Tre arditi piloti friulani tra le “Frecce Tricolori”

Il 21 giugno, organizzato dall’Aeronautica belga, ha avuto luogo sull’aeroporto di Kleine-Brogel un « meeting » inlernazionale, con la partecipazione, accanto a formazioni straniere, della pattuglia acrobatica nazionale italiana (P.A.N.). che ha la sua sede stabile presso l’aeroporto di Rivolto.

La costituzione della P.A.N. è di data recente: 1° marzo 1961. Prima di tale data l’Italia era rappresentata nei vari « meetings » in patria e all’estero da pattuglie acrobatiche che si formavano annualmente, presso i vari reparli da caccia. Per la cronaca, nel decennio 1951-61 esse sono state cinque: quelle del « Cavallino rampanle », dei « Getti tonanti », delle « Tigri bianche », dei « Diavoli rossi », dei « Lancieri neri ». I piloti della pattuglia « Frecce tricolori » (questa la denominazione della P.A.N.) provengono da tutti i reparti e sono scelti dopo una accurata selezione: debbono possedere particolari requisiti psico-fisici, di intelligenza e dì coraggio, perchè ad essi si richiedono prestazioni fuori del comune. E del resto il comandante dell’unità, il magg. Mario Squarcina, è esigente al massimo in fatto di addestramento: tutti e dieci gli uomini della pattuglia debbono spesso operare veri e propri miracoli di perìzia e di ardimento.

In soli tre mesi, quest’almo la P.A.N. ha preparato per Kleine-Brogel due programmi di esibizione (o i competenti sanno bene che tre mesi dì preparazione assicurano normalmente a un pilota un rendimento relativamente modesto), chiamando a far parte della formazione sei uomini: il capitano Franco Pisano (capo pattuglia), da Sassari; il ten. Vittorio Cumin (primo gregario sinistro), da Romans d’Isonzo; il sottoten. Renato Ferrazzutti (secondo gregario sinistro), da Magnano in Riviera; il maresc. Ennio Anticoli (primo gregario destro), da Udine; il maresc. Eddo Turra (secondo gregario destro), da Piazzola sul Brenta (Padova), il ten. Franco Panario (fanalino), da Alessandria. Come s’è visto, la metà dei piloti sono friulani. Una chiara conferma, questa, che il Friuli continua ad essere un’autentica fucina di valorosi soldati dell’aria.