(Ultimo aggiornamento: 28 Maggio 2020)

da Renato Rocchi, La meravigliosa avventura – Storia del volo acrobatico, vol. 3, Aviani editore, pp. 383 – 384

Ci voleva proprio il “6° Raduno” per farmi ritornare ìn Pattuglia. Con il magone dapprima, poi in felicità.

Mi sono messo nell’angolo, senza proferir parola, a guardare, a scrutare, ad osservare, a fare la disamina. E mi sono reso conto che i tempi sono sì cambiati.
Così ti accorgi che è il momento per fare il punto di una situazione che sai diversa.

L’ambiente è sempre splendido, abitato da bella gente, per entusiasmo, per passione e per professionalità. Oggi come ieri!

È la conduzione operativa che non è più la stessa di un tempo.
Dovuta, senz’altro, all’evoluzione dei tempi, che esige l’aggiornamento.

Ricordo Squarcina – era il 1962 – quando. per realizzare il “suo” programma di “9” velivoli, per dare al “team” una base sicura, di pieno affidamento, richiamò i Sottufficiali con esperienza acrobatica – cinque su nove. Seguì l””amministrazione Di Lollo” – anni di grazia 1963 -1967 -, poi, con la “legge Anticoli”, cambiò in Pattuglia lo stato giuridico dei Sottufficiali piloti, non gli uomini, e il “team” era formato per nove dodicesimi da Ufficiali del Ruolo Speciale; tre erano gli Ufficiali dei Corsi Regolari.
Sempre con la premessa operativa che il Comando di Gruppo veniva assegnato ad un Ufficiale Superiore dei Corsi Regolari – proveniente possibilmente dal Reparto – e il ruolo di “leader” in volo all’Ufficiale proveniente dai Corsi di Complemento, transitato in S.P.E., con esperienza di “gregariato” in Pattuglia.

Dopo l’86. la situazione “forza piloti”, prese un nuovo indirizzo. Dovuto alla precarietà di piloti provenienti dal Complemento con attitudini specifiche al volo acrobatico collettivo, anche perché l’addestramento al le Scuole oggi è strettamente “basico”: non sono ammesse “licenze acrobatiche”.
E tanto vale anche per i piloti dei Corsi Regolari.

“Ai tempi miei – mi dice Montanari, responsabile dell’addestramento acrobatico – avevi sempre la possibilità di prenderti un angolo di cielo, e, in punta di piedi, farti quei dieci minuti di loopings e di tonneaux; quando poi non trovavi il “gran maestro” che ti iniziava con consigli, correzioni e giudizi. Io ho avuto Pezzè; anzi, devo dire: io ho volato con Pezzè!
Oggi i Pezzè, i Giardinà, gli Squarcina, i Ceoletta, i De Fraia non li trovi più.
A Reparto, poi, il pilota vola – per esigenze operative – in isolato o in coppia – raramente in for-mazione di 3 o di 4 velivoli… e quando arriva in Pattuglia, non sai se avrai “un sinistro” o “un destro”….. devi incominciare da zero. La passione, la volontà sono componenti indispensabili, ma l’addestramento è senz’altro più sofferto… e per il pilota-allievo e per il pilota-istruttore.
Sì, i tempi sono cambiati”.

Attualmente la formazione in volo conta – su dieci piloti – otto provenienti dai Corsi Regolari: due dal Ruolo Speciale.
Un “flash”, un “tuffo” perché si sappia – non mai per fare differenze. Assurde, tra l’altro.

Oggi le “Frecce”, con il programma adeguato alla normativa di sicurezza, sono rientrate nel circuito internazionale con un “display” di “9” velivoli, senza perdere, di certo, smalto e incisività. E tanto lo si deve a quell””architetto” in programmi di volo acrobatico, quale è Massimino Montanari.

Il Comandante Lorenzetti, consapevole delle responsabilità che si assumeva, inseriva anche il “solista”, per ritornare nel ’90 – l’Anno del 6° Raduno Piloti Pattuglie Acrobatiche – al favoloso “Alto di 9+1 MB 339-A PAN”.

Assegnava il ruolo al Cap. Maurizio Guzzetti, un pilota che aveva dato prova di possedere estro, capacità, istinto.

La P.A.N. ritornava al gran completo e riprendeva il ruolo di “team d’élite” nel pianeta del collettivo.

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