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da Pagine di Difesa, 20 luglio 2005 [ link ]

Sabato e domenica scorsi le Frecce Tricolori si sono esibite al Royal International Air Tattoo, a Fairford, in Inghilterra, il più grande airshow militare del mondo e uno degli appuntamenti aeronautici più attesi per il 2005. Davanti a un pubblico di oltre 200mila persone, oltre 100 velivoli militari, tra aeroplani ed elicotteri, cinque pattuglie acrobatiche tra cui il fortissimo team inglese delle “Red Arrows”, hanno gareggiato sui cieli inglesi per l’ambito riconoscimento finale assegnato alla migliore esibizione aerea.

Al termine dei due giorni è stata proprio la Pattuglia acrobatica nazionale (Pan) a spuntarla su tutti gli altri. Il principe Faisal Ben El-Hussein di Giordania ha consegnato al team delle Frecce Tricolori il prestigioso premio – la cui denominazione ufficiale è “The King Hussein Memorial Sword” – la spada simbolo del proprio paese assegnata alla migliore dimostrazione aerea in memoria del defunto padre.
Un riconoscimento che la giuria inglese ha assegnato in particolare per la qualità dell’esibizione del leader della formazione italiana, il capitano Massimo Tammaro, per la professionalità dimostrata dall’intero team dell’Aeronautica militare, dai piloti, dai tecnici e dagli specialisti, e per la sicurezza con il quale i piloti delle Frecce Tricolori hanno condotto le manovre in volo, sempre entro i limiti imposti dagli organizzatori.
Non nasconde la propria soddisfazione il comandante delle Frecce Tricolori, il tenente colonnello Paolo Tarantino, per “un riconoscimento che – ha dichiarato a margine della premiazione – ci ha permesso di evidenziare ancora una volta le potenzialità del made in Italy e la sua capacità di primeggiare in contesti internazionali”.

Un’edizione, questa del 2005 dell’Air Tattoo, da sempre vetrina internazionale dell’attività aerospaziale, che parla soprattutto italiano, con i piloti dell’Aeronautica militare e le ditte italiane insieme per promuovere le capacità e i valori umani, professionali e tecnologici della nostra nazione a un vasto pubblico di appassionati e agli addetti internazionali del settore aeronautico.

Le performance all’airshow di Fairford dell’Aermacchi MB339, il velivolo su cui si addestrano i piloti militari italiani e che equipaggia le Frecce Tricolori, ben testimoniano questo felice connubio tra la creatività e le capacità dell’industria nazionale e la professionalità dei piloti dell’Aeronautica militare, capaci di miscelare in modo perfetto creatività, precisione e passione.

Passione che si evince dalle parole del capitano Tammaro, che ha dichiarato di essere “felice di primeggiare con il tricolore sul petto e pilotando un aereo tutto italiano sulle migliori aeronautiche del mondo, da quella inglese, spinta qui a Fairford dal numeroso pubblico di casa, a quelle statunitense, francese e spagnola”. Lo stesso entusiasmo che porterà tantissimi appassionati a Rivolto (Udine) il 4 settembre prossimo per la manifestazione aerea organizzata dall’Aeronautica militare in occasione dei 45 anni dalla costituzione delle Frecce Tricolori.

Unanimi i consensi anche dai responsabili dell’organizzazione dello air show inglese. Dal direttore generale dell’evento, Mr Tim Prince, che incontrando i piloti della Pan ha dichiarato: “Il vostro lavorare in gruppo, così come il nostro nel corso delle due giornate di manifestazione, hanno reso questo evento qualcosa di unico nella storia dei 35 anni dell’Air Tattoo”. Les Garside-Beattie, responsabile della manifestazione aerea, ha aggiunto: “Faccio parte da anni del comitato che si occupa della sicurezza del volo negli air show e ho visto tantissime esibizioni. La vostra di oggi per me è stata oltre che la più spettacolare anche la più aderente ai criteri di sicurezza che sono alla base del mio lavoro”.

Foto 4 di JaffaPix

Una premiazione speciale

di Massimo Tammaro
da “55 anni di emozioni..”, a cura di Alessandro Cornacchini, 2015, p. 140

Luglio 2005, tardo pomeriggio, è da poco iniziato l’Hangar Party (festa conclusiva tipica di ogni air show) dell’AirTattoo di Fairford UK — una tra le più grandi manifestazioni aeree del mondo (The World’s Greatest Airshow — Fonte Sito Ufficiale Air Tattoo) — e io, che mi trovavo nel piazale antistante all’hangar, ho in mano una freschissima birra bionda quando sento «Massimo, Massimo!». Era Andrea Saia, Ufficiale P.R, che tutto trafelato mi stava chiamando: «Vieni vieni, dov’è il Capo?, (Paolo Tarantino, il Comandante).

