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Il caccia più potente, l'F15 Usa allo show aviatorio di Aviano

Folla enorme: 350 mila appassionati (oltre ventimila gli austriaci)

di Mario di Blas
da “Il Gazzettino” di lunedì 6 luglio 1981

Dall’inviato
AVIANO – Non è possibile dire quante persone abbiano assistito Ieri, ad Aviano, all’annuale show aviatorio. Certamente è stata una folla enorme (350 mila persone, ha detto qualcuno) giunta da tutto il Nord Italia.
Si conosce invece, il numero preciso degli spettatori austriaci, perché sono giunti In viaggi organizzati da agenzie turistiche di Klagenfurt e Graz: erano 20 mila. Una massa considerevole, che non può non far riflettere sugli aspetti economici (oltre che tecnici e militari) di questo grande spettacolo dell’aria.

Ma una simile partecipazione testimonia anche l’interesse nazionale e internazionale per questo carosello aereo, al di là delle contestazioni antimilitariste che sparuti gruppuscoli di sinistra rinnovano di anno in anno. Il quale carosello, poi, pur costituendo per la maggioranza degli spettatori soltanto un momento di svago, rappresenta anche, per l’osservatore più attento, una dimostrazione della professionalità degli equipaggi partecipanti.

“Una sintesi di abilità, addestramento e passione – ha detto il comandante del 40° Gruppo tattico Usaf Henry Yochum Il (che presto lascerà il comando) – come pure una testimonianza di come siamo determinati a essere pronti a ogni eventualità”.

Da questo punto dl vista, certamente, le prove più interessanti sono state offerte dall’F15 Eagle e dall’A10 Thunderball. Il primo è considerato a regione il caccia più potente che oggi esista al mondo. Impostato dagli Usa nel 1967, dopo la apparizione del Mig 25 sovietico, è stato prodotto finora in 1500 esemplari (costo di 20 miliardi circa ciascuno), di cui 175 venduti al Giappone e 45 a Israele (con l’F15 è stato compiuto il recente raid sulla centrale nucleare irachena). Il modello visto ieri ad Aviano, in forza al 36° stormo di Bittsburg (Germania), ha compiuto veri e propri prodigi acrobatici.

Mentre l’F 15 è un velivolo da supremazia aerea (in grado, cioè, di affrontare con buone prospettive di successo aerei avversari), l’A10 è un velivolo di supporto tattico al suolo. Dotato di una efficace corazzatura, e di uno straordinario armamento (7 tonnellate di carico bellico) è considerato una sorta di carro armato con le ali, buon incassatore di colpi, ottimo per azioni contro carro (è dotato tra l’altro di un cannone Vulosa a 6 canne rotanti di 30 millimetri, capaci di vomitare teoricamente 6000 colpi al minuto). Si dice che la sua presenza abbia fatto perdere Il sonno ai carristi del patto di Varsavia.

Sul piano acrobatico, gli episodi più significativi sono stati offerti dagli Swallos (rondini) belgi (su SM 260); dall’aliante Blanick del centro di volo a vela di Guidonia, pilotato da Corrado Cumignani, dallo Stamp dell’anziano ma sempre fantasioso e spregiudicato Paolo Pravisani, e dall’addestratore inglese Hawk (adottato da quest’anno dalla pattuglia acrobatica di “Sua Maestà”), diretto concorrente dell’Italiano MB 339; quest’ultimo presentato ora dall’Aermacchi anche in versione monoposto. Interessanti anche le evoluzioni del Caproni 22 J, bireattore da addestramento, dalla caratteristica forma e goccia d’acqua, pilotato dall’ex comandante delle Frecce tricolori Barberis.

Infine una nota amara. Lo show prevedeva, in chiusura, l’esibizione della pattuglia acrobatica nazionale. I nove G 91 avevano già percorso la pista per decollare, quando i cinque elementi della seconda formazione si sono improvvisamente fermati, a causa dell’esplosione di un pneumatico del velivolo n° 5, del pilota Accorsi. Un infortunio non proprio banale, nel quali i piloti della Pan sono riusciti a cavarsela egregiamente grazie alla loro professionalità. Purtroppo, per Il surriscaldamento del freni, non hanno potuto il prendere il volo, per cui soltanto 4 “frecce” hanno potuto danzare sopra la folla di Aviano. Il silenzio con cui è stata seguita l’esibizione è stato una prova eloquente del rammarico del pubblico.

Brivido per le Frecce all'Air Show di Aviano

Lo scoppio di un pneumatico a un G-91 in decollo ha costretto all'arresto quattro dei nove aerei

di Bruno Cesca
da Il Piccolo, 6 luglio 1981, p. 1

AVIANO — Sono venuti per l’Air Show in multiformi carovane da tutta la regione, dal Veneto, dal Trentino. dall’Emilia, dalla Lombardia. E ne sono venuti anche — numerosissimi — dall’Austria e dalla Jugoslavia. Nella giornata di ieri, attorno e dentro i recinti dell’aeroporto «Pagliano e Gori» di Aviano, si è stimata una presenza di quasi mezzo milione di spettatori, attirati dal fascino del volo e della tecnologia aerea.

Una folla variopinta e stravagante quale raramente è dato di vedere: ombrelloni, camper, costumi da bagno, cappellacci di tutte le fogge e dimensioni, macchine fotografiche, cineprese,bimbi sperduti, hot-dogs e fiumi di birra in barattolo per rinfrescare le gole arse dal caldo e da forti emozioni.

