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Tullio Crali

(Igalo, 1910 - Milano, 2000)

Tullio Crali, nato in Dalmazia nel 1910, è l’ultimo aeropittore. Marinetti lo applaudì a 22 anni come “una delle splendide sicurezze vittoriose dell’aeropittura”. Morto a novant’anni, Crali in gioventù è stato alto e forte. Marinetti gli fu “amico, fratello, padre”. Come studente, Crali fu un disastro (vendeva i libri per comprare quelli di Marinetti), come pittore fu autodidatta, eppure insegnò per anni a Venezia, a Roma e al Cairo; diplomatosi in architettura, si occupò anche di poesia e di letteratura. Fu tra gli aeropittori più importanti e famosi. Non ebbe mai il brevetto di pilota, ma volò moltissimo su aerei da caccia, anche con la pattuglia acrobatica del “Cavallino”. Fu quel che si dice un vulcano. […] Si occupò di aeropittura per settant’anni. Attaccò i critici che discutevano di primo, secondo e terzo Futurismo. «Sono invenzioni» disse; «il Futurismo è come un oscillografo, va su e giù a seconda degli uomini. E’ estremamente semplice ed esteso: noi vogliamo esaltare il nostro tempo moderno». L’elemento principe nel Futurismo è la macchina in tutte le sue manifestazioni: «Chi non l’ama non ha cuore, né anima, né fegato». La macchina, concluse, è «la sintesi delle energie della natura» e l’aeroplano è la macchina che ha realizzato il mito di Icaro, il sogno di sempre dell’uomo: la conoscenza dell’Universo.
Le Frecce Tricolori ripercorre, attraverso le parabole e linee di traiettorie spregiudicate, le prodezze delle pattuglie acrobatiche: l’artista divenne più ardito nelle sue visioni ed è sempre più difficile per lo spettatore restare incollato a terra. Il dipinto, parte di una serie dedicata alle Frecce tricolori, la pattuglia acrobatica nazionale, pur se facente parte della fase matura del pittore, rappresenta un’esplosione di colore e di vitalità.
[ da “Il futurismo” – fonte ]

Il Mart conserva l’archivio dell’artista, una preziosa raccolta di documenti, resa accessibile con la pubblicazione nel 2008, curata da Mirella Duci, del “Fondo Tullio Crali. Inventario”. Il fondo è costituito da documentazione biografica e professionale che va dal 1910 al 1994 e comprende materiale di varia natura: fotografie, materiale a stampa, carteggi, disegni e interventi grafici. Con il materiale documentario è stato acquisito anche un cospicuo numero di opere dell’artista, conservate nelle Collezioni museali: 41 opere (bozzetti di scenografie e di abiti e disegni di architettura) sono state acquistate nel 1997, mentre 48 fra dipinti, rilievi e piccole sculture (sassintesi) sono stati donati nell’aprile del 2000.
All’atto del versamento il fondo era ordinato e costituito da un’unica serie, che è ora denominata Documentazione biografica e professionale.
[ da mart.trento.it/ ]

La presenza di diverse foto e corrispondenza, Crali continuò ad intrattenere rapporti con Frecce Tricolori su basi di reciproca stima: ci sono delle foto scattate insieme al gen. Montanari e una serie scattata insieme al comandante A. Moretti – 1990 – e altri membri della pattuglia acrobatica nazionale in occasione dell’esposizione Futurismo veneto. C’è inoltre una foto riproduzione di un bozzetto di Crali per un progetto di monumento omaggio alle Frecce Tricolori.

Così Crali descrive il suo incontro con gli uomini delle Frecce Tricolori:

«È stato come il sole quando esce da dietro le nubi. Sono stati individui straordinari. Indossavano l’uniforme, ma la cosa veramente impressionante di loro era il carattere: il loro entusiasmo, la loro serietà, la loro cortesia, la loro consapevolezza che la morte era sempre seduta alla loro tavola. Non hanno mai parlato di questo».

Il ricordo del Comandante Gianluigi Zanovello

Tullio Crali me lo rammento bene. È venuto a Rivolto una mattina. Voleva farsi delle idee per realizzare un quadro sulle Frecce Tricolori. Me lo ricordo molto gentile, delicato, cordiale. Lontano mille miglia dallo stereotipo dell’artista pieno di sé, presuntuoso e tronfio.

Ha voluto incontrare i piloti, vedere un volo acrobatico e poi… ha chiesto di entrare nell’abitacolo di un 339 e di essere lasciato stare lì, solo, in meditazione.

Non è facile infilarsi in un caccia. Soprattutto ad una certa età. Con qualche difficoltà ci siamo riusciti. Abbiamo chiuso il tettuccio e ci siamo allontanati, lasciandolo in contemplazione.

Non riuscivo ben a capire cosa stesse facendo, a cosa stesse mirando.

Il dubbio me lo sono tolto quando, riaperto con delicatezza il plexiglass del velivolo, l’abbiamo tirato fuori dal cockpit piano piano.

L’ho guardato un attimo negli occhi: sembrava un ragazzino al quale hanno appena regalato un momento di estasi. Dietro quello sguardo ho percepito la passione, il trasporto, la silente eccitazione che precede ogni volo delle Frecce Tricolori. La stessa emozione che provavo io legandomi al seggiolino prima di ogni volo.

Tullio Crali, un grande artista, un grande uomo, un grande appassionato.

(ricordo inviato via mail)

2 commenti

    • Ciao Elisa, non hai idea di quanto mi faccia piacere questo commento e che poi ti sia anche tornato utile! Se ti piace Crali, immagino tu abbia visitato la mostra a Monfalcone lo scorso anno… ti consiglio poi una visita la MART di Rovereto. Un saluto

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