(Ultimo aggiornamento: )

Due piloti sono morti sul colpo - Una serie impressionante di sciagure ha decimato le « Frecce » - L'ultimo incidente avvenne a Roma

da L’Unità, 15 marzo 1974, pag. 5

UDINE. 14.

Due aerei della pattuglia acrobatica nazionale « Frecce tricolori » si sono scontrati in volo poco dopo le 16 nel cielo di Beano Codroipo, in provincia di Udine, precipitando al suolo. I due piloti – il sottotenente Sandro Santilli, di 29 anni, di Osimo (Ancona) e il sottotenente Ivano Poffe, di 28, di Boscochiesanova (Verona) – sono morti sul colpo.

Sandro Santilli faceva parte della pattuglia acrobatica da circa cinque anni e svolgeva il molo di gregario destro; aveva al suo attivo oltre duemila ore di volo. Il sottotenente Poffe, invece, era giunto quest’anno al nucleo della squadriglia acrobatica dell’aeronautica militare ed aveva cominciato in questi giorni ad allenarsi assieme ai suoi compagni di volo per la nuota stagione agonistica.

La pattuglia acrobatica nazionaie « Frecce tricolori » è stata costituita il primo marzo 1961.

Il 28 dicembre 1963 giungeva all’acrobase di Rivolto del Friuli il primo Fiat G-91 assegnato al 313° Gruppo addestramento acrobatico. L’attuale formazione è composta da nove velivoli Fiat G-91 Pan. Le « Frecce tricolori » nel corso della loro attività hanno versato un notevole contributo di sangue: 17 aviatori morti, di cui 10 specialisti della PAN.

Nella sciagura del C-119 schiantatosi al suolo poco dopo il decollo da Rivolto il 23 aprile ’70; il capitano Valentino Jansa, « fanalino di coda », precipitato con il suo G-91 Pan ai margini dell’abitato di Palmanova il 22 settembre 1971 mentre eseguiva un volo addestrativo; il 2 giugno 1973, al termine della parata militare, in uno scontro durante il volo di rientro all’aeroporto di Pratica di Mare moriva il capitano Angelo Gays e rimaneva ferito il capitano Gallus.

Muoiono due piloti delle « Frecce » scontrandosi nel cielo di Codroipo

Un'altra giornata di lutto nella storia prestigiosa della « Pattuglia Acrobatica »

La tragedia durante un volo di allenamento a formazione completa: i due «Fiat G 91» sono entrati in collisione mentre passavano dalla figura a «rombo» a quella a «dardo» - Uno dei piloti ha invano tentato di catapultarsi

di Giorgio Verbi
da Il Piccolo, 15 marzo 1974, pp. 1 – 2

Udine, 14

Due ufficiali piloti della pattuglia acrobatica nazionale «Frecce Tricolori», di stanza alla base aerea di Rivolto (Udine) sono morti questo pomeriggio, precipitando al suolo con i loro «Fiat G 91 Pan» in seguito a una collisione avvenuta in volo, nel corso di un normale addestramento che la pattuglia stava compiendo in formazione completa. La sciagura è avvenuta alle 15.40, a non più di tre chilometri dalla base di Rivoltb, nel cielo di Beano di Codroipo; le vittime, entrambe di 29 anni, sono il tenente Ivano Poffe, di Boscochiesanuova (Verona) e il sottotenente Sandro Santilli, di Osimo (Ancona).

L’incidente è accaduto nel corso di una delle più elementari manovre che i nove componenti la pattuglia sono soliti compiere, la trasformazione in volo di una «figura»: le «Frecce». che si erano levate in volo dieci minuti prima, stavano volando a circa 1500 metri di quota, a una velocità di circa 700 chilometri orari, e in mezza virata stavano lasciando la formazione a «rombo» per assumere quella a «dardo», due delle molteplici «figure» che fanno parte del programma di volo acrobatico della pattuglia. Questa trasformazione prevede che ì terzi gregari, di destra e
di sinistra, abbandonino la loro posizione, leggermente decelerando e abbassandosi di quota per «sfilare» sull’ala dell’aereo che chiude il «rombo» posteriormente e che viene indicato come «secondo fanalino».

