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La Pattuglia Acrobatica è pronta

A Rivolto la commissione difesa della Camera - Le nuove regole

di Fulvio Fumis
da Il Piccolo, anno 108, n° 102, 3 maggio 1989, p. 5

BASE AEREA DI RIVOLTO – Era dal 28 agosto dello scorso anno, la «domenica nera» di Ramstein, che le Frecce tricolori non si mostravano in acrobazia. Dopo il lutto e il necessario ripensamento, la Pattuglia acrobatica ha ricostituito i quadri. La rinascita è cominciata in sordina in questa base friulana dove il cielo gli uomini della Pan l’hanno riconquistato giorno per giorno.

Ieri, a Rivolto, hanno avuto un pubblico particolare la commissione difesa della Camera guidata dai vicepresidenti Caccia e Gasparotto. i deputati sono stati accompagnati nella visita dal capo di Stato maggiore dell’Aeronautica gen. Franco Pisano e dal comandante della 1.a regione aerea di Milano Giovanni Savorelli. Rivolto ha rappresentato un momento particolare, certo il più atteso e il più significativo, di una serie di contatti che la commissione ha già avviato nei confronti dell’Aeronautica.

Lo scorso anno sono state visitate le basi del Sud e delle isole. Adesso tocca alle basi del Nord, dal 1.o Centro regionale operativo di Monte Venda al 53.o Stormo dl Cameri al poligono di Maniago di cui le forze aeree sottolineano l’indispensabilità a fronte delle avare possibilità che il territorio nazionale offre per addestrare I propri piloti, ognuno dei quali è un patrimonio di professionalità. Sono uomini che costano quel che valgono. Cioè molto.

Di questa legione alata, la pattuglia delle Frecce è l’élite. Ufficialmente si è trattato di una presa di contatto, o se si ascoltano le parole dell’on. Paolo Caccia di un «segno di solidale testimonianza» verso la punta avanzata della nostra Aeronautica. In verità per le Frecce si è trattato di un «esame». Il vice-presidente Caccia presenterà, infatti, al ministro Zanone una relazione sullo «stato dell’arte» della pattuglia dalla quale scaturirà un dibattito e la decisione finale sul ritorno in quota del gruppo acrobatico della nostra aviazione. Già esistono 26 richieste di partecipazione a manifestazioni, in gran parte estere.

Vediamo allora come si sono presentate le «Frecce tricolori 1989». La formazione tornera ad essere di nove velivoli più il solista. Ieri è mancato quest’ultimo che rappresenterà il tassello finale alla ricomposizione del gruppo, ma l’arrampicata al cielo ha visto di nuovo la formazione del nove. Dopo un passaggio di figura a rombo con virata a destra, i velivoli hanno compiuto un perfetto looping sull’asse leggermente spostato della pista e quindi l’esecuzione della figura detta del «cardioide» di invenzione domestica. All’uscita da un tonneau gli aerei hanno assunto la formazione del «ventaglio» per dare vita all’altra figura, tutta personale, dell’«Apollo 313» dal numero del Gruppo in cui sono inquadrati. È seguita la manovra della separazione e quindi la rotazione dei gregari di destra che hanno consentito dl passare dalla figura ricompattata a rombo a quella a calice. Quindi la trasformazione a «cigno», il passaggio con tonneau nella figura dell’«Arizona» che si è conclusa con un altro doppio tonneau, la famosa «bomba» e l’incrocio da direzioni opposte. L’atterraggio è stato preceduto secondo la tradizione: luci accese, carrello estratto, velocità ridotta e fumata tricolore.

La descrizione non può rendere merito alla capacità dimostrata. Ma qualcosa è cambiato. Le esibizioni, così è parso ad occhi profani, tengono in conto una quota più alta nell’incrocio dei velivoli. Ogni «costruzione» è effettuata a una distanza maggiore dalla zona degli osservatori. La stessa entrata in scena non avverrà più alle spalle del pubblico nella ricerca di un effetto spettacolare, ma sull’asse parallelo alla fronte di osservazione. In pratica briglie meno sciolte sotto la spinta degli oltre 1800 chilogrammi di spinta del turbo-reattore, ma II lavoro di ricamo non ne risente e la perfezione del disegno esce intatta nella ritrovata collegialità del gruppo.

Le Frecce tricolori sono dunque ritornate. Gli uomini della pattuglia sono stati presentati dal comandante ten. col. Luigi Lorenzetti, sotto gli occhi compiaciuti del comandante della base col. Zannini. La commissione non ha nascosto, in nessuno dei suoi componenti, la soddisfazione per la prova. È costato molto rimettersi al lavorio subito in un’attività dove il coraggio è consumo di ogni giorno ma dove anche la serenità pretende il suo tributo. L’hanno fatto per chi li vuole ancora, ma soprattutto per chi non c’è più. È questo che vuoi direila loro lunga scia tricolore.

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