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da radiopiu.net, 12 febbraio 2021 [ fonte ] – integrazione citazione libro Odio la radio da Flickr di Dario Ganz

AGORDO Era il 1988 quando Antimo Savaris, consigliere in Comunità Montana Agordina propose al Presidente Floriano Pra di assegnare l’Agordino d’Oro alla pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori.

Il giorno della cerimonia pioveva sul Broi, nubi basse e le Frecce non poterono esibirsi nella Conca Agordina. Promisero però di transitare per Agordo al ritorno della loro esibizione in Germania. Sappiamo come fini tragicamente quella trasferta.

Idea: perché non chiedere (con queste premesse) alla basa di Rivolto che possano passare sopra Agordo domenica in avvicinamento a Cortina ovviamente senza fumi tricolori.

Dal libro Odio la radio

L’Agordino d’oro premio per i discreti

Anni Ottanta, la guerra dei confini. Belluno perdeva la Marmolada e Canazei in Trentino brindava alla Regina delle Dolomiti, anche in Val Gardena dove l’indimenticato ed amato presidente, Sandro Pertini trascorreva le sue vacanze.

È in quel periodo che ha fatto visita agli agordini, sul palco del Broi e poi al pranzo in Valle di San Lucano. Nelle notti imminenti all’arrivo del Presidente sui muri a lato della strada compariva la scritta “La Marmolada è nostra”. Alla mattina c’era invece chi quelle scritte le cancellava Pertini è stato uno degli ospiti d’onore di quella manifestazione che era il fiore all’occhiello dell’Agordino.

Sul palco Rolly Marchi. Arrivarono anche le Frecce Tricolori nel 1988, ma non poterono volare sopra Agordo, quel giorno il tempo non lo permise. Ma gli agordini poterono vedere i voli di prova nei giorni precedenti anche se la Pattuglia Acrobatica Nazionale (costituente il 313º Gruppo Addestramento Acrobatico) con i suoi Aermacchi volò molto in alto prima di fare ritorno all’aeroporto di Rivolto a Udine.

In valle di San Lucano si fermarono per ore a parlare con gli agordini, si fecero fotografare, firmarono autografi. Una settimana dopo il dramma: il 28 agosto 1988 la PAN fu protagonista dell’incidente di Ramstein in Germania in cui persero la vita tre piloti e 67 spettatori. “Pochi giorni dopo – ricorda Wikipedia – due dei tre piloti deceduti avrebbero dovuto testimoniare al processo per la strage di Ustica e questo fu motivo di vari sospetti circa la reale natura dell’incidente”.

Nel giorno dell’Agordino d’Oro Radio Più era in diretta dal Broi di Agordo, rimediai una delle più brutte figure della mia storia di cronista, una grande macchia nera. Rolly Marchi ad un certo punto disse: “Purtroppo i piloti delle Frecce Tricolori ad Agordo arriveranno più tardi, non potranno volare tra questa meravigliose montagne dolomitiche a causa del maltempo”. La traduzione radiofonica del Mezzacasa: “Come ricorda il presentatore gli aerei delle Frecce Tricolori non possono volare sopra Agordo. Pertanto atterreranno a Belluno e i piloti ci raggiungeranno salendo in auto lungo la regionale 203 Agordina”.

Ancora non conoscevo il dottor Luigi Fossen, ancora non sapevo che quattro anni dopo sarebbe entrato nella mia vita. Telefonò a RADIO PIU’ e m’interrogò : “Ma hanno fatto dei lavori particolari all’aeroporto di Belluno? Cioè hanno allungato la pista di atterraggio fino a Ponte nelle Alpi, oppure gli Aermacchi hanno solcato tutti i prati nel tentativo di atterrare?”.
Per la verità le macchie nere sono due, entrambe legate agli aerei. Il giorno della strage del Cermis, il 3 febbraio 1998 alle 15.13 per dare le notizie immediate e in tempo reale, giacché la tecnologia internet era ancora lontana, ero collegato con la redazione di Radio NBC.

La collega giornalista mi stava dando delle notizie che io ripetevo come un automa. “La tragedia – dissi in diretta – è stata causata da da un Grumman EA-6B Prowler, una areo militare statunitense del Corpo dei Marines con al comando il capitano Richar Ashby decollato dalla base di Aviano alle 14.36 per un volo di addestramento. Ha tranciato le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis”. Non mi limitai a questo, sotto suggerimento aggiunsi: “Il fatto grave è che non si è nemmeno fermato a prestare soccorso alle venti persone precipitate da un’altezza di 150 metri”.

Sul palco dell’Agordino d’Oro sono saliti nomi famosi, Alberto Tomba nel pieno del successo in divisa da Carabiniere, Vincenzo Muccioli di San Patrignano, Mariele Ventre dello Zecchino d’Oro, un premio particolare fu assegnato a Gaetano Scirea. Mi limito nel ricordare quelli che più mi sono rimasti nel cuore. C’erano poi gli ospiti come Indro Montanelli e c’era il Ministro Mino Martinazzoli.

La gente amava questa manifestazione anche se sotto il tendone di San Lucano c’era un palco in alto per i vip e dei tavoli per il resto del mondo. Il destino dell’”Agordino D’Oro I Discreti” è stato deciso attorno a un tavolo della Comunità Montana Agordina e non tutti condividevano l’idea del premio.
L’alto costo dell’evento fu uno dei motivi che portà a contestazioni e quindi alla cancellazione del premio alla discrezione. Una commissione s’incaricò di inviare un questionario alle Forze Politiche locali, provinciali, regionali, ai presidenti dei Consorzi Turistici, ai dirigenti scolastici, ai circoli culturali, alle Unioni Ladine, alle sezioni Ana e Cai e alle associazioni del territorio

L’esito del questionario probabilmente segnò il destino del premio alla discrezione.

Tranne la n. 1, le foto sono tratte dal profilo Flickr di Dario Ganz – Foto in alto di Maurizio Guzzetti

«Attori» senza nome

Cinque giorni fa la premiazione

di Rolly Marchi
da Il Piccolo, anno 107, n° 190, 30 agosto 1988, p. 3

AGORDO — Cinque giorni orsono i piloti delle «Frecce tricolori» furono onorati sulla piazza di Agordo del Premio alla discrezione chiamato «Agordino d’oro». La giuria, presieduta da Virginio Rognoni, ii aveva scelti perché si trattava «di attori famosi, ma senza nome». La. gente, infatti, acclama da sempre gli idoli degli stadi Moser, Vialli, