Un altro è rimasto gravemente ferito
da L’Unità, 13 luglio 1978, pag. 5
UDINE — Due aerei della pattuglia acrobatica nazionale dell’aeronautica militare si sono scontrati ieri mattina alle 10.15 sopra l’aeroporto di RIvolto (Udine) e sono precipitati. Uno dei due piloti, il capitano Graziano Carrer, di 32 anni, originario di Musile di Piave, è morto. Il capitano Andrea Di Pauli, originario di Innsbruck, che pilotava l’altro velivolo, e rimasto ferito in modo grave.
I due aerei stavano compiendo il normale addestramento con la « pattuglia » costituita da nove velivoli e formavano la coppia di gregari di sinistra. L’incidente è avvenuto durante l’esecuzione di un doppio «tonneau»; in questa figura acrobatica ì due aerei, rovesciandosi sull’ala, devono compiere un balzo laterale, scambiandosi di posto e ritornando quindi alla posizione di partenza. Lo stesso devono fare i due gregari di destra, per poi ritrovarsi tutti e quattro allineati al capo pattuglia che fa da punto di riferimento. Gli aerei di Carrer e di De Paull si sono toccati mentre rientravano ai propri posti con il secondo balzo. I due piloti sono riusciti ad azionare il seggiolino, ma nell’urto l’aereo di Carrer si è rovesciato e il capitano è stato catapultato verso il basso. Il paracadute non si è aperto e il pilota si è sfracellato sulla pista. Il capitano Di Pauli, invece, ha riportaito trauma cranico facciale, trauma addominale e sospetta lesione al rachide dorso lombare.
Entrambi avevano effettuato oltre 2000 ore di volo ed erano dei « veterani » della pattuglia. Una commissione militare di inchiesta dovrà indagare per accertare le cause dell’incidente.
Le « Frecce Tricolori », questo è anche il nome con viene indicata la pattuglia acrobatica, erano appena reduci da una manifestazione in Francia, dove avevano partecipato ad una manifestazione per ricordare i 25 anni di un’altra celebre formazione acrobatica, la « pattuglia di Francia ».
Le « Frecce Tricolori » si esibiscono infatti sovente in Italia e all’estero, dove sono considerate una delle più prestigiose formazioni. In Francia non avevano potuto eseguire il loro pezzo forte, la « bomba » che per precisione ed addestlamento oltre che per l’alto grado di affiatamento degl equipaggi, altre formazioni acrobatiche straniere non sono mai rluscite ad eguagliare.
Il ministro della Difesa Ruffini si è recato all’aeroporto di Rivolto, per rendere omaggio alla salina del capitano Carrer.
Ringrazio Mauro Carrer per l’invio delle foto 1 e 2
Precipitano due aerei delle «Frecce tricolori»
Scontro in volo, un pilota è morto
da Corriere della sera, 13 luglio 1978, pag. 5
UDINE — Due aerei «G 91» della pattuglia acrobatica dell’aeronautica militare si sono urtati in volo, ieri mattina poco dopo le 10. sopra l’aeroporto dl Rivolto (Udine) e sono precipitati. Uno del due piloti, Il capitano Graziano Carrer, è morto sul colpo: l’altro, il capitano Andrea De Pauli, ha riportato ferite non gravi ed è ricoverato all’ospedale di Udine.
I due apparecchi erano in volo dl addestramento con l’intera pattuglia (costituita da nove velivoli), al comando del maggiore Gallus e formavano la coppia di sinistra. L’incidente è avvenuto durante l’esecuzione dl un doppio «tonneau»; i due aerei, capovolgendosi su un’ala, devono compiere un balzo laterale, scambiarsi il posto e ritornare quindi nella posizione dl partenza. Altrettanto fanno i due apparecchi che formano la coppia di destra. Alla fine i quattro velivoli si ritrovano allineati al capo pattuglia.
