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le citazioni sono tratte da “La meravigliosa avventura” di Renato Rocchi – Aviani Ed., da “Frecce Tricolori – Disegni nel cielo” di Gianfranco Da Forno – EDAI e i bollettini del “Circolo della P.A.N.”; le immagini, tranne dove indicato, sono tratte dalla brochure della PAN distribuita ai clubs e sono riprodotte su autorizzazione delle stesse “Frecce Tricolori”

In questa pagina monografica, si vuole dare una panoramica storica sulle figure eseguite dalla Pattuglia Acrobatica Nazionale: idee, progetti rimasti nel cassetto o portati nell’aria… e, per alcuni casi, eseguiti tutt’ora.

Schneider
Virata eseguita orizzontalmente alla massima inclinazione alare.

Looping
È la manovra comunemente chiamata “giro della morte”.

Tonneau
Manovra acrobatica consistente in un movimento elicoidale dell’aereo. Varianti sono:
– il “tonneau veloce“: viene eseguito sfruttando la massima escursione degli alettoni. Dimostra la rata di rollio e la capacità dell’aereo di manovrare sull’asse;
– il “tonneau in 4 tempi“: la rotazione viene interrotta bruscamente ad ogni 90 gradi e ripristinata altrettanto bruscamente. Dimostra la precisione del comando laterale e l’assenza di evidenti momenti di imbardata.

Otto cubano
Manovra acrobatica composta da due parti: si inizia con un loop alla fine del quale si esegue un mezzo tonneau, per poi rifare gli stessi movimenti ma all’opposto della parte in cui è stato appena fatto.

La "bomba" (1961)

1930 – Era l’8 giugno, “Giorno dell’Ala” a Roma-Littorio, quando 5 velivoli CR20 della 71a Squadriglia del 1° Stormo Caccia, agli ordini del Tenente Ariosto Neri, impostavano una picchiata in formazione strettissima a cuneo verso una colonna di tre autocarri, simulando un attacco.
A pochi metri dai bersagli il Capoformazione cabrava ed eseguiva un looping completo, mentre i gregari di destra e di sinistra si sfilavano, effettuavano un rovesciamento di rientro si buttavano in picchiata puntando e mitragliando gli autocarri fino ad incrociarsi con gli altri velivoli della Formazione.
Di fronte alla famiglia reale al gran completo, al Capo del Governo, alla stampa nazionale ed estera e ad oltre 50.000 persone, era nata ufficialmente la manovra della “Bomba”.

È una delle figure nata con le Tigri Bianche e portata avanti dalla Pattuglia Acrobatica, che inizialmente la eseguiva in “orizzontale” e “verticale”. La “orizzontale” (abbandonata due anni dopo) consisteva nell’apertura frontale verso il pubblico; nella “verticale” (eseguita tutt’ora), la formazione, dopo la salita in verticale, si lancia in picchiata verso il terreno, per aprirsi a raggiera. Contemporaneamente il solista incrocia la formazione in apertura, salendo in verticale. Ad essa segue l’incrocio della formazione su tre livelli.

Durante l’apertura della “Bomba”, il solista, proveniente da destra, si inserisce nella separazione. Successivamente, i cinque aeroplani della linea davanti ed il rombetto, rispettivamente alla sinistra ed alla destra del pubblico, puntano verso l’alto in volo verticale prima di eseguire un mezzo otto cubano che sarà il preludio dell’incrocio più spettacolare di tutto il programma acrobatico: 9 MB339 provenienti da altrettante direzioni diverse che incrociano di fronte al pubblico.
vel max 360 kts (666km/h)  |  vel min 150 kts (278km/h)  |  +6g  |  – 1,0g

Rudy Barassi – Pilota Frecce Tricolori dal 1997 al 2005
“… via i colorati e andiamo a piramidone via! …fumi bianchi via! Tutti i gregari aumentano la distanza reciproca predisponendosi all’arrivo dell’ordine del Capoformazione… pronti per l’apertura via!
Ciascun pilota prosegue nella propria direzione di uscita e per i prossimi due minuti volerà autonomamente la propria manovra, verificando e correggendo istante per istante i suoi parametri e la sua posizione rispetto al proprio leader di sezione, per arrivare all’incrocio simultaneamente, con perfetto tempismo e una precisione di traiettoria che  rendono l’incrocio della bomba uno dei momenti più dinamici e spettacolari del programma delle Frecce Tricolori.
La concentrazione e le pulsazioni aumentano rapidamente dal momento dell’apertura e raggiungono l’apice all’istante dell’incrocio per tornare a normalizzarsi durante il successivo ricongiungimento della Formazione.
La difficoltà di questa manovra è di far volare 9 velivoli singoli in modo sincronizzato come se fossero ancora in formazione”.

La "bomba cinese" (1973)

Per portare la novità nel programma c’era della carne al fuoco. Ed a “portarla” ci pensava anche Assenzio Gaddoni, proponendo, discutendo con il Comandante l’idea, il pensiero.

Così allo studio la figura della “cascade” – già inserita nel programma delle “Red Arrows”, – ma il plagio non era da “Frecce Tricolori”. Cancellata! Poi quell’esecuzione da brivido: la “bomba cinese”; consisteva nel ‘apertura di cinque velivoli (gli avanti) dall’altó verso il basso e di quattro ve-livoli (i retro) dal basso verso l’alto.

La manovra veniva studiata e discussa al “tableau” in sala “briefing”. Zardo decideva, quindi, di passare alla prova graduale in volo nella formazione ridotta di 2+2: dall’alto aprivano Zardo e Gaddoni – dal basso Bonollo e Gailus. Le difficoltà, le perplessità venivano dal basso. Zardo non andava oltre quel primo tentativo, considerando che il volo acrobatico collettivo è un gioco d’assieme, con la norma dell’uno per tutti e tutti per uno. L’idea ritornava nel cassetto, nell’attesa di tempi migliori!
Al programma d’annata veniva portato, quindi, qualche ritocco con l’inserimento di una o più figure geometriche nuove; due “loopings” che anticipavano un “Apollo” “tirato” sull’asse pista con la figurazione del distacco del “rombo” di 4 “dietro”, a voler simboleggiare lo stacco del “Lem”…, poi un “tonneau” a sinistra in formazione di “diamante”, a sostituire il “tonneau” a de-stra in formazione di “cigno” e l’atterraggio che ritornava in formazione di 5+4+1.

(da Renato Rocchi, La meravigliosa avventura – Storia del volo acrobatico, Aviani editore, vol 3, p. 167)

Il "cuore" (1961)

La figura eseguita nell’ultimo raduno delle Pattuglie Acrobatiche sia dalle “Patrouille de France” che dalle “Red Arrows”, una volta costituiva una piccola parte del programma della PAN. Nel libro di Rocchi si dice, infatti, che nel 1961, “[…] Squarcina inseriva la figura del ‘cuore’ con 4 velivoli: 1/2 ‘looping’ – apertura 2+2 – e incrocio – descrivendo con i fumogeni la forma del ‘cuore’, nonchè l’ingresso del ‘solista’ nell’apertura della ‘bomba’”. Dopo un periodo di dimenticatoio viene reintrodotta nel 2006:

“In quell’anno il Magg. Massimo Tammaro, Capoformazione delle Frecce Tricolori, si recava dal Comandante T.Col. Paolo Tarantino per chiedere l’autorizzazione a provare una nuova manovra che aveva immaginato e più volte disegnato a tavolino. Un volta autorizzato chiedeva la collaborazione di Rudy Barassi (Pony 6 uscente), Simone Pagliani (Pony 6 subentrante) e Andrea Rossi (Solista) poi di tutti gli altri. Si partì cercando di rendere verticale la figura dell’Aquila con l’obiettivo di arricchire il programma senza modificare le figure precedenti e successive; la nuova manovra doveva essere rispettosa della storia e non doveva essere la copia di figure già effettuate da altre pattuglie. Dopo svariati tentativi il Comandante, Paolo Tarantino, si rese conto dalla biga che la nuova figura prendeva la forma di “un cuore che fiorisce dal basso” e abbraccia con calore tutti i presenti. È nato così il “Cuore Tricolore”, presentato per la prima volta a Pratica di Mare nel luglio 2006 in occasione del rientro della nazionale di calcio campione del mondo a Berlino”.
(dalla brochure ‘Frecce Tricolori 2018’)

“La nuova manovra inserita del programma acrobatico delle Frecce Tricolori durante la stagione di manifestazioni 2006 rappresenta un grande cuore sottolineato dal nostro Tricolore. Un Tricolore che spicca più volte durante l’esibizione della P.A.N. che si delinea energico durante il passaggio finale e che, in questa nuova evoluzione, sottolinea ancor più il cuore di questi uomini, il cuore di chi dedica la vita alla propria Patria. Il cuore delle Forze Armate italiane. Il cuore della nostra Italia”.
Magg. Pil. Massimo Tammaro
(dalla brochure ‘Frecce Tricolori 2007’)

“Tecnicamente l’incrocio in alto che forma la figura del cuore, è quello che richiede da parte mia, la più grande concentrazione. Mancanza di un riferimento al suolo, scarsa energia ed elevata velocità di chiusura con la prima sezione, sono elementi da ‘addomesticare’ al meglio nei pochi attimi che precedono questa nuova e spettacolare figura”.
Cap. Pil. Simone Pagliani
(dalla brochure ‘Frecce Tricolori 2006’)

La Formazione principale si divide in due sezioni che procedono ortogonalmente verso il pubblico per effettuare poi una virata l’una verso l’altra. Dopo l’incrocio, le due sezioni iniziano una cabrata divergendo una dall’altra. Prossime alla fase rovescia, il Leader ordina l’apertura e relativo incrocio delle due sezioni. Il doppio incrocio disegna la forma di un cuore.
Le note della canzone “Con te partirò” accompagnano l’esecuzione di questa manovra.
vel max 350 kts (648km/h)  |  vel min 140 kts (260km/h)  |  +3,5g  |  +0,5g

Incrocio del cuore

Manovre del solista: Tonneau – Schneider – Uscita negativa
Note: si vede nel filmato le due formazioni che si incrociano “in virata”. Quel pazzo del solista fa una virata completa (Schneider) a tutta manetta e strettissima, a 7.5 G… poi esce in “G negativa ” -2.5 G (vedi a destra), che è molto meno tollerata delle manovre con G positiva.

Il "doppio tonneau" (1961)

1956 – Lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare incaricava la Pattuglia dei “Getti Tonanti” su F-84 G di partecipare al “Flugtag der Nationen” a Colonia il 4 giugno 1956; prima manifestazione aerea della Germania Occidentale sotto il patrocinio della Luftwaffe. Ultimi ad esibirsi ed i più attesi, gli Italiani! Ad apertura del loro programma i Piloti della 5^ A.B. presentarono la loro nuova figura acrobatica che venne anche proposta nel film intitolato “I quattro del Getto Tonante”.

1960 – La figura che ha contraddistinto la Pattuglia dei Getti Tonanti (1959-60) su F-84 F è stata senz’altro il “Tonneau Doppio” evoluzione di una manovra originale presentata nel 1956 dai Getti Tonanti su F-84 G poi ripresa e resa ancor più spettacolare. L’evoluzione della manovra nacque con l’idea di raddoppiarla (ecco perché tonneau doppio) nel senso che dopo una presentazione dei 5 F-84 F in linea di fronte gli “interni” ruotavano attorno ai due “esterni” che, nel frattempo, chiudevano verso il “leader” e ripartivano a loro volta ruotando attorno agli “interni” ricomponendo così la formazione iniziale.

È stata eseguita per la prima volta dalla P. A. N., il 9 luglio del ’61, durante una manifestazione tenutasi nella sede della FIAT- Aviazione, quando la formazione era di 5+1.
L’evoluzione della manovra nacque con l’idea di raddoppiarla (ecco perché Tonneau Doppio) nel senso che dopo una presentazione dei 5 F-84 F in linea di fronte gli “interni” ruotavano attorno ai due “esterni” che, nel frattempo, chiudevano verso il “leader” e ripartivano a loro volta ruotando attorno agli “interni” ricomponendo così la formazione iniziale.
Nel 1983 viene eseguito per la prima volta con l’MB339A/PAN in formazione di 7 velivoli (11 aprile) e successivamente in quella completa da 9 (15 aprile).

La figura è stata successivamente evoluta nel “triplo tonneau“, inserita nel programma delle “Frecce Tricolori” nel 1984 (negli anni successivi non è però sempre presente). Viene eseguito per la prima volta il 23 luglio e lo 8 settembre durante una manifestazione (Neuchâtel – Svizzera).
Dopo anni di sospensione, la figura è stata reintrodotta ed eseguita nel 2000 in occasione del 8° Raduno Pattuglie Acrobatiche. Non è presente nel programma acrobatico del 2001.
(dall’intervista all’ex-comandante del 313° Gruppo A. A., t. col. pil. Umberto Rossi, rilasciata a “Rivista Aeronautica”, n° 5/2000 – Intervista a cura di Francesco Del Priore):
d: “Il triplo tonneau è stato introdotto tra le manovre acrobatiche di questa stagione, che volge ormai al termine. Quanto tempo ci è voluto per prepararlo?
r: Va detto che il triplo tonneau è una figura che già faceva parte del programma delle “Frecce Tricolori” nel passato. Per molti anni e per svariati motivi non è stato possibile reinserirlo. Quest’anno, con notevole sforzo, dopo due mesi di attività addestrativa necessaria a garantire la spettacolarità e la sicurezza della manovra, siamo riusciti a reintegrarlo tra le figure acrobatiche del nostro programma di volo. I risultati sono testimoniati soprattutto dall’emozione e dall’apprezzamento della gente”.

La manovra inizia con la Formazione principale in “linea di fronte” e prosegue con la rotazione del 2 e 3 sul 4 e 5 che poi a loro volta la effettueranno sul 2 e 3. Al termine, la Formazione esegue un looping trasformandosi a “piramidone”.
vel max 320 kts (593km/h)  |  +2,5g  |  – 1,5g

Sergio Capaccioli – Pilota “Getti Tonanti” dal 1959 al 1960
“Memori e grati ai nostri “fratelli maggiori” abbiamo ripreso e “raddoppiato” la loro manovra: una figura spettacolare che richiese abbastanza tempo e parecchie prove per la messa a punto.
Essendo una manovra piuttosto inusuale la prendemmo all’inizio piuttosto “alla larga”, poi man mano il giro si fece sempre più stretto anche perché il tutto doveva essere completato prima che gli aerei finissero fuori vista… e l’F-84 F pesante e con l’ala a freccia non aiutava certo gli allineamenti e le manovre veloci.
Non si sa come si sentisse Picasso, il “leader”, nel subire quel turbinio di aeroplani attorno alle sue ali, ma di certo le centinaia di persone che nei giorni d’estate si assiepavano alle recinzioni dell’Aeroporto di Rimini, invece di andare al mare, hanno avuto un motivo di divertimento in più.
Negli anni ho visto eseguire questa manovra dalle varie formazioni delle Frecce Tricolori, da loro chiamata “DOPPIO TONNEAU”, e ogni volta mi riempio il legittimo orgoglio seppur accompagnato da un po’ di inevitabile nostalgia”.

