Ultimo aggiornamento: 15 Maggio 2019
di Gen. S.A. Rolando Goldoni
da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale
anno 13 – 31/10/2012 – pag. 2
Sento il bisogno di far conoscere ad altri un episodio della mia vita aeronautica che mette in luce le qualità di una persona, piuttosto schiva, ma di enorme valore umano.
Sto parlando di Vittorio CUMIN, aviatore friulano, di poche parole, pronto al sorriso, di grande gentilezza d’animo.
….. Quel pomeriggio d’estate, forse 1963 o 64, eravamo a ‘ciondolare’ sotto le ali dei nostri F 86 (o G 91) nell’Aeroporto di Bruxelles in attesa di essere chiamati per la nostra esibizione in quella grande manifestazione aerea belga; non ricordo se c’era qualche ricorrenza particolare.
Dimenticavo di dire che “noi” eravamo la P.A.N. (Pattuglia Acrobatica Nazionale) FRECCE TRICOLORI comandata dal Cap. Vittorio CUMIN.
Il tempo era incerto, nuvole veloci si alternavano a sprazzi di sereno. Noi eravamo tutti col naso per aria per capire che tipo di programma di volo porre in essere: alto o basso.
Ho detto noi ma chi sembrava preoccupato era solo il ‘Capo’, Vittorio, che camminava avanti e indietro, sempre guardando l’evolversi del tempo.
Le nubi avevano coperto l’azzurro del cielo, ma erano strati piuttosto alti e quando un velivolo F 84 F fece la sua manifestazione con un programma di ‘loopings’ e ‘virate sfogate‘ Vittorio decise che c’era lo spazio per il ‘programma alto‘.
Infatti all’ F 84 F per fare un ‘looping’ ci vogliono almeno 1.000 piedi più che ad un G 91 o F 86.
Così, dopo il decollo ed il ricongiungimento virammo e puntammo giù sulla pista, ben allineati ed il Vittorio cominciò a dire: “su … su … andiamo per il ‘looping con trasformazione’ ..… pronti … pronti … ” in quel momento, con il muso a circa 45° sull’orizzonte entrammo nelle nubi.
“ Fermi … fermi ” disse subito Vittorio mentre stava per ordinare la trasformazione (non ricordo se a ‘cigno’ od altro) eravamo entrati in uno strato compatto di nubi, per fortuna tranquilla senza turbolenza.
A distanza di tanto tempo, chissà perché, mi ritornano alla mente quei momenti, lunghissimi minuti secondi, quando attaccati l’un l’altro 8 ‘ragazzi’ seguivano fedelmente l’ala del n° 1, Vittorio CUMIN, che con voce serena ripeteva: “ Fermi … fermi ….. state fermi ”.
Io cercavo di stare più fermo che potevo, pensando a FERRAZZUTI che stava attaccato alla mia ala sinistra, ma la mia mente vagava per le valli del Friuli dove andavo a pescare ogni volta che potevo. Uscimmo dalle nubi – sopra lo strato, nel cielo azzurro.
“ Fermi … fermi … ” ripeteva ancora Vittorio.
Completammo quell’arco di cerchio che ci rimaneva da fare e rientrammo a testa in giù nella nube. Questa volta puntavamo il terreno.
Non provavo paura, tutto compreso nell’importanza di stare fermo in posizione, ma la mia mente pensava a quello che avrebbe detto ANTICOLI (spirito assai critico che trovava sempre qualcosa da dire) o a come l’avrebbe raccontata TURRA che, nella difficile posizione di 1° fanalino, era circondato da 8 aeroplani.
Non pensavo affatto alla situazione in cui mi trovavo: in una Pattuglia di 9 aeroplani che puntava su un aeroporto gremito di spettatori, compreso Re BALDOVINO che ci avevano detto che sarebbe stato presente.
Quando uscimmo dalle nubi eravamo esattamente sulla pista, come se il ‘looping’ fosse stato eseguito in aria chiara.
“ Continuiamo con il ‘programma basso’ “ furono le parole di Vittorio ….. così continuò fino alla fine della nostra esibizione, per la quale ottenemmo applausi.
Ora non ricordo se ci fu un riconoscimento particolare per Vittorio che aveva condotto in porto, tanto magistralmente, quella situazione di emergenza.
Né ricordo se l’ho ringraziato.
Ora che la memoria per le cose di un tempo lontano mi torna a tratti, voglio farlo, voglio dirgli, anche a nome degli altri 7. ….. grazie TOIO !
Sei un grande, d’animo e di cuore, come dimostri ogni giorno, ancora oggi, accanto ad Angela.