Ma che cosa era successo? Avevamo vinto il premio più prestigioso dell’air show più importante del Mondo; un premio che la Pattuglia non aveva mai vinto prima: “The King Hussein Memorial Sword” — Presented in memory of the late HM King Hussein, Patron of the International Air Tattoo for the Best Overall Flying Demonstration”! Incredibile! Ero stato chiamato sul palco e in mia assenza era salito Andrea Saia che aveva personalmente ricevuto il premio dal Principe di Giordania e ora era venuto a cercarci per andare a fare una foto tutti insieme con la sciabola.

Immagino vi starete domandando come mai non eravamo presenti alla premiazione! Il motivo è che quel premio normalmente non veniva mai assegnato alle pattuglie militari più grandi per non generare uno spirito di competizione potenzialmente pericoloso, ma quell’anno il RIAT Flying Control Committee, che tiene in consideraione l’accuratezza delle manovre e il rispetto delle regole, aveva deciso di fare un’eccezione! Da qui la simpatica foto sulla brochure dell’anno successivo dell’Air Tatto che ritrae Saia sul palco che riceve il premio mentre la didascalia parla di me. Ebbene sono contento anche di questo perché non è mai merito solo dei piloti se le “Frecce Tricolori” raggiungono sempre risultati di eccellenza, ma di tutta la squadra e Andrea era un degno rappresentante di tutti i ragazzi delle “Frecce” che hanno permesso il raggiungimento di un traguardo così unico.

Un avvenimento straordinario con un finale rocambolesco che ha lasciato un segno nel mio cuore.

Best Overall Flying Display - R. I. A. T. 2005

da Massimo Tammaro, Sogno, dunque rischio, 2019, Historica, pp. 49 e segg.

Luglio 2005. Fairford, nel Gloucestershire, Inghilterra. Royal International Air Tattoo. La più grande manifestazione aerea del del mondo. Non siamo mai completamente soddistatti del nostro lavoro, curiamo il dettaglio, ricerchiamo sempre la perfezione ma ogni tanto è giusto riconoscere i risultati ottenuti, dà carica e motivazione e questo è stato uno di quei casi.

Esaltazione no, entusiasmo si!

La nostra esibizione è stata tantastica e ne abbiamo avuto la prova. Me ne sono reso conto già durante il volo, come leader della formazione. I nostri Aermacchi MB339 hanno offerto uno spettacolo di perfetta sincronia.

Ci sono pertormance che nascono e si sviluppano in una sorta di atmostera magica. Ogni gesto di ciascun Pony e ogni manovra della formazione trovano la loro espressione massima. Non ci sono spiegazioni razionali. Accade. Accade e la vivi come qualcosa di irripetibile. L’incanto della perfezione.

Adesso che siamo atterrati, la consapevolezza di ciò che abbiamo fatto è piena. Siamo usciti dagli abitacoli dei nostri aerei con l’adrenalina che ci satura ancora cuore e cervello. Ci dirigiamo verso l’hangar che ci è stato assegnato. Ci diamo pacche sulle spalle. Sorridiamo tra noi. Nessun commento. Solo grande soddisfazione.

Il Royal International AirTattoo è il più celebre airshow mondiale. Una vetrina unica.

Ci hanno invitato. Ne siamo stati orgogliosi. Abbiamo lavorato duro per essere al meglio. Volevamo esprimere tutte le nostre qualità, tutto il lavoro fatto nelle lunghe sessioni invernali di preparazione a Rivolto. Ci siamo riusciti. Siamo stati straordinari.

Abbiamo spaccato, per dirla direttamente.

Abbiamo volato sulla testa di diverse centinaia di migliaia di spettatori, incantandoli con le nostre manovre. È stato come urlare dall’alto “Guardateci! Siamo le Frecce Tricolori, la migliore pattuglia aca acrobatica del mondo. Siamo la dura fatica quot e l’addestramento capillare che si coniuga con la creatività italiana”. Perché è questo che siamo. Lo siamo senza alcun dubbio.

Paolo Tarantino, il nostro comandante, mi viene incontro e mi abbraccia.

«Siamo stati tantastici, Massimo. Questa volta ci siamo superati.»

«Siamo stati le Frecce Tricolori, capo. Siamo solo stati le Frecce Tricolori» gli rispondo, con un velo di commozione che mi ta tremare la voce.

Un tardo pomeriggio inglese. Fa caldo. Niente tè delle cinque, ma un Hangar Party da urlo.
Spettacoli e premiazioni.
Altri spettacoli e altre premiazioni.

Ci sono lunghi tavoli imbanditi con ogni ben di Dio. Cibi e bevande apparecchiati come soltanto gli inglesi sanno fare. Pura scenografia geometrica.

C’è bella gente. Nobiltà anglosassone. Politici di ogni parte del mondo. Uomini e donne in tiro per il party e per le foto, scattate a raffica da un esercito di fotografi.

Dopo un po’ esco all’aperto e mi dirigo verso gli stand allestiti con immense griglie.
L’odore appetitoso delle salsicce sfrigolanti mi entra nel naso.