Gli aerei dl Carrer e Di Pauli si sono toccati mentre rientravano al propri posti e sono precipitati. I due piloti hanno potuto azionare i seggiolini eiettabill ma l’operazione, riuscita per il capitano Di Pauli, è stata fatale al capitano Carrer In quanto il suo apparecchio in quel momento era capovolto e il pilota é stato catapultato verso il basso. Il paracadute non si è aperto ed egli si è sfracellato sulla pista di atterraggio.
Sia Carrer sia Di Pauli avevano oltre 2100 ore dl volo: mentre ll primo era un veterano della «pattuglia», il secondo vi era stato immesso da poco. Carrer aveva 32 anni ed era originario dl Musile di Piave (Venezia); lascia la moglie e due figli. Di Pauli ha 31 anni ed è originario di Innsbruck. ma risiede a Bolzano.
Per accertare le cause dell’incidente è stata nominata una commissione militare d’inchiesta. Sul luogo si è recato anche il ministro della difesa Rufflni.
La pattuglia acrobatica, nota anche col nome di «Frecce tricolori», aveva ripreso l’allenamento dopo 24 ore di sosta: era reduce da una esibizione in Francia, dove aveva partecipato ad una manifestazione per ricordare i 25 anni dl un’altra celebre formazione acrobatica. la «Pattuglia dl Francia». Le «Frecce tricolori» si esibiscono sovente in Italia e all’estero.
L’onorevole Falco Accame, socialista, presidente della commissione difesa della Camera, ha rivolto al ministro della difesa una interrogazione per conoscere “in relazione allo scontro dl due aerei G-91 della pattuglia acrobatica. con conseguenze mortali, quali siano le cause del sinistro e se ritenga ancora conveniente per il nostro paese, in relazione ai rischi e alle ingenti spese che ciò comporta, mantenere in vita una tradizione che, pur prestigiosa, è di scarsa utilità per reali esigenze della difesa”.
da Renato Rocchi, Storia del volo acrobatico – La meravigliosa avventura, vol. 3°, Aviani editore, p. 236
Mercoledì 12 luglio, veniva programmato dal Comandante un volo di addestramento per comple-tare la preparazione di Di Pauli; per dargli fiducia, sicurezza, soprattutto in quel “doppio tonneau”, sempre ostico, sofferto, anche per il pilota più abile. La formazione era di 5 velivoli.
La disposizione dei piloti:
Gallus
Carrer – Ruggiero
Di Pauli
Gaddoni
Decollo alle ore 10.15 locali.
La parola a Gaddoni, ancora una volta protagonista in volo:
“…il volo si stava svolgendo veramente bene… sì, stavano volando bene… tant’è che nel programma normale – prima del “doppio tonneau” – prendevo un po’ di gradino negativo e mi sfilavo di due-tre metri per motivi di simmetria con i velivoli che stavano dietro… in quel momento stavo decidendo di stare sotto… più vicino al “leader”… appunto perché volavano bene… ma quando ho visto i velivoli traslare in avanti e non mi era pervenuta la comunicazione radio dell’ordine dato dal “leader”: “a trapezio, vial… in linea di fronte, via!” ho intuito che mi era andata in avaria la radio… a quel punto decidevo di prendere più gradino negativo e di sfilarmi di quel metro e mezzo – come facevo di solito… Ed è probabile che quel “metro e mezzo negativo” non mi ha fatto coinvolgere nell’incidente… al “2 via!” Carrer “partiva” per il ton-neau… ok!… Ruggiero, a destra, rimaneva fermo, non avendo il riferimento… era la volta del numero “4”… Seguendo la manovra che Di Pauli stava effettuando, vedevo il numero “4” scendere… e sbattere sulla parte superiore dell’ala sinistra di Carrer… il velivolo (di Carrer), inclinato a sinistra, sbandava verso di me… rivedo la pancia che mi veniva contro…. buttavo dentro il cento per cento, tirando verso l’alto e verso destra… poi mollavo la cloche, perché – pensavo – mi prendesse sui piani di coda… i secondi non passavano mai… in un silenzio radio che ossessionava… e, sentendomi indenne, rigiravo l’aeroplano…. mi mettevo rovescio… vedevo i resti del velivolo, per terra, non lontano dalla pista… ricongiungevo su Gallus, ero sempre in avaria radio… nell’ordine Gallus, Ruggiero ed io atterravamo sul raccordo…”
Era il 12 di luglio. Ricorreva il compleanno della moglie di Carrer, e, passando per Codroipo, quel giorno, Graziano aveva fatto pervenire alla moglie dodici rose rosse.