Durante questa manovra il n. 7 della formazione, cioè il terzo gregario di sinistra, che era il tenente Poffe, ha urtato con l’ala la coda del «secondo fanalino», il sottotenente Santilli.. L’aereo di quest’ultimo ha subito un’impennata, l’altro ha perduto l’assetto ed entrambi sono precipitati in un campo di grano; sembra (ma la circostanza non è stata accertata) che l’aviogetto del tenente Poffe sia esploso in aria in seguito alla collisione; è certo, invece, che il sottotenente Santilli ha tentato di porsi in salvo con il paracadute, azionando il dispositivo di espulsione con il seggiolino automatico; ma l’aereo si trovava ormai a quota troppo bassa perché il tentativo potesse aver successo.

Il terzo gregario di destra, il capitano Giordano Senesi, che stava effettuando la stessa manovra in linea con il tenente Poffe, ha fatto invece in tempo a schizzare via evitando così a sua volta la collisione e una tragedia di proporzioni ancor più vaste. Fortuna ha voluto che nella zona dove sono precipitati i due aerei (i cui rottami si sono sparsi in un raggio di oltre un chilometro) non ci fosse nessuno e che non siano state interessate all’ incidente alcune case che sorgono a mezza chilometro dal luogo dell’impatto.

Della tragedia si è reso immediatamente conio (oltre naturalmente ai compagni di volo dei due sventurati, la cui formazione era comandata dal capitano Antonio Gallus) anche il comandante del 313.o Gruppo addestramento acrobatica «Frecce tricolori», tenente colonnello Vittorio Zardo, che è solito alternarsi con Gallus nel ruolo di leader della pattuglia in volo e che oggi ne stava seguendo le evoluzioni da terra, suggerendo di volta in volta modifiche o correzioni nell’assetto di volo.

A lui per primo la tragedia è apparsa inspiegabile, una crudele fatalità che ha colpito due piloti preparatissimi, in una fase di volo di tutta tranquillità e per di più in una giornata di tempo splendido. Entrambi i piloti provenivano dal 2.o Stormo caccia di Treviso, il sottotenente Santilli era ormai un veterano, in quanto faceva parte della pattuglia acrobatica dall’ottobre 1968; il tenente Poffe, invece, era giunto a Rivolto soltanto da cinque mesi (proveniente appunto da Treviso, dove era considerato uno dei mgiliori piloti).

Il tenente Poffe, dopo aver brillantemente superato i difficili collaudi di volo per entrare stabilmente nella pattuglia (che consistono in ripetuti voli in coppia a tre e a sei aerei), aveva iniziato due mesi fa il volo a nove (cioé in formazione completa) con il n. 7, nel ruolo di gregario sinistro: lo stesso ruolo che, per una tragica coincidenza, era coperto dal magg. Angelo Gais, vittima – il 2 giugno dello scorso anno – del mortale incidente di volo a Pratica di Mare al rientro da Roma dopo la conclusione della parata militare per la festa della Repubblica.

In questi giorni, la pattuglia acrobatica – che svolge attività ininterrotta durante tutto l’anno, alternando quella di volo acrobatico a quella operativa – stava rifinendo se così si può dire, la preparazione per l’inizio della nuova stagione «agonistica»: la stagione 1974 avrebbe dovuto essere inaugurata (e usiamo il condizionale perché, al momento attuale, non si sa se il programma verrà modificato) il 31 marzo, con una grande manifestazione a Rivolto, in onore dell’associazione combattentistiche e d’arma.

Sul posto dell’incidente odierno si sono recati alti ufficiali della polizia e dei carabinieri, con il prefetto di Udine dott. Schiaccaluga, il questore dott. Festa, oltre naturalmente allo stesso colonnello Zardo, al comandante della base, maggiore Toso, al «manager» della pattuglia, maggiore Rocchi, ad altri ufficiali e specialisti delle «Frecce tricolori» e al colonnello Baldin, comandante dell’aeroporto di Campoformido, sotto la cui giurisdizione è la base aerea di Rivolto. È stata subito nominata una commissione d’inchiesta, presieduta dal vicecomandante del 2.o Stormo di Treviso, colonnello Sensi, che dovrà accertare le cause dell’incidente e che inizierà domani il suo lavoro.

I funerali del tenente Poffe e del sottotenente Santilli, entrambi celibi e le cui famiglie risiedono nei rispettivi luoghi di nascita, avranno luogo domani, alle 16, nel Tempio Ossario di Udine.

