Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio 2023

La sciagura è avvenuta alla periferia di Firenze

I due ufficiali, di 31 e 36 anni, sono morti - L'apparecchio è piombato in un cortile demolendo parte di una casa - 5 persone sono rimaste leggermente ferite

da La Stampa, anno 108, n° 212, 21 settembre 1974, p. 19

(Dal nostro corrispondente)
Firenze, 20 settembre.

Il sacrificio di due ufficiali piloti ha evitato oggi pomeriggio che si verificasse una strage di proporzioni spaventose: potevano abbandonare l’aereo, gettandosi con il paracadute, mentre sorvolavano l’aeroporto di Peretola, a Firenze, ma sono rimasti al loro posto, per dirigere l’apparecchio, che precipitava, su un canalone coperto in un cortile, fra la via Pistoiese e la via di Peretola, a meno d’un chilometro dal campo d’aviazione. Il reattore biposto s’è letteralmente disintegrato: un boato tremendo e una pioggia di spezzoni che si sono sparsi in un raggio di qualche centinaio di metri.

I due ufficiali che hanno perso la vita nel tragico incidente sono il ten. col. Giordano Miani, di 36 anni, comandante il Gruppo Caccia dell’Aeroporto di Grosseto, e il ten. col. Salvatore (secondo nome di Claudio, ndr) Caruso, di 31 anni, romano, ma di stanza egli pure a Grosseto. Cinque persone sono rimaste ferite o contuse, in maniera non grave, nel fuggi fuggi generale seguito alla paurosa deflagrazione. Altre persone sono state sfiorate dagli spezzoni, senza però subire alcun danno. Una casa di quattro stanze è stata distrutta: il motore dell’aereo ha sfondato la parete di una cucina al primo piano di un altro edificio ed è rimasto in bilico: uno spezzone ha aperto una breccia nel muro di un appartamento al terzo piano di un grosso stabile; un’ala ha tagliato di netto per tutta la sua lunghezza un’auto in sosta sulla via Pistoiese, danneggiandone diverse altre. Tutto intorno alla zona, sthno macerie, grossi alberi tranciati, serrande sfondate o divelte, vetri infranti. Sarebbe bastato che l’apparecchio fosse precipitato una decina di metri prima o dopo il canalone e ci sarebbe stata una strage: ai due lati delle due strade che racchiudono il centro abitato dove è caduto l’apparecchio ci sono file di case, con decine e decine di famiglie.

L’aereo era un «TF 104 Starfighter» ed era partito nel pomeriggio dall’aeroporto di Grosseto per un normale volo di addestramento. Alle 17 era nel cielo di Firenze. L’hanno visto in molti volare a bassa quota. È comunque certo che l’apparecchio si è trovato in difficoltà mentre sorvolava l’aeroporto, senza avere tuttavia la possibilità di prender terra in un atterraggio di fortuna considerato che la pista dell’aeroporto di Peretola è agibile soltanto per aerei ad elica. I piloti evidentemente han cercato di guadagnare la campagna per evitare una strage.

Un rappresentante bolognese, Mauro Boschieri, che a quell’ora, alla guida della sua auto, stava per imboccare l’autostrada, fermo al semaforo, ha raccontato: « L’aereo mi è arrivato alle spalle a quota bassa, ma in assetto normale di volo. Appena passato sopra di me, ha cominciato a sbandare sulle ali, per poi mettersi a girare vorticosamente su se stesso. Stavo domandandomi perché un aereo eseguisse evoluzioni così rasoterra quando ho sentito un tremendo boato ed ho visto alzarsi in cielo una colonna di fumo. Mi sono reso conto solo allora che una tragedia si era compiuta ».

Jet militare si schianta sulle case nei pressi di Firenze

Due morti e cinque feriti

Vittime della sciagura i piloti - Passanti contusi e ustionati - Tre appartamenti distrutti - Rottami sparsi su una superficie di trecento metri

di Giorgio Sgherri
da L’Unità, 21 settembre 1974, p. 5

Dalla nostra redazione
FIRENZE, 20

Un aereo militare si è schiantato su un gruppo di case a Peretola a un chilometro dall’aeroporto. A bordo c’erano due alti ufficiali dell’aeronautica di stanza a Grosseto. Il bilancio della sciagura è di due morti, cinque feriti, tre appartamenti distrutti e altri danneggiati. È una sciagura che avrebbe potuto assumere proporzioni immani e che lascia sgomenti per la rapidità con cui è accaduta. Dai pochi rottami sparsi su una superficie di duecento-trecento metri sembra praticamente impossibile ricostruire la dinamica dell’incidente.

