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selezione di foto dal sito di Alessandro Barteletti [ link ]

Nel 1903 i fratelli Wright dimostrano al mondo di poter mettere le ali all’uomo.
Nel 1909 portano la loro invenzione – il Flyer – sul campo di Centocelle nei pressi di Roma.
L’esibizione svela le potenzialità del nuovo mezzo aereo e getta le basi per il suo futuro utilizzo nel nostro paese.
E’ l’inizio dell’aviazione in Italia. Cosa è cambiato dopo un secolo?
Dal trasporto alla pubblica utilità, dal volo a vela all’acrobazia aerea,
dalle missioni di recupero e salvataggio all’evoluzione tecnologica e al rapporto uomo-macchina,
dalle diverse figure di pilota alla difesa dello spazio aereo.
Un viaggio all’interno di questo mondo, a 100 anni dallo storico volo dei fratelli Wright in Italia.
© Alessandro Barteletti

Lo show delle Frecce Tricolori

È la pattuglia più numerosa, ammirata e… invidiata al mondo.
Il solista risale verticalmente mentre il gruppo si spacca in due ai suoi lati: a sinistra i quattro aerei della seconda formazione e a destra i cinque della prima che volano a settecento chilometri orari e ad una distanza di circa due metri l’uno dall’altro.
La tradizione dell’acrobazia aerea di gruppo nasce in Italia negli anni Venti con la “Pattuglia Folle”.
A raccoglierne l’eredità oggi sono le “Frecce Tricolori” il cui gruppo è stato fondato nel 1961.
Nel 2008 i piloti hanno ricevuto il premio di “Eccellenza Italiana” dal Presidente della Repubblica.

313° Gruppo Addestramento Acrobatico Frecce Tricolori. Rivolto (UD)

Il caffé della mattina

Per diventare un “Pony” – come vengono chiamati in gergo i piloti della pattuglia – oltre che grandi abilità tecniche bisogna avere determinate attitudini e doti umane per instaurare un rapporto di stima e fiducia con tutti i gregari del gruppo.
«L’essenza del nostro reparto è il volo collettivo caratterizzato dalla presenza del pubblico. Quando ci confrontiamo con i piloti delle prime formazioni parliamo una lingua comune: rispetto ad altri gruppi qua si ferma il tempo.
Siamo un tramite per trasmettere sempre la stessa emozione e mantenere inalterata una tradizione».
Marco Lant – “Pony 1” – Leader formazione

313° Gruppo Addestramento Acrobatico Frecce Tricolori. Rivolto (UD)

La cura dei “tre-tre-nove”

Il reparto delle Frecce Tricolori conta cento persone tra piloti, addetti e specialisti. La manutenzione gioca un ruolo fondamentale per permettere l’assoluta efficienza di ognuno dei dieci Aermacchi MB339, i velivoli che compongono la formazione.
«Anche noi in un certo senso facciamo parte dello spettacolo. Oltre a mantenere sempre in ordine di volo gli aeroplani, prima di ogni esibizione prendiamo parte alla cosiddetta “manfrina”, una verifica a terra sincronizzata nei movimenti che gli specialisti effettuano sui velivoli. A quel punto sentiamo che gli applausi del pubblico sono anche un po’ nostri…».
Stefano Pandolfo, capo hangar

313° Gruppo Addestramento Acrobatico Frecce Tricolori. Rivolto (UD)

Pony “zero”: una guida da terra

Il normale iter all’interno della pattuglia prevede che un pilota resti nella formazione per cinque anni durante i quali la sua posizione cambia tra “gregario”, “fanalino”, “leader”, “solista”.
«Chi raggiunge il ruolo di leader della formazione – “Pony 1” – può diventare comandante. Denominato “Pony 0” si occupa a quel punto di coordinare e supervisionare da terra ogni passaggio e figura acrobatica comunicando via radio ai piloti le correzioni necessarie per rendere sempre perfetto il “tricolore” in cielo».
Massimo Tammaro – “Pony 0” – comandante

313° Gruppo Addestramento Acrobatico Frecce Tricolori. Rivolto (UD)

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