(Foto Cozzi) Codroipo. Ufficiali e commilitoni dei due piloti scomparsi, attorno ai resti di un «G 91» – Il tenente Ivano Poffe – Il sottotenente Sandro Santilli

Precipitano due aerei delle Frecce Tricolori

Si sono toccati nel cielo del Friuli - Un pilota veneto e uno marchigiano sono morti

da Corriere della sera, 15 marzo 1974, pag. 11

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Udine, 14 marzo.

Sciagura aerea nelle prime ore del pomeriggio nel cielo del Friuli. Due aviogetti della pattuglia acrobatica nazionale, che Insieme ad altri cinque stavano rientrando alla base di Rivolto, al termine di una esercitazione, si sono toccati In volo e sono precipitati nei pressi dell’abitato di Beano, tra Codroipo e Rivolto, in aperta campagna. I due piloti sono morti e gli aerei si sono disintegrati.

Le vittime sono il sottotenente pilota Sandro Santilli di ventinove anni, dl Osimo (Ancona) e il sottotenente Ivano Poffe di 28 anni, di Boscochiesanuova (Verona) entrambi celibi. Il sottotenente Santilli faceva parte della pattuglia acrobatica da circa cinque anni e svolgeva il ruolo dl gregario destro. Aveva al suo attivo oltre duemila ore di volo, mentre il sottotenente Poffe era giunto questo anno al nucleo della squadriglia acrobatica ed aveva cominciato gli allenamenti.

È da rilevare che proprio oggi, dopo un normale periodo di inattività gli equipaggi delle « Frecce Tricolori » avevano ripreso gli allenamenti in vista di un’importante manifestazione aerea di alta acrobazia, programmata per il prossimo mese d’aprile proprio sul campo di Rivolto. Questa manifestazione rappresentava la prova generale della pattuglia acrobatica nazionale in vista dei numerosi impegni che lo « staff » dei piloti ha In diverse località d’Europa, manifestazioni aviatorie a carattere internazionale nelle quali, come è noto, la pattuglia acrobatica Italiana e richiestissima per la originalità e la spericolatezza delle sue esibizioni.

Per quanto riguarda il grave incidente di oggi, purtroppo non si hanno particolari. I due aerei, pilotati dal Santilli e dal Poffe erano in coda agli altri cinque e tutti stavano rientrando alla base, terminata l’esercitazione.

Mentre i primi cinque aerei prendevano terra, completando le operazioni di volo, improvvisamente gli aerei del Santilli e del Poffe si sono toccati con le ali e si sono disintegrati in volo.
L. P.

Conclusa con una sciagura la prova delle « Frecce »

da Corriere dell’informazione, 15 marzo 1974, pag. 2

UDINE, 15. — Doveva essere la prova generale delle Frecce incolori in vista di una serie di impegni internazionali della pattuglia acrobatica italiana: si è conclusa con una sciagura. I « G 91 PAN » del tenente Ivano Poffe, 29 anni, dl Boscochiesanuova, e del sottotenente Sandro Santilli, 29 anni, dl Osimo. si sono toccati con le ali nel cielo dl Rivolto e si sono disintegrati mentre la pattuglia (nove velivoli) stava passando dalla formazione « rombo » a quella di « dardo » che prevedeva un avvicinamento dei « terzi gregari » al «secondo fanalino » (l’aereo di Santilli). I due piloti sono morti. Poffe era in servizio alle Frecce tricolori dall’ottobre 1973, Santilli da circa cinque anni.

Per un vuoto d'aria si sono scontrate le due tricolori

Primi accertamenti per lo sciagura di Rivolto: i due jet volavano a tre metri di distanze e stavano per mutare formazione - Morti i due piloti

da Corriere dell’informazione, 15 marzo 1974, pag. 2

Udine, 15 marzo. Difficile Inchiesta per accertare le cause della sciagura aerea avvenuta nel cielo dl Rivolto e che ho colpito – con la morte dl due assi e la perdita dl due aviogettl — la più famosa pattuglia acrobatica del mondo, nota come le « Frecce Tricolori ». I due « G-91 » si sono urtati in volo ad una quota di 1500 metri ad una velocità di 700 chilometri all’ora e sono precipitati nei pressi dell’abitato dl Reano, disintegrandosi.

Le vittime sono il sottotenente Sandro Santilli da Osimo dl Ancona e il tenente Franco Poffe, da Boscochlesanuova dl Verona, entrambi di 29 anni e celibi.

I due giovani ufficiali stavano allenandosi in vista della prima manifestazione aerea di alta acrobazia della stazione in programma a Rivolto per il 31 marzo e che avrà repliche In diverse località europee.