La sciagura è avvenuta questo pomeriggio verso le 17,15. l’aereo un « TF 104 G» con a bordo i piloti tenente colonnello Giordano Miani 36 anni, sposato con figli e tenente colonnello Salvatore Caruso 31 anni, scapolo proveniente da Monte Morello si è posto nella posizione di atterraggio, quando improvvisamente è stato visto oscillare in aria e dopo un attimo girare su se stesso e cadere a vite.

« Sembrava che avesse iniziato delle evoluzioni, ma poi lo aereo si è impennato, è andato giù e ho visto una fiammata » ha detto Mauro Boschieri di Bologna che si trovava all’ingresso della autostrada. L’aereo infatti si era schiantato su un gruppo di case in località Petriolo fra via Pistoiese e via di Peretola.

Al boato ha fatto seguito una fiammata e immediatamente si è alzata una nube di polvere e di denso fumo. Pezzi dell’aereo che aveva distrutto l’appartamento di Augadenio Salvani, fortunatamente disabitato (la moglie e il figlio si trovavano da una parente) venivano scagliati contro uno stabile di via Pistoiese 136 provocando un enorme squarcio nella parete all’altezza del quarto piano. Il reattore finiva nella cucina di uno stabile sempre in via Pistoiese al numero 138. Il proprietario, Moreno Filippini, in quell’istante si trovava sulla terrazza che si affaccia sulla parte opposta della cucina. La moglie e i tre figli si trovavano fuori casa. Una ala dell’aereo finiva nel cortile di un magazzino.

Sulla via Pistoiese mentre il traffico era particolarmente intenso si abbatteva una pioggia di detriti, di mattoni, di rottami del velivolo. Dal vicino aeroporto era stato dato immediatamente l’allarme; l’operatore della torre di controllo che era stato in contatto fino all’ultimo con l’aereo in volo, avvertiva i vigili del fuoco, le autombulanze della Misericordia, i carabinieri, la questura. La città veniva attraversata dalle auto a sirene spiegate e immediatamente la periferia della città si paralizzava per permettere il passaggio dei mezzi di soccorso. Si temeva che la caduta dell’aereo avesse provocato una sciagura di più spaventose proporzioni come forse poteva avvenire se l’aereo non si fosse schiantato nelle casette disabitate.

I vigili con potenti getti di schiumogeno avevano ben presto ragione delle fiamme, ma per i due piloti non c’era più niente da fare. Non avevano avuto neppure il tempo di tentare di catapultarsi con il paracadute.

Sul posto oltre agli ufficiali della scuola di guerra aerea, si recavano i parlamentari comunisti sen. Evaristo Sgherri e l’ori. Bruno Niccoli, il questore, il dirigente dell’ufficio politico, il colonnello Scalzo, il sostituto procuratore della repubblica dottor Casini. Sono state aperte due inchieste: una giudiziaria e l’altra tecnica.

I corpi dei due ufficiali sono stati recuperati soltanto a tarda ora. All’ospedale di S. Giovanni sono state medicate le cinque persone rimaste colpite dai rottami del velivolo. Fortunatamente come abbiamo detto si tratta di lesioni lievi che i sanitari hanno giudicato guaribili in una settimana.

Il compagno Elio Gabuggia-ni presidente del consiglio regionale toscano ano ha inviato al generale di squadra Graziani, comandante la seconda regione aerea e al colonnello Meloni comandante l’aeroporto di Grosseto il seguente telegramma: « Profondamente colpito grave sciagura aerea prego la signoria vostra ricevere i sensi di mia commossa partecipazione nuovo sacrificio pagato arma aeronautica. Con preghiera estensione familiari ufficiali coinvolti ».

Un aereo a fine carriera

Dopo la caduta dello Starfighter a Firenze

L'F 104 era stato concepito per inserirsi nel sistema radar della Nato, che però divenne operativo solo nel 1971 - Nel frattempo, le varie aeronautiche avevano cercato di adattare l'apparecchio ad altri compiti, pregiudicandone così la sicurezza

da La Stampa, anno 108, n° 213, 22 settembre 1974, p. 21

Firenze, 21 settembre.

All’aeroporto di Peretola è giunto stamani il generale Giulio Cesare Graziani, comandante della seconda Regione aerea. Accompagnato dal generale Ezio Monti, comandante della scuola di guerra aerea di Firenze, il generale Graziani si è recato sul luogo ove ieri è caduto l’«F 104 Starfighter» con a bordo due ufficiali di stanza all’aeroporto di Grosseto.

Per tutta la notte agenti della questura e carabinieri hanno piantonato la zona dove stamani è ripresa l’opera di rimozione delle macerie per rintracciare tutti i pezzi dell’aereo. In giornata dovrebbero giungere a Firenze anche i componenti della commissione d’inchiesta nominata dal ministero dell’Aeronautica.

