlando ha voluto dare il proprio nome al protagonista della pellicola, ha offerto la sua consulenza e anche la sua opera per le riprese in volo; infine, come si e detto, ha aperto al cinema la sua abitazione romana.
La squadra
La vicenda vede un giovane pilota dl complemento, Orlando (Riccardo Salvino) figlio di una contessa (Esmeralda Ruspolli), uscire dalla sua ricca famiglia per entrare a far parte della pattuglia, maniaco com’è del volo e sportivo al punto da trascurare per gli aerei le ragazze attratte dalla sua prestante figura (Barbara Bouchet, Dori Ghezzi, Kitty Swan). Nella squadra, Orlando porta i suoi egoismi e la sua ambizione a farsi luce dl primeggiare, ma come « novizio » non può aspirare ad essere un titolare e tanto meno un « solista ». Avverrà peraltro che proprio in seno alla pattuglia, per lo spirito di intima comunione che la anima, Orlando maturi una esperienza valida di vita: che cioè il prestigio collettivo è più importante di quello individuale, che i rapporti umani valgono assai più della ricchezza e del primato personale. Dopo la delusione, infatti, che in gare internazionali a Parigi, le « Frecce » subiscono per il fatto che la coppa va agli inglesi, grazie ad un nuovo e audace tonneau (la manovra nella quale gli aerei, mantenendo costante la loro posizione, effettuano una rotazione intorno al loro asse longitudinale) Ideato dal comandante la pattuglia britannica, è proprio il giovane Orlando che progetta un tonneau ancora più ardito, ma che richiede una modifica agli apparecchi, i « G 91». Dapprima il progetto è ostacolato dal colonnello che poi si convince e la preparazione è condotta a tempo di primato. Al momento della competizione, che assicurera la vittoria alla nostra pattuglia, proprio Orlando, con senso di responsabilità e umiltà, che gli procura la piena simpatia del colonnello, rinuncia in favore di un collega al ruolo più spettacolare.
I nomi degli altri interpreti, per lo schermo, dei piloti delle « Frecce » sono Piero Colizzi, Mino Cundari, Giancarlo Prete, Ernesto Colli, John Loffredo, George Von Moos, Lucio Coccia, Gianni Manganelli. Logicamente i veri protagonisti delle spericolate acrobazie sono i veri piloti, ma anche per gli interpreti non sono mancate emozionanti esperienze. Chiarisce infatti Dilato Tessari che le riprese sono state effettuate interamente dal vero, senza ricorso a trasparenti o ad altri accorgimenti tecnici. Si che le scene in cui i volti degli attori appaiono da vicino, durante il volo, sono state « girate » sugli apparecchi biposto da istruzione ed allenamento (quelli della pattuglia sono monoposti): non si vede, insomma, il vero pilota come non si vede l’operatore che, peraltro, insieme con l’attore (e ancor più di lui dovendo manovrare la macchina da presa), hanno dovuto affrontare sollecitazioni di gravità ed evoluzioni ardite.
Audacie
Fra le audacie compiute nelle riprese in campo lungo direttamente dai componenti la squadriglia, figurano le fulminee manovre acrobatiche che rispondono alle definizioni di schneider, tonneau, doppio tonneau, bomba, looping, eseguite con i jet. Poi Tessari cita altre curiose prodezze che taluno di essi, ma soprattutto uno specialista del genere, hanno eseguito con piccoli apparecchi da turismo: il passaggio in volo sotto un arco, l’incrocio con l’auto del comandante evitato con una repentina impennata, la picchiata sul giardino di una villa durante una festa, il blocco fulmineo a cui é costretta un’auto dall’improvviso atterraggio di un aereo da turismo davanti ad essa e molte altre scene del genere.
in “Rassegna cinematografica”
da Corriere della Sera, 18 febbraio 1972, p. 13
È dl scena la pattuglia acrobatica dell’aviazione militare italiana. Vicende come questa, che è ideata da Gianni Orlando e diretta da Ducclo Tessari, se ne sono già viste tante, specialmente provenienti dall’America: se non avevano al centro l’aeronautica era la marina, se non la marina, l’esercito. Ciò che differenzia il film Forza « G » dagli altri è il tono, che evita con costanza i risvolti patetici o drammatici, sempre tendendo a mantenersi sullo scherzo se non sulla burla. Racconta le peripezie dell’ultima delle riserve, che finalmente riesce a farsi arruolare e che Inventa, in circostanze insolite, una nuova « figura » che potrà servire, nonostante le difficoltà burocratiche da aggirare, alla squadra Italiana per contendere per l’ennesima volta la coppa, ai rivali inglesi.