La sciagura è accaduta mentre i piloti stavano compiendo la manovra per trasformare la loro « figura » da rombo a quella di dardo. La formazione era in volo da dieci minuti e l’esercitazione doveva protrarsi per almeno mezz’ora. Il cielo era limpido, senza fenomeni atmosferici perturbatori.

Dai primi accertamenti e dalle testimonianze degli altri piloti. sembra che il tenente Poffe, n. 7 nella formazione mentre effettuava lo « sfilamento » a soli tre metri dl distanza dal Jet dl Santini, urtava con la sua ala la base della coda dell’aviogetto vicino.

È stato forse un vuoto d’aria o un risucchio degli altri jet a provocare un eccessivo, e imprevisto rallentamento dell’aereo e quindi l’urto. Dei due aerei, uno si è disintegrato in volo, mentre parte dell’altro si sarebbe Incendiato a terra dopo la caduta.

Due jet dell'"acrobatica" si scontrano: morti i piloti

Un velivolo è esploso subito dopo l'urto, l'altro è precipitato in un campo - Vano il tentativo del pilota di catapultarsi - Un'inchiesta

di Bruno Ghibaudi
da La stampa, 15 marzo 1974, pag. 18

(Dal nostro corrispondente)
Udine, 14 marzo.

Due piloti, il sottotenente Sandro Santilli, 29 anni, da Osimo di Ancona, e il tenente Ivano Poffe, di 29, da Bosco Chiesanuova di Verona, sono morti perché i loro aerei si sono urtati nel corso di una esercitazione acrobatica, nel cielo soprastante l’aerobase di Rivolto. La disgrazia è accaduta alle 15,40.

I nove «G-91» che compongono la pattuglia si erano alzati in volo alle 15,30 da Rivolto per l’esercitazione di allenamento che giornalmente viene effettuata dalle «Frecce tricolori». Dopo dieci minuti è avvenuto l’incidente.

Gli aerei stavano volando a 1500 metri di quota, a 700 chilometri all’ora, in formazione di rombo. Da terra il colonnello Zardo, comandante della pattuglia, dava l’ordine di trasformazione di figura, e cioè da rombo a dardo. Ricevuto l’ordine, i due gregari, quello di sinistra e quello di destra, si sfilavano per portarsi in posizione di trasformazione. Il gregario di sinistra, il pilota Ivano Poffe, nello «sfilarsi» toccava con l’ala l’aereo che nella formazione costituiva il secondo fanalino di coda, pilotato dal sottotenente Sandro Santilli. I due aerei si sbilanciavano, il «G91» del Poffe esplodeva in aria mentre quello del Santilli precipitava, schiantandosi in un campo a circa 300 metri dalla periferia dell’abitato di Beano.

Il Santilli aveva tentato di catapultarsi con il seggiolino automatico, ma purtroppo la manovra non gli era riuscita.

È già stata nominata una commissione d’inchiesta.

Le Frecce tricolori

Per molta gente, appassionata di volo e di spettacolo, la pattuglia acrobatica nazionale «Frecce tricolori» è il simbolo più affascinante e più conosciuto della Aeronautica militare italiana. I dieci Fiat G 91 Pan che compongono la formazione base, verniciati superiormente di azzurro cupo e con la parte inferiore verniviata a strisce bianche, rosse e verdi, hanno entusiasmato le folle di tutte le nazioni in cui si sono esibiti. I suoi piloti vengono considerati ovunque fra i migliori de] mondo. Nessun’altra pattuglia acrobatica riesce ad eseguire le figure armoniose, geniali, difficili e complesse che le «Frecce tricolori» hanno ideato per prime e continuato a proporre con ineguagliabile bravura agli spettatori e agli esperti di tutto il mondo. Ed è soprattutto per la notorietà e per l’abilità dei protagonisti che le tragedie come quella di oggi risultano ancora più difficili da spiegare e possono essere giustificate soltanto con l’improvviso concorso di circostanze imprevedibili.

La pattuglia acrobatica nazionale «Frecce tricolori» è stata costituita il primo marzo 1961. In precedenza, secondo una tradizione che datava dall’inizio degli Anni Cinquanta, erano le varie aerobrigate a fornire una pattuglia acrobatica nazionale, che operava per due anni, uno per l’addestramento e come riserva e uno da titolare. «Getti tonanti», «Tigri bianche», «Cavallino rampante», «Diavoli rossi», «Lancieri neri» sono stati i nomi di alcune delle più prestigiose pattuglie di quegli anni.

