Abbiamo volato sul Macchi MB-339, un gioiello della tecnologia aeronautica
di Giovanni Caprara
da Corriere della sera, 9 gennaio 1982, p. 10
Sull’aeroporto dl Venegono (Varese) la Macchi ha consegnato questa settimana Il primo esemplare del nuovo MB-399 alla Pattuglia Acrobatica Nazionale. Va così definitivamente In pensione li vecchio G-91. La prossima stagione delle manifestazioni che Inizierà In maggio durante la celebrazione dello sbarco del Mille a Marsala vedrà le Frecce Tricolori dell’Aeronautica Militare sul nuovo jet: Inizia un altro capitolo della storia della PAN.
Per un aeroplano essere assegnato alla pattuglia acrobatica vuol dire raggiungere un grande risultato: è passare alla storia. È toccato questa volta al Macchi MB-339, figlio tecnologico del famoso «macchino» MB-326 conosciuto nei continenti per essere stato costrutto in più dl ottocento esemplari e perché su dl esso hanno imparato a volare numerose generazioni di piloti militari. Padre di entrambi è l’ingegner Ermanno Bazzocchl cresciuto alla scuola dl un altro grande maestro aeronautico, Mario Castoldl, progettista degli idrocorsa della Coppa Schneider e di molti aerei del periodo bellico.
Il «339» sul quale oggi si addestrano a Lecce gli aspiranti piloti è stato ripulito del serbatoi posti alle estremità dell’ala, ha subito qualche lievissima modifica e tra queste l’installazione dell’apparato fumogeno ed eccolo verniciato con i nuovi colori della PAN pronto a continuare le imprese acrobatiche del G-91. Quanto sa fare lo ha dimostrato subito il capo collaudatore della Macchi, il comandante Franco Bonazzi, tracciando in cielo le prime scie rosee in un incrocio di looping e di tonneau.
È stato sempre in compagnia del comandante Bonazzi che qualche settimana fa abbiamo anche noi volato sul «339» seduti sul seggiolino posteriore riservato di solito all’istruttore. Rivestiti dl una tuta arancione con gli accessori che stringono gambe e pancia per neutralizzare le accelerazioni, casco e maschera per l’ossigeno, ci siamo ritrovati in cielo ad immaginare dal vivo l’esperienza quotidiana che questo jet offrirà agli uomini della pattuglia. Così abbiamo conosciuto la macchina oggi agli onori della cronaca. Ed i suoi segreti tecnici ce li ha raccontati Bonazzi che ha trasformato il velivolo da prodotto di fabbrica a strumento sicuro di
volo militare.
«Il 339 è docile — ci spiega — e maneggevole. Sa perdonare gli errori che gli allievi compiono inevitabilmente perché inesperti». Tutto questo però non nasce per caso ma è conseguenza dl una buona progettazione che sa valutare le necessita e sa scegliere le risposte tecniche adeguate. È In tal modo che un aereo prende forma: escono un certo spessore ed una certa freccia delle ali, una dimensione del timone, spuntano alette in coda per aumentare la stabilità nel pilotaggio. Così anche le condizioni più difficili che si possono verificare in volo possono essere affrontate con sicurezza. Ed è ancora così che il «339» stalla (quando l’effetto della portanza sulle ali non sorregge più il velivolo poiché la velocità scende al di sotto di certi valori) con progressività e dolcezza oppure non ha la tendenza ad entrare spontaneamente in vite, vale a dire a scendere con quel movimento Incontrollato a spirale che di solito è un pezzo forte delle manifestazioni acrobatiche.
Il risultato è stato che oggi il Macchi è uno degli addestratori più affidabili e tecnologicamente aggiornati In campo internazionale. Costa inoltre circa la metà del suoi concorrenti inglesi e franco-tedeschi, Hawk e Alphajet, e dl conseguenza anche la spesa per formare I piloti è molto più bassa. Con esso poi si può affrontare sia l’addestramento basico iniziale che quello avanzato. Anche il suo motore Rolls Royce Viper costruito in Italia dalla Fiat aviazione, è una versione di «massima sicurezza», potremmo dire, oltre a consentire decolli in spazi brevissimi, meno di 950 metri, ed elevate velocità in salita che si aggirano sul 92 metri al secondo. Su un milione di ore volate nei vari modelli Viper s’è verificato solo un caso nel quale l’aeroplano è andato distrutto per un’avaria al motore.
Nel volo compiuto abbiamo poi provato direttamente il prezioso valore della visibilità permessa al piloti dai posti scalati. Ciò è utile in addestramento, è fondamentale nelle missioni operative ed è un grande vantaggio anche per le piroette dell’acrobazia. Chissà che tutte queste doti non riservino qualche piacevole sorpresa negli spettacoli che la pattuglia ci offrirà.