Ultimo aggiornamento: 12 Maggio 2020

da Renato Rocchi, La meravigliosa avventura – Storia del volo acrobatico, vol. 3, Aviani editore, pp. 136 – 157 e segg.

■ 26 luglio [1970, ndr.]
• air base Hullavington -Gran Bretagna
• Campionato del Mondo di Volo Acrobatico Individuale
• organizzazione: Royal Aero Club
• rischieramento sull’air base di Kemble, sede delle “Red Arrows”
• presente anche la “Patrouille de France”
• interventi non effettuati a causa delle avverse condizioni meteo
Quei giorni di permanenza a Kemble segnavano, per Zardo e il sottoscritto, il “via” al progetto “Due Americhe”, con le notizie, le informazioni raccolte dai piloti delle “Red Arrows” sul “salto del fosso”: la tratta Islanda – Groenlandia – Canada, una rotta da loro già pianificata e collaudata in una missione di qualche anno prima.

Un progetto che doveva “decollare” da Roma il 2 giugno 1973 – in occasione del 50° Anniversario della Costituzione dell’Aeronautica Militare.
A Zardo andava il compito di curare la parte operativa della missione, a me l’impegno di tracciare e motivare le “località” dell”‘air-show”.
E non erano “sogni nel cassetto”

[…]

■ 10 giugno – Aeroporto Torino – Caselle
• “Festa dell’Aria” in chiusura del “Salone Internazionale dell’Aeronautica e dello Spazio”
• un “meeting” che ormai era d’obbligo per la Torino aeronautica
• programma
si alternavano i numeri più spettacolari:
: gli “Slivers” – 2 F 104 G
i gemelli che esaltavano per sincronia e per brivido
: la “Patrouille de France”
con 9+2 Fouga Magister, mai così numerosa
: le “Red Arrows”
una formazione ritornata al gran completo, sempre più grintosa
: le “Frecce Tricolori” con l'”alto 9+1 G.91″ chiudevano il Salone, sollevando l’entusiasmo del pubblico, che invadeva l’area di parcheggio per portare in trionfo i piloti italiani.

Alla sera, al “party”, Zardo ed io informavamo il Gen. Aldo Remondino del progetto “in pianificazione” “Missione Americhe”” per il 50° Anniversario della costituzione dell’Aeronautica Militare, per avere il pensiero e il suo alto consiglio. Ci rispose con entusiasmo, affascinato dall’iniziativa; di più: ci suggerì un “Raduno dei Piloti di Pattuglie Acrobatiche'” a Buenos Aires.

Eravamo alle stelle.

Il Gen. Duilio S. Fanali – un “Capo” che amava il rischio scontato, calcolato, quando questo dava un ritorno alla Nazione e all ‘Arma – venendo a conoscenza della missione, ci disse, con quel suo sorriso così aperto, così amico: “peccato che non ci sia più! Vi avrei chiesto di portarmi con voi!”
E passavamo in paradiso.
Poi, ricordandoci che il sogno era ancora nel cassetto, ritornavamo con i piedi per terra.

[…]

■ 20 luglio – Napoli – lungomare Caracciolo
• “Settimana Motonautica”
• organizzazione: Quotidiano “li Mattino”
• in presentazione
: 1· MB 326 – pilota Cap. Clemente Fazzini
: le “Frecce Tricolori” con l”‘Alto di 9 G.91″
• nota: oltre 100.000 persone sul lungomare.
Il Ten. Col. Vittorio Zardo – dopo I'”holding” dì Milano – Comando I” Regione Aerea – rientrava in Pattuglia, quale prossimo Comandante designato.

Ricordo. La sera della premiazione Zardo ed io illustrammo la “Missione Americhe” al Direttore de “Il Mattino” – Dott. Giacomo Ghirardi.
Entusiasmo e interessamento per il progetto, esternazione logica del momento, e la promessa dell’appoggio del Quarto potere.
Seguì il silenzio più profondo!

[…]

Ai primi di luglio, il promemoria della “Missione Americhe” – uno studio che ci aveva impegnati, fuori servizio, per oltre un anno – dal cassetto passava, con forma non ufficiale, alla Segreteria particolare del Capo di Stato Maggiore. Per essere più preciso, nelle mani del Gen. Fernando Piani, Capo della Segreteria, per avere il pensiero del Sottocapo – Gen. R. Marches e del Capo di Stato Maggiore – Gen. V. Lucertini.

