(Ultimo aggiornamento: )

di Massimo Tammaro
da 55 anni di emozioni.., a cura di Alessandro Cornacchini, 2015, p. 90

Ricordo quanto ogni momento della mia vita a Rivolto fosse bello per ogni sua sfumatura: la stagione delle manifestazioni in giro per il mondo, l’addestramento invernale con la selezione, l’arrivo e l’addestramento del nuovo pilota, la pianificazione con i ragazzi dell’ufficio tecnico, le P. R.

Al termine della mia seconda stagione da capo-formazione, durante la quale avevamo vinto il premio per il “Best Overall Display” a Fairford, c’era stato il 45° anniversario e ci accingevamo a disegnare nel cielo i cinque cerchi olimpici. Ho pensato che la nostra formazione fosse sufficientemente matura per provare a valutare l’inserimento di una nuova manovra! Cosa non facile, perché il programma della PAN era già stupendo, completo e ideale per rappresentare le doti di maneggevolezza dell’MB.339 e le capacità professionali dei nostri piloti. Ero, però, sicuro che avremmo potuto fare qualcosa, o almeno pensarci. Ricordo le serate passate a pensare e disegnare ipotetiche manovre, anche se sappiamo bene tutti che nulla di eccellente può essere fatto da soli.

Proprio per questo andai dal Comandante, il mio amico Paolo, egli dissi: «Capo, posso sparare una cazz…?». A Paolo piacevano le mie “sparate “, quindi mi disse: «Vai Piccolo Tony» (il mio soprannome alle “Frecce” Ci siete rimasti male? Semplicemente il “Piccolo Tony”; ebbene sì, non ci sono supereroi alle “Frecce”, ma solo persone normali che hanno tanta passione). «Capo mi piacerebbe lavorare ad una manovra nuova. Posso andare in volo a provare alcune manovre che ho disegnato per vedere quale potrebbe essere fattibile?». Ve la faccio breve; Paolo mi autorizzò, coinvolgemmo Rudy Barassi, allora “Pony 6″ uscente, Simone Pagliani e Andrea Rossi, il solista, poi tutti gli altri e iniziammo a lavorare seriamente a questo nuovo progetto.

C’eravamo dati un obiettivo e limiti ben precisi da rispettare: la nuova manovra doveva migliorare il programma senza incidere minimamente sulle figure precedenti e successive, dorera essere rispettosa della storia e non doveva essere una copia di una manovra già effettuata da altre pattuglie. Non avevamo molti spazi, l’unico era lavorare sull'”Aquila”, la sola manovra non a sviluppo verticale e l’idea fu di prendere spunto da uno dei miei tentativi di renderla verticale “tirando su” dopo il primo incrocio. Ancora oggi ricordo benissimo il giorno in cui durante uno di questi voli di prova Paolo disse a me e Rudy che se fossimo riusciti a “chiuderla” sarebbe venuto fuori un bellissimo cuore. Un cuore che fiorisce dal basso e abbraccia con calore tutti i presenti.

È nato così il “Cuore Tricolore”, presentata per la prima volta a Pratica di Mare nel luglio 2006 in occasione del rientro della nazionale di calcio campione del mondo a Berlino. Una manovra eseguita con la formazione da nove che, partendo dal basso, incrocia una prima volta poi va su, tira, tira di più per un secondo incrocio, questa volta in quota, per terminare con un ultimo incrocio, il terzo, che è a tutti gli effetti un abbraccio tricolore al nostro fantastico pubblico.

Una manovra che ancora oggi vedete magistralmente eseguita dalla Pattuglia Acrobatica e che vuole rappresentare proprio il nostro cuore, quello della nostra Italia.

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