(Ultimo aggiornamento: 8 Novembre 2019)

A conclusione del salone aeronautico

da “Volo – Mensile di vita aeronautica”, anno XIV, n° 6, giugno 1964, p. 8

Conclusione più entusiasmante non poteva avere il 1° Salone Internazionale dell’Aeronautica che aperto il 31 maggio ha chiuso i suoi battenti il 7 giugno con una manifestazione aerea svoltasi all’aeroporto di Caselle dinanzi ad uno stuolo di Autorità e ad un pubblico veramente imponente. Si calcolano infatti a non meno di centomila gli spettatori che hanno assistito alla rassegna seguendone le fasi con entusiasmo, e lo spettacolo è stato veramente affascinante riportandoci idealmente alle non dimenticate « Giornate dell’Ala » di prima della guerra quando la nostra aviazione faceva parlare molto di sè in Italia ed all’estero e la passione del pubblico si riversava sui campi di volo con la stessa intensità con la quale oggi essa si manifesta per gli stadi calcistici.

Torino che è stata la culla dell’Aviazione non poteva non rimanere avvinta da questa festa dell’aria e manifestare in maniera più avvincente la sua predilezione per gli aviatori e le loro prodezze.

La manifestazione aveva inizio, con precisione cronometrica, alle ore 15,07. Erano giunti frattanto il Sottosegretario di Stato alla Difesa on. Guadalupi in rappresentanza del Governo; il Capo di Stato Maggiore dell’A.M. gen. Remondino, in rappresentanza del Ministro Andreotti, e molti ufficiali generali superiori dell’ Aeronautica e delle altre Forze Armate. Erano presenti inoltre gli Addetti aeronautici dei principali Paesi accreditati presso la Repubblica Italiana, le Missioni Militari Aeronautiche dell’Argentina, del Belgio e della Svizzera in visita ufficiale e i delegati delle Associazioni dei riservisti aeronautici dei Paesi aderenti alla NATO. Presenti anche gli ufficiali inglesi e italiani partecipanti al Raduno dei velocisti della Coppa Schneider.

Apriva il programma un Debonair pilotato da uno svizzero, cui seguivano un Musketeer e un Baron anch’essi pilotati da piloti elvetici. Seguiva l’Italia con i suoi velivoli leggeri: il Pilatus Turbo porter presentato dalle Officine Aeronavali di Venezia e magistralmente condotto dal com.te Marin; il Riviera FN 333 della SIAI Marchetti pilotato dal com.te Mangoni; il Falco F 8 L al quale il com. Zanlucchi ha fatto compiere magnifiche ardite evoluzioni che hanno confermato la fama delle vaste possibilità che questo elegante monoplano della Laverda presenta. Subito dopo, al comando del ten. col. Spinelli, si è levato in volo un Piaggio P.166 del reparto sperimentale di volo della Aeronautica Militare, il quale ha eseguito una gamma veramente interessante di figure che hanno dato la dimostrazione della multiforme operabilità di questo bimotore ad elica.

È stata quindi la volta di un velivolo inglese, il DH 125 della De Havilland, bimotore a reazione della categoria « executive », dalla linea elegante e dalla potenza sostenuta, che dopo aver evoluito magistralmente, ha ripreso il volo diretto a Londra. Ha fatto seguito un Fuga Magister dell’Aviazione Militare belga pilotato dal cap. Dewaelheyns, il quale ha elegantemente evoluito per dieci minuti e sfrecciato a volo radente tra gli applausi della folla.

A questo punto si levano in volo due velivoli Mirage dell’Aviazione Militare francese al comando, rispettivamente, del cap. Canepa e del cap. Fille-Lambie. Quello che i due potentissimi caccia hanno fatto nel cielo di Caselle ha dello strabiliante e del fantastico. Eleganti nella loro linea architettonica, con le ali a delta, velocissimi, sicuri, hanno evoluito disegnando le figure più ardite e più geniali, strappando alla folla ovazioni interminabili.

Ha fatto seguito il velivolo americano Lockeed Hercules pilotato dal com.te Garret il quale tra l’altro ha compiuto un passaggio a bassa quota e si è arrampicato in cielo con due, dei quattro motori di cui dispone, fermi.

Dopo una esibizione di un velivolo’ dell’Aviazione Milita-re svedese, il Saab 35 Draken, che pur avendo quattro anni di vita è pur sempre un aviogetto che può ancora competere con quelli della sua stessa classe, si è avuta l’esibizione della pattuglia acrobatica olandese su quattro T.33 che ha molto bene impressionato per la sua precisione nelle evoluzioni. È da appena quattro mesi, del resto, che questa pattuglia ha iniziato il suo addestramento.

Tra un volo e l’altro dei velivoli da turismo si sono avute esibizioni di un Fiat G.91 e di un F.104-G che con i loro fulminei passaggi a volo radente hanno destato veramente del brivido.

È stata poi la volta degli elicotteri. Ve ne erano dei tipi più diversi: dai piccoli, come l’Agusta Bell G3 Dl, ai giganti come il Super Frélon della Sud Aviation, capace di trasportare 30 uomini in assetto di guerra; da quelli con motore tradizionale a quelli con motore a turbina. Gli elicotteri dell’Agusta e della Sud Aviation si sono sbizzarriti nelle evoluzioni più impensate, dimostrando cosi quale straordinaria gamma di impiego queste macchine possono avere sia in pace che in guerra.

L’elicottero francese Alouette III ha riscosso nutritissimi applausi per la perizia con la quale il suo pilota, com. Aubé, ha saputo esibirsi. Molti applausi ha riscosso anche il cap. Sensi del Reparto Sperimentale di volo dell’Aeronautica Militare, il quale ha eseguito ardite figure acrobatiche con l’aviogetto Aermacchi B.326.

A questo punto sono di scena due poderose formazioni composte di F.104-G e di 12 Fiat G.91: esse sfrecciano velocissime sull’aeroporto riempiendo il cielo con il ruggente sibilo dei loro motori.

Siamo alla fase conclusiva della manifestazione. Entra in scena la nostra Pattuglia Acrobatica Nazionale « Frecce Tricolori » composta di 9 velivoli Fiat G.91. È impossibile descrivere le varie mirabolanti figure acrobatiche di insieme scritte nel cielo da queste magnifiche macchine condotte da altrettanto magnifici piloti, il brivido suscitato in ogni numero del programma durato 20 minuti, i virtuosismi, la finezza delle evoluzioni conclusesi con la famosa « bomba » che ha fatto addirittura trattenere il fiato.

I 9 aviogetti apertisi a giglio da alta quota sullo zenit del campo, si sono subito gettati in picchiata a velocità vertiginosa, e, dopo essersi rovesciati con un perfetto « loo-ping » sono tornati a passare raso terra incrociandosi simultaneamente in un mirabile carosello. La folla era in delirio.

Con la tradizionale fumata tricolore si chiudeva la grande giornata aviatoria torinese.

Nel chiudere queste note non possiamo non rilevare che per la prima volta dalla fine della guerra, la nostra pattuglia acrobatica nazionale, destinata a rappresentare i nostri colori nel mondo, ha volato su 9 apparecchi di progettazione e fabbricazione esclusivamente italiane, riallacciandosi così ai tempi delle formazioni acrobatiche nate da quel vivaio di piloti raffinati che fu l’aeroporto di Campoformido, al comando del compianto ed indimenticabile Rino Corso Fougier.

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