Ultimo aggiornamento: 25 Aprile 2020

da Renato Rocchi, La meravigliosa avventura – Storia del volo acrobatico, vol. 3, Aviani editore, pp. 290 – 291

A Lecce, dopo la transizione, l’addestramento si faceva sofferto, perché lo si doveva effettuare sul cielo campo, intralciando l’attività della Scuola e distogliendo gli allievi dall’impegno e dalla concentrazione, componenti indispensabili per i piloti e gli istruttori.

Vita dura per le “Frecce”!

Lo Stato Maggiore metteva ordine in una contestazione che stava per nascere, assegnando al 313° per gli allenamenti l’aeroporto di San Pancrazio – una pista aperta per esigenze belliche negli anni Quaranta, oggi asfaltata per 600 metri – mentre a Lecce – Galatina la P.A.N. aveva cielo libero soltanto dopo le 16.00.

Con l’ora solare in pieno inverno, pur a quella latitudine, la disponibilità di luce era ben poca nel tempo.

Quattro gli MB 339 della Scuola a disposizione della P.A.N.
Senza le taniche alari e, al loro posto, i ” terminali”, l’autonomia di volo era ridotta a 20 minuti primi. Altra grana!

I voli di addestramento erano limitati alla coppia o al “cuneo” di “3 MB 339”, con cinque, anche sei “uscite” al giorno.

L’addestramento gravava sulle spalle di Montanari; la responsabilità era nelle mani di Salvi, promosso Colonnello in quei giorni.

Anche Vito Posca e Mario Naldini passavano al grado superiore. Adesso il Magg. Posca e il Magg. Naldini avevano una “chance” in più per aspirare al ruolo di ” leader” .

E la corsa al “numero uno” in volo si faceva sempre più cattiva.

Molinaro – il “solista” – faceva vita a se, alquanto estraniato dai problemi del ” team”. Seguiva la tradizione del “solo” in Pattuglia.

Poi venne quel giorno di gennaio.
Al “cessate lavori” andava in volo “lui”, “Gi Bi” Molinaro, per un allenamento acrobatico in isolato sul cielo campo di Galatina.
Aveva ancora un asso nella manica, in quanto la “scampanata” l’aveva ormai “assimilata” ed inserita nel “suo” programma, ed era venuto il momento di giocarlo.
Terminato il programma, “Gi Bi” invitava Montanari a seguirlo – in Biga radio – nella manovra.

Entrò basso sul campo, tirò sù diritto – in candela – annunciando via radio – sempre con quel suo dire scherzoso: “Massimino, beccati questo! “… e sparò due “tonneaux” in cabrata…
Ma sentiamo il protagonista: “… Massimino mi seguiva …. ‘sì, bene, sei diritto … adesso raddrizza… sei storto….’ poi, dal momento che ho iniziato la manovra, il silenzio radio …. fino a quando non ho rimesso il velivolo… soltanto allora Massimino riprendeva con il balbettare il suo stupore”.

La manovra era il “lomsovak”. Una figura ormai d’obbligo in un programma di volo acrobatico individuale con velivoli ad elica. Non mai con velivoli a getto.

“Gi Bi” Molinaro spiega:
“Il ‘339’ è una macchina completamente diversa – mi sono reso conto subito che permetteva delle cose che il ’91’ non poteva fare, a scapito d’una maggiore velocità, d’una maggiore spettacolarità… è una macchina d’addestramento che perdona molte cose… ma soprattutto, molto più simile ad un velivolo ad elica – come aerodinamica – in quanto ti permette delle prestazioni che andavano sfruttate …. e devo dire che nessuno – e dico nessuno in assoluto – si è mai permesso di darmi dei consigli sulle possibilità della macchina, né di suggerirmi nuove figure, e, tanto meno, di spingermi a provare … Mi è stato facile “scoprire” la “scampanata” … mentre la manovra del “lomsovak” l’ho studiata attentamente a tavolino – momento per momento – per individuare e risolvere eventuali problemi.
Un ‘idea’ che tenevo nel cassetto da oltre un mese.
Quel giorno la presentazione. E la soddisfazione di aver mozzato il fiato a Massimino.
La figura. se aveva esaltato Montanari, non aveva entusiasmato Salvi. Anzi. intendeva cancellarla, in quanto fuori da ogni parametro per la Sicurezza del Volo.
Ma l’effetto negativo sul Comandante del 313° Gruppo era scontato.
Con il tempo ho apportato soltanto qualche modifica”.

Nasceva così, nel cielo dell’aeroporto di Lecce, il “lomsovak” – questa fantastica figura acrobatica, impossibile per un velivolo a getto, ma non per l’MB 339 – e “rinasceva” la “scampanata”.

Memento: portano la firma “Gi Bi”.

Le ‘figure” spiegate dal protagonista:
• “lomsovak”: l’ingresso è una richiamata… aeroplano in piedi, in verticale… si inizia una rotazione a sinistr … cioè un “tonneau” in piedi a sinistra, per far acquisire una certa inerzia di rotazione alla macchina… lo si stalla mentre ruota in negativo; preciso: è una specie di “frullino” in salita in negativo… quindi l’aeroplano inizia questo ribaltamento fino a quando perde tutta l’energia e cade sulla coda o di muso con l’applicazione di tutto motore… questo, ovviamente, per cercare di mantenere il più alto livello di energia possibile… La manovra viene effettuata tra i 3000 e i 3500 piedi… mai al di sotto… Da “imbarcato” effettuavo anche 4 giri… dipendeva anche dal centraggio del carburante… se avevo più o meno carburante era molto importante…
Il campo dei “G” era attorno ai 4 1/2-5 positivi e l’ 1/2-2 negativi …

• “scampanata”: figura decisamente più facile… si era vista già sui velivoli a reazione – il 326 aveva dato l’esempio… il passaggio sul 339 non è stato di certo sofferto.
Adesso, ormai, fa parte del repertorio di buona parte dei velivoli a getto; oggi il B 29, il Mirage … fanno la “scampanata” …
“Gi Bi” ha lanciato la moda!

• Il “crazy flight” – altra figura da “suspense” nel programma del “solista” – è stato presentato per la prima volta da Boscolo con il “G.91”.
Con il “339” la manovra si esasperava di più… la si accentuava.
La macchina lo permetteva.

In quelle settimane pugliesi, tutta l’attenzione del Comandante e dei piloti era per il programma di volo. Poter, cioè, adattare al “339” il programma del “91 “, mantenere la geometria, ripresentare le stesse figure.

Ma con quei quattro “MB 339” messi a disposizione dal Comando Scuole, ben poco si poteva abbozzare.

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