Il "cardioide" (1962)

È stato inserito nel programma della PAN, nel 1962. Dopo una salita in verticale, la formazione si divide in due, effettuando un’apertura di 5+4.
La figura si è successivamente evoluta nel 1971 (stando al programma) nel “cardioide con apertura di 5+4+1”: il solista, in coda alla formazione, nel mentre che questa si divide, continua per un momento la sua salita verticale. Le due sezioni della formazione, dopo un looping, successivamente effettuano l’incrocio sopra la pista. Nel programma attuale (dal 1991), tale figura viene chiamata “grande mela” (“Big Apple”) e differisce da quella per l’assenza dell’incrocio del solista.

Agli ordini del Capoformazione, avviene la separazione in 3 sezioni: a destra 4 aeroplani del rombetto, a sinistra i 5 aeroplani della linea davanti ed al centro il solista che continuando la sua cabrata si prepara alla sua successiva manovra. Le due formazioni eseguono due foglie di quadrifoglio simmetriche (cardioide) raggiungendo, nella fase finale, un incrocio mozzafiato fra le due sezioni esattamente di fronte al pubblico. La figura viene effettuata con i fumi bianchi.
vel max 350 kts (648km/h)  |  pot. motore 95%  |  +4,5g

Il "ventaglio" (1965)

Per il volo acrobatico era l’anno del grande consenso. La PAN era ormai una realtà irrinunciabile e con il Gen. Aldo Remondino al vertice dell’Aeronautica Militare, il Comandante del 313° Gruppo, Ten. Col. Roberto Di Lollo poteva “osare” e “lavorare” con più spregiudicatezza e soprattutto tornare in maniera definitiva al programma con 9 velivoli.
Il momento era propizio per inserire nel programma una nuova figura: il “Ventaglio”.
I 9 G-91 si presentavano in volo livellato in formazione stretta a “diamante” e all’ordine del “leader” i gregari esterni ed interni simmetricamente si separavano ed eseguivano una rotazione completa sull’asse di rollio (tonneau) ed il consecutivo ricongiungimento sul “leader” nel “looping” che introduceva alla manovra successiva.
La manovra ebbe poi una evoluzione consistente nella presentazione della formazione configurata a “freccia” con il 7 e l’8 (3° gregario sinistro e destro) in ala al 9 (secondo fanalino), conferendole la spettacolarità che possiamo ammirare ancora oggi.

“[…] Nel programma veniva inserita una nuova figura: il ‘ventaglio’: entrata a diamante… all’ordine del capoformazione, i laterali effettuano un tonneau in simultaneo… rimangono al loro posto il “leader”, il primo e secondo fanalino, ricongiungendo a diamante il ‘9’.
Una manovra ad effetto, che faceva accapponare la pelle
Una iniezione di più di ‘suspence’ al programma”.
La figura dopo esser stata tolta, è stata reinserita nel programma nel 1984 (“ventaglio ad apertura completa”): ora viene eseguita come “prologo” all'”Apollo 313″.

Successivamente alla trasformazione dall’ala del 6 a quella del 9 da parte del 7 e del 8, al comando del Leader avviene la separazione e la rotazione simultanea sull’asse longitudinale (tonneau sull’asse) di tutti i gregari eccetto l’asse centrale (1-6-9). La tecnicità di questa manovra viene enfatizzata non solo dal perfetto sincronismo dei gregari ma anche dai fumi tricolori allineati durante le rotazioni.
vel max 320 kts (593km/h) | +3,0g | – 0,8g

Vittorio Cumin – Pilota Diavoli Rossi dal 1957 al 1959 e Frecce Tricolori dal 1962 al 1969
“Quando pensammo alla nuova figura acrobatica, già il suo sviluppo ne definì il nome: Ventaglio.
A dirsi sembrava semplice, ma prima che la manovra raggiungesse gli standard di sicurezza e precisione necessari sono stati molti e graduali i passi da percorrere, uniti ad un numero inimmaginabile di ripetizione di una manovra complessa e, al tempo stesso, ad alta spettacolarità ed effetto.
Ancora oggi rivivo quei momenti ed eccoci qua… ordino: “fumi via” e dopo un attimo “esterni viaaa… rombo viaaa”… “tonneau!”
Vicinissimi a terra la Formazione si apre a “ventaglio”, una manovra capace di avvincere il pubblico.
Le “Frecce Tricolori” sono e continuano ad essere il senso della mia vita e tuttora mi donano sempre attimi di forte emozione e di profonda ammirazione.
Quando le rivedo in volo ho il fiato in gola e qualche brivido sulla schiena… e il cuore? L’ho lasciato nel cielo a tracciare un immenso Tricolore!”

Il "gabbione" (1967)

“Cos’è il ‘gabbione’? è l’apertura della ‘bomba’… ‘quel fiore che si dischiude’… segue il ricongiungimento, ‘tagliando’ l’incrocio”

"Passaggio a sandwich" (1968)

In questo anno, le “Frecce Tricolori” inseriscono nel programma l’esibizione di due solisti, non più il tradizionale “solo” dei programmi usuali. Al di là delle singole esibizioni, i due hanno una figura tutta per loro: il passaggio a sandwich, cioè il volo sovrapposto dei due solisti, uno in quello normale e l’altro nel volo rovesciato. L’esistenza dei due solisti nella formazione rimase limitata a quell’anno.

"Apollo 313" (1970)

“[1973, ndr] L’allora Comandante delle Frecce Tricolori, Ten. Col. Vittorio Zardo, si fa promotore di una nuova figura acrobatica da inserire nel “Programma Alto” entrando parallelamente alla display line dalla sinistra degli spettatori. I 4 velivoli gregari del Capoformazione effettuavano un “tonneau” sull’asse al termine del quale la 2ª sezione si staccava impostando una salita anticipando di qualche secondo quella della 1ª sezione; linea davanti e rombetto effettuavano quindi 2 “looping” dallo sviluppo verticale differente, predisponendo così un sempre emozionante ricongiungimento, per tornare alla formazione a “diamante” e proseguire con il “Programma Alto”. Questa figura, caratterizzata da una pirotecnica ed elettrizzante “apertura”, venne chiamata dal Cap. R. Rocchi (allora “Speaker” della PAN) “Apollo 313”. La manovra simboleggia il distacco del modulo lunare “Lem”, interpretato dai 4 velivoli del “rombetto”, dal vettore spaziale “Apollo” che è rappresentato dai 5 velivoli frontali”.
(dalla brochure ‘Frecce Tricolori 2018’)

“[…] veniva inserita una nuova figura acrobatica, discussa, provata e riprovata in volo dal ‘team’, poi ‘messa dentro’ con il nome di ‘Apollo’ – per ricordare la conquista della luna da parte dell’uomo. Descrizione della figura: ‘la formazione si presenta a ‘diamante’… tonneau dei primi 4 velivoli… stacco della econda formazione e ‘looping’…’. Sarà una figura di successo”. Infatti da quell’anno, la figura viene eseguita ancor oggi, con l’aggiunta, nel nome, di quel 313, che sta a ricordare il numero del gruppo.