Il generale Graziani, insieme con il generale Monti, si è anche recato a rendere omaggio alle salme dei due piloti morti carbonizzati, il tenente colonnello Giordano Miani ed il tenente colonnello Salvatore Caruso, e si è interessato delle condizioni delle cinque persone ferite in modo lieve dalle schegge, sparse in un raggio di 500 metri.

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Lo Starfighter F.104 è un caccia monomotore realizzato dalla Lockeed con caratteristiche di grande velocità, in grado di raggiungere in pochissimi secondi le quote più alte. Si tratta di un aereo delicato e difficile, quasi un missile dall’apertura alare limitatissima, concepito originariamente per ricoprire un ruolo specifico: l’intecettazione di aerei nemici. Per questo, doti di carico o di maggiore manovrabilità a bassa quota sono state sacrificate a motori più potenti e velocità superiore.

Questo aereo (concepito alla fine degli Anni 50) è insieme un mezzo successo e il più grosso fallimento della politica alleata di standardizzazione degli armamenti. Il mezzo successo è il fatto che esso sia stato utilizzato, oltre che dagli americani, che l’hanno adesso sostituito con Phantom, da tutti gli altri Paesi Nato, ad eccezione di Francia e Gran Bretagna che utilizzarono aerei nazionali. Il fallimento è dovuto a diversi fattori.

Originariamente la vendita degli F.104 era collegata alla realizzazione del Nadge, la rete radar integrata della Nato, che va dal Circolo Polare Artico all’Anatolia. Doveva esserne il completamento militare: un aereo veloce e da pronto intervento, attivato in caso di allarme radar. Ma mentre gli F.104 vennero comprati all’inizio degli Anni 60, una serie di problemi economici, tecnici e politici (non ultima la richiesta europea di una più equa ridistribuzione delle commesse con gli Usa) fece sì che il Nadge fosse più o meno operativo solo alla fine del 1971, quando ormai gli Starfighter erano divenuti aerei obsoleti.

Per quasi dieci anni dunque gli europei si trovarono a dovere utilizzare una quantità di caccia per cui non avevano un ruolo specifico. Essi cercarono di trasformarli, utilizzandoli per compiti più adatti per cacciabombardieri o aerei da appoggio tattico. In Germania si arrivò ad utilizzarli come vettori nucleari. Appesantiti da un numero crescente di apparecchiature e soprattutto costretti ad evoluzioni per cui non erano stati disegnati, gli F.104 sono caduti a centinaia in tutta Europa, trasformandosi in una trappola spesso mortale.

Anche in Italia questo problema non è stato risotto. Anzi, ragioni soprattutto economiche consigliarono dì elaborare un’ulteriore versione dell’areo, l’F.104 S con accresciuta capacità di intercettore. Armato in modo relativamente leggero e con tin’autonomia limitata, esso è solo a stento in grado di competere con gli aerei più moderni anche nel suo ruolo ideale: l’intercettazione.

La carriera dell’F.104 sta fortunatamente chiudendosi: entro pochi anni essi saranno sostituiti ovunque dal nuovo Mrca o dai nuovi caccia bimotori americani o infine dagli ultimi Mirage francesi. Altri aerei più versatili stanno prendendo il loro posto nei ruoli dì appoggio tattico, dallo Jaguar all’Harrier.

Rimane purtroppo il bilancio delle vittime, che potrebbe ancora allungarsi, e soprattutto la lezione imparata a caro prezzo dai nostri stati maggiori di pianificare con accortezza i propri acquisti così da evitare che siano poi armi sbagliate a condizionare la nostra strategia.

Stefano Silvestri
dell’Istituto Affari Internazionali

dal gruppo Facebook “Quelli di Peretola” [ fonte ]

Nel primo pomeriggio del 20 settembre 1974 un velivolo militare precipita all’interno dell’abitato di Peretola, un quartiere ad alta densità abitativa nei pressi del suo aeroporto civile.

I piloti T.Col Giordano Miani e il T.Col Salvatore Caruso, dopo aver effettuato un volo di ricognizione su Firenze, per individuare la rotta e i punti per un sorvolo che avrebbe di li a due giorni concluso una serie di manifestazioni dedicate alla liberazione della città, dopo un passaggio a bassa quota lungo la pista dell’aeroporto, durante la manovra improvvisamente il velivolo si avvita su se stesso e impatta al suolo provocando la morte dei due piloti e la distruzione di un’ abitazione vicina, mentre il carrello entrò al quinto piano di un palazzo vicino, ed inoltre un’ ala schiacciò un’auto parcheggiata in Via Pistoiese.

Fortunatamente non ci furono altre vittime.

L’indagine tecnica stabilirà che la causa dell’incidente fu l’avaria di un’azionatore FLAPS.

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