A volte il destino sa essere ancora più crudele!
Andrea Di Pauli, dopo l’impatto, riusciva azionare il Martin Baker. Il paracadute si apriva a pochi metri da terra.
Atterrava pesantemente sul terreno, poco distante dal cemento della pista.
Il pronto intervento e le precauzioni di un medico gli salvarono il midollo spinale ed una vita su una sedia a rotelle.
Dopo una lunga convalescenza, Andrea Di Pauli rientrava in Pattuglia, per transitare successivamente all’ATI.
Ringrazio Mauro Carrer per l’invio della riproduzione dell’album fotografico dedicato a Graziano
Troppi gli incidenti sugli aerei militari
Le polemiche sulla morte di un pilota della « pattuglia acrobatica » - La sciagura del Monte Serra
da L’Unità, 1 settembre 1978, pag. 2
ROMA — Qualche giorno fa un ufficiale pilota delia «pattuglia acrobatica» dell’Aeronautica militare ha perduto la vita durante una esercitazlone. L’incidente ha suscitato molte polemiche. Una vivace discussione si è aperta tra lì deputato del PSI Falco Accame e il generale di squadra aerea Mura.
Sul tragico episodio il gruppo del PCI della commissione Difesa delia Camera ha rivolto una interrogazione ai ministro Ruffini. invitandolo ad informare la stessa commissone sull’esito dell’inchiesta promossa dall’autorità militare e a rendere il proprio giudizio sul problema della utilità, della opportunità, della convenienza della « pattuglia acrobatica ».
« A chi ci chiede perché non eravamo flnora intervenuti – ci ha dichiarato il compagno Aldo D’Alessio – faccio osservare che per quanto ci riguarda, non si è trattato di disinteresse bensì di discrezione, in attesa di un momento meno doloroso e drammatico, come indubbiamente è stato nei mesi scorsi quello legato alla tragica morte di un pilota e al comprensibile dolore dei familiari e della forza armata di appartenenza ».
« Ora mi richiamo a un’altra grave sciagura che ha funestato la Marina e l’Aeronautica insieme: quella del Monte Serra (delia quale sono depositati in commissione gli atti dell’inchiesta. Ritengo – precisa il compagno D’Alessio – che il punto su cui sarebbe opportuno approfondire l’esame, per questa come per altre tragiche vicende di volo, neri tanto e non solo sul problema della utilità o della convenienza di talune manifestazoni aeree, quanto quello della preparazione, delia professionalità, della personalità dei piloti ».
« Dall’esame degli atti riguardanti l’Incidente del Monte Serra, sotto questo profilo, risultano elementi significativi e preoccupanti in ragione dei quali abbiamo chiesto (e adesso rinnoveremo) una discussione parlamentare. In tal senso – conclude D’Alessio – ci siamo rivolti all’onorevole Vittorelli. presidente della commissione Difesa ».
Ringrazio Mauro Carrer per l’invio della foto
Dedicato a Graziano Carrer,
per ricordare tutti Voi, cari ragazzi, / che avete donato la vostra vita / per la sublime bellezza del volo.
L'amore, l'entusiasmo, la determinazione / la passione per questa esaltante disciplina / e l'umiltà.
Vi accomunano a Graziano.
Per non dimenticare.
da Renato Rocchi, Storia del volo acrobatico – La meravigliosa avventura, vol. 3°, Aviani editore, p. 399
Lo rivedo, Graziano, quel fine estate del ’73 assegnato di Fresco al 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, ovvero alle “Frecce Tricolori”.