Idee e modifiche del 1973
“Così allo studio la figura della ‘cascade’ – già inserita nel programma delle ‘Red Arrows’ -, ma il plagio non era da ‘Frecce Tricolori’. Cancellata! Poi quell’esecuzione da brivido: consisteva nell’apertura di cinque velivoli (gli avanti) dall’altro verso il basso e di quattro velivoli (i retro) verso l’alto.
La manovra veniva studiata e discussa al ‘tableau’ in sala ‘briefing’, Zardo decideva, quindi, di passare alla prova generale in volo nella formazione ridotta di 2+2: dall’alto aprivano Zardo e Gaddoni – dal basso Bonollo e Gallus.
Le difficoltà, le perplessità venivano dal basso, Zardo non andava oltre quel primo tentativo, considerando che il volo acrobatico collettivo è un gioco d’assieme, con la norma dell’uno per tutti e tutti per uno. L’idea ritornava nel cassetto, nell’attesa di tempi migliori!
Al progamma d’annata veniva portato, quindi, qualche ritocco con l’inserimento di una o più figure geometriche nuove: due ‘loopings’ che anticipavano un ‘Apollo’ tirato sull’asse della pista con la figurazione del distacco del ‘rombo’ di 4 ‘dietro’, a voler simboleggiare lo stacco del ‘Lem’…, poi un ‘tonneau’ a sinistra in formazione di ‘diamante’, a sostituire il ‘tonneau’ a destra in formazione di ‘cigno’ e l’atterraggio che ritornava in formazione di 5+4+1”.

Ultimato il tonneau sull’asse dei gregari, i 5 velivoli della “linea davanti” e i 4 velivoli del “rombetto” salgono in verticale per 2 looping distinti fronte pubblico. In uscita si ricongiungono con la velocità e la precisione che hanno reso famose le Frecce Tricolori in tutto il mondo pronti da subito per la successiva manovra del programma.
pot. motore linea davanti 90%   |   pot. motore rombetto 95%

Vittorio Zardo – Pilota Frecce Tricolori dal 1966 al 1970 e dal 1972 al 1974
“Oggettivamente, l’inserimento di una nuova manovra acrobatica nel “Programma Alto” non era così semplice. Infatti, qualsiasi modifica doveva garantire la massima sicurezza sia per la Formazione in volo che per gli spettatori a terra, con il più rapido possibile ricongiungimento dei velivoli a “diamante”.
Quando venni chiamato al prestigioso incarico di Com.te del 313° Gr. A.A. (Ott. 1972) ed anche Capoformazione, decisi di riaffrontare il problema della “nuova figura acrobatica” parlando con i Piloti della PAN confortato, per l’iniziativa, dall’entusiasmo del nostro “Speaker” (Cap. R. Rocchi).
Caratteristica imperativa di tutte le nuove figure acrobatiche era ed è sempre l’effetto “wow” delle stesse, effetto che costitutiva (e continua a costituire) la scintilla per l’esplosione delle emozioni immediate e partecipi nell’animo degli spettatori.
Ritengo che l’”Apollo 313” abbia raggiunto lo scopo. Anch’io, ultimati i miei ruoli operativi nella PAN, assistendo alle sue esibizioni da spettatore a terra, ho provato emozioni intense, unitamente ad una grande ammirazione per coloro che danno continuità alla illustre tradizione delle Frecce Tricolori.
A fine manifestazione sono stato anche facile preda di una particolare forma di “malinconica nostalgia”, confortato tuttavia dalla speranza di avere contribuito, assieme ai miei Piloti e Specialisti del tempo, ad arricchire il prezioso patrimonio professionale della PAN”.

L'"Arizona" (1977)

Il Cap. Assenzio Gaddoni, stando a quello che dice Rocchi nel suo libro, portò nuove idee al programma. Infatti, quell’anno “[…] nasceva – tra il dicembre ’76 e il febbraio ’77 – quella bella figura, cui diedi (mi sia permesso la presunzione!) il nome di ‘Arizona ’77’ – a ricordo dell”Arizona degli Aviatori’: una Hosteria sulla Pontebbana, dirimpetto all’allora 6° Gruppo del 1° Stormo C.T. Un posto di incontro, dove Ufficiali e Sottufficiali si trovavano per bere un bicchiere assieme, per parlare ancora di volo, per fare ‘fiesta’ ad ogni buona occasione.

Gaddoni, l’animatore, presentava al ‘briefing’ la ‘sua figura’:… dal looping in linea di fronte si trasformava a diamante, con apertura della prima sezione di ‘5’ a cuneo a sinistra e della seconda sezione di ‘4’ a rombo a destra… al rientro le due sezioni si incrociavano con un ‘tonneau’ – manovra che veniva eliminata perchè portava a tempi lunghi – seguiva la ‘schneider’ di ‘5’ e la ‘controschneider’ di ‘4’; non era finita: ancora un rovesciamento ed incrocio frontale sul piano orizzontale: praticamente veniva eseguita la ‘bomba orizzontale’. Figura studiata, provata in ‘4’ e… abbandonata!
[ vedi pagina relativa alla nascita della figura ]

La figura della “Arizona” prende forma nel seguente modo: i piloti della “Linea davanti” si allineano sul piano, uno a fianco all’altro e così fa anche il 6 col 7 e con l’8 mentre il 9 segue alla stessa distanza formando un “Triangolo Rovesciato”. La Formazione inizia un looping al vertice del quale tutti i gregari ri-trasformano a rombo; dopo un’iniziale separazione, le due sezioni si incrociano di fronte al pubblico per poi ricongiungere la Formazione a forma di rombo.
vel max 320 kts (593km/h)  |  pot. motore 93%  |  +3,0g   |  distanza velivoli 1,0mt

Assenzio Gaddoni – Pilota Frecce Tricolori dal 1972 al 1978
“Prima fu la speranza che l’insieme delle manovre acrobatiche fosse accettata, poi fu l’attesa di provarla in volo ed infine fu la gioia di avere realizzato una serie di acrobazie che avrebbero regalato emozioni.
Fra la speranza e la gioia ho posto il mio entusiasmo che ha rafforzato la motivazione ad agire infondendomi tanta energia per ciò che stavo facendo in vista di una buona riuscita.
Strappare emozioni agli spettatori con gli occhi puntati sull’apertura dell’Arizona con l’inconfondibile abbraccio dei fumi fino alla chiusura, dopo un intreccio, nella formazione a “diamante” mi riempie d’orgoglio e fierezza per la sfida superata.
Questi sentimenti, anche se fuori non si vedono, dentro si muovono e si ravvivano ogni volta che ammiro le Frecce Tricolori che eseguono l’Arizona e mi fanno ancora provare l’ebbrezza del volo e mi regalano emozioni straordinarie ed indimenticabili facendomi restare con il fiato sospeso!!!”

L'"ago e la cruna" (1977)

“In seguito all”Arizona’, sempre Gaddoni apportò una variante, meno valida sul piano dello spettacolo, ma meglio accettata sul piano della sicurezza:
… dopo l’incrocio nella ‘schneider’ – mentre il solista ‘tirava’ un looping al centro della pista – con il preciso scopo di coprire il tempo morto – la sezione di ‘4’ con Gaddoni, effettuava un looping e la sezione di ‘5’ con Gallus, centrava con tonneau il cerchio del looping segnato dalle scie fumogene.
La figura veniva chiamata l”ago e la cruna’.
E faceva riferimento ad una figura acrobatica, inserita nel programma di ‘9 CR ASSO’ della pattuglia acrobatica del 1° Stormo C.T. – nel 1932, a Campoformido; soltanto che il ‘cerchio della morte’ (looping), allora, veniva effettuato da ‘6 CR ASSO’ in ‘fila indiana’, mentre i ‘tre’ altri – sempre in fila indiana – centravano il cerchio”.
La manovra venne eseguita anche in seguito, ma sotto un altro nome: “Bull’s eye” (vedi sotto).