Dal 1961 l’iniziativa è stata affidata in permanenza alle «Frecce tricolori», con base a Rivolto del Friuli; nel frattempo la formazione, inizialmente di soli quattro velivoli, si è andata progressivamente arricchendo fino a giungere agli attuali dieci (nove di formazione e un solista). Dall’inizio del 1964 la pattuglia ha incominciato a volare sui Fiat G 91 Pan. Di recente è diventata il 313″ gruppo di addestramento acrobatico. I piloti in forza sono una ventina.

In media la pattuglia si esibisce in Italia e all’estero per 20-25 volte l’anno. Quando le condizioni atmosferiche sono buone e la visibilità è notevole la pattuglia esegue il «programma alto»; quando invece il cielo è coperto ripiega sul «programma basso», più raccolto e meno spettacolare. Dopo un decollo in formazione (due involi di cinque velivoli per volta) la pattuglia sfoggia un repertorio ricchissimo e originale: Schneider a destra e a sinistra; Tonneau lenti o veloci, in quattro tempi o in formazione a diamante; ventaglio; Looping con trasformazioni varie; passaggi a velocità minima con carrello estratto e infine la figura più famosa: la «bomba». Un atterraggio in due ondate conclude l’esibizione.

da Renato Rocchi, La meravigliosa Avventura – Storia del volo acrobatico, volume terzo, Aviani editore, pp. 183-184

Giovedì 14 marzo, una splendida giornata di sole, e Zardo programmava tre voli:
– ore 10.00 – allenamento acrobatico e di ambientamento nella formazione di “9”, con “leader” Zardo;
– ore 15.00 – allenamento acrobatico e di ambientamento nella formazione di “9”, con “leader” Gallus;
– ore 19.00 – inizio voli notturni – circuito “Alfa” – 5 coppie con decollo a 10 primi l’una dall’altra;
e Bonollo di pugno aggiungeva:
a termine volo: cena di gruppo al “Panteganon”.

Per l’occasione aveva preparato il cartello da inchiodare all’ingresso della mensa, e aveva impartito gli ordini in cucina per un “piatto rustico” firmato “Gigio”. E lui, anche, come cuoco, andava di fino.

Alle 15.15 locali, il secondo volo con la formazione di “9”.

La disposizione dei piloti:

Gallus
Gaddoni – Montanari
Palanca – Boscolo
Bonollo
Poffe – Senesi
Santilli

Prima di entrare nel programma, qualche passaggio ancora di ambientamento e di trasformazione, per mettere in sintonia la retroguardia: la coppia Poffe – Senesi con Santilli.

Doveva essere l’ultimo passaggio da Nord a Sud, quando, improvvisa, imprevedibile, la sciagura. La pattuglia era in perfetta formazione di “diamante”  e il “leader” ordinava la trasformazione a “dardo.”
I piloti stavano portandosi nella nuova posizione, quando il “7”, il velivolo di Poffe, toccava il “9”, il velivolo di Santilli. Giordano Senesi – precipito soltanto l’impatto – si “sganciava” tirando violentemente la destra. Sfuggiva per un miracolo all’urto.

I due velivoli piombavano incontrollati da una altezza di circa 1500 metri nella campagna di Beano.
Il G. 91 di Poffe esplodeva ancora in aria. Il pilota restava imprigionato, senza vita, nella carlinga.
Santilli azionava disperatamente il dispositivo per l’espulsione del seggiolino, ma non c’era tempo per salvarsi, ormai il terreno era troppo vicino.
I primi soccorritori lo trovavano privo di vita a qualche decina di metri dai rottami del suo caccia. Il paracadute semiaperto gli si era disteso sul corpo, come un pietoso, bianco sudario.

