(Ultimo aggiornamento: )

da Renato Rocchi, La splendida avventura – La storia del volo acrobatico, vol. 3°, p. 85

Il 30 aprile le “Frecce” intervenivano sull’aeroporto di Treviso – sede della 2a Acrobrigata – in occasione del gemellaggio Alpini – Aeronautica.

Era anche la prima uscita ufficiale in pattuglia del Cap. Vittorio Zardo, un pilota con l’anima, il cuore, ma anche la testa dura dell’alpino. Quella festa, perciò, doveva essere tutta sua.

Al termine della presentazione del programma di nove con l’inserimento del solista, i piloti effettuavano un défilé, rullando a “spina di pesce” davanti a un pubblico entusiasta, trattenuto dalle transenne, e alla tribuna d’onore, dove l’on. Tremelloni – Ministro della Difesa – anche nella veste di “ex”, portava il saluto del Governo.

Ebbene, appena entrato nel raccordo di rullaggio, alzato il tettuccio su ordine del “leader”, Zardo recuperava la penna che portava sempre con sé, per scaramanzia, e la assicurò sul casco – lato sinistro – per essere visto, guardato e considerato. Lo “speaker” pensò al resto, presentando il Cap. Pilota Vittorio Zardo alle autorità e al pubblico quale era: un passionario, ex Tenente degli Alpini – Specialità Artiglieria di Montagna.

Per Vittorio Zardo è stato veramente un gemellaggio su misura.

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Foto trovata nei social. Se qualcuno ne sapesse l’originale provenienza, mi contatti.

estratto da anaconegliano.it [ fonte ]

La città si andava intanto «vestendo» di manifesti (anche se la colla era spesso scadente da farli cadere sul davanti come piegati in un goffo inchino) con i quali il Comune di Treviso, il Comando dell’Aeronautica militare, la Sezione trevigiana dell’A.N.A., le associazioni combattentistiche e d’arma e le altre organizzazioni patriottiche rivolgevano il convinto ed affettuoso saluto agli Alpini d’Italia.
I negozi hanno allestito delle ottime vetrine con soggetti alpini e con riferimenti all’omaggio che, con questa adunata, le Penne Nere intendevano esprimere all’Aeronautica militare; sono state assegnate coppe, targhe e premi diversi a oltre cinquanta ditte della città.[…]

L’Aeronautica militare ha allestito una interessantissima mostra aviatoria nel monumentale tempio di S. Caterina, ed altra mostre statica di mezzi aeronautici all’aeroporto di S. Giuseppe. […]

La sfilata è iniziata con puntualità cronometrica, e nella tribuna d’onore ci attendevano il ministro alpino della Difesa on. Tremelloni al quale va tutta la cordiale stima e simpatia delle Penne Nere, il capo di Stato maggiore della Difesa gen. Aloja, il capo di S.M. dell’Aeronautica gen. Remondino, il capo di S.M. dell’Esercito gen. Vedovato, l’Ammiraglio Cantù in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore della Marina. L’Ordinario militare mons. Maffeo col cappellano capo del V corpo d’armata mons. Corazza, il nostro presidente dott. Merlini, il prefetto dott. Blandaleone, il sindaco di Treviso grand’uff. Marton, il vice presidente della Provincia prof. Ulliana, innumerevoli altre alte autorità civili e militari; applauditissimo, il ministro Spagnolli è giunto in tribuna dopo aver sfilato con la sua sezione, quella di Trento. […]

Gli aviogetti dell’Aeronautica seguivano il percorso da bassa quota, tracciando suggestive fumate tricolori; per iniziativa della civica amministrazione un velivolo del locale Aero Club lasciava cadere cinquantamila manifestini inneggianti agli alpini. […]

Sui discorsi tenuti al pranzo svoltosi nell’hangar di uno degli aeroporti di Treviso ci intratterrà più diffusamente L’ALPINO; hanno preso la parola il nostro ammirevole presidente nazionale, il Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e il ministro della Difesa.

È seguita una manifestazione aeronautica in onore degli alpini, con evoluzioni da mozzare il fiato; ne è stata protagonista la pattuglie acrobatica nazionale «Frecce tricolori» cui fa parte il capitano pilota Vittorio Zardo il quale, provenendo dall’artiglieria da montagna, porta una piccola penna nera sul casco d’aviatore.

Molti sono gli alpini che hanno ricevuto il battesimo dell’aria usufruendo dei mille voli messi a disposizione dall’Aeronautica militare.
Frattanto, in città, l’allegria alpina assumeva le espressioni più varie.

Gli alpini ospiti dell'Aeronautica militare sul campo d'aviazione di S. Giuseppe

di Aldo Rasero
da L’Alpino, anno 18, n° 4 – 5, aprile – maggio 1967, p. 6

Numerosi sono gli alpini che ai aggirano nell’aeroporto per ammirare la Mostra a terra allestita presso lo stesso aeroporto di San Giuseppe. In questa mostra sono esposti gli apparecchi che in mattinata, hanno preso parte – in volo – alla nostra sfilata: otto apparecchi F 86 K della 51.a Aerobrigata di Istrana (Treviso) e dodici apparecchi G 91 del 2.o Stormo di Treviso oltre a tre apparecchi storici: l’apparecchio di Baracca, uno SVA e uno SPAD.

