Ultimo aggiornamento: 8 Giugno 2021
In margine al salone aeronautico
Con una serie di interessanti manifestazioni Torino ha cercato di costruire un centro di incontro per i problemi dell'aviazione - La città piemontese vuole inserirsi fra il salone di Parigi e la mostra di Hannover
di Armando Silvestri
da Corriere della Sera, 8 giugno 1964, p. 5
DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Torino 7 giugno, notte.
Gli sviluppi che le giornate aeronautiche torinesi hanno assunto dopo l’inaugurazione del Salone internazionale aeronautico hanno dato alla mostra vera e propria il carattere di fulcro intorno al quale iniziative diverse, ma tutte nell’ambito aviatorio, venivano a raccogliersi per creare un « clima aeronautico » suscettibile di allargarsi ben oltre la semplice iniziativa espositiva. In altre parole Torino, intraprendendo questa nuova e non facile impresa, ha voluto offrire all’Italia e all’Europa un insieme di temi aeronautici proiettandosi al di là delle ambizioni consuete ad una esibizione.
Attorno a quanto ordinato nel palazzo di Torino-Esposizioni e sul campo di volo di Caselle, la settimana iniziata il 30 maggio, ha visto il succedersi di una dozzina di manifestazioni varie, che hanno portato nella città piemontese gruppi molto vari, ma tutti qualificati, di persone che per l’aeronautica e dell’aeronautica hanno fatto ragione di vita. Questo concetto forse non nuovo, ma qui sviluppato nell’intento di dargli preminenza sui semplici motivi della mostra aeronautica, ha caratterizzato l’iniziativa torinese fissando su di essa l’attenzione degli ambienti specializzati ed in buona parte anche del pubblico.
Ambizioso concetto
Questo risultato è stato appositamente perseguito non tanto per la ricerca di una affermazione, ma — come ci è stato dichiarato — nell’intento di acquisire alla manifestazione torinese un carattere proprio ed un « peso » suscettibili di portarla sul piano di trattative concrete con le altre analoghe attività europee.
Si è detto che le mostre aeronautiche sono troppo frequenti, ciò che è innegabile; aggiungiarno che esse, escludendo quella britannica di Farnborough che ha carattere nazionale, hanno ancora statuti molto differenti anche se con caratteristiche non eccessivamente differenziate. In questo settore si è stabilito da qualche tempo un dialogo franco-tedesco; Torino ha cercato con l’iniziativa di quest’anno di inserirsi in questo dialogo non nella forma di un terzo incomodo, ma con l’intenzione di dire una parola nuova, e di costituire per il bacino mediterraneo, la cui evoluzione è ancora in atto, un punto di riferimento e un centro di incontro aeronautico. Il concetto, certamente ambizioso, è chiaro: pur conservando le rispettíve proporzioni, Torino può, e vuole, inserirsi fra il Salone di Parigi ricco di tradizione e su un piano di confermata universalità, e la Mostra di Hannover, che dinamicamente si è imposta nel settore nell’Europa centrale. La realtà di questo primo sforzo torinese, se considerata sotto il profilo di « premessa » ora delineato, riscatta molte delle insufficienze qualitative e quantitative già rilevate, ed afferma il diritto ad una discussione sul piano organizzativo delle future esposizioni. Perchè infatti di una discussione c’è bisogno per distrlbuire nel tempo non solo gli oneri ai quali sono chiamati gli industriali, ma anche la cadenza della produzione, che non può, a distanza di semestri e annuale, offrire al pubblico prodotti evidentemente differenziati.
A questo carattere di premessa Torino ha aggiunto immediatamente quello di polo magnetico di iniziative varie e tutte importanti. Citeremo di passata la riunione dei giornalisti aeronautici italiani e quella del pionieri italiani dell’aviazione, nè ci soffermeremo sul convegno di studi organizzato dalla associazione italiana di aeronautica, la proiezione di film aeronautici e astronautici (anche se consideriamo importante la apparizione di « Una storia scritta nel cielo », l’inaugurazione del mausoleo del caduti dell’aeronautica, lo scoprimento del cippo – ricordo sul campo di Mirafiori, culla dell’aviazione militare italiana, pur rivestendo ciascuna di queste cose un suo aspetto profondamente evocatore e funzionalmente positivo. Preferiamo mettere l’accento sui convegni internazionali che caratterizzano appunto l’intento polarizzatore delle giornate torinesi.
