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Giunti a Codroipo da tutto il mondo

In loro onore esibizione delle «Frecce» - Toccanti parole del presidente Valerio

da Il Piccolo, 4 agosto 1974 , p. 7

E’ molto facile scivolare nella retorica parlando degli emigranti, dei loro problemi, dei loro stati d’animo quando si trovano a centinaia o a migliaia di chilometri di distanza dalle loro case; ed è ancora più incombente il pericolo quando li si incontra al loro rientro, magari per pochissimi giorni, quando si tocca con mano la commozione, la soddisfazione di questa gente che spesso mette a disposizione i risparmi per un ritorno in Friuli, la loro fierezza di essere friulani in Friuli.

Ebbene, questi emigrati, pur con queste considerazioni nel cuore, riescono a spogliarsi in occasioni, come quella di ieri, di tutte le amarezze e preoccupazioni per assaporare nel modo più pieno l’aria di casa loro, o perlomeno quella dei loro padri. Ed è così che ieri a Rivolto sono state versate lacrime nel corso della spettacolare esibizione della pattuglia acrobatica «Frecce Tricolori» dell’aeronautica italiana. Commozione autentica perché questi che giustamente vengono definiti i figli migliori del Friuli si sono in quel momento accomunati ai piloti che portano nei cieli di tutto il mondo ben alto il tricolore: emigrati e «Frecce» cioè ai quali spetta il compito di far vedere a tutti che c’è ancora un’Italia sana, laboriosa, entu-siasta e soprattutto fiera di essere Italia.

Gli emigrati si sono riuniti alle dieci di ieri mattina a Codroipo e, dopo aver assistito alla funzione religiosa. hanno deposto una corona al monumento ai caduti. Quindi, trasferimento alla vicina aereobase di Rivolto, per assistere appunto all’esibizione delle «Frecce», che in moltissimi hanno giudicato la «cosa più bella alla quale avrebbero potuto assistere», mentre per altri ancora si è trattato di rivivere nella loro terra le emozioni che hanno già provato nei loro paesi di residenza in occasione delle trasferte che la pattuglia acrobatica nazionale effettua.

Quindi, con ancora negli occhi il bianco, rosso e verde delle fumate lasciate dagli aerei, appuntamento a quello che rappresenta uno dei monumenti più suggestivi del Friuli: la settecentesca villa Manín di Passariano, dove il sindaco di Codroipo Zamparo ha dato il benvenuto, anzi il bentornato ai graditissimi figli del Friuli.

Particolarmente toccanti le parole del presidente dell’Ente Friuli nel Mondo prof. Ottavio Valerio, che ha organizzato la manifestazione e che ha ricevuto numerosissime attestazioni di simpatia da parte dei convenuti, quasi quante ne hanno ricevuti i… piloti della PAN, letteralmente assediati per tutto il tempo della colazione e impegnati a rilasciare autografi; non già in quanto divi, ma in quanto giovani che mettono la loro superba tecnica unitamente a un grande entusiasmo e al loro ardimento al servizio proprio della patria.

Ancora l’assessore regionale al lavoro Romano, che rappresentava la Regione, ha rivolto un caloroso benvenuto e un altrettanto caloroso augurio agli emigrati.

Una giornata che rimarrà certo nella memoria dei più, ma non solo di quelli che torneranno nei loro paesi di emigrazione nei prossimi giorni; rimarrà indimenticabile questa giornata anche per gli stessi organizzatori, e in primo luogo lo stesso prof. Valerio, con il vicepresidente dell’Ente consigliere regionale Valentino Vitale, e per le numerose personalità di rilievo che non hanno esitato ad affrontare trasferte non brevi pur di poter essere presenti: così il generale della riserva Nimis, di Nimis, già capo di stato maggiore della prima regione aerea all’epoca della costituzione della pattuglia acrobatica nazionale, il prof. Ardito Desio, che pur avendo voluto essere presente l’altro ieri alla celebrazione a Cortina del ventennale della famosa scalata dell’Himalaja, ha voluto ieri partire da Cortina d’Ampezzo per essere anche lui presente, e così molti altri; presenti anche il presidente della Provincia di Udine Turello e il vice di quella di Pordenone Gonano.

Una sola nota triste nella giornata: il prof. Ottavio Valerio, nel corso del suo breve intervento, ha voluto ricordare un friulano, che egli ha definito fra le figure più luminose, il card. Antoniutti, tragicamente scomparso giovedì e di cui si celebreranno oggi le esequie nella natia Nimis.