Alle ore 15,30 ha inizio ia manifestazione aviatoria organizzata in nostro onore che si apre con l’esibizione di una formazione dì elicotteri Bell 41 J che esegue figure acrobatiche su ritmo di un motivo musicale. Successivamente sfrecciano nel cielo quattro F 104 G della 51.a Aerobrigata provenienti da Rimini, apparecchi supersonici che Impiegano da Rimini a Istrana sette minuti. In un secondo passaggio accendono i post-bruciatori per inizio spinta e puntano verso il cielo alla velocità di 1200 chilometri all’ora.

All’approvazione delle autorità si unisce il plauso degli alpini che commentano entusiasticamente le bellissime evoluzioni.

E poi la volta della Pattuglia Acrobatica Nazionale che, nonostante le limitazioni poste dalla foschia sì esibisce in una serie di impressionanti acrobazie. Veniamo a conoscenza che, per la prima volta nella storia acrobatica mondiale dell’Aeronautica Militare, la Pattuglia Acrobatica Nazionale «Frecce Tricolori», presenta una formazione di 9 Jets a programma completo, con l’esecuzione della «bomba» e l’incrocio a terra del nove ve-livoli a quattro quote diverse.

Ed è proprio quella che stiamo ammirando noi con 9 apparecchi che conclude le esibizioni con la magnifica fumata tricolore.

A questo punto dovrei dire del Capitano Vittorio Zardo che fa parte della Pattuglia Acrobatica e che proviene dall’artiglieria da montagna, ma ne parlerò negli «Echi dell’Adunata».

Le autorità salutano poi il Ministro della Difesa che parte in aereo per Roma e pian piano l’aeroporto brulicante di penne nere, viene restituito agli aviatori.

Non credo occorrano altre parole, oltre ai fatti di cronaca, per dire come questo incontro tra alpini ed avieri abbia raggiunto pienamente lo scopo e sia stato intimamente sentito de tutti.

Devo ancora ricordare che lo Stato Maggiore Aeronautica, oltre alle varie iniziative alle quali ho accennato, ha fatto stampare un simpatico manifesto che ha dato il benvenuto agli alpini giunti a Treviso ed ha distribuito in gran numero di copie un opuscoletto nel quale, oltre al Messaggio di Saluto del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e del Presidente dell’Associazione Arma Aeronautica, vi sono simpatici accenni agli alpini e la descrizione delia temeraria impresa che valse al nostro Pier Arrigo Barnaba – recentemente scomparso – la Medaglia d’Oro al Valor Militare per essersi lanciato col paracadute in territorio nemico nel 1918.

Il taccuino di appunti del cronista è preseochè esaurito. Rimangono alcune note di colore che mi propongo di trattare nel prossimo numero. Sarà una buona occasione per riparare ad eventuali dimenticanze e per tornare a parlare dl questa nostra magnifica adunata.

da L’Alpino, anno 18, n° 6, giugno 1967, p. 7

il Gruppo di Griante della Sezione di Como ogni anno porta all’adunata un cuscino di fiori che, dopo la sfilata, viene deposto al monumento ai Caduti.

Quest’anno il cuscino di fiori era particolarmente grande e veramente bello. Con un indovinato gioco di colori rappresentava un aereo al di sopra di un cappello alpino con l’immancabile 5.o. Le ali dell’aereo (un biplano della guerra 1915-1918) sporgendo dal quadro, davano un senso realistico e naturale di grande effetto.

Il Cuscino di fiori ha riscosso il plauso, specie da parte degli appartenenti all’Aeronautica, il che, naturalmente, ci ha fatto molto piacere.

Bravo il Gruppo di Orlante. Attendiamo di potervi dire quale sarà il tema per la prossima adunata.

Quando la Pattuglia Acrobatica Nazionale « Frecce tricolori », dopo le sue entusiasmanti esibizioni, è atterrata sul campo di San Giuseppe ed è sfilata con i suoi apparecchi davanti alle tribune, la cosa che più ha colpito gli alpini presenti è stata la lunga penna nera che troneggiava sul casco di uno dei piloti,

Si tratta del capitano pilota Vittorio Zardo, un vicentino del Corso Sparviero II della Accademia Aeronautica, il quale, prima di entrare all’Accademia, ha prestato servizio in artiglieria da montagna.

A questa sua prima scelta vi è stato costretto dal fatto che, non essendo ancora maggiorenne, i suoi genitori non gli concedevano il nulla osta per l’arruolamento in Aeronautica.

Fanatico per il volo, raggiunta la maggiore età, non solo è diventato ufficiale pilota in servizio permanente, ma è stato designato a far parte della Pattuglia Acrobatica in riconoscimento delle sue spiccate doti di pilota di aviogetti.

Entusiasta per il volo e per le sue acrobazie aeree non riesce però a dimenticare il periodo trascorso con la penna nera in testa, tanto che la porta anche sul casco di volo.

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