Ai primi di agosto la risposta – sempre in via ufficiosa – da parte del Gen. Marches: negativa, pei motivi di bilancio.

Eravamo decisi a non disarmare.

Un caro amico, segretario particolare del Sen. Giuseppe Medici – allora Ministro degIi Esteri – ci fissò un appuntamento per il 12 di agosto – ore 11.00 – alla Farnesina per tentare una strada “diversa”. Chissà!
A cosa porta l’entusiasmo, ma anche la delusione!

Quel mattino raggiungemmo Bologna per incontrarci con l’amico Pierpaolo Gilli – il coordinatore, con il fratello Luigi, dell’incontro – consci del passo “fuori misura” che stavamo per fare e dei rischi che correvamo. Non tant0 il sottoscritto quanto Zardo, prossimo Comandante delle “Frecce” – ufficiale di S.M. con la carriera aperta al vertice. Per noi era l’ultima spiaggia!

Puntuali ci presentammo – quasi di soppiatto – alla Segreteria Particolare del Ministro degli Esteri e il buon Luigi Gilli, comprendendo la nostra apprensione, il nostro stato d’animo, la nostra posizione – quella dello “spiazzato” – ci accantonò in uno dei tanti salottini, in attesa che…
E l’attesa fu lunga e sofferta, tra l’entusiasmo, la speranza e i I timore per un “by-pass” senza precedenti.

Arrivò anche il momento dell’incontro. Il Sen. Medici ci accolse con cordialità – erano con noi Luigi e Pierpaolo Gilli – e ci fece accomodare nel suo studio. Non ci tenne al di là della scrivania.
L’accoglienza, quel trattamento familiare, ci diede fiato.

Spiegai a grandi linee lo studio, lasciando la descrizione operativa a Vittorio Zardo.
E si arrivò al dunque: facendo leva sulla simpatia e sulle amicizie che il Sen. Medici aveva e contava in Sud America, dove aveva vissuto gli anni verdi della sua vita – riporto le sue parole – chiedevamo alla Farnesina di sollecitare l’Aeronautica per una nostra missione in Sud America, avendone avuto richiesta.
A questo punto il Ministro tagliò corto: “telefoniamo subito! Chi è il vostro Capo di Stato Maggiore?”
Ci prese il pallore. Spiegai, alquanto impacciato: “Senatore, noi siamo qua, ci vede! In borghese, perché come militari non dovremmo esserci; e siamo arrivati qua da Lei grazie la mano amica di Luigi Gilli; sì, siamo in “fuorigioco”, ma l’entusiasmo ci ha fatto giocare questa, che per noi, è l’ultima carta.”

Il Ministro ci guardò con un sorriso di simpatia, poi sbottò:”Ho capito! siete due bei polli!” e riprese: “Ad ogni modo parlerò io con il vostro Capo di Stato Maggiore e farò presente la richiesta e… vi saprò dire qualcosa al più presto.”
Ci congedò con tanta cordialità.
Il rientro fu tutto in punta di piedi.

Mai saputo niente. Mai avuta risposta.

Siamo venuti, invece, a conoscenza di come e perché il promemoria ritornò nel cassetto con un “no!” scritto in rosso dal Sottocapo.
La verità: il Gen. Marches chiese al Gen. Di Lollo – quale “grande comunicatore” della P.A.N. – il suo giudizio in merito.
Il parere fu negativo, in quanto quel “salto del fosso” dall’Irlanda al Canada – via Islanda e Groenlandia – era troppo pericoloso. Tre tratte avevano il punto di non ritorno. Un rischio che l’Aeronautica Militare non poteva correre.
Rischio camuffato con tre parole: “motivi di bilancio”.

Senz’altro l’Aeronautica Militare avrà avuto le sue ragioni, allora. Oggi, una sola osservazione: dodici anni più tardi le “Frecce Tricolori” – con dodici MB 339, – hanno fatto quel “salto del fosso” su una rotta da noi tracciata dodici anni prima.

Anche questa è storia vissuta.

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