(Ultimo aggiornamento: )

da Renato Rocchi, La splendida avventura – La storia del volo acrobatico, vol. 3°, p. 120

■ 6 luglio – aeroporto Pescara
• “International Air Show Pescara ’69”
• organizzazione: Aero Club Pescara
• nota: cielo per metà minaccioso un pubblico di 90.000 persone

• programma
: il Cap. Clemente Fazzini con l’MB 326
: il Ten. Col. Guido Monaco con l’aliante Blanik L 13 italiani
: i “Falcons” – il famoso Royal Air Force Parachute Display della R.A.F. – un “team” super di 12 paracadutisti che davano spettacolo

– tre “acroteams”
: le “Red Arrows” – con 7+2 GNAT
: la “Patrouille de France” de l’Armée de l’Air – con 7+2 Fouga Magister
: le “Frecce Tricolori” dell’ A.M.I. con l’ “Alto di 9+1 G.91”

• nota: un “display” condotto sempre dai piloti italiani con collaudata bravura.
In atterraggio, a Montanari non si apriva il parafreno, e con abilità e bravura il pilota riusciva a portare il G.91 ai bordi della pista per lasciare la strada libera agli altri, che lo seguivano.
Un attimo di “suspence” in più, l’ultimo brivido!

E sul volo acrobalico di quel giomo a Pescara, un giornalista osservava “… per quanto riguarda le ‘macchine’ va aggiunto un dato tecnico: i ‘G.91’ – gli aerei dell’Aeronautica italiana sono modelli da combattimento, mentre gli altri (n.d.a. GNAT e Fouga Magister) sono da addestramento. Il che significa più leggeri, maneggevoli, meno veloci e più facili a ‘portare’…”. A volte anche il “Quarto potere” azzccca giusto.

L'”air-show” doveva essere il canto del cigno per l’estroverso – egocentrico – scontroso e burbero Com.te Raffacle Breda, Presidente dell’Aero Club Pescara.

E sulle peregrinazioni e sofferenze da sopportare per organizzare una manifestazione aerea, per lo sfogo d’un Presidente, ecco il giudizio di un testimone:

“Una manifestazione -sicuramente la sola delle tante messe sù con i contributi dei vari enti locali preposti all’organizzazione di spettacoli di ampio richiamo – capace di attirare lungo l’intero perimetro dell’aeroporto, decine e decine dimigliaia di spettatori affascinati dai temi proposti dalle evoluzioni dei sub e supersonici da acrobazia.

Questo è infatti uno dei meriti principali della manifestazione aerea di Pescara: il richiamo di massa, la partecipazione totale di un pubblico che, senza essere particolarmente preparato in materia, tuttavia accorre numerosissimo ai bordi del campo, richiamato, attratto irresistibilmente dall’eccezionalità, dalla grandiosità e, perché no?, dall’alta emotività dello spettacolo offerto, a tutti e gratuitamente, da quegli uomini in tuta capaci di giocare – almeno questa è la sensazione che il non iniziato può trarre dalle prime, superficiali impressioni scaturite dall’emozione del momento con quegli aerei in grado di volare a velocità molto prossime a quella del suono.

Spettacolo di massa, dunque. Proprio sotto questo profilo appare quanto meno strana la difficoltà, tanto più incredibile se inquadrata in questi tempi in cui le preferenze del popolo, della massa, sono tenute in sì grande considerazione e pesano con tanta determinatezza in decisioni che, pure, potrebbero prescindere dai gusti e dalle esigenze “democratiche”, appare strano, si diceva, come questa manifestazione debba essere condannata, annualmente e con ricorrenza per lo meno sospetta al calvario di un’incertezza che si discioglie soltanto all’ultimo momento. Le esigenza della massa non sono, forse, anche per i reggitori della cosa pubblica, istanze imprescindibili, quasi feticci che non possono essere contrastati o avversati, neppure in piccolissima parte, pena le ire dell’immancabile “dea Kali” dí alta collocazione nelle gerarchie politiche? Ma tant’e”.

… potesse servire ai burocratidi domaní!

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