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di Dario Chiarcossi
da “Il Ponte – Periodico del Codroipese”, anno V, n° 5, luglio 1978, p. 13

Il 12 luglio sull’aereoporto di Rivolto, durante un’esercitazione, si scontravano in volo gli aerei dei capitani Carrer e De Pauli, precipitando poi sulle pista. Purtroppo, mentre il Cap. De Pauli riusciva a toccare terra, con il suo paracadute riportando una serie di ferite non molto gravi, il capitano Carrer. data la quota non molto alta, e dato che il suo aereo si era inclinato su di un fianco, veniva proiettato con il suo seggiolino verso terra dove decedeva sul colpo. Poco dopo, benché la sciagura avesse avuto pochi testimoni, la notizia si è diffusa nel codroipese dove i membri della Pattuglia acrobatica nazionale sono molto conosciuti e stimati, suscitando vivo rammarico e commozione. Le stesse emozioni, la notizia, le ha suscitate anche in colui che vi scrive, che oltre che essere un appassionato di aerei, aveva avuto modo di conoscere, alcuni anni fa, Graziano Carrer e ne aveva riportato una profonda impressione. Era un uomo profondamente attaccato al suo lavoro, quasi “innamorato”, se mi è consentito il termine, e lo eseguiva, come del resto tutti gli altri membri delle Frecce Tricolori, con scrupolo e dedizione; verrebbe anzi da pensare cosa succederebbe se in altri settori ci si dedicasse al proprio lavoro con lo stesso scrupolo e la stessa dedizione!
Invece in Italia, in questi casi, l’unica cosa che ci si può aspettare è una interrogazione parlamentare sulla reale utilità e validità della Pan e sulle ingenti spese che il suo mantenimento comporta. E ciò è puntualmente avvenuto, il giorno dopo la sciagura, da parte del solito personaggio che, diventato onorevole dopo aver lasciato la Marina Militare, sembra che occupi il suo tempo prevalentemente preparando interrogazioni parlamentari su argomenti militari, ogni qual volta gli si presenta l’occasione, dimostrando però, a mio avviso, di essere o scarsamente e male informato, oppure di perseguire scopi non molto chiari. Non penso, in questi casi, sia necessario sprecare molto tempo per ribattere a costui. Basterebbe chiedere ai piloti a quali manifestazioni di affetto sono soggetti quando si esibiscono all’estero in rappresentanza della Italia, e la riconoscenza e la gratitudine che riservano loro soprattutto i nostri connazionali che lavorano fuori dai nostri confini.
È questa una riconoscenza ed una gratitudine ampiamente giustificata perchè la Pan è, a mio parere, l’unica espressione italiana di cui i nostri emigrati, ma anche noi, possono andare sempre ed ovunque giustamente fieri.
Se poi si vuole esaminare la reale utilità delle Frecce tricolori in termini di difesa, allora basterà ricordare che, da novembre a febbraio, affrontano tutte le forme di addestramento degli altri gruppi dell’Aeronautica militare italiana: sono dunque piloti e macchine in grado dí essere immessi in un reparto operativo da un giorno all’altro. Quindi il problema delle spese, altro argomento toccato dall’inneffabile onorevole, abbraccia tutto l’apparato militare italiano in generale. Ma, secondo me, solo la funzione di rappresentanza e di propaganda che la Pan svolge nelle manifestazioni aeree di tutta Europa, giustifica, e ampiamente la sua esistenza come gruppo acrobatico. Esaminando ora il problema del rischio, il pericolo di incidente, esso rientra nelle normali regole del volo, e per eliminarlo del tutto, non c’è che un modo, come ha detto recentemente il generale Mura: smettete di volare! Comunque, non sono certamente questi i tempi ed i modi di creare polemiche per una “istituzione” che è diventata parte integrante con il Friuli e la sua cultura; ma tant’è: da noi ci si sveglia solamente in queste occasioni, purtroppo!
Per finire, a me preme, in questo momento, ricordare Graziano Carrer come lo vidi l’ultima volta, il 2 luglio ad Aviano, dentro il suo G.91 disegnare nel cielo, con i suoi amici, i mille ricami e le figure che solo i nostri “ragazzi” riescono ad eseguire in maniera cosi superba ed impeccabile. Questo vuole essere il mio ultimo saluto a Graziano Carrer, il cui ricordo rimarrà sempre in me, ed insieme la speranza che le Frecce Tricolori continuino ancora per molti anni a solcare i nostri cieli con i loro aerei, sperando che in Italia di onorevoli come Accame ce ne siano pochi.

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