Idee per modificare il programma esistente (1977)
“Anche nel finale del programma Gaddoni proponeva più movimento: dopo il passaggio a diamante di ‘9’ con carrello, le due sezioni ‘rompevano’, una a destra, l’altra a sinistra… poi ‘finale’ e atterraggio di 5+4+1.
La proposta rimaneva nel cassetto.
Il programma di volo, in sostanza, restava al novanta per cento lo stesso delle edizioni precedenti: si inseriva l’Arizona, la figura geometrica del ‘Tornado’ prendeva il posto del ‘cigno’, e si entrava nel cardioide con una 1/2 schneider a destra nella formazione ‘9+1’; cancellato il ‘looping’ a ‘doppio cuneo’ di 5 con l’apertura di 5+4+1”.

Il "crazy flight" o "volo folle" (1977)

“[…] Anche Boscolo apportava novità nel suo programma, presentando il ‘volo folle’, e una serie di ‘tonneaux’ veloci partendo da rovescio, -manovre che facevano effetto, che davano attrazione”.
Con l’adozione del “339”, il solista Molinaro, viste le potenzialità del nuovo aereo, “la manovra si esasperava di più… la si accentuava.
La macchina lo permetteva”.
Si tratta di un passaggio del solista, imprimendo all’aereo un movimento ondulatorio. La manovra viene generalmente effettuata in configurazione di atterraggio ed a velocità prossime a quella dello stallo.

Il solista si presenta da sinistra con un angolo di circa 40° verso il pubblico con l’aeroplano in configurazione di atterraggio e attraverso l’uso coordinato della barra di comando, “esplora tutti gli angoli” dell’inviluppo di volo con il carrello estratto. Il volo folle è la manovra che riesce ad esaltare meglio le doti di manovrabilità del velivolo MB-339 alle basse velocità.
vel 150 kts (278km/h)  |  pot. motore 100%

Andrea Rossi – Pilota delle Frecce Tricolori dal 2000 al 2007
“Con questa manovra dimostro le eccezionali doti di volo a bassa velocità del MB-339. Variando repentinamente l’assetto e la quota dell’aeroplano i fumi bianchi dipingono in cielo una “firma” che molti ci invidiano: il volo folle del solista delle Frecce Tricolori”.

"Bull's eye" (1980)

La manovra consiste in un tonneau della prima sezione (in fila indiana) all’interno del looping (fuori asse) della seconda sezione e finale riunione nella formazione a rombo. Lievi le modifiche riguardanti la formazione della seconda sezione.

La figura del “Bull’s eye” inizia con la formazione principale suddivisa nelle due sezioni e consiste in un tonneau della linea davanti effettuato a bastone ed eseguito dentro al looping disegnato dal rombetto in formazione a “cignetto” (Pony 7e 8 in ala al 9). Questa manovra raffigura il simbolo della “Caccia Aerea Militare” disegnando una freccia che colpisce al centro il suo bersaglio.

Il "lomçovak" (1982)

Le figure del “lomçovak”, la “scampanata” e il “crazy flight” sono figure nate (perfezionata nell’ultimo caso) con l’adozione da parte delle Frecce dell’Aermacchi MB339 e ristrette al raggio d’azione del solista. Il “Lomçovak”, come anche la “scampanata”, è una figura nata dalla mente di Molinaro, “una figura ormai d’obbligo in un programma di volo acrobatico individuale con velivoli ad elica. Non mai con velivoli a getto.

“Era un giorno del gennaio 1982 sull’aeroporto di Galatina. In questo periodo avveniva la transizione dei piloti sull’MB339-A PAN, da pochi giorni consegnato ufficialmente alle Frecce Tricolori; il Solista di allora, Capitano Molinaro, “Gi Bi” per gli amici, a fine giornata si alzò in volo da solo e al termine del programma di allenamento chiese al Magg. “Massimino” Montanari, addetto all’addestramento, di seguirlo da terra mentre provava una nuova manovra. Una richiamata portando il velivolo in verticale, poi tutti i comandi a fine corsa a sinistra e poi tutto timone a destra con la pedaliera a fondo corsa; nel cielo del Salento, dopo tanto studio a tavolino, veniva riprodotta una manovra sinora considerata “impossibile” per un velivolo a getto: il “lomçovak”. “Gi Bi” riuscì nell’intento di mozzare il fiato a “Massimino” e nello stesso anno la figura venne inserita nel programma ufficiale del Solista”.
(dalla brochure ‘Frecce Tricolori 2018’)

‘Gi Bi’ Molinaro spiega: ‘Il ‘339’ è una macchina completamente diversa – mi sono reso conto subito che permetteva di fare delle cose che il ’91’ non poteva fare […] molto più simile ad un velivolo ad elica – come aerodinamica – in quanto ti permette delle prestazioni che andavano sfruttate […]. Mi è stato facile ‘scoprire’ la ‘scampanata’… mentre la manovra del ‘lomsovak’ l’ho studiata attentamente a tavolino – momento per momento -per individuare e risolvere eventuali problemi. Un”idea’ che tenevo nel cassetto da oltre un mese.[…] l’ingresso è una richiamata… aeroplano in piedi, in verticale… si inizia una rotazione a sinistra… cioè un ‘tonneau’ in piedi a sinistra, per fare acquisire una certa inerzia di rotazione alla macchina… lo si stalla mentre ruota in negativo; preciso: è una specie di ‘frullino’ in salita in negativo… quindi l’aeroplano inizia questo ribaltamento fino a quando perde tutta l’energia e cade sulla coda o di muso con l’applicazione di tutto motore… questo, ovviamente, per cercare di mantenere il più alto livello di energia possibile… La manovra viene effettuata tra i 3000 e i 5000 piedi… mai al di sotto… Da ‘imbarcato’ effettuavo anche i 4 giri… dipendeva anche dal centraggio del carburante… se avevo più o meno carburante era molto importante…
Il campo dei ‘G’ era attorno ai 4 1/2 – 5 positivi e l’1/2 2 negativi…”.

Il solista arriva da sinistra ed effettua una cabrata fino a raggiungere i 90° a muso alto di fronte al pubblico prima di iniziare una spirale a sinistra che si conclude con un avvitamento repentino che coinvolge i 3 assi del velivolo. L’ MB-339 è l’unico jet al mondo in grado di effettuare questa manovra che appartiene tipicamente al repertorio degli aeroplani acrobatici ad elica.
vel max 330 kts (611km/h)  |  – 3,0g

Stefano Giovannelli – Pilota Frecce Tricolori dal 1993 al 1998
“Il lomçovac non è tra le manovre più tecniche del programma del Solista, ma la sua spettacolarità, la rapidità con la quale si sviluppa ed il fatto che l’MB 339 sia l’unico jet al mondo in grado di eseguirla la rendono unica.
Ogni volta, al termine degli avvitamenti, non potevo non pensare a questo e allo stupore che la manovra avrebbe generato tra il pubblico… e sotto la maschera non sono mai riuscito a trattenere un sorriso soddisfatto”.

[ articolo aggiuntivo riguardante la figura ]

La "scampanata" (1982)

“[…] figura decisamente più facile… si era vista già sui velivoli a reazione – il 326 aveva dato l’esempio… il passaggio sul 339 non è stato certo sofferto.
Adesso, ormai, fa parte del repertorio di buona parte dei velivoli a getto: oggi il B 29, il ‘Mirage’… fanno la ‘scampanata’…”.

“L’aeroplano viene messo in assetto verticale e così mantenuto fino a velocità zero; comincia allora a scendere di coda e poco dopo si ha una brusca rotazione del muso del velivolo verso il basso. La manovra mette in evidenza la sicurezza del velivolo nella rimessa da assetti estremamente critici. Sono comunque pochi i velivoli a getto che la possono eseguire oltre all’MB339”.

