Ultimo aggiornamento: 10 Novembre 2023

da Renato Rocchi, La meravigliosa avventura – Storia del volo acrobatico, vol. 3, Aviani editore, p. 335

■ 14 e 15 giugno -airport Sion – Svizzera
• “International Air Show Sion ’86”
• organizzazione: Aero Club Sion ’86

• in programma

: 2 F.104G della Luftwaffe

: il Mirage III RS de l’Armée Suisse

: il Gloster Meteor

: l’F15 e l’F16 dell’U.S.A.F.

: il Mirage 2000 de l’Armée de l’Air

e quattro “teams” acrobatici

: le “Red Arrows” con 7+2 Hawk.
la disposizione dei piloti nella formazione:

Thomas
Chubb – Lees
Hannam – Collins
Thurley
Lunnon Wood (solo) – Mc Ilory (solo)

per le “Red Arrows” era l’anno di un primato raggiunto: il 2000° air-show
felicitazioni – per una meta che sa dell’impossibile!

: le Alpi Eagles” con 4 SF 260C.
la disposizione dei piloti nella formazione:

Boscolo
Soddu – Liva
Valori

: la Patrouille Suisse” con 6 Hunter.
la disposizione deipiloti nella formazione:

Am Rhyn Ramseier Dill Schmid Wattinger Nagel (solo) (solo)

: le Frecce Tricolori” chiudevano con l'”Alto di 9+1 MB 339-A PAN”.
la disposizione dei piloti nella formazione:

Naldini
Nutarelli – Moretti
Zanovello – Accorsi
Brovedani
Alessio – Petrini
Gropplero
Molinaro (solo)

Foto 1/5 da aviapics.ch – Foto 6/8 da wings-aviation.ch

Un "fuori programma" durante il rientro...

da Augusto Petrini, Confesso che ho volato, 2005, pp. 68 – 74

Tornavamo, con la Pattuglia Acrobatica Nazionale, da una manifestazione aerea in Svizzera, dove ci eravamo esibiti davanti ad un pubblico di connazionali entusiasti ed orgogliosi nel vedere il tricolore distendersi nel cielo, spesso grigio, della Svizzera. Nella serata, dopo la manifestazione, l’incontro con le associazioni di emigranti ci hanno confermato una volta di più il senso dei nostri voli, che in queste occasioni, risvegliano nei nostri connazionali l’orgoglio di essere italiani ed in noi la soddisfazione e la gioia di daglierne il motivo.

La mattina dopo, quando era il momento di tornare a casa, gli svizzeri chiedono di accompagnarci, con due dei loro Mirage 2000, per fare delle fotografie con la nostra formazione, con le Alpi come sfondo.

Prima però di continuare con il racconto devo spiegare brevemente che cos’è, come si genera e, soprattutto, quali sono gli effetti della “turbolenza di scia” e spiegare anche come vola la Pattuglia Acrobatica nella sua formazione base a rombo.

[…]

Bene, tornando alla nostra storia, in questa formazione io mi trovavo nella posizione numero 8, quindi appena sopra il 9 ed alla sua destra.

Mentre la formazione volava verso l’Italia attraverso le Alpi, i due Mirage svizzeri, uno biposto con un fotografo a bordo e l’altro monoposto, si spostavano continuamente attorno a noi alla ricerca delle migliori inquadrature.

Io, impegnato a mantenere con la massima precisione la mia posizione, non badavo molto a loro, li vedevo solo quando, nelle loro evoluzioni, passavano attraverso il mio campo visivo. Pensavo che forse non avrei mai visto quelle foto, ma non volevo certamente essere quello fuori posto.

Poi però ho notato che il Mirage monoposto si era fermato direttamente davanti a noi, ma più basso, mentre volavamo verso il complesso del Monte Bianco. Evidentemente il biposto con il fotografo doveva essere dietro di noi, con l’intenzione di mettere nella stessa inquadratura la nostra formazione con il Mirage, sullo sfondo del Monte Bianco.

A questo punto il monoposto comincia a salire lentamente, probabilmente su indicazioni del fotografo, e……..improvvisamente, in modo quasi istantaneo, perdo completamente il controllo del velivolo.
L’aereo cadeva in basso, ruotando velocemente verso destra, nonostante tenessi la cloche tutta spinta verso sinistra.

Ma dov’era il 9? Sarebbe dovuto essere sotto di me, spostato alla mia sinistra, cadendo in quel modo avrei dovuto impattare contro di lui. In quel momento, però, avevo altro da fare che non preoccuparmene. Per fortuna eravamo abbastanza alti, la quota non era un problema immediato, ma dovevo prima di tutto riprendere il controllo del mio MB 339. Dopo 4 o 5 rotazioni, finalmente, i comandi di volo hanno ripreso efficienza e sono riuscito a fermare le ali e rimettere l’aereo in volo livellato.

Qualche attimo per riprendere il fiato e far calmare i battiti del mio cuore, poi mi sono guardato attorno. La formazione era lassù in alto, ancora compatta a parte me ed il 9, che era invece più in basso, anch’esso sotto controllo del pilota, il Mirage si era riabbassato ed allontanato.

Allora ho capito che cosa era accaduto. Il Mirage salendo lentamente ha investito con la sua scia, prima il 9 che, come abbiamo visto, era quello più in basso, poi me ed essendo, evidentemente, leggermente spostato verso destra, non ha coinvolto il numero 7 che era alla mia stessa quota ma posizionato sulla sinistra. Quindi il 9 è caduto per primo, togliendosi da sotto di me così che, quando anche il mio velivolo è stato investito dalla scia, c’era spazio libero per permettermi di cadere senza toccare nessuno.

L’effetto della scia sui nostri aerei è stato così violento perché, come ricordavo prima, le ali a delta favoriscono più di altre forme la generazione dei vortici di estremità ed anche perché il Mirage, per restare vicino alla nostra formazione, doveva volare ad una velocità per esso bassa, quindi la combinazione di ali a delta e bassa velocità ha dato origine ad una turbolenza di scia particolarmente intensa.

Dopo aver visto cadere i primi due il pilota del biposto, che da dietro aveva visto tutto, deve aver avvisato l’altro pilota di fermare la salita, evitando così ulteriori problemi.
Se, infatti avesse continuato a salire ed avesse messo in scia anche il resto della formazione, gli effetti avrebbero potuto essere disastrosi.

Chissà se quel fotografo ha fatto delle belle foto anche del nostro spettacolo acrobatico fuori programma.

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