(Ultimo aggiornamento: )

da Renato Rocchi, La splendida avventura – La storia del volo acrobatico, vol. 3°, p. 96

■ 5 maggio – aerobase Rimini
• un incontro promosso dal Gen. S.A. Francesco Sforza – Comandante la V A.T.A.F. – tra le Frecce Tricolori” ei “Thunderbirds”, che si traduceva in un confronto tra l’acroteam italiano e quello statunitense, “passato” per allena-mento acrobatico, in vista del prossimo impegno di Parigi le Bourget.

• Era giorno di festa per il Corpus Domini ed era primavera inoltrata. Pochi ospiti di riguardo, e gli Ufficiali e i Sottufficiali della Base con i familiari, eranoi soli a presenziare al “super allenamento”, anche se dietro la rete di recinzione, centinaia di persone, grazie al “passaparola”, erano là da ore ad attendere il grande momento.

I “Thunderbirds” erano in Europa da un mese per soddisfare la missione “Operating Big Wing”, in parole povere per portare ancora più immagine dell’Aeronautica militare USA nei paesi alleati, nonché per partecipare al Salone di Parigi, polo aeronautico mondiale.

La disposizione dei piloti nella formazione:

Cumin
Ferrazzutti – Linguini
Purpura – Schievano
Anticoli
Zardo – Zanazzo
Bonollo
Franzoi (solo)

Di Lollo, naturalmente, non presentava il programma ridotto a 15 primi – bell’e pronto per le Bourget ma 1’*Alto”di 9 con l’inserimento del  solista.  A terra le “Frecce”, andavano in volo i Thunderbirds” nella formazione di 4+2 F 100 D.

La disposizionedei piloti nella formazione:

Eddins
Patterakis – Musser
Dickey
Beckel (solo) – Mc Peak (solo)

Due esecuzioni che ti toglievano il respiro. Due scuole diverse. La prima, l’italiana, superlativa per la varietà delle figure, per la dinamicità e la fantasia; l’americana, superbamente perfetta per precisione di manovra e per potenza delle macchine.

Dopo il “match'”, pranzo “in confraternita” alla Mensa Ufficiali dela 5a Aerobrigata, e, al brindisi finale, l’intervento del Gen. Sforza con un lungo discorso in inglese preciso: in “slang” – con qualche frase tradotta in italiano. Era un osanna a quei sei stupendi piloti in missione di pace, per dimostrare al mondo la grinta e la passione del pilota USA – con gli auguri per domani a Parigi.

Alle “Frccce Tricolori” chè doveva dire “Ciccio” Sforza? Niente!
Poi giocavano in casa!
Tipico autolesionismo all’italiana!
Ricordo. Io c’ero!

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