Prendo una bottiglietta di birra. È freschissima. Mi sento a mille. Les Garside-Beattie, il responsabile del- la kermesse, ha fatto pubblicamente i complimenti alle Frecce Tricolori e ha detto che la nostra esibizione, oltre a essere la più spettacolare tra tutte quelle che si sono succedute nel cielo sopra Fairford, è stata anche quella più aderente ai criteri di sicurezza che devon essere alla base di ogni esibizione di una pattuglia acrobatica. Superiori anche alla inglesissima Red Arrows!

Che onore!

E poi anche mister Tim Prince, membro fondatore e attuale Direttore Generale della manifestazione, ha voluto elogiare la nostra pattuglia per la capacità di lavorare in squadra. Sono felice ed emozionato.

«Massimo, Massimo!»

È Andrea Saia, mio grande amico e Capo dell’Ufficio Relazioni Esterne. Siamo arrivati insieme e insieme siamo cresciuti nelle Frecce Tricolori. Da quando ci siamo incontrati per la prima volta ci siamo subito piaciuti. Amici. Di quelli veri.

Mentre si avvicina gli sorrido e alzo la bottiglietta di birra come a fare un brindisi. Mi accorgo che è preoccupato. Gli succede molto di rado.

«Cosa c’è?» gli chiedo.

«Dov’è il capo? Hai visto Paolo?» mi fa lui senza rispondermi.

«Qui in giro a rilassarsi, come tutti..»

«Troviamolo… ma facciamo presto! Ci aspettano. Ci aspettano, capisci?»

«Veramente no, Andrea… chi ci aspetta?»

«Abbiamo vinto! Massimo, abbiamo vinto!»

«Non capisco… non siamo venuti qui a fare una gara… cosa abbiamo vinto?»

«The King Hussein Memorial Sword! La spada che viene assegnata alla miglior esibizionedella manifestazione.. Best overall Display, il premio dato in memoria del re Hussein.»

«Scusa Andrea, ma quel premio non viene mai assegnato alle pattuglie acrobatich più grandi… lo sappiamo tutti e due… per non generare uno spirito di competizione che potrebbe diventare pericoloso…»

«Troppo bravi, siamo stati troppo bravi! Quest’ anno il RIAT Flying Control Committee, che tienein considerazione l’accuratezza delle manovre e il rispetto delle regole, ha deciso di fare un’eccezione… un’eccezione per noi. Capisci Massimo? Per noi! È una cosa che non si è mai verificata prima nella storia del Royal Air Tattoo!»

Mi rendo conto in una frazione di secondo. Un’altra botta d’adrenalina si diffonde nel mio corpo.

«Dobbiamo trovare subito Paolo» dico ad Andrea, poi gli chiedo: «Quando ci sarà la premiazione?»

Andrea sgrana gli occhi. Compare un largo sorriso sulla sua faccia simpatica. «La premiazione c’è già stata, veramente» mi risponde allargando le braccia. «Hanno chiamato te e Paolo, il leader e il comandante delle Frecce. Vi hanno chiamato due volte. Vi ho cercato. Non vi ho visto. Allora sono salito io a ricevere il premio… che dovevo fare? Mi ha premiato il Principe di Giordania… mi sono pure emozionato.»

Ho un attimo di sbandamento. Ci hanno chiamato sul palco e non c’eravamo né io né Paolo!

«Hai fatto bene. Andrea… certo che hai fatto bene…»

«Adesso però il principe vuole fare una fotografia con tutta la pattuglia. Una bella foto tutti insieme con la sciabola. Tutti gli altri soci sono già pronti. Mancate tu e Paolo.»

Novembre 2005. Base di Rivolto. L’inizio della stagione di preparazione. La soddistazione per il risultato ottenuto al Royal Tattoo di Fairtord è ancora piacevolmente dentro ciascuno di noi. Oggi ne abbiamo parlato durante il pranzo. Abbiamo anche scherzato sull’episodio della premiazione.

In una fotografia che compare nell’elegante brochure pubblicata dall’organizzazione, c’è Andrea sul palco che ritira The King Hussein Memorial Sword direttamente dalle mani del Principe di Giordania. Nella didascalia sotto la foto c’è scritto che l’uomo che sta ricevendo il premio è Massimo Tammaro, leader delle Frecce Tricolori. Ci abbiamo riso di gusto.

Subito dopo ho pensato che quella foto aveva qualcosa di speciale.

Quella foto nata da un contrattempo raccontava lo spirito delle Frecce Tricolori. Non è mai merito solo dei piloti, del leader o del comandante se le Frecce raggiungono risultati d’eccellenza. Ogni successo è frutto del lavoro della squadra, di tutta la squadra, dal primo all’ultimo uomo e del valore della loro diversità e della loro capacità di confronto costruttivo.

Andrea Saia, su quel palco, era uno straordinario rappresentante di tutti i ragazzi delle Frecce che avevano permesso il raggiungimento dl un traguardo così unico come quello raggiunto al Royal Air Tattoo di Fairford.

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