Le parentesi galanti sono dl livello alquanto modesto, l’umorismo è generalmente dl seconda mano; In compenso le riprese aeree sono assai belle, le evoluzioni dl ottimo effetto coreografico, la loro esecuzione eccellente per merito delle « Frecce Tricolori ». Non troppo Impegnati, ma nel complesso simpatici gli attori, fra i quali Riccardo Salvino, Pino Colizzi, Niko Cundari e Ernesto Colli, Fra le donnine spicca In un capitoletto rldanciano-boccaccesco Barbara Bouchet.
da Corriere d’informazione, 18 febbraio 1972, p. 11
Critica •• – Pubblico ••
Tempo fa, si vedeva spesso nei cinema un documentarlo (a cura del ministero della difesa) sulla leggendaria pattuglia acrobatica italiana. Il film di Duccio Tessari, pressappoco, ripete quelle entusiasmanti scene: doppi « tonneaux » (giravolte) picchiate, impeccabili formazioni, arabeschi colorati. eccetera. Me attorno non c’è altro, fragili pretesti, siparietti da caserma, intermezzi erotici di dubbio gusto. Insomma, il film non esiste. aldilà delle straordinarie riprese documentaristiche.
da Corriere della sera, 18 febbraio 1972, p. 13
(r.b.) — È dl scena la pattuglia acrobatica dell’aviazione militare italiana. Vicende come questa, che è ideata da Gianni Orlando e diretta da Ducclo Tessari, se ne sono già viste tante, specialmente provenienti dall’America: se non avevano al centro l’aeronautica era la marina, se non la marina, l’esercito. Ciò che differenzia il film Forza « G » dagli altri è il tono, che evita con costanza i risvolti patetici o drammatici, sempre tendendo a mantenersi sullo scherzo se non sulla burla. Racconta le peripezie dell’ultima delle riserve, che finalmente riesce a farsi arruolare e che inventa, in circostanze insolite, una nuova « figura » che potrà servire, nonostante le difficoltà burocratiche da aggirare, alla squadra italiana per contendere per l’ennesima volta la coppa, ai rivali inglesi.
Le parentesi galanti sono dl livello alquanto modesto, l’umorismo è generalmente dl seconda mano; In compenso le riprese aeree sono assai belle, le evoluzioni dl ottimo effetto coreografico, la loro esecuzione eccellehte per merito delle « frecce tricolori ». Non troppo Impegnati, ma nel complesso simpatici gli attori, fra I quali Riccardo Salvino, Pino Colizzi, Mico Cundari e Ernesto Colli. Fra le donnine spicca in un capitoletto rldanciano-boccaccesco Barbara Bouchet.
da “La meravigliosa avventura” di Renato Rocchi – Aviani Ed.
“A fine stagione [1971] qualche amarezza con l’uscita del film ‘Forza G.’, un lungometraggio girato per mesi a Rivolto, con un cast di attori più o meno professionisti, sotto la regia di Duccio Tessari. Il soggetto era “top secret”.
A Rivolto Tessari girò soltanto la parte volo, il resto fu girato a Cinecittà.
Il ‘trait-d’union’ tra la P.A.N. e la ‘troupe’ cinematografica era tenuto da Valentino Jansa. Senz’altro l’elemento più idoneo, per la sua disponibilità e per il suo trasporto per l’ambiente.