Nella circostanza il destino Gli concesse il privilegio di entrare a far parte del Reparto più sognato, più agognato, più sperato, più desiderato da un pilota da Caccia con l’inseparabile amico-fratello Nunzio Ruggiero.
Una coppia che viaggiava assieme dal primo decollo, a Lecce. Provenivano dal “2°”, uno Stormo che con ragione pretendeva il rispetto.
Graziano Carrer era un uomo tranquillo, un pilota capace, in volo un protagonista purosangue, a terra un taciturno dì natura, che alla contestazione verbosa preferiva disegnare, e disegnare ancora vecchie e nuove linee di aeroplani, tutti velivoli da Caccia. Era questo un modo di gridare al mondo quella passione per il volo, per quella disciplina di volo che Gli faceva struggere l’anima.
Accettò il Suo ruolo di riserva con serenità, senza scalpitare per avere quel posto in Pattuglia, forte d’una scontata preparazione professionale, certo che l’indomani doveva essere anche per Lui un altro giorno.
E arrivò quel giorno. Graziano entrò “nazionale” nel team dei meravigliosi “nove”, coprendo uno dei ruoli di primo piano: gregario sinistro.
Si dimostrò subito un protagonista in tutta umiltà, consapevole di aver avuto la grazia di vivere di ogni momento il volo nella sua sublime bellezza.
Diede prova di fredda, determinata preparazione quel giorno di aprile del ’77, a Rivolto, in apertura di stagione: uno show dedicato agli amici dell’Associazione Nazionale Arma Aeronautica, quando in un “rientro” a sinistra, Lui, secondo gregario di sinistra di una formazione a diamante di nove velivoli, tranciò un cavo dell’alta tensione con l’estremità dell’ala; Graziano si staccò dalla formazione per non coinvolgere i colleghi, controllò il danno – il velivolo teneva il sostentamento anche alla “minima” – ri-congiunse, riprese il posto nella formazione e terminò il programma.
Soltanto noi – gli addetti ai lavori – ci accorgemmo dell’accaduto. Gli ospiti non soffrirono il brivido. E come non ricordare “papà Carrer”, che con tanta discrezione, in punta di piedi, veniva a trovare; a visitare il figlio, per godersi con orgoglio lo spettacolo superlativo che da lassù, in un cielo terso del Friuli, anche Graziano offriva ai visitatori di ogni giorno. Ai primi di giugno del ’78, durante un allenamento acrobatico sul campo, in una giornata di sole, l’incidente di volo: due velivoli sono coinvolti nell’esecuzione del “doppio tonneau”.
Per Graziano non c’è scampo. Dio che destino beffardo!
In quei momenti di angoscia e di disperazione cercai di raggiungere con ogni mezzo “papà Carrer” per informarlo dell’accaduto, di quella terribile realtà, non volevo che altri… invece lo venne a sapere dalla voce atona dello speaker della radio di Stato.
Non mi portò mai rancore per il contrattempo. Mi ha invece onorato di una amicizia profonda, sincera, commovente.
Nel gennaio dell ’85 “papà Carrer” ha raggiunto lassù il figlio diletto. E sento la Sua voce dire, sussurrare, alla Sua maniera a Graziano… “dei bravi ragazzi danno il Tuo nome, Graziano, a un Club per gli Amici del Volo… aprono anche un’aviosuperficie… domani, vedrai, diventerà una vera pista d’involo e noi da quassù, li proteggeremo, li guarderemo, guideremo i loro voli… sono dei bravi ragazzi, meritano il nostro aiuto… “.
Non so se le anime hanno anche un volto, ma io rivedo Graziano, e sorride, come sorrideva Lui.
E oggi, a Te Graziano, dai fratelli, dagli amici, dai colleghi dalla gente che ti ha conosciuto e stimato, il grazie dell’anima per l’insegnamento che ci hai tramandato con la Tua prestazione in volo, e più ancora, per la Tua immagine a terra.
Cena in omaggio a Graziano Carrer: il Ten. Col. Paolo Barberis omaggio la papà del pilota
Ringrazio Mauro Carrer per l’invio delle foto