Santilli e Poffe, scapoli impenitenti, erano alle porte del matrimonio.
Una fine immatura. Che destino beffardo, cari, meravigliosi ragazzi!

da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale, anno 13 – n° 21 – 15/04/2011 – pag. 12-13

Desidero condividere con i Soci la lettera che ho ricevuto da Andrea POFFE perché è una vera dichiarazione di affetto per un Reparto che da 50 anni continua a suscitare emozioni ed orgoglio.
Assenzio GADDONI

Carissimo Presidente,
innanzitutto mi presento, sono Andrea POFFE e dal cognome avrai facilmente intuito cosa mi spinge a scriverti.
Sono il “nipote” di Ivano e “figlio” di Flavio.
Immagino che non sia facile per te ricordarti di me, in fondo mi hai visto che ero bambino o poco più. lo però ho ben chiaro e impresso dentro di me l’affetto profondo che aveva papà nei tuoi confronti in particolare e, più in generale, di tutti quelli che con !vano hanno fatto parte della famiglia delle Frecce Tricolori.
Non ho dubbi, quindi, che di lui ti ricordi e magari anche, di sfuggita, del bambinetto che aggrappato a lui veniva ad ammirare a bocca aperta quelli che nella fantasia di un bambino erano non meno che supereroi.
Sono purtroppo costretto a parlare di “papà” usando il passato, perché ci ha lasciati dopo una lunga battaglia lo scorso mese di settembre, pochi giorni dopo che io sono riuscito a partecipare al meraviglioso “50° Anniversario della PAN“, e immediatamente dopo, ad ordinare e portargli sul letto di ospedale il relativo volume celebrativo.
Quelle pagine sono state praticamente l’ultima cosa che ha visto coscientemente, e sapere che il suo ultimo sorriso sia stato per le immagini di qualcosa che ha tanto amato è per me e la mia famiglia molto importante ed in qualche modo consolatorio.
Papà se ne è andato, ma non se ne è andato il suo sentimento verso le Frecce Tricolori che è rimasto intatto dentro di me. Sono rimasti intatti l’orgoglio e l’emozione nel vederli volare, è rimasto intatto il senso di appartenenza a quella famiglia, e da adulto l’estasi del bambino ha lasciato il posto alla sconfinata ammirazione per gli straordinari professionisti che sono i Piloti e gli Specialisti, unita alla profonda partecipazione di chi sente ciascuno di loro, pur non conoscendoli personalmente, come fratelli.
Ed ora vengo alla ragione per cui sono qui a scriverti.
All’Anniversario a Rivolto avevo incontrato di sfuggita e dopo anni Luisa IANSA BORESTI. Ci siamo incontrati nuovamente qualche mese dopo a Verona in circostanze che non sto a descriverti. ma davvero tanto improbabili che mi risulta difficile non percepirlo come un segno. E’ stata Luisa a raccontarmi dell’esistenza del “Circolo della PAN” e a consigliarmi. se ne fossi stato interessato. di contattare direttamente te. Le ho risposto che non solo lo avrei fatto. ma che se avessi avuto la possibilità di farne parte sarebbe stato per me un onore enorme. oltre che un modo unico per onorare il ricordo di Ivano e di “papà “Flavio.
È quindi con questo spirito che sono ora a chiederti di considerare la mia iscrizione al Circolo.
Ti invio in allegato il modulo compilato in attesa di una tua risposta per poter eventualmente perfezionare il tutto con il versamento richiesto.
Perdona se mi sono dilungato un po’. ma come sempre mi capita quando anche solo si accenna alle Frecce Tricolori, le emozioni hanno avuto il sopravvento.
Ti saluto con affetto. anche da parte di “nonna” Maria che a 96 anni e dopo tutte le prove a cui la vita l’ha sottoposta. è una roccia e ancora perfettamente lucida e presente.
Andrea POFFE

Ten. PII. POFFE IVANO – Pony 7 (gregario Sx)
Deceduto il 14/03/1974 assieme al S.Ten. Pil. Sandro SANTILLI Pony 9 (2° fanalino) durante un volo di Addestramento Acrobatico nella formazione di “9” con “leader” il Cap. Pil. Antonio GALLUS.

Breve annotazione del Presidente del Circolo della P.A.N.:
Angelo Boscolo, Ivano Poffe ed io – “62° Corso A.U.P.C.” – alla S.V.B.A.A. di Amendola dormivamo nella stessa stanza (3 posti letto); dopo il conseguimento del Brevetto di Pilota Militare su Aviogetti, Angelo è stato assegnato al 13° Gr. del 32° Stormo di Brindisi, Ivano ed io al 103° Gr. del 2° Stormo di Treviso, tutti e tre su Fiat G 91 R e ci siamo salutati con la locuzione “I tre moschettieri”. Ho conosciuto mia “moglie” assieme ad Ivano che è stato mio “testimone di matrimonio” e “padrino” del mio primogenito. Nel 1972 Angelo ed io siamo stati assegnati al 313° Gr. A.A. “Frecce Tricolori” ed in autunno del 1973 ci ha raggiunto Ivano …. purtroppo, non ha avuto la fortuna di assaporare il cammino della “meravigliosa avventura”!

da paolaandreoni61.wordpress.com [ fonte ]

14 marzo 1974 Ore di intenso e generale cordoglio ha vissuto la nostra città per la perdita di uno dei suoi figli più cari e promettenti: Sandro SANTILLI sottotenente pilota della pattuglia acrobatica nazionale “Frecce Tricolori”.