Prima fra tutte, quella suscitata da un incidente nel quale sono incorse, sul finale della manifestazione, le attesissime «Frecce Tricolori». Un inconveniente di natura banale (l’improvviso scoppio di un pneumatico del G-91 pilotato dal capitano Piergiorgio Accorsi, gregario destro del team), che avrebbe però potuto trasformarsi in un serio guaio, poiché la formazione acrobatica nazionale si trovava in piena fase di decollo.

Disposti su due linee, i piloti delle «Frecce», erano in procinto di iniziare il loro show: secondo lo schema prefisso, che prevede il decollo simultaneo di cinque aerei seguiti da altri tre, e quindi dal solista. I G-91 avevano già percorso buona parte della pista lanciati a velocità utile allo stacco, quando il cap. Accorsi in cuffia ha gridato lo stop, affondando sui freni e azionando il paracadute frenante. All’Istante, secondo la collaudata procedura d’emergenza, il magg. Montanari, il cap. Gorga e il cap. De Podestà hanno tolto la manetta, pigiando anch’essi sui freni e liberando i paracadute multicolori. Tutto sul filo dei metri.

Da ogni punto della base sono scattati verso i quattro velivoli bloccati mezzi di soccorso e antincendio, che fortunatamente non hanno trovato lavoro. In cielo sono così rimasti il ten. col. Gallus (capoformazione), il cap. Brovedani, il magg. Raineri e il cap. Posca. Impossibile la reintegrazione degli apparecchi rimasti al suolo, perché l’azione violenta sui freni li aveva troppo surriscaldati e rendeva obbligatoria una revisione dell’intero apparato frenante. Una circostanza sfortunata per le «Frecce», che hanno saputo tuttavia dimostrare anche in questo delicatissimo frangente il loro livello di esperienza.

Il momento culminante del «Nato Day, la festa aerea della Nato, si è dunque trasformato in palpitante emozione. quasi a suggello di una giornata intensissima, iniziatasi già all’alba per gli uomini della Polstrada e i carabinieri, impegnati sin dalle 6 del mattino a dirigere verso la base di Aviano il flusso automobilistico in arrivo da ogni dove.

Poco dopo mezzogiorno, il via alla parata, con l’arrivo da Vicenza di due Hercules C-130 che hanno scaricato sopra la folla un battaglione di parà statunitensi. Appena essi hanno toccato terra, quattro F-104 dell’Aeronautica italiana, appartenenti al 51.o Stormo di caccia di Istrana, sono sfrecciati a bassa quota simulando assordanti attacchi incrociati al suolo.

Il programma dell’aria si è quindi snodato offrendo spettacoli d’alta scuola capaci di appagare i palati più esigenti: dalle impensabili manovre del pesante «Chinook» (l’elicottero da trasporto medio in dotazione anche al nostro esercito), ai delicati e silenziosi ricami di un aliante L-13 della Scuola militare di volo di Guidonia, all’originale Siai Marchetti Sf-260 Tp, recentissimo vanto dell’industria aeronautica nazionale, che ad Aviano ha trovato globalmente ampi riconoscimenti.

Ma la rassegna aveva in serbo altri piatti forti: il caccia tattico e addestrativo «Hawk», della Raf; le due «Rondini» (Swallows) del Belgio, protagoniste di acrobazie speculari di elevato effetto; il «Veltro 2» (Aermacchi Mb-339), reduce dal Salone internazionale di Parigi, con le sue elevate doti addestrative e di maneggevolezza che gli consentono — quantunque sia a getto — «viti» e «scampanate» accessibili ai soli velivoli ad elica.

Immancabile protagonista, Paolo Pravisani con il suo biplano d’altri tempi, capace di evoluzioni impensabili. Degna premessa all’esemplificazione del significato del volo acrobatico, nato e prosperato come ricerca di soluzioni per le necessita pratiche del volo da combattimento.

La verifica è venuta dai cinque F-104 del Canadian Starfighter Team: piloti militari in linea effettiva presso la base canadese di Baden Solingen, in Germania, che hanno servito un assaggio dell’applicazione acrobatica al volo di guerra.

Sopra, tranne la prima, foto dal profilo Flickr di Carlo Franchini

da “La meravigliosa avventura” di Renato Rocchi – Aviani Ed.

5 luglio – aerobase Aviano
– “Nato Day”
– organizzazione
: 40th Tactical Group U.S.A.F. Aviano

– sempre a dimensione NATO

– le “Frecce Tricolori” partecipavano con il programma “ridotto di 4 G.91”. La disposizione dei piloti nella formazione:

Gallus
Posca – Accorsi
Brovedani

La riduzione era dovuta a un decollo al cardiopalma per lo scoppio – al momento dello “stacco” – di una gomma a Raineri, che causava l’aborto di Montanari, De Podestà e Molinaro… con una lode al Signore.

1 commento

  1. buon giorno, io c’ ero, ed ho visto tutto.
    ero a poche centinaia di metri. quello che mi aveva veramente spaventato, a parte lo scoppio della gomma, il fumo, l’ apertura del paracadute freno e lo ” scarto dei 3 g91 dietro, era stato il passaggio del solista a pochi metri sopra la coda a “t” di un aereo da trasporto, dove si erano appostati degli spettatori, immagino militari americani, che si erano ” appiattiti” per paura dell’ impatto. ricordi indimenticabili.
    complimenti e saluti.
    patrizio zecchin

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