Da segnalare infine una simpatica iniziativa, presa dallo stesso professor Valerio, sulla linea di volo dei «Fiat G 91 PAN»: dopo aver consegnato ai piloti, a nome dell’Ente «Friuli nel Mondo», un simbolico omaggio, formato da una «sporta» intrecciata con corda di Cortale e contenente i tradizionali vino, grappa e gubana friulani, l’animatore di tutte le iniziative a favore degli emigranti, si può dire, da sempre, e in tutto il mondo, ha annunciato la costituzione dell’87.o Fogolar furlan delle Frecce Tricolori. La cerimonia ufficiale dell’insediamento di questo fogolar, destinato a diventare uno tra i più simpatici e significativi, avverrà nel prossimo mese di settembre.

Emigranti e «frecce tricolori» fraternizzano nell'amore per la patria

L'annuale incontro indetto dalla nostra istituzione

da “Friuli nel mondo”, anno 24°, n° 240, agosto 1974, pp. 1 e segg

Non ci sembra azzardato affermare che, tra gli incontri degli emigranti annualmente indetti dalla nostra istituzione, quello del 1974 — tenutosi il 3 agosto a Codroipo e proseguito poi a Rivolto e a Passariano — ha avuto una riuscita che fa storia a sé: quanti hanno partecipato alla manifesiazione (e sono stati oltre cinquecento i soli lavoratori convenuti dall’estero e dalle varie regioni d’Italia, senza contare i loro familiari e la populazione locale) ne sono i testimoni migliori, poiché hanno visto con i loro occhi e udito con le loro orecchie.

Certamente Codroipo, dove l’incontro si è iniziato alle 10, non ha mai visto tante auto con targhe straniere quante il primo sabato di agosto hanno percorso le sue strade. Ed è stato subito un intrecciarsi di richiami, di espressioni di letizia per il fatto di rivedersi dopo un anno o dopo tanti, uno scambiarsi notizie e impressioni, un accendersi di ricordi buoni e amari; e subito dopo un acutizzarsi della tristezza al pensiero del prossimo ritorno all’estero, al di là delle Alpi e degli oceani, al posto di lavoro.

Che cosa ha spinto centinaia di lavoratori a incontrarsi a Codroipo? Non certamenle l’idea di partecipare a una festa, ma la realtà di sentirsi affratellati da una comune necessità, da un’identica sorte, da un uguale amore per il  Friuli, anche se la «piccola patria» non è riuscita ad assicurare loro quel pane che, se fosse apparso quotidianamente sul desco, li avrebbe indotti a rimanere, a non allontanarsi dalle persone più care, a non rodersi l’anima di rabbia e di nostalgia. Eppure, quel Friuli che ha cosi poca e magra e avara terra, ha sempre il loro amore, perché ha saputo insegnare a tutti i suoi figli — attraverso l’esempi degli avi e dei padri — la serietà e l’intraprendenza, lo spirito di sacrificio e la tenacia: che non sono parole — e tanto meno sono parole retoriche —, ma sono la condizione essenziale della missione che ogni uomo deve compiere se vuole il rispetlo degli altri e la dignità di sé stesso. Agli emigrati friulani spetta il merito e il vanto di essersi assicurati la considerazione e la fiducia dei Paesi che li ospitano: ed essi sono fieri delle qualità che hanno saputo e sanno dimostrare vivendo in terra straniera; e anzi, chissà che la stima che hannu saputo conquistarsi non li renda più fieri delle loro origini all’estero che non a casa loro. Per di più, quest’anno, le condizioni in cui versa l’Italia nun sono davvero tali da giustificare la gioia del ritorno; ritornando, essi avrebbero voluto trovare un’Italia diversa da quella che è, una patria quale essi la desiderano. Un ritorno amaro, dunque. E, tuttavia, neppure la mortificante realtà di un Paese che si dibatte in difficoltà d’ogni sorta e non sembra saper trovare la strada per superarle, neppure questo li ha trattenuti da’ ritornare: la casa natale, i familiari, gli amici, la tomba che attende un loro fiore, sono altrettante spinte murali che cancellano le esitazioni. Poi si riprende la strada dell’emigrazione, anche se tutti sanno che l’Italia ha bisogno di manodopera (d’accordo: lo spettro della disuccupazione o della sottoccupazione si profila all’orizzonte; ma loro, gli emigranti, hanno una qualificazione, nel loro mestiere sono altrettanti maestri), e anche se sanno che — lira più, lira meno — avrebbero qui lo stesso salario che percepiscuno attualmente. Fatto è che coloro che pensano di rientrare definitivamente sono pochi (forse quelli che vivono nei Paesi più vicini, anche perché la crisi è un male che ormai minaccia tutta l’Europa). Sono pochi perché non hanno fiducia nel domani dell’Italia, sono dell’avviso che non conviene lasciare  una posizione conquistata con sacrificio — ma una posizione certa — per imbarcarsi in un’avventura. Sarebbe davvero un salto nel buio, e quando si ha una famiglia, una responsabilità, gesti sconsiderati non sono ammissibili.