Prima in ordine di tempo di queste manifestazioni è stato il congresso del comitato internazionale di assistenza aeronautica che ha riunito rappresentanti di sedici Paesi appartenenti a tre continenti, e nel quale si sono discussi i rapporti fra mezzi di volo e mezzi di assistenza e di organizzazione a terra. Importa rilevare che questo congresso si è svolto in modo così soddisfacente da fare auspicare e proporre una sua ripetizione alle prossime mostre torinesi di cadenza biennale.
Ancora più importante, perchè caratterizza una iniziativa sul piano N.A.T.O., destinata a rafforzare tutti quei vincoli di coesione occidentale che il travagliato periodo del dopoguerra ha proposto ai popoli europei, e non solo ad essi, deve considerarsi il congresso internazionale dei presidenti delle associazioni arma aeronautica dei Paesi N.A.T.O., al quale hanno partecipato belgi, canadesi, francesi, tedeschi, greci, inglesi, americani e turchi oltre naturalmente gli italiani.
In un convegno improntato a profondo cameratismo è stata decisa la costituzione di una federazione delle associazioni di riservisti aeronautici, che diverrà fatto compiuto dopo le ratifiche necessarie da parte dei diversi collegi deliberanti. Queste attività, insieme alla visita di numerosi capi di stato maggiore stranieri (fra cui diversi del nuovi Stati africani per i quali l’iniziativa torinese vuole costituire invito ed incentivo al progresso aeronautico), sottolineano il felice inizio dell’impulso internazionale delle giornate torinesi.
Ed ancora bisogna ricordare che insieme al Salone è stato inaugurato il « Centro di raccolta e di documentazione storica e tecnica », come l’ha definito il ministro Andreotti, che costituisce il nucleo di partenza di un museo dell’aeronautica di cui in Italia si parlava da anni e che finalmente ha trovato in uno dei suggestivi padiglioni costruiti per « Italia ’61 » una sede degna per aspetto architettonico e posizione geografica, dato che molte delle memorie che vi saranno raccolte traggono radici dalla tradizione torinese. Museo e Salone possono apparire oggi, ma ancor più saranno domani, aspetti inscindibili di uno stesso fatto straordinario, l’evoluzione dell’aeronautica.
Le fumate tricolori
Ed Infine, nella giornata di chiusura che costituisce, come in tutte queste manifestazioni, il saluto formulato attraverso la viva presentazione in volo dl tutte le macchine in campo, vogliamo ricordare non tanto il Giro aereo dei castelli piemontesi, anche se si tratta di una suggestiva manifestazione sportiva, ma il confronto fra pattuglie acrobatiche e i virtuosi isolati di diverse nazioni (Olanda, Francia, Svezia e Italia), che rinnovano nel cielo di Caselle la tradizione di una sfida cavalleresca atta ad entusiasmare il pubblico.
Pubblico che, se non del tutto immemore, ha avuto modo di salutare nuovamente, dopo un quarto di secolo, la pattuglia acrobatica italiana montata su aeroplani italiani. Un avvenimento che ancora cinque anni fa poteva sembrare sogno senza speranza di realizzazione, e che oggi vediamo rinnovato attraverso un velivolo che esce dalla stessa officina dalla quale i biplani del 1939 erano usciti, e che rinnova con altri uomini la tradizione di un ardimento, di una estrema audacia, di una precisa tecnica, che sono sempre uguali, perchè patrimonio dello stesso popolo.
Le grandi fumate tricolori che i Fiat G-91 Pan hanno tracciato nel cielo di Caselle dobbiarno considerarle non come il festoso segno di chiusura di una densa serie di manifestazioni aeronautiche varie e interessanti, ma come la premessa di un più fecondo sviluppo dell’iniziativa odierna ideata per portare l’Italia aeronautica nuovamente sul piano già raggiunto dalle altre nazioni.
da Renato Rocchi, La splendida avventura – La storia del volo acrobatico, vol. 3°, p. 64
■ 7 giugno – aeroporto Torino-Caselle
● “1° Salone Internazionale dell’Aeronautica”
● organizzazione: Aero Club Torino
● programma
: in una giornata calda e umida, davanti a 200.000 spettatori, il via ad un “air-show” a dimensione FIAT, con un parco velivoli nella Mostra Statica da incantare l’appassionato e il cultore e con un programma di volo che prometteva emozioni.
Nella rassegna non potevano mancare le presentazioni del G.91, il fiore all’occhiello della FIAT – alla cloche il pilota collaudatore della Casa torinese, il Com.te Sanseverino, dell’MB 326 – pilota Cap. Sensi e del P.166 – pilota Ten. Col. Spinelli, nonché il più ammirato in mostra statica, l’Hercules C.130.
Dopo l’esibizione di 2 Mirage III de l’Armée de l’Air e dei “Whisky Four” – la pattuglia acrobatica della Netherlands Air Force – ecco a chiudere la kermesse le “Frecce Tricolori” con la formazione di “9 G.91”, in prima assoluta, con un programma incisivo, esaltante.
Applausi a scena aperta nell’esecuzione del “doppio tonneau” e della “bomba”, con l’incrocio a 3 quote differenti.
Assalto ai piloti, appena raggiunto il parcheggio. Poi il saluto e il grazie del Capo di Stato Maggiore, Gen. Aldo Remondino e dell’avv. Gianni Agnelli, Presidente della FIAT e dell’ Aero Club di Torino.
Finalmente una giornata dedicata al volo, degna della città che ha dato i natali all’aviazione italiana.
La disposizione dei piloti nella formazione:
Cumin
Giardini – Linguini
Ferrazzutti – Anticoli
Turra
Goldoni – Barbini
Liverani
da
Torino ha ospitato dal 31 maggio al 7 giugno il Salone internazionale dell’Aeronautica, Presidente l’Ing. Giovanni Nasi. Vi hanno partecipato oltre 300 espositori appartenenti a 12 Nazioni.
Nel grande stand al Salone, la Fiat Aviazione ha presentato una rassegna imponente del suo ciclo completo di produzione – dalla progettazione al collaudo – di motori, aerei, elettronica. In altro settore la Fiat ha esposto attrezzature e mezzi aeroportuali: sgombraneve, elevatori, gru a cesto, allestiti su gruppi, e vei-coli di normale produzione.
Nel quadro del Salone dell’Aeronautica, sempre affollatissimo, si sono svolti il Giro aereo dei Castelli piemontesi, organizzato dall’Aero Club di Torino presieduto dal Dott. Giovanni Agnelli, ed una grandiosa « Festa dell’Aria » a Caselle. Duecentomila persone hanno ammirato le emozionanti esibizioni dei velivoli ed i virtuosismi dei piloti, tra cui bravissimi quelli della Pattuglia acrobatica italiana con i Fiat « G 91 PAN ».
Su Torino, culla dell’Aeronautica italiana, anche numerosi raduni, congressi, manifestazioni e cerimonie hanno attirato l’attenzione internazionale. Convenuti a Torino i Presidenti nazionali delle Associazioni aeronautiche della Riserva del Paesi della NATO ed i Superstiti della Coppa Schneider.
Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale Aldo Remondino, ha consegnato al Prof. Valletta la targa ricordo degli Aviatori d’Italia alla Fiat, recante l’emblema della Pattuglia acrobatica italiana: significativo riconoscimento del contributo dato dalla Fiat, fin dalle origini, allo sviluppo ed al prestigio della nostra Aviazione. Al Presidente della Fiat, all’Ing. Bono e al Prof. Gabrielli sono inoltre stati consegnati dal Generale della Squadra aerea della Riserva e presidente della Associazione Nazionale Arma Aeronautica Aldo Urbani i distintivi di Socio benemerito.
La « Settimana dell’Aria » a Torino si è conclusa con la consegna alla nostra città – da parte dei pionieri dell’aviazione e di una folta delegazione di ex piloti – di un cippo eretto sul luogo dove un tempo era il campo d’aviazione di Miraflori, la prima e principale fucina dell’Aeronautica in Italia. Nel corso della cerimonia il Sindaco Ing. Anselmetti ha esaltato la tradizione aviatoria di Torino. Inaugurato anche, con solenne cerimonia, alla quale intervennero autorità e personalità cittadine, il Mausoleo del Caduti dell’Aeronautica.
Foto 1 di Marco Farè