Già a giugno, a Roma, a noi ed a pochi intimi, la pellicola era stata presentata in visione privata. Personalmente non mi portò all’entusiasmo, anche se i colori erano puliti, d’effetto, la musica stupenda; era povero quel film nella trama, più ancora: puerilmente bugiardo. Ma quanto più mi ha indignato è stata la trovata del “doppio tonneau” – la figura che comporta il più alto coefficiente di difficoltà, nei confronti delle altre, – bomba compresa -, una figura nata nel 1954 a Villafranca – ideata dai piloti dei ‘Getti Tonanti’. Adesso per usi e consumi cinematografici, il ‘doppio tonneau’ lo facevano nascere dal fondo di un letto. E mi spiego: un giovane pilota di sangue blu, in cerca di gloria, un giorno, trovandosi a letto con una amica niente male, si godeva il riposo del guerriero con il pensiero fisso su una nuova figura acrobatica, una figura vincente da proporre al suo Comandante, quando squilla il telefono… l’apparecchio però era “parcheggiato” sul comodino della bella compagna, perciò non gli restava che passare con una elegante rotazione dall’altra parte, sfiorando il corpo di lei, e… voilà raggiunto il telefono…
Con quel passaggio nasceva l’idea del “doppio tonneau”. Poi, grazie a questo autentico ‘outsider’, le ‘Frecce Tricolori’ vincono la Coppa del Mondo. Una competizione che non esiste nella disciplina del volo acrobatico collettivo. E grazie a Dio!
Un film che degrada, di più, offende un’attività esaltante, un lavoro che pretende serietà e ferro in bocca, fatto tutto di sacrificio, di passione, di determinazione, dove la superficialità e il sottogamba sono messi al bando.
Nei giorni che il film uscì in circuito – mi trovavo a Roma – allo Stato Maggiore, per motivi di ‘bottega’.
Saputolo il Gen. Giulio Rosica – Capo del 5° Reparto dello S.M. – il responsabile, tra l’altro, delle Relazioni esterne e interne dell’Aeronautica – mi convocò nel suo ufficio.
Mi presentai da militare, e, non dandomi il ‘comodo’, rimasi sull’attenti per sentirmi dire: ‘Appena rientra a Reparto dica al suo Comandante di informare il personale – in particolare i piloti – di non – ripeto non – presenziare ad una ‘prima’ di ‘Forza G.’. Declinate ogni invito. E’ un ordine’.
Al signorsì, aggiunsi: ‘Ma se una moglie insistono per vederlo?’.
‘Accompagnino pure la moglie e i figli, ma in borghese!’.
Mi congedai sbattendo i tacchi.
E l’ordine in Pattuglia fu recepito e, naturalmente, eseguito”.
Scheda del film:
Forza 'G' (1971)
Regia di: Duccio Tessari
Scritto da: Gianni Orlando, Duccio Tessari
Fotografia: Stelvio Massi
Musiche originali: Ennio Morricone
Prodotto da: Franco Cristaldi per la VidesCast (in ordine alfabetico): Patrizia Adiutori, Barbara Bouchet, Lucio Coccia, Pino Colizzi, Ernesto Colli, Mico Cundari, Dori Ghezzi, Fielding Greaves, Magda Konopka, Gianni Manganelli (I), Giancarlo Prete, Esmeralda Ruspoli, Riccardo Salvino, John Sinclair (II), Anita Strindberg, Kitty Swan, Claudio Trionfi, George Von Moos. Conosciuto all’estero come:
Todesflieger, Die (1971) (Germania)
Winged Devils (1971) (USA)
forse per qualcuno era meglio un film serioso all’americana, tutto perfetto, sincronizzato, con signorsì ad orologeria, alla tom cruise per intenderci. Il potere di questo film, il vero lato che nessuno ha colto, sta nel fatto che anche i peggiori critici delle forze armate si sono avvicinati inconsapevolmente alla PAN. Con tutta la leggerezza del film, che tra una scena comica e l’altra ha mostrato tutta la professionalità e l’audacia del reparto senza se e senza ma. Perché quello che conta, il regista lo ha mostrato con spettacolarità accompagnato dal Maestro Morricone che come al solito, ha sottolineato con le sue musiche i momenti più salienti del film facendoci sognare. Tutto qua, senza drammatizzare e con leggerezza, abbiamo visto l’allora pattuglia con i suoi G 91 volare, tenendo con il naso all’insù grandi e piccini. Credo che di questi tempi un film del genere, dove tutto ciò che riveste una divisa viene additato come guerrafondaio, sia un terapeutico dal punto di vista ideologico . Loro quando sono lassù con il loro caccia blu, con le loro figure ci fanno sentire orgogliosi dei nostri ragazzi, anche con un film come questo.