Ebbene, gli emigranti convenuti all’incontro di Codroipo, pur con tutte queste considerazioni nel cuore, sono riusciti a spogliarsi di tutte le preoccupazioni e di lui le le amarezze per respirare a pieni polmoni l’aria di casa loro, del Friuli. E ciò dimostra ancora una volta — se proprio ce ne fosse bisogno — che la nostra è una gente sana e forte, che a guardare in faccia la realtà e non si abbandona alle illusioni, ma sa anche provare il piacere dello stare insieme, sa anche commuoversi quando vede una corona d’alloro rendere omaggio ai Caduti, sa esaltarsi quando vede gli aerei sfrecciare velocissimi e lasciare nel cielo una scia tricolore.

Alla manifestazione del 3 agosto — che ha continuato una tradizione dell’Ente «Friuli nel mondo » e che ogni anno trova nuovi motivi di invito — hanno partecipato, con gli emigranti ritornali per le vacanze in Friuli da ogni Paese  (non soltanto da tutta Europa, ma anche dall’Australia e dall’Argentina, dallo Zaire e dal Canada, dall’Arabia Saudita e dagli Stati Uniti), numerose autorità e rappresentanze. C’erano l’assessore regionale al lavoro, sig. Giacomo Romano, l’assessore regionale prof. Renato Bertoli, il presidente dell’Amminisiraziune provinciale di Udine, avv. Vinicio Turello, il vice presidente della Provincia di Pordenone, dott. Nemo Gonano, l’assessore comunale dott. Fratini in rappresentanza del sindaco di Udine, prof. Bruno Cadetto, il sindaco di Codroipo, dott. Lauro Zamparo, il geom. Sisgoreo, vice segretario regionale dell’Ente nazionale lavoratori rimpatriati e profiighi (l’ente che ha curato, come si ricorderà, il primo « soggiurno di vacanza» sulle spiagge delia nostra regione a favore dei figli degli emigrali; ora sta predisponendo — oltre che la «Casa per emigranti anziani » a Sequals — la costruzione di alloggi per  lavoratori che intendano rientrare dall’estero: gli alloggi saranno approntati a Pordenone, Tavagnacco, Villa Santina, Moggio Udinese, San Pietro al Natisone).

Lustro e prestigio ha conferito alla manifestazione la presenza del prof. Ardito Desio e del generale di divisione aerea Luciano Nimis. Il primo — indimenlicabile artefice della conquista del K 2 —, per non mancare all’appuntamento di Codroipo anche nella sua qualità di presidente del Fogolàr di Milano, aveva ridotto a tempi brevi le celebrazioni indette a Collina d’Ampezzo per il ventennale dell’impresa che segnò il trionfo dell’alpinismo italiano sulla vetta più alta del mondo; il secondo — già capo di stato maggiore della prima divisione aerea all’epoca della costituzione della pattuglia acrobatica nazionale — è giunto da Milano pilotando un aereo, al fine di essere tra le «frecce tricolori » a Rivolto.

