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La serata di beneficenza si terrà lunedì 30 ottobre a Roma in occasione della 4^ edizione del premio "rabbiamore"

di cap. Erminio Englaro
da aeronautica.difesa.it, 27 ottobre 2006

I piloti delle Frecce Tricolori e la medaglia d’oro nel salto in lungo, primo aviere Andrew Howe, verranno premiati il prossimo lunedì sera 30 ottobre nel teatro Argentina in Roma in occasione della 4^ edizione del premio “rabbiamore”. La serata di beneficenza è stata organizzata dall’Associazione “Donne e non solo” che da anni si occupa dei problemi sociali legati all’infanzia. In particolare le precedenti edizioni hanno consentito di realizzare una casa famiglia in Argentina e di raccogliere fondi per i bambini malati di AIDS di Bucarest. Quest’anno l’organizzazione devolverà il ricavato della serata in presidi sanitari a favore dell’Ospedale “Avamposto 55” in Darfur. Con i fondi raccolti, inoltre, verrà assicurata nella struttura sanitaria la presenza di un’ostetrica; una figura essenziale per combattere la piaga della mortalità infantile.

Abbiamo chiesto all’Aeronautica Militare di partecipare a questa nostra iniziativa” ha affermato la presidentessa dell’Associazione, Anna Mazzantini, “per dare un giusto riconoscimento alle tante attività umanitarie e di solidarietà condotte dagli uomini e dalle donne dell’Arma azzurra“. Le Frecce Tricolori, infatti, non sono nuove a questo genere di iniziative. Proprio quest’anno infatti sono state testimonial della campagna informativa del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), condotta con la stessa Aeronautica Militare, per la costruzione di pozzi d’acqua proprio nelle regioni africane sub-sahariane. La serata vedrà la partecipazione e la testimonianza di Barbara Contini, da anni impegnata nel settore della solidarietà e degli aiuti umanitari a favore delle popolazioni più bisognose. Insieme con l’atleta dell’Aeronautica Howe Besozzi verrà premiato anche Massimiliano Rosolino, campione di nuoto.

La partecipazione dell’Aeronautica Militare all’iniziativa è stata coordinata dal generale di brigata aerea Carlo Landi, capo del 5° Reparto dello Stato Maggiore Aeronautica, che ha sottolineato come “l’ iniziativa si inserisce nel continuo impegno di partecipazione dell’Aeronautica Militare nei confronti delle tante tristi e difficili realtà che sempre più spesso affliggono il nostro pianeta” e continuando ha ricordato l’impegno operativo dell’Aeronautica nel settore delle missioni umanitarie “Con i nostri aerei arriviamo nelle regioni più isolate, colpite da alluvioni, terremoti o crisi sociali ed economiche. Abbiamo quindi modo di toccare con mano questa sofferenza“.

In questo ambito si inserisce la missione dell’Unione Europea in Congo che dallo scorso giugno vede impegnato anche un velivolo C-130J della 46^ Brigata Aera di Pisa e 50 uomini dell’Aeronautica in supporto alle operazioni di pace e democratizzazione del Paese. Proprio l’Africa, infatti, è la regione dove maggiormente l’Aeronautica Militare è stata, ed è, attualmente impegnata. Nel solo 2005 l’Aeronautica ha effettuato ben 790 ore di volo, trasportando oltre 650 persone e circa 900 tonnellate di materiale nell’ambito di missioni umanitarie, 200 sono le ore effettuate nei primi sei mesi di quest’anno. Lo scorso anno in Darfur (Sudan), nell’ambito della missione denominata “Cavalieri d’Italia”, sono stati impiegati due velivoli C-130J che, con oltre 200 ore di volo, hanno consentito il cambio del contingente composto dai 391 militari del Gambia, impegnati nelle operazioni di pace nell’area. Successivamente altri aiuti sono stati trasportati nella diocesi di Tombura-Yambo situata nel sud del Sudan e retta dai padri Comboniani già da 25 anni. In questa regione, che attualmente conta una popolazione di circa 500.000 abitanti, il tasso di mortalità infantile raggiunge punte del 40 per cento. Dal 2004 ad oggi, inoltre l’Aeronautica Militare in collaborazione con l’AFMAL (Associazione del Fatebenefratelli per i malati lontani) ha condotto 4 missioni sanitarie nelle regioni subsahariane (Mali, Benin e Togo) per combattere i problemi della vista che colpiscono, nelle varie forme, l’80 percento della popolazione.

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