La terribile notizia giunse in città ed ai genitori nel pomeriggio del 14 marzo 1974. Sandro Santilli era venuto a collisione sulla verticale di Reano in provincia di Udine, con un altro “Fiat G.91” pilotato dal pari grado Ivano Poffe. Ambedue i veicoli militari appartenevano alle “Frecce Tricolori” la famosa e spericolata pattuglia acrobatica nazionale.

Figlio del messo comunale Santilli, Sandro era entrato giovanissimo nell’aeronautica; ottenuto il brevetto di pilota, aveva conseguito il grado di sergente maggiore e da cinque anni era entrato nella pattuglia acrobatica. Con oltre duemila ore di volo al suo attivo, Sandro Santilli si era ben presto conquistato un posto da “titolare” nella formazione acrobatica dove i vari componenti sono selezionati con particolare durezza ed inflessibilità. Deciso a continuare nella carriera militare, si era messo a studiare ed aveva partecipato al concorso per passare ufficiale. L’aveva vinto e gli era stato concesso il grado di sottotenente; era in attesa di essere promosso di grado ed anche di sposarsi.

Una decina di giorni prima del fatale volo era tornato ad Osimo per una breve licenza.
I funerali con tante autorità civili e militari si svolsero ad Osimo. Tutta la nostra comunità  si sentì toccata e si unì al dolore straziante dei genitori.

Hanno scritto:
Sandro Santilli, una freccia tricolore nel cielo di Osimo. Un onore per tutti noi osimani! Lo sapete che a volte, quando l’attuale Pattuglia Acrobatica Nazionale passa in zona per i trasferimenti da nord a sud (o viceversa) passa sopra il nostro territorio in segno di saluto a Sandro che riposa al Cimitero Maggiore?” (Paolo Pesaresi).
Dal suo cielo dal suo mare… dall’alto ora ci saluterà… “ (Gloria Castellana).
Ricordo quando mi disse che era entrato a far parte della pattuglia” (Alida Suardi).

Il monumento dedicato a Ivano Poffe, Renato Restani e Andrea Bidoli in località Ronchi a Piombino Dese (PD)

Un’ala sul monumento ai piloti caduti

di Dario Guerra
da mattinopadova.gelocal.it, 28 maggio 2018 [ fonte ]

PIOMBINO DESE. Ieri a Ronchi la cerimonia di posizionamento di una semiala di un velivolo G91 dell’Aeuronautica Militare del 51° Stormo di Istrana (TV). La semiala dell’aereo militare già richiesta da qualche anno, per commemorare il ricordo dei piloti Andrea Bidoli e Renato Restani che il 14 ottobre 1972 con due velivoli decollati dalla base aerea di Treviso precipitarono al suolo, proprio a Ronchi. In quel luogo dopo qualche anno fu eretto un monumento a ricordo, e anno dopo anno, alla seconda domenica del mese di ottobre, la comunità cittadina si ritrova con le autorità militari del 51° Stormo dell’Aeroporto di Istrana e Treviso per commemorare quel triste sabato. Ieri mattina, alla cerimonia, erano presenti le autorità locali e tutte le associazioni del paese con i loro labari.

Tomba del Ten. Sandro Santilli a Osimo (AN)

Eventi del Club n° 18 di Montecassiano intitolato al Ten. Pil. Sandro Santilli

I migliori anni ... - con la mamma di Sandro Santilli, sig.ra Lucia Cedrati Santilli
(1 maggio 2010)

Un giorno insieme... - con Massimo Montanari e Pietro Purpura
(7 maggio 2011)

Donazione al Museo Aeronautico di Loreto degli oggetti del Ten. Sandro Santilli
(9 dicembre 2016)

Ringrazio Gianfranco Persichini del club n° 18 per l’invio delle foto qui sopra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.