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A Rivolto del Friuli hanno la loro base le famose Frecce Tricolori, i 10 migliori piloti dell'Aeronautica militare italiana specialisti nel volo di gruppo

di Raffaella Piovan
da “Meridiani – Friuli Venezia Giulia”, anno 14, nov 2001, n° 103

Velocissimi e stretti in formazione sfrecciano nel cielo inseguiti dai pensieri degli spettatori. Sibilano, pungendo l’aria a velocità subsonica, lasciandosi dietro i loro fumi tricolori. Pausa. Rumori attutiti. Il suono dell’unico motore che sta solo davanti agli occhi sgranati. Attesa. Una decelerazione che sembra impossibile. Lento, adagio, dolcemente, il solista riempie il vuoto del palcoscenico con l’immensità della sua bravura. A Rivolto del Friuli, in provincia di Udine, nella base aeronautica delle Frecce Tricolori, orgoglio e vanto tutto italiano.
Sono giovani, questi dieci piloti esperti – i migliori dell’Aeronautica nati tra il 1965 e il 1971. Sono stati scelti con una cura meticolosa per la loro abilità e il loro coraggio, ma anche per la loro capacità di stare in gruppo. Qui, infatti, dove la vita di ciascuno è davvero stretta tra le mani compagno, l’unica parola d’ordine è “armonia”. Sono tutti amici, compagni di vita in terra e in aria, e hanno tutti una caratteristica che li accomuna: l’istinto del volo di gruppo. Non c’è strumento che tenga quando bisogna calcolare la distanza da un’ala all’altra, di un muso dalla coda. L’unico mezzo affidabile è l’occhio umano e non è una cosa che s’impara tanto facilmente. Ci si nasce.
L’idea della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare prese forma nella vicina Campoformido, negli anni Venti del Novecento. Il Fougier, comandante del 10 stormo, di stanza nella cittadina friulana, tanto fece che riuscì a ottenere dall’allora Regia Aeronautica la costituzione di pattuglie di caccia che allenassero piloti di altissimo livello e dimostrassero come si potessero sviluppare al meglio le potenzialità dell’aeroplano padroneggiando in assoluto ogni assetto di volo. Con gli altisonanti nomi di Diavoli rossi o Lancieri neri, allora, si formarono in diversi reti di caccia pattuglie specializzate che confluirono, nel 1961, nell’unica pattuglia Nazionale Acrobatica (la cosuddetta P.A.N.) formata dagli elementi capaci. E, proprio a Rivolto, venne creato il 3l3° Gruppo Addestramento Acrobatico “Frecce Tricolori”.
Nove aerei, oltre a quello del solista, che formano la più numerosa pattuglia acrobatica del mondo, durante le esibizioni riempiono l’orizzonte friulano, italiano o mondiale con 25 minuti di bravura pura. Gli MB339, gli italianissimi biposto blu, con il tricolore che spicca sulla fusoliera, compiono docilmente le 36 figure previste dal programma: 18 compiute dalla formazione e altrettante dal solista, il cui compito è quello di spingere al massimo l’aereo per mostrare tutto quello che può fare.
Lo scenario è il seguente: mentre la voce dello speaker descrive con accuratezza agli spettatori le varie fasi dell’esibizione, in modo da dare almeno un ‘idea delle sensazioni che provano i piloti, la pattuglia inizia le manovre a 600 chilometri orari. Si forma un diamante (o un rombo), le punte delle ali che paiono toccarsi. Si allontanano di poco – e questa è un’altra caratteristica unica nel genere, il volo sempre in vista dello spettatore, senza tempi morti -, mentre il solista si alterna a loro, tenendo accesa l’attenzione eseguendo il lomçovack, una figura difficilissima che fa sembrare l’aereo una foglia leggera che si stacca dall’albero. I compagni stanno tornando. Sono pronti per un tonneau, ovvero una rotazione completa dell’aereo lungo il suo asse longitudinale, e frullano a soli 750 metri dal suolo nel punto più alto. Visibilissimi, dunque, e pronti a schivare i maggiori pericoli della bassa quota. L’accelerazione è fortissima, in un istante si possono r aggiungere i 7,5 G (l’unità di misura della forza di gravità), se il pilota alza la testa vede vece del cielo. La tuta “anti-G” – composta da una serie di camere d’aria che comprimono l’addome e le gambe, in sostanza per ridurre il fluire e defluire del sangue nel corpo – stringe e mentre si esegue la figura bisogna già impostare la posizione per la trasformazione seguente. Le Frecce disegnano nell’aria i tratti eleganti del looping, il giro della morte, che fa restare con il fiato sospeso anche lo spettatore più smaliziato, o compiono le strettissime virate schneider, spettacolari. Poi si passa alla “bomba”, una delle figure più d’effetto: è una simulazione d’attacco con nove velivoli che piombano sul campo e si no in nove direzioni diverse, dileguandosi in un attimo. Efficace, di una precisione adamantina, questa manovra, come le altre, è stata pensata per prima come azione di guerra, poiché le Frecce in tutto e per tutto un reparto militare, e possono essere richiamate per azioni, con i caccia, di attacco al suolo. E come ogni reparto che si rispetti hanno un comandante che contrariamente a quanto si penserebbe, è l’uomo di punta della formazione. L’undicesimo che, invisibile ai più, orchestra con maestria da terra, via radio – gli unici che possono parlare in volo sono lui e il leader -, la sinfonia del volo. L’unico ad avere la visione globale. Poi c’è il leader, il capo indiscusso della formazione in volo: anzi altra peculiarità, nelle Frecce ce ne sono due. La spiegazione è semplice: dato che questa pattuglia è l’unica pattuglia al mondo che si separa in due, per eseguire alcune figure simmetriche il “primo fanalino”, ovvero pilota numero sei, il centro del diamante, prende con sé quattro aerei, mentre il leader vola con gli altri. “In qualità di Capoformazione ho il compito di pianificare, coordinare ed eseguire tutto il programma acrobatico con armonia e precisione. Nel mio volo cerco costantemente il giusto compromesso tra agevolare i gregari nel mantenimento delle posizioni e rispettare la geometria e sincronia delle evoluzioni”, dice il neopromosso maggiore Paolo Tarantino. Tanti vorrebbero essere al suo posto, ma solo uno o due piloti ogni addestrati dalle Frecce, nel periodo invernale, per arrivare al 1° maggio pronti per stupire, ancora una volta, il mondo degli appassionati di volo.

Da sinistra: una spericolata figura delle frecce Tricolori (Rivolto) – Una spettacolare esibizione nei cieli friulani (scampanata)
In tutto sono trentasei le figure previste dal programma della pattuglia, diciotto compiute dalla formazione e altrettante dal solista
Fabrizio Bovi, giornalista della rivista specializzata “Volare” – Un’immagine di un aereo in volo rovescio sul Friuli Venezia Giulia

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