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Ma il gruppo acrobatico civile volerà ancora il 30 settembre a Rivolto

da L’Unità, 12 settembre 1990, pag. 10

TREVISO. Un po’ di rabbia, un po’ di faccia tosta: «Troppi ostacoli burocratici, i prefetti stanno esagerando, rendono più difficile un meeting aereo che un rally mille volte più pericoloso. E noi ci sciogliamo, non possiamo più lavorare». L’addio a tonneau e looping lo annuncia Vincenzo Soddu, leader delle «Alpi Eagles», l’unica pattuglia acrobatica privata d’Italia. Le «aquile» hanno deciso di non esibirsi più già da qualche settimana: lavoro troppo scarso dopo il disastro di Ramstein, troppi «air show» andati in fumo. Il disastro di Salgareda dimostra che, tutto sommalo, è meglio cosi? Macché. «Se vengono mantenute le distanze di sicurezza al massimo possono morire in un incidente i piloti, non gli spettatori», insiste Soddu, nonostante l’esempio contrario fresco fresco. E aggiunge: «Il fatto è che dopo Ramstein hanno voluto demonizzare il volo acrobatico. Spero solo che adesso non tornino a prendersela con le Frecce tricolori: sono l’unica nazionale pulita che abbiamo».
Dalle Frecce vengono tutti e quattro i piloti delle «Alpi Eagles». Soddu. con 5.000 ore di volo all’attivo, è il più esperto. La pattuglia, con base a Thiene ai piedi delle montagne, ha nove anni di vita e 850 manifestazioni acrobatiche, per lo più all’estero, nel carniere. Non le è mancato l’incidente: nel 1982 si è schiantato Nunzio Ruggero. Adesso, con i suoi 5 Sial-Marchetti, si dedicherà a più tranquilli servizi di aerotaxi. Ma solo dopo un paio di addii in grande stile: prima dell’ultima esibizione in casa – all’inizio di ottobre – le «Alpi Eagles» parteciperanno, assieme alle pattuglie acrobatiche militari di cinque paesi, al sesto raduno aereo di Rivolto, in Friuli, il 30 settembre.  È il meeting con il
quale le Frecce tricolori dovrebbero tornare assieme al «solista». Pare che il prefetto di Udine, dopo II disastro di Salgareda, sia perplesso sull’opportunità dell’esibizione: che comunque «a tutt’oggi non è stata vietata», sottolinea il comandante delle Frecce, colonnello Antonio Zanini. L’ufficiale replica secco anche alle interrogazioni parlamentari di Verdi e Dp che chiedono l’annullamento definitivo dei meeting acrobatici: «E chiaro che Salgareda ha prodotto un impatto emotivo mollo forte…».
A Treviso continua l’inchiesta sulla sciagura. Ieri il sostituto procuratore Antonio De Lorenzi si è riunito con la commissione tecnica formata da tre periti italiani (tra cui il presidente di Civilavia, Fasuno) e due sovietici. Andranno
visionate foto e riprese di videoamatori, ma si fa sempre più strada l’ipotesi dell’errore umano del pilota sovietico, sulle cui spoglie è stata compiuta ieri l’autopsia. C’è anche un discreto ma Intenso via vai diplomatico: naturalmente i sovietici sono piuttosto ansiosi di proteggere i segreti del caccia caduto, per ora guardati a vista dai carabinieri.

Foto da hangaritaly.it [ fonte ]

Il ricordo 20 anni dopo Ramstein

di Gen. B.A. Vittorio CUMIN
da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale, anno 10 – n° 16 – 31/10/2008 – pag. 1

Il 28 agosto 1988 è stata, come da programma, una giornata particolarmente pesante per me, fanalino della Pattuglia Acrobatica “ Alpi Eagles “ dotata di aerei SIAI 260.
Al mattino partecipiamo a due manifestazioni nella Germania Centrale e nel pomeriggio ad una terza a Landshut, piccolo aeroporto nei pressi di Monaco di Baviera. Iniziamo la nostra esibizione verso le 16.00 provenienti da Degerfeld, senza peraltro atterrare per il rifornimento.
A metà programma la torre di controllo ci invita all’atterraggio. Rispondiamo che il tempo assegnatoci non è ancora scaduto e che dovevamo ancora aprire la “ bomba “, ma l’ordine del controllore è perentorio. Probabilmente, anzi sicuramente, avevano ricevuto notizia dell’incidente di  Ramstein. Una volta a terra gli organizzatori dello show ci ringraziano senza fornire alcuna spiegazione sull’ordine tassativo di atterraggio.
Avevamo in programma una quarta manifestazione a Reggio Emilia. Riforniamo velocemente e decolliamo.
Dopo circa 10’, nel bel mezzo delle Alpi, l’amico G.B. Molinaro mi invita a sintonizzarmi sul canale 1 della RAI.
Obbedisco e il tutto diventa terribilmente chiaro: Ramstein.
Il colpo è troppo forte ma il peggio è che non si parla ancora dei piloti coinvolti.
Atterriamo a Reggio Emilia dove il nostro speaker Renato Rocchi ci sollecita a ridecollare per lo show. Io gli chiedo se fosse a conoscenza di quanto accaduto in Germania: mi risponde che era all’oscuro di tutto. Il leader Boscolo ci chiede se ce la sentivamo di volare, eravamo ancora legati al seggiolino. Ci guardiamo l’un l’altro, un breve cenno di conferma e ripartiamo se non altro per onorare i nostri colleghi, ma soprattutto amici, caduti.
Carissimi Naldini, Alessio, Nutarelli rimarrete sempre presenti nei nostri cuori.
Nel giorno del ventesimo anniversario del tragico incidente una cerimonia particolarmente toccante ha avuto luogo a Ramstein alla presenza, per la prima volta, di una rappresentanza delle Frecce Tricolori con il suo Comandante
Maggiore Massimo Tammaro, il Capitano P.R. Andrea Saia, il Maresciallo Andrea della Rossa e la gentile signora Wilma Naldini, vedova del leader caduto.
Analoga cerimonia si è svolta a Rivolto alla presenza di autorità civili e militari della 1^ Regione Aerea di Milano, della Regione Friuli Venezia Giulia e di tanti, tanti amici della Pattuglia Acrobatica Nazionale., unitamente al C. D. e a tanti soci del “ Circolo della P.A.N. “.

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