Presenti, naturalmente, con il presidente dell’Ente «Friuli nel mondo» e con i vice presidenti — il consigliere regionale dott. Valentino Vitale (per l’Udinese) e l’arch. Martin (per il Pordenonese) — tutti i consiglieri e i componenti del collegio dei sindaci presiedulo dall’on. Faustino Barbina. E, inoltre, il poeta Renalo Appi, il rag. Enzo Picco, il sig. Walter Urban, presidente della Unione delle associazioni italiane in Svizzera, il rappresentante consolare a Berna, numerosi presidenti di Fogulàrs in Italia e all’estero. Eccone i nomi, anche se temiamo che quacuno ci sfugga (ci si perdonino le evenluali e del tutto involontarie omissioni): il comm. Luigi Nonino presidenle del Sodalizio friulano di Venezia; il geom. Walfredo Vilali presidente onorario del Fogolàr di Sanremo (con lui, quindici soci); il sig. Giovanni Fadini di Brescia; il dott. Muzzatti di Bolzano; il cav. Pietro Rigutto dell’Aja; il sig. Damiani di Friburgo (Svizzera); il comm. Pietro Odorico di Copenaghen; il sig. Domenico Marangone di Basilea, con alcuni consiglieri del sodalizio. E ancora: l’ing. Davide Scian (Argentina), i sigg. Franco Calludrini (San Gallo), Antonio Pischiulla (Boecourt),  Giuseppe Fadi (Zurigo), Giuseppe Mattellone (Frauenfeld), Giovanni Tumat (Parigi), Valentino Bellina (Lussemburgo). Tutti hanno espresso il loro plauso e la più profonda suddisfazione per l’iniziativa dell’Ente.

Numerosi i telegrammi e i messaggi di adesione. Sono stati inviati dal sen. Mario Toros, ministro per le Regioni; dal sen. Bruno Lepre, sottosegretario agli Interni; dall’on. Luigi Granelli, sottosegretario agli Esteri; dal presidente della Giunta regionale, avv. Antonio Comelli; dal presidente del Consiglio regionale, dott. Alfredo Berzanti; dagli assessori regionali Nereo Stopper, Bruno Giust, Salvatore Varisco, Antonio Tripani; dal sindaco di Pordenone, avv. Giacomo Ros; dal presidente dell’ESA prof. Diego Di Natale; dal cav. Enzo Giacomini e dal sig. Mario Iggiotti [?], rispettivamente presidenti dei Fogolàrs di Losanna e di Thionville.

Un gruppo di emigranti posa con i piloti dinanzi agli aerei della pattuglia acrobatica nazionale, dopo I’ardita ed entusiasmante esibizione delle « Frecce tricolori » nel cielo di Rivolto. (Foto Venuto)

In alto: Sulla pista dell’aeroporto di Rivolto, il presidente dell’Ente « Friuli nel mondo », che mostra la foto-ricordo donata alla nostra istituzione dal comandante delle «Frecce tricolori», ten. col. Vittorio Zardo (a sinistra, in primo piano), rivolge il saluto agli emigrati convenuti all’incontro del 1974 indetto dalla nostra istituzione, e ringrazia i piloti — allineati alle sue spalle — della pattuglia acrobatica nazionale. (Foto Venuto)

La manifestazione si è aperta nel duomo di Codroipo con una messa ufficiata dall’arciprete, mons. Giovanni Copolutti, figlio d’un emigrato morto in Argentina; lo assistevano i friulani don Paolino Della Picca, missionario in America, e don Severino Burelli, missionario in Belgio, oltre al bassanese padre Valerio Farrunato, della Missione cattolica ilaliana di Delémont (Svizzera). Ciascuno dei quattro concelebranti ha rivolto, parlando i primi tre in friulano, un pensiero agli emigrali spentisi lontano dalla terra natale, e ciascuno ha formulato l’augurio che l’emigiazione resti soltanto un ricordo. Hanno accompagnato il sacro rito i «pueri cantores» del coro «Candotti » di Codroipo, sotto la direzione del maestro don Gilberto Pressacco. Successivamente, due lavoratori all’estero — l’ing. Davide Scian, vice presidente della federazione delle società friulane in Argentina, e il sig. Antonio Pischiutta, del Fogulàr furlan di Boecourt (Svizzera) — hanno deposto una corona d’alloro dinanzi al monumento ai Caduti di tutte le guerre.

Gli emigranti si sono poi recati all’aerobase di Rivolto, dove sono stati accolti dal magg. Rocchi. In onore degli ospiti, la pattuglia acrobatica nazionale (PAN) ha offerto una esibizione indimenticabile per perfezione e per ardimento, e che da moltissimi è stala definita « la cosa più bella alla quale avrebbero potuto assistere», mentre per altri si è trattalo di rivivere, nel Friuli natale, le emozioni che avevano provate nei Paesi d’emigrazione, in occasione delle trasferte che le « frecce tricolori » effettuano in gran numero.

