Ultimo aggiornamento: 20 Marzo 2020
di Alberto Moretti
da 55 anni di emozioni.., a cura di Alessandro Cornacchini, 2015, p. 178
La memoria delle persone è qualcosa di indecifrabile e incredibile. Ci sono ricordi che non si dimenticano mai e altri che dopo poco tempo vengono definitivamente accantonati. Ho dei ricordi tuttora nitidi, anche nei dettagli, di tutto ciò che ho fatto e vissuto nel mio periodo alla PAN; purtroppo ho cancellato inesorabilmente molti dei momenti legati alla mia vita privata.
A Ramstein fisicamente non c’ero. Il destino ha voluto che quel giorno fossi a Rivolto, ad attendere ciò che restava della PAN. Improvvisamente, da capoformazione in addestramento (affiancamento che avrei dovuto iniziare con Naldini, leader in carica), mi sono ritrovato ad essere il pilota più anziano del Gruppo, riferimento per tutti i piloti che erano sopravvissuti alla tragedia. A Ramstein persero la vita il leader Naldini, il solista Nutarelli e il primo gregario sinistro Alessio.
La situazione era drammatica. Tutti pensavamo che lo SMA chiudesse il 313° Gruppo. Le spinte erano tali e tante, all’interno della Armata e all’esterno, che aspettavamo questa brutta notizia. Attacchi ignobili da parte di alcune testate giornalistiche alimentarono una polemica feroce, tesa a denigrare la PAN e le Forze Armate. Per fortuna, a capo dell’Aeronautica Militare c’era il Gen. s.a. Pisano, che non mise mai in discussione l’esistenza del Reparto, e un’opinione pubblica favorevole, che mise il silenziatore alle polemiche e ai tentativi di qualcuno di gettare fango sulla PAN. Non fu un caso che in quel periodo nacquero i club “Frecce Tricolori”.
La ricostruzione della Pattuglia iniziò subito; il mandato era di presentarsi nella stagione 1989 con una formazione di nove aerei, senza solista. Ci riuscimmo addestrando nuovi piloti e con contributo di tutti quelli che avevano vissuto la terribile tragedia. Nel 1989, senza solista, volammo una stagione di manifestazioni in Italia e in Europa, con il programma modificato solo in piccola parte, per rispettare alcune nuove norme da poco entrate in vigore.
Da capoformazione, apportai solo un cambiamento al programma, introducendo come ultima figura il passaggio con i fumi colorati in “Alona” anziché a “Rombo”. Inoltre, invece di passare sulla display line mi presentavo angolato di fronte al pubblico per effettuare una richiamata in virata per allontanarmi. I fumi lasciavano un grande arcobaleno nel cielo che entusiasmava gli spettatori.
La prima esibizione con questa figura fu a Porto S. Stefano. Ricordo i complimenti del gen. Santucci, comandante della 2′ Regione Aerea, presente alla manifestazione. Da allora, questa figura è rimasta nel programma della PAN come chiusura dell’esibizione, accompagnata dalle note del “Nessun Dorma” della Turandot, che introdussi nella tournée del Nord America.
La tragedia di Ramstein ebbe anche altre gravi conseguente sulle manifestazioni. Una caduta vertiginosa delle richieste da parte di organizzatori di air show. Molti aeroclub avevano timore di essere coinvolti in incidenti aerei e in alcuni casi, dove presidenti coraggiosi reiteravano le richieste venivano fermati da zelanti Prefetti che per qualche motivo di ordine pubblico non davano l’autorizzaione allo svolgimento del programma.
Fu così che nel ’90, da “Pony 0”, presentai un “appunto” al Comandante della 1a Regione Aerea per proporre un nuovo e inedito palcoscenico per la PAN: i litorali italiani, le spiagge affollate nel periodo estivo da “non appassionati”, che poi sono diventati i nostri più convinti supporter. Il bilancio, a distanza di 25 anni, è più che positivo e, oggi, la quasi totalità delle manifestazioni delle ‘Frecce” in Italia si svolge sul mare.
La fiducia e il consenso in Forza Armata e fuori aumentavano di anno in anno.
Nel ’91 il governo italiano promosse una serie di progetti per celebrare degnamente il 1992, anno del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. Iniziava un lungo e complesso lavoro di analisi e pianificazione per capire se eravamo in grado di svolgere una delicata e impegnativa missione in Nord America.