Ultimo aggiornamento: 25 Novembre 2020
di Vittorio Cumin
da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale, anno 2 – n° 2 – 1/12/2000 – pag. 1
L’ 8° Raduno dei Piloti delle Pattuglie Acrobatiche ancora una volta, a distanza di cinque anni, mi ha offerto l’occasione di rivedere colleghi e amici carissimi con i quali rinverdire i momenti più belli della nostra vita aviatoria. Chiudo gli occhi e, come in un sogno meraviglioso, rivivo una carrellata di episodi che hanno caratterizzato, e anche condizionato, la mia vita in seno all’Aeronautica Militare.
Premetto che ancora oggi, alla mia tenera età, la passione per il volo non è minimamente scemata. Ho volato ininterrottamente, senza soluzione di continuità, dal 1951 ad oggi e spero, con l’appoggio del Padreterno per quanto riguarda la salute, che il futuro mi offra ancora qualche piccola opportunità d’immergermi in quel cielo infinito che considero la mia seconda casa.
Ma lasciatemi sognare: colpito, soggiogato e impressionato dalle evoluzioni delle più prestigiose pattuglie acrobatiche oggi in circolazione, è giocoforza per me rivedermi protagonista nei Diavoli Rossi del mai dimenticato Squarcina: un’avventura stupefacente conclusasi nel ‘59 con i due mesi di esibizioni negli Stati Uniti.
Una cavalcata meravigliosa da Phoenix a Las Vegas per il 1° Congresso Mondiale del Volo, e da Washington a Baltimora, per poi terminare a Coney Island – New York.
Quei ricordi sono sempre vivi e presenti dentro di me e, se chiudo gli occhi, mi trovo ancora con la cloche in mano nell’immensità dell’oceano Atlantico, di fronte alla sconfinata spiaggia di Coney Island, intento a cercare un improbabile punto di riferimento che mi facilitasse nell’incrocio della bomba. No, non c’erano punti di riferimento sull’oceano, ma ci incrociammo benissimo su di un punto virtuale mandando in visibilio centinaia di migliaia di americani.
E poi i lunghi anni con le Frecce Tricolori: gregario, leader, Comandante del 313° Gruppo.
Come dimenticare le ristrettezze logistiche del primo periodo e lo spirito di sacrificio che ci univa, piloti e specialisti, nel gratificante compito di rappresentare degnamente l’Aeronautica e l’Italia.
Anni fantastici quelli, gli anni delle Red Arrows del mitico Ray Hanna che ancora vola su Spitfire, Corsair, Mustang e altri velivoli d’epoca – “ ah Ray, quanto ti invidio! “ … e della Patrouille de France del Capitano Capillon futuro Chef de l’Armeè de l’Air e dei Diable Rouges del mio carissimo, fraterno amico Paul van Essche.
Mi ero ripromesso, soprattutto per riguardo alla famiglia, che con le Frecce Tricolori avrei chiuso con l’attività acrobatica collettiva ed invece, sette anni dopo aver lasciato il servizio, ecco presentarsi, nel 1988, una nuova occasione per rientrare nel giro.
Le Alpi Eagles, Pattuglia Acrobatica civile formata da 5 SIAI 260, si erano trovate nella necessità di “scovare” un pilota per ricoprire il posto di fanalino, in quel momento vacante. Premetto che avevo visto volare il Team qualche anno prima e di aver detto a mia moglie che mai avrei volato con quei “matti”; mai dire mai, a riprova che la coerenza non è il mio forte.
Stavo attraversando un momento difficile ma accettai con entusiasmo la proposta. Erano passati quasi vent’anni dalle mie ultime esibizioni da gregario ma avevo anche una esperienza di circa 1500 ore di volo sul SIAI 260.
M’inserii quindi nel team con relativa facilità e alla fine debbo onestamente dire che i tre anni nelle Alpi Eagles sono stati uno dei periodi più belli ed entusiasmanti della mia vita di pilota acrobatico, chiusasi con la partecipazione alla manifestazione in occasione del 6° Raduno Piloti Pattuglie Acrobatiche.
Per finire lasciatemi ricordare due voli con i 339 della PAN, nel settembre del ‘96, durante uno dei quali ho avuto la conferma, pilotando il velivolo, di dimostrare a me stesso, solo a me stesso, di essere ancora in grado d’interpretare la figura del gregario decollando in formazione ed evoluendo nelle classiche manovre del programma.
Grazie Frecce, mi piacerebbe riprovare quelle intense emozioni.