La manifestazione aerea è stata preceduta da un’allocuzione del ten. col. Vittorio Zardo, comandante della PAN, il quale ha sottolinato come tra i suoi piloti e gli emigranti friulani esista una identità spirituale: tanto gli uni che gli altri
onorano l’Italia nel mondo. « La dimostrazione dell’alto grado di addestramento delle “frecce tricolori” — ha soggiunto — è l’unico modo per esprimere il ringraziamento per lo spirito di sacrificio, la laboriosità e l’intraprendenza di cui i lavoratori friulani hanno dato prova nei cinque continenti ».

Durante lo scambio dei doni e la consegna del guidone dell’Ente alla PAN, il presidente della nostra istituzione ha auspicato che cuori ardimentosi come quelli dei piloti delle « frecce tricolori » e cosi polenti motori italiani non  debbano mai operare per motivi bellici, bensì apportare maggiori contatti e una più approfondita conoscenza tra i popoli, al fine di conseguire maggiori conquiste civili, tese al bene di tutta l’umanità. Consimili concetti sono stati espressi, con estrema semplicilà, dal comandante Zardo e, più lardi, dal magg. Rocchi, che è stato il bravissimo « speaker » dell’eccezionale manifestazione offerta dalla pattuglia acrobatica.

Quando i «Fiat G 91 PAN» hanno cominciato le loro velocissime e spericolate evoluzioni nel cielo di Rivolto, sui prati dell’aerobase è sceso un silenzio assoluto. Un silenzio commosso, perché non pochi emigranti hanno versato  lacrime sentendosi accomunati ai piloti che portano ben alto nei cieli di tutto il mondo il simbolo dell’llalia.

Quindi, con ancora negli occhi il bianco, il rosso e il verde delle fumate lasciate dagli aerei, appuntamento in uno dei più insigni monumenti artistici del Friuli: la settecentesca villa Manin di Passariano. Qui, nella sala maggiore dello stupendo complesso architettonico, gli emigranti hanno ricevuto il saluto della popolazione di Codroipo attraverso il sindaco, dott. Lauro Zamparo, che ha ringrazialo l’Ente « Friuli nel mondo» per avere scelto l’antica Quadruvium — che nel suo nome romano ricorda l’incontro di genti diverse — a sede del convegno 1974. A sua volta, il presidente della nostra istituzione, dopo avere espresso all’amministrazione comunale e all’infaticabile Pro loco, la gratitudine per la calorosa accoglienza ai lavoratori, ha ricordato la nobile e luminosa figura del cardinale Ildebrando Antoniutti — morto due giorni prima, in un incidente stradale —, sottolineando che il porporato di Nimis, nel suo ufficio di nunzio apostolico, comprese fra i primi la necessità di un’istituzione che tutelasse il lavoro friulano nel mondo, e ha annunciato che nel 1975 l’incontro degli emigranti si terrà ad Azzano Decimo. Tale annuncio, in accoglimento della proposta avanzata dal sig. Giuseppe Mattellone, presidente del Fogolàr di Frauenfeld, è stato salutato dall’unanime ed entusiastico consenso dei presenti.

Ha infine preso la parola l’assessore regionale Giacomo Romano per porgere il saluto del presidente Comelli e della Regione ai convenuti e per esprimere l’auspicio che il fenomeno migratorio — del quale nessuno si nasconde la pesantezza e la persistente attualità — registri una inversione di tendenza, e cioè che domani il capitale abbia a cercare sul posto la manodopera per gli inveslimenti. Certo, la congiuntura non mostra prospettive confortanti — ha soggiunto l’assessore regionale al lavoro —, ma é fuori luogo abbandonarsi alla disperazione, ed é tempo di agire nella concordia, recando ciascuno il contributo delle proprie idee e delle proprie esperienze.

Poi gli emigranti, all’ombra degli alberi dell’amplissimo parco di villa Manin, hanno consumalo il «gusta in companie»: ai tavoli hanno preso posto, in simpatica unione, autorità ed emigranti, lavoratori giunti dall’Argentina accanto a quelli giunti dall’Australia, friulani della Destra Tagliamento accanto a quelli della Carnia, perché ancora una volta si é trattato di un « incontro » nel senso più pieno e genuino del termine.

Hanno concluso la manifestazione le applaudile esibizioni del coro « Candotti » di Codroipo e del « Trio Pakai », diretti rispettivamente dai maestri don Pressacco e sig. Maliz: il primo ha proposto un mannello di villotte, il secondo ha affidato alle fisarmoniche il folclore delle vallate carniche. E anche l’incontro del canto con la musica è stato un segno dell’unità che la manifestazione indetta dall’Ente « Friuli nel mondo » si proponeva.

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