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Vita e imprese dell'Aeronautica rievocate a cura della Lega Nazionale

La cerimonia svoltasi al Circolo Ufficiali presenti i piloti delle «Frecce tricolori»

da Il Piccolo, 15 dicembre 1973, pp. 4 e 7

Un applauso scrosciante e prolungato ha salutato iersera, al Circolo Ufficiali, il tenente colonnello Vittorio Zardo, comandante della pattuglia acrobatica, e i piloti delle sue «Frecce Tricolori», al loro ingresso nel grande salone, affollato di intervenuti alla celebrazione del 50.o anniversario della fondazione dell’Aeronautica. Promossa dalla Lega Nazionale, la manifestazione non poteva avere ospiti d’onore più degni di questi giovani ufficiali che, nella tradizione dell’ardimento e dell’azione, portano alti nei cieli, in campo internazionale, il tricolore della Patria e il nome dell’Arma azzurra.

Ha pronunciato il discorso celebrativo l’avv. Giuseppe Vinciguerra, presidente della Sezione di Trieste dell’Aeronautica, presentato dal dott. Alfieri. Seri. L’oratore ha rievocato in breve sintesi la storia dell’Aeronautica, mettendo in rilievo le tappe percorse in questo mezzo secolo di vita, i numerosissimi primati raggiunti (qualcuno – come quello di Agello – tuttora imbattuto), le imprese compiute in pace e in guerra con insuperabile spirito di sacrificio, l’alto contributo di sangue, versato nell’adempimento del proprio dovere.

Sono sfilati, davanti all’uditorio, nelle parole di Vinciguerra, nomi di uomini intrepidi che elettrizzarono le folle internazionali con le loro imprese: Locatelli, Baracca, Ferrarin, De Pinedo, Nobile, De Bernardi, Del Prete, Maddalena, Balbo. Sono ritornati, nella mente di chi non è più giovane, i ricordi di eventi che attirarono sul nostro Paese l’ammirazione del mondo: raids, crociere intercontinentali, e le due famose transvolate oceaniche del 1931 e del 1933. Ha appreso, chi ancora non lo sapeva, che l’albo d’oro dell’Aeronautica elenca due medaglie d’oro al valor militare alla bandiera, 9242 caduti e 3506 dispersi, 272 decorati di medaglia d’oro, 6884 di medaglia di argento, 9422 di medaglia di bronzo, e 8909 della croce di guerra: tutti al valor tralasciando le decorazioni conferite al valore aeronautico.

«In questo luminoso panorama di gloria — ha concluso Vinciguerra — il nostro pensiero ammirato e reverente si sofferma con più affettuosa riconoscenza nel ricordo dei Caduti giuliani e dalmati o che in queste terre costruirono il loro carattere e fondarono i loro affetti più intimi. Di essi, tutti degni di gloria e di ricordo, vogliamo rammentare — ha soggiunto accingendosi ad elencarne i nomi — almeno quelli che oggi la Patria onora con la medaglia d’oro al valor militare».

Tutti gli astanti si sono alzati e sono poi rimasti in piedi tutto il tempo, udendo il primo nome: Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta. Sono seguiti i nomi del sottotenente Bruno Castro, capitano Adolfo Rebez, sergente maggiore Guido Presel, aviere scelto Ottone Giorgio Levitz (tutti di Trieste), sottotenente Nicolò Cobolli Gigli (Capodistria), capitano Mario Visintini (Parenzo), sottotenente di vascello Bruno Caleari (osservatore), sottotenente Bruno Oliosi (entrambi di Fiume), capitano Livio Ceccotti (Gorizia), sottotenente di vascello Giuseppe Maiorana. (osservatore, Genova), capitano Franco Lucchini (Roma), ospitano Ugo Pozza (Asolo).

Ha poi preso la parola il tenente colonnello Zardo, per ringraziare dell’accoglienza avuta, oltre che dell’invito ad intervenire con i suoi ufficiali alla cerimonia. Il giovane comandante delle «Frecce tricolori» (ha 34 anni) ha voluto sottolineare che nessuno di essi ha fatto la guerra, ma che tutti loro vivono nell’esempio di coloro che li hanno preceduti nella vita e negli ardimenti lungo le vie del cielo. Anche senza aver fatto la guerra però — ha rilevato — essi si sentono combattenti, perché difendere le leggi, le istituzioni, la cultura, la famiglia, gli affetti, tutto quello cioè che nel suo insieme forma la Patria, — e quest’opera di difesa è affidata anche ad essi — dà diritto a tale qualifica. Nessuna pretesa — ha sottolineato —nei piloti delle «Frecce Tricolori», ma solo l’intenzione di dimostrare, in una società che quotidianamente dà sconfortanti esempi, cosa possano e sappiano fare dei giovani seri, dal carattere saldo e il cui animo è aperto a ideali elevati.

Calorosi consensi hanno salutato le parole dell’ufficiale, come era stato, prima, per l’avvocato Vinciguerra.

(Foto Rice) I valorosi componenti della pattuglia acrobatica delle «Frecce tricolori» durante la celebra« zione del cinquantenario dell’Arma aeronautica, tenutasi solennemente ieri nella nostra città
Parla l’avv. Vinciguerra. Alla sua destra, il ten. col. Zardo
Una parte del salone del Circolo Ufficiali durante la celebrazione che si è svolta ieri sera

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