da Renato Rocchi, La splendida avventura – La storia del volo acrobatico, vol. 3°, p. 157
Il 22 aprile, visita dell’ Associazione Nazionale Azzurri d’ltalia alle “Frecce Tricolori”.
Un appuntamento alquanto sotlerto per un contrattempo piuttosto spiacevole, inimmaginabile. Perché chi poteva immaginare che gli “Azzurri d’ltalia”, una Casta, un “team” ovattato di persone al di sopra di rivalità, di invidie, di gelosie, fosse spaccato in due – Associazione ed Unione – al pari di un partito politico, pronti a darsi battaglia ad ogni buona occasione, con l’immancabile promessa di un ritorno all’unificazione.
La protesta per l’esclusione dell’Unione arrivò in alto loco, passò quindi, al Palazzo dell’Aeronautica e finì con il coinvolgere l’Ufficio delle Pubbliche Relazioni della P.A.N., mettendo in forse la visita dell’Associazione fino all’ultimo momento.
In extremis la situazione si sbloccò, ad una condizione, dettata, voluta dall’Ufficio Propaganda dello Stato Maggiore Aeronautica: si faccia l’incontro, ma senza stampa e televisione.
Un incontro “in bianco’”, dunque. Una decisione venuta dalla “Casamadre”. E non è stata la sola stonata.
Una giornata, tra l’altro, fredda, con cielo coperto. Un’occasione per provare il vecchio programma con la nuova formazione.
Poi l’incontro in linea di volo con Magni, Mangiarotti, Filipput e Benvenuti e Maspes e la Demetz e Civelli e Pellaschiar e Fantuzzi e altri trenta “big” dello sport nazionale.
Dio che bella gente!
Da quell’incontro ne è uscito, spontaneo, genuino, un gemellaggio tutto azzurro, dettato da una comunanza spirituale che esiste tra gli “azzurri del cielo” e “quelli” che hanno difeso il prestigio nazionale sui campi “terreni”.