Prova di alta efficenza dell'aviazione militare
La manovra, in gran parte « a fuoco » è stata compiuta con pieno successo - Dimostrazione di « rapida partenza » e carosello di annientamento su bersagli speciali - Spettacolare esibizione acrobatica
di Armando Silvestri
da Corriere della Sera, 26 maggio 1965, p. 5
DAI NOSTRO INVIATO SPECIALE
Rivolto. 25 maggio, notte.
Alla presenza del presidente della Repubblica, Saragat, che era accompagnato dal ministro della diftsa e da numerosi parlamentari, si è svolta oggi nel cielo del Friuli la maggiore esercitazione dell’aeronautica militare, intitolata Luce 65. Essa è stata organizzata dalla prima regione aerea, sotto la responsabilità del generale Giachino; vi hanno preso parte reparti di tutte le specialità, concentrati nella zona prescelta, costituita dall’aeroporto di Rivolto e dal poligono di tiro sul grato del Cellina nella zona di Maniago. Assai di rado ci è capitato di assistere ad una esercitazione di reparti militari, con una cospicua parte « a fuoco », condotta con tanta cronometrica precisione. Chiara è stata la dimostrazione di alta capacità tecnica ed efficienza operativa.
La esercitazione Luce 65, pur facendo parte integrante del ciclo addestrativo dei reparti dell’aeronautica militare, era stata impostata proprio col criterio di offrire al capo dello Stato una sintesi del livello tecnico raggiunto dai reparti. L’esercitazione aveva due fasi principali i cui teatri erano rispettivamente l’aeroporto di Rivolto per la prima, ed il poligono dell’aeronautica a Maniago per la seconda. La prima parte, costituiva una presentazione dei mezzi e una dimostrazione delle loro capacità: era impostata sul tema generale dell’esercitazione, e quindi condotta come una fase di rapida partenza di reparti aerei chiamati ad intervenire per una « pronta reazione », ad una minaccia esterna.

Udine: il presidente Saragat, che è seguito dal ministro Andreotti, passa in rassegna un picchetto d’onore.
(foto dell’articolo qui riportato)
Dopo che il capo dello Stato ebbe passato in rassegna il nutrito schieramento di mezzi, allineato su oltre tre chilometri di pista e costituito da aliquote dei diversi reparti, si sono succedute le varie fasi dell’operazione di partenza. Hanno spiccato ii volo ventiquattro aviogetti da ricognizione e attacco « RF-84F », (di cui quattro con l’assistenza di razzi di decollo), dodici aviogetti supersonici del tipo « F-104G », nove bimotori da trasporto « C-119 », sempre con rapido ritmo e con perfette manovre. Un « F-104G » è stato presentato da un pilota del reparto sperimentale di volo, mettendo in evidenza le caratteristiche di questa macchina, che è la più moderna che per il momento l’aeronautica abbia in linea.
Subito dopo quattro Fiat « G-91 », provenienti dalla loro base hanno effettuato un atterraggio su pista erbosa e, portatisi in vicinanza delle tribune, hanno compiuto un’operazione di rifornimento rapido con i materiali da campagna appositamente studiati. Mentre si svolgeva questo lavoro, destinato a dimostrare le possibilità di impiego di questo velivolo a ridosso delle linee di operazione, senza bisogno di una preparazione e di un supporto tecnico complesso, si sono avvicendate nel cielo formazioni di aerei da trasporto, ricognizione, attacco e intercettazione. La formazione di « G-91 è ripartita quindi dal prato dopo aver compiuto il rifornimento, mentre dalla pista decollava la pattuglia acrobatica nazionale.
Il 'bang' dei supersonici
Questo magnifico complesso si è esibito nel cielo di Rivolto in formazione di nove apparecchi con un programma completo di trasformazioni e figure che, normalmente, non viene eseguito con tal numero di velivoli da altre pattuglie acrobatiche. L’esibizione è stata di una precisione e di un’eleganza eccezionali che hanno dato la sensazione di facilità e familiarità con il volo di tutti e di ciascuno del piloti lasciando lo spettatore ancor più sorpreso che ammirato.