Il solista si presenta proprio di fronte al pubblico impostando una salita per raggiungere i 90° a muso alto, con il motore al minimo. Quando il velivolo raggiunge velocità zero cade letteralmente all’interno dei propri fumi.
vel max 320 kts (593km/h)  |  vel min 0 knt  |  +3,5g  |  – 1,0g

4 e 5 a posto (1985?)

Personalmente non so quando sia nata questa manovra. Zanovello ne parla qui e siamo nel 1985. Viene citata sporadicamente poi nel programma acrobatico, ma è attualmente presente tra le figure che vengono fatte durante l’esibizione.

La Formazione principale si presenta per un passaggio in volo livellato dal quale Pony 4 e Pony 5 effettuano un tonneau a botte passando rispettivamente dall’ala del 2 e 3, a quella del 7 e 8.
Il 4-5 attivano i fumi bianchi all’ordine del Capoformazione in fase di stabilizzazione e li disattivano, sempre all’ordine dello stesso, a rotazione ultimata.

"Alona" (1989)

“Negli anni precedenti, il programma di volo si concludeva con un passaggio della formazione completa a rombo o ad “alona”, con direzione parallela alla display line ed incrocio del solista in senso opposto. Nella stagione 1989, per disposizione dello Stato Maggiore, la Formazione fu autorizzata a volare in 9 aerei senza solista. Per aumentare la spettacolarità e l’impatto visivo della manovra di chiusura del programma, l’allora Capoformazione, il T.Col. Alberto Moretti ebbe l’idea di presentarsi con la Formazione disposta ad “alona” ed angolata di fronte al pubblico per effettuare una salita in virata allontanandosi. I fumi lasciavano una grande scia “tricolore” nel cielo persistente per molto tempo soprattutto in assenza di vento. La prima esibizione con questa nuova figura fu a Porto S. Stefano, Argentario. Da allora la nuova manovra è rimasta a chiusura dell’esibizione delle Frecce Tricolori e accompagnata dalle note del “Nessun Dorma” della Turandot interpretata dal maestro Luciano Pavarotti. Il sottofondo musicale è stato introdotto, in occasione della tournee in Nordamerica “Columbus 92”, sempre da Alberto Moretti divenuto alla fine del 1990, Comandante delle Frecce Tricolori”.
(dalla brochure ‘Frecce Tricolori 2018’)

I velivoli, con carrello e flap estratti, effettuano una trasformazione ad “alona” con tutti gregari sinistri, con i fumi colorati di rosso, in ala sinistra e i rispettivi destri, con i fumi colorati di verde, in ala destra. Il 7 e l’8 chiudono le due ali. È questo il tricolore più lungo del mondo con il quale la Pattuglia Acrobatica Nazionale conclude ufficialmente il suo programma acrobatico sulle emozionanti note del “Nessun dorma”.

Alberto Moretti – Pilota Frecce Tricolori dal 1981 al 1987 e dal 1988 al 1992
“Dopo aver fatto pochi voli di addestramento presentammo per la prima volta questa nuova figura a Porto Santo Stefano.
Una volta a terra ero curioso di sentire i commenti della gente e vedere il video registrato per avere delle conferme che in volo non riesci a percepire pienamente.
Fu un successo. I fumi colorati si adagiavano sull’acqua per proiettarsi verso il cielo azzurro, in un Tricolore che appariva infinito e che lasciava senza fiato.
Decisi di mantenerla per sempre, a ancora oggi da spettatore mi accorgo che suscita le stesse emozioni.
L’abbinamento con il Nessun Dorma ha commosso milioni di nostri connazionali in Nord America.”

"Aquila" (1996)

“Il bel Raduno del ‘95 a Rivolto si era chiuso con il brutto tempo e con la delusione di dover volare il programma “Basso”, molto meno spettacolare del programma completo. Durante l’inverno di quell’anno, il Comandante Giampaolo Miniscalco, Norbert Walzl (Pony 6) ed il Capoformazione Pierluigi Fiore studiarono allora una nuova manovra di separazione e ricongiungimento da poter effettuare sotto i 1500-2000 piedi di quota. Le sovrapposizioni delle due sezioni negli incroci davanti al pubblico e le coordinate manovre di rientro e ricongiungimento seguirono la tradizione tecnica delle manovre più caratteristiche e spettacolari delle Frecce Tricolori”.
(dalla brochure ‘Frecce Tricolori 2018’)

La Formazione si separa e dopo l’apertura frontale, le due sezioni effettuano una virata sfogata allontanadosi alla destra e alla sinistra del pubblico per poi invertire ed incrociarsi proprio davanti ad esso. i fumi bianchi danno vita alla creazione di un aquila disegnata nel cielo a partire proprio dai suoi artigli.
Questa figura viene volata in presenza di situazioni meteorologiche marginali che non consentono l’effettuazione del Cuore.
vel max 360 kts (666km/h)  |  vel min 160 kts (296km/h)  |  +3,5g  |  – 2,0g

Pierluigi Fiore – Pilota Frecce Tricolori dal 1990 al 1998
“Questa manovra ha bisogno dell’intesa perfetta tra i Leader delle due sezioni, che devono coordinarsi al meglio nelle variazioni di assetto, rotazione e spinta del motore, per dare simmetria, maestosità ed il giusto tempismo alla raffigurazione di un’Aquila che dispiega le sue ali nel cielo.
….un’intesa perfetta.”

"Scintilla Tricolore" (2015)

“Era l’inverno 2014/2015 quando il Capoformazione delle Frecce Tricolori Mirco Caffelli passava notti insonni immaginando e cercando di dare forma a quella che sarebbe stata la nuova manovra della Pattuglia Acrobatica Nazionale. Nello studio e nelle prime prove in volo si avvaleva della collaborazione e della fantasia del Cap. Mattia Bortoluzzi, Pony 6 già nella stagione 2014. La nuova figura avrebbe trovato posto tra l’”Arizona” e il “Doppio Tonneau”. La Formazione si presenta a Diamante perpendicolarmente al pubblico puntandolo dall’alto verso il basso per poi schiudere come un fiore proprio davanti ad esso. Ogni gregario assume geometricamente una direttrice differente per poi ricongiungere subito dopo. La figura ha un notevole impatto visivo sul pubblico perché il Tricolore si dispiega come un fuoco d’artificio proprio di fronte ad esso”.
(dalla brochure ‘Frecce Tricolori 2018’)

Presentata per la prima volta airshow di Lignano Sabbiadoro il 12 luglio 2015, per questa nuova manovra è stato lanciato un sondaggio on line dallo stesso comando P.A.N.. Il nome scelto venne poi rivelato durante la manifestazione del 55° anniversario delle Frecce Tricolori, il 6 settembre. La nuova manovra è una specie di bomba che si sviluppa su 180 gradi di fronte al pubblico. Riprende una manovra ‘a zampillo’, del repertorio di una delle formazioni acrobatiche esistenti prima che venissero costituite le Frecce nel 1961.

Successivamente all’incrocio dell’Arizona, le due sezioni effettuano un ricongiungimento e la Formazione in configurazione a rombo si presenta di fronte al pubblico. Agli ordini di Pony 1 e Pony 6, avviene un’apertura a raggiera di 180° della formazione con i fumi colorati. Questa manovra viene eseguita sulle incalzanti note di “Divenire” di Ludovico Einaudi.

“Entusiasmo nel creare qualcosa di nuovo e timore reverenziale di modificare un programma acrobatico di per sé perfetto e geniale nell’essenza. Questi erano i due sentimenti principali che ci hanno
accompagnato nella creazione di una manovra che esaltasse l’estro e la tecnica, ingredienti fondamentali che caratterizzano tutto il volo delle Frecce Tricolori. Una manovra che vede la Formazione aprirsi col Tricolore in nove direzioni diverse di fronte al pubblico e ricongiungere in pochissimo tempo: la “Scintilla Tricolore”, in onore di quella stessa scintilla che ha innescato quella “Meravigliosa Avventura” che dal 1961 ancora oggi ci emoziona.”
Mirco Caffelli, Comandante Frecce Tricolori
(dalla brochure ‘Frecce Tricolori 2018’)

"Siberiana" (2022?)

La manovra è uno dei classici delle pattuglie acrobatiche sia civili che militari, eseguita tra gli altri anche dagli Al Fursan.

Prende il nome dal film di Josef Von Sternberg del 1957 intitolato Il pilota razzo e la bella siberiana (Jet Pilot in originale) con John Wayne e Janet Leigh. Nel film tale manovra viene eseguita dal jet pilot protagonista del film facendo un tonneau intorno al MiG-15 della bella pilotessa russa scappata in occidente.

Bruno Vianello racconta come questa manovra venisse già fatta dalle Frecce Tricolori ai loro esordi. Dal 2022, la ritroviamo alla fine del programma quando dopo il cambio di configurazione alla fine dell’alona, la Pattuglia effettua un passaggio da destra verso sinistra in formazione a diamante a fumi spiegati, mentre il solista compie il tonneau a botte attorno alla formazione.

Le altre figure del programma

Decollo, ricongiungimento e schneider

La corsa di decollo avviene contemporaneamente per i 10 aeroplani suddivisi in due sezioni di cinque: i primi della “linea davanti” e i secondi del “rombetto” composto da quattro più il solista. Subito dopo il distacco, la 2a sezione ricongiunge in virata a destra sulla linea davanti formando così la Formazione a “doppio cuneo”.

A ricongiungimento completato, la Formazione a “doppio cuneo” effettua la prima manovra acrobatica del programma: la “Schneider d’ingresso”. Questa ha lo scopo di collegare il decollo con il resto del programma e può essere effettuata mostrando al pubblico i tettucci o le pance dei velivoli. Dopo la schneider, il leader inizia a portare la Formazione verso l’alto per permettere la prima trasformazione in volo nella quale le Frecce Tricolori modificano la Formazione da “doppio cuneo” a “triangolone”.
vel 280 kts (520km/h)  |  +2,0g

Looping d'ingresso a triangolone

Questa è la manovra di presentazione con cui inizia il programma alto quando non è possibile effettuare la schneider di presentazione o ogni qualvolta il volo non viene effettuato sulla base di partenza . Viene eseguito in formazione di “triangolo grande” con i gregari 7-8 in ala esterna al 4-5 ed il 9-10 in ala al 6. La manovra viene effettuata con i fumi colorati. Il 9-10 non fumano.
I 10 aeroplani in formazione a “triangolone” eseguono un looping a 1500 metri di quota. All’uscita del looping la Formazione effettua una virata “sfogata” a sinistra (o destra) durante la quale avviene la seconda trasformazione del programma: “rombo + codino” preludio alla figura del “cardioide”.
vel max 320 kts (593km/h)  |  vel min 140 kts (260km/h)  |  +4,0g

Bastoni e ricongiungimento - Solista: tonneau in 4 tempi

Le due sezioni cabrano trasformandosi a “bastone” (tutti gli aeroplani in fila indiana uno dietro l’altro e ad una distanza di meno di 2 metri) e mentre la linea davanti chiude il looping, il rombetto effettua un mezzo otto cubano invertendo l’assetto roteando sull’asse per riportarsi in
ricongiungimento con la linea davanti nel più breve tempo possibile grazie ad una attenta modulazione della velocità a cura di Pony 6.
vel max 320 kts (593km/h)  |  vel min 120 kts (222km/h)

Da destra Pony 10 raggiunge il centro della display line eseguendo un tonneau in quattro tempi seguito da una schnider positiva.

Tonneau sinistro - Solista: rovescio dritto rovescio

La Formazione principale in configurazione a rombo esegue un tonneau sinistro definito “a botte” durante il quale, come fosse un unico velivolo, la Formazione ruota intorno al proprio asse longitudinale disegnando una traiettoria a spirale.
Alla manovra segue il “ventaglio” e l'”Apollo 313″.
vel max 330 kts (610km/h)  |  vel min 220 kts (407km/h)  |  +4,0g  |  +0,5g

Da destra Pony 10 raggiunge il centro della display line in volo rovescio, esegue un tonneau e riprende il suo volo rovescio.
vel max 350 kts (648km/h)  |  -1,0g

Solista dopo l'"Apollo 313": serie di tonneau

Successivamente alla figura dell'”Apollo 313″, l’ingresso del solista inizia con una serie di 5 tonneau sull’asse, durante questa manovra Pony 10 compie 5 rotazioni consecutive sull’asse longitudinale del velivolo mantenendo quota e velocità di rotazioni costanti.
vel max 350 kts (648km/h)  |  pot. motore 100%  |  +1,0g  |  – 1,0g

Solista durante il "cuore" e il successivo incrocio: tonneau - rovescio - tonneau | tonneau - schneider posiva e pull-up negativo

Mentre la formazione principale effettua la figura del “cuore”, il solista effettua il suo ingresso dalla destra del pubblico e dopo un tonneau esegue un passaggio sulla display line in volo rovescio per poi uscire di scena dopo aver effettuato un altro tonneau sull’asse.

Il solista effettua una virata schneider positiva che termina poi con un pull up negativo; a seguito dei cambi di direzione a cui è sottoposto durante le due manovre, la differenza in valore assoluto dei G subiti dal pilota è pari a 10.

Looping a calice - Solista: tonneau lento

Dopo il “4 e 5 a posto”, la linea di fronte composta del 2 e del 3 che si affiancano all’1, consente alla formazione principale di assumere la configurazione che ricalca la figura di un “calice”. In questa particolare formazione, viene eseguito un looping.
vel max 330 kts (611km/h)  |  vel min 160 kts (296km/h)  |  +4,0g

Il solista, a questo punto del programma, percorrendo la display line da destra a sinistra, esegue un complicato tonneau lento che esalta le innate doti aerodinamiche del velivolo.
vel max 350 kts (648km/h)  |  pot. motore 95%  |  +1,0g  |  – 1,0g

Tonneau destro a cigno - Solista: schneider negativa

Questa manovra – che segue  inizia con la trasformazione della formazione a “cigno” per poi effettuare in questa configurazione un tonneau destro. Nella formazione a cigno, il 2 ed il 3 sono in ala al 6, il 7 e l’8 in ala al 9 mentre il 4 ed il 5 sono in seconda ala rispettivamente al 7 e all’8.
vel max 330 kts (611km/h)  |  pot. motore 92%  |  +3,5g  |  +1,0g

Pony 10 esegue una virata schneider negativa che viene enfatizzata dal fumo bianco. Durante questa manovra i più attenti riusciranno a cogliere il casco bianco del pilota all’interno dell’abitacolo!
vel max 280 kts (518km/h)  |  pot. motore 100%  |  – 3,0g

Piramidone

Dopo l’esecuzione del “doppio tonneau”, in questa particolare configurazione Pony 6 e Pony 9 si spostano rispettivamente “a bastone” del 2 e del 3 mantenendosi allineati lateralmente con il 7 e l’8. Raggiunti i 4500ft di quota, al comando del leader, la Formazione si apre a raggiera.
vel max 360 kts (667km/h)  |  vel min 160 kts (296km/h)  |  +5g

Ricongiungimento - Solista: tonneau e looping con carrello estratto

La formazione effettua il ricongiungimento dopo l’incrocio della bomba.
Il solista si presenta dalla destra del pubblico eseguendo un tonneau a botte e un looping con il carrello estratto mostrando così le spettacolari doti di manovrabilità del velivolo anche in configurazione di atterraggio.

Schneider destra - Solista: volo folle

La Formazione principale, in configurazione a rombo, effettua una virata schneider davanti al pubblico con gli aerofreni estratti. Questa particolare configurazione consente una velocità molto ridotta e rappresenta il momento ideale per scoprire quanto sono ravvicinati gli MB339 in formazione.

Programma e quote operative in differenti condizioni meteo

Il programma acrobatico delle Frecce Tricolori è il risultato di una sequenza combinata e incalzante di 18 manovre consolidatasi negli anni sempre tenendo fede alla tradizione di acrobazia aerea collettiva italiana che il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico ha l’onore di custodire e rappresentare per conto dell’Aeronautica Militare e del nostro Paese.

La sequenza può tuttavia subire delle variazioni in funzione di alcuni parametri operativi che devono essere necessariamente considerati. Tali fattori risultano essenziali non per soddisfare un mero gusto coreografico bensì al fine di rispettare specifiche limitazioni operative e misure precauzionali che consentano alla formazione di poter effettuare il volo in assoluta sicurezza.

Le variabili da considerare nell’esecuzione della scelta relativa ad una delle opzioni di programma acrobatico a disposizione possono riassumersi in 3 categorie: condizioni metereologiche, autonomia (considerando la quantità di carburante necessaria a coprire le distanze tra l’aeroporto di rischieramento, il luogo
della manifestazione e l’aeroporto alternato) e orografia del terreno.
In tutti i casi, si adatteranno di conseguenza sia il programma della formazione principale che quello del solista.

In funzione delle condizioni metereologiche il programma può suddividersi in alto, basso e piatto; tale suddivisione viene effettuata in funzioni di  parametri legati essenzialmente alla visibilità orizzontale (misurata in km) e al “ceiling” misurato in piedi (ft), termine tecnico che indica l’altezza dal suolo o dell’acqua della base dello strato più basso delle nubi.
È prevista la possibilità di passare da un programma a un altro qualora tali condizioni dovessero degradarsi durante l’effettuazione di un volo.

PROGRAMMA ALTO
È il programma COMPLETO delle 18 manovre e può essere eseguito se sussistono almeno 5 km di visibilità e almeno 4000 ft (circa 1500 m) di “ceiling”.

PROGRAMMA BASSO
in caso di “ceiling” al di sotto dei 4000 ft ma comunque maggiore o uguale a 2500 ft e con una visibilità di almeno 5 km, viene eseguito il programma BASSO con la sostanziale esclusione delle manovre a sviluppo verticale. Questo programma prevede, nel dettaglio, le seguenti variazioni rispetto al programma ALTO: LOOPING D’INGRESSO e CARDIODE vengono sostituiti da un passaggio in VIRATA SCHNEIDER a sinistra in configurazione a rombo; APOLLO 313 e CUORE vengono sostituiti dalla manovra dell’AQUILA (figura acrobatica di possibile esecuzione anche nel programma ALTO in luogo del CUORE); vengono infine eliminati il LOOPING A CALICE, l’ARIZONA e la BOMBA.
Il programma BASSO “[…], in linea di massima, altro non è che una ‘riduzione’ al piano orizzontale delle manovre verticali. In pratica i looping si trasformano in tonneau e, se è il caso, i tonneau divengono dei passaggi livellati oppure delle schneider. In questo caso il programma perde una parte della sua spettacolarità in funzione però di un volo molto più tecnico ed impegnativo per il pilota; un impegno doppiamente ‘impegnativo’, sia per le condizioni meteorologiche esistenti (vento forte, visibilità scarsa, pioggia, nubi basse, ecc.) che per la maggiore difficoltà nell’esecuzione delle trasformazioni”.

PROGRAMMA PIATTO
Quando le condizioni metereologiche sono ancora più restrittive con un “ceiling” al di sotto dei 2500 ft viene eseguito il programma PIATTO. Questa variante del programma non prevede separazioni tra le due sezioni (linea davanti e rombetto) e consiste nella sola alternanza tra formazione principale e il solista. In particolare, rispetto al BASSO, nel programma PIATTO: il TONNEAU SINISTRO viene sostituito dalla VIRATA SCHNEIDER destra; l’AQUILA viene sostituita da una VIRATA
SCHNEIDER sinistra e non viene infine effettuata le manovra del TONNEAU DESTRO A CIGNO.

In base all’autonomia, il programma acrobatico potrà essere COMPLETO, RIDOTTO, RIDOTTO-CUORE o SUPER RIDOTTO.

PROGRAMMA COMPLETO
Il programma prevede la sequenza completa delle 18 figure. Alternativamente al CUORE può essere eseguita l’AQUILA e la manovra del BULL’S EYE può sostituirsi alla SCINTILLA TRICOLORE. Il programma completo può essere effettuato solo quando tutte le condizioni metereologiche, di autonomia e orografiche sono favorevoli.

PROGRAMMA RIDOTTO
Questa variante del programma prevede l’eliminazione della manovra del CUORE. Dopo L’APOLLO 313, la formazione si ricongiunge e si presenta direttamente da “CODROIPO” (lato destro della display line) per eseguire la manovra 4 e 5 A POSTO e il successivo LOOPING A CALICE.

PROGRAMMA RIDOTTO-CUORE
In questa variante del programma non vengono effettuate le manovre del TONNEAU SINISTRO e del VENTAGLIO e successivo APOLLO 313. Al termine del CARDIOIDE la formazione passerà quindi direttamente all’esecuzione della manovra del CUORE.

PROGRAMMA SUPER RIDOTTO
In questa variante del programma non vengono effettuate le manovre del CUORE, del 4 e 5 POSTO e successivo LOOPING A CALICE e infine del TONNEAU DESTRO. Dopo l’APOLLO 313, la formazione presenterà quindi direttamente per la manovra dell’ARIZONA.

—–

Le considerazioni relative alla conformazione orografica dell’area di manifestazione sono necessarie al fine di valutare la presenza di eventuali ostacoli e la conseguente esclusione di determinate manovre dalla sequenza acrobatica. La scelta avverrà tra una delle opzioni elencate anche se le considerazioni  metereologiche o legate all’autonomia non lo avrebbero richiesto. In circostanze eccezionali sarà quindi possibile valutare la combinazione di due diversi programmi
iniziando l’esibizione con un tipo di programma (es. ALTO) per poi passare ad un altro (es. BASSO).

(dall’intervista all’ex-comandante del 313° Gruppo A. A., t. col. pil. Umberto Rossi, rilasciata a “Rivista Aeronautica, n° 5/2000 – Intervista a cura di Francesco Del Priore)
d: E’ in preparazione qualche nuova figura?
r: Anche se rientra talvolta nei nostri discorsi, la possibilità di introdurre nel nostro programma di volo nuove figure appare al momento abbastanza lontana. Continuiamo per ora a presentare il programma già da tempo collaudato. La forza delle “Frecce Tricolori” è tutta nella sua tradizione: la manovra cosidetta della bomba, ad esempio, ha più di trent’anni, il cardioide quasi quaranta. Inserire una nuova figura non è facile, richiede coraggio, studio e un grosso sforzo per essere all’altezza delle altre manovre”.

Vista la figura del cuore introdotta nel 2006 e mantenuta per alcuni anni, si può dire che quelle di Rossi siano state le “ultime parole famose” che conferma la professionalità della PAN.

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