Il livello tecnico raggiunto dalla pattuglia – la quaIe, occorre dirlo, vola finalmente, dopo oltre venticinque anni, su un velivolo italiano – appare non solo altissimo ma, forse, senza rivali.
Questa esibizione ha chiuso la prima fase; a mettervi il punto fermo ci sono stati i bang provocati da alcuni « F-104G » che in quota, superando il limite della velocità del suono, hanno « sparato » una salva di saluto. Il capo dello Stato, autorità e invitati si sono quindi trasferiti ai limiti del poligono di Maniago, dove una apposita tribuna era stata preparata.
Un complesso di bersagli simulanti impianti radar, colonne di mezzi corazzati, accampamenti ed installazioni varie era stato predisposto in vista degli spettatori. I velivoli partecipanti alla manovra a fuoco dovevano attaccarli con bombe dirompenti, razzi, mitragliatrici, bombe al napalm; inoltre degli « F-104G » avrebbero simulato un attacco con cannoni Vulcan ed il lancio di « ordigni speciali » (ossia bombe atomiche tattiche) sugli stessi bersagli. I Vulcan in un minuto possono sparare tremila colpi da venti millimetri.
Arcobaleno tricolore
Gli attacchi, portati ad alto angolo (ossia picchiando da quota relativamente alta) e a volo radente (per il lancio del napalm), sono stati sufficientemente precisi. Bisogna dire che i bersagli erano raggruppati in un’area troppo ristretta, sicchè il fumo delle esplosioni e degli incendi rese ben presto assai ardua l’individuazione delle varie posizioni ai velivoli attaccanti; gli ultimi attacchi furono portati passando attraverso un’infermale cortina di turno e fiamme. Specialmente precisi e micidiali sono apparsi i tiri degli « F 86 K » portati con razzi aria-suolo (dodici per velivolo, ma la capacità era di ventiquattro) ed il mitragliamento ripetuto dei « G 91 » con le 12,7 di bordo; assai distruttivo, benchè più influenzato dalle condizioni ambiente, il bombardamento con bombe da 250 chilogrammi degli « RF-84F ».
In un carosello durato poco più di venti minuti la sorte dei bersagli è stata decisa; quantunque il loro annientamento non sia stato totale, bisogna dire che la dimostrazione data dai reparti dell’aviazione militare è risultata perfettamente convincente. Nel cielo oscurato dal fumo degli incendi la pattuglia acrobatica è infine intervenuta, per stendere un arcobaleno di fumi tricolori, dando cosi un augurale saluto ai convenuti.
Allo spettacolo di efficienza e soprattutto di rigorosa disciplina e organizzazione hanno preso parte attiva complessivamente oltre duecento velivoli senza contare quelli impegnati nei trasporti delle persone. II pubblico è rimasto ammirato; non bisogna dimenticare però, nel constatare l’alta qualità dei mezzi, che quanto la difesa del Paese esige è un adeguato livello quantitativo; e da questo l’aviazione militare Italiana è ancora lontana.
Saragat nel Friuli per le manovre «luce '65 »
da L’Unità, 26 maggio 1965, p. 2
Nel Fnuli si sono svolte ieri alia presenza del Presidente Saragat le esercitazioni aeree denominate «Luce 1965 ». Ai piedi delle Prealpi Camiche. nel campo di Maniago. si trovavano i bersagli
da colpire: sagome di impianti industriali, carri armati, postazioni antiaeree ecc. I tiri sono stati preceduti dal passaggio in volo dei ricognitori: il carosello e stato aperto da dodici « F. 84 ». Al termine delle manovre la pattuglia acrobatica ha effettuato alcuni passaggi a bassa quota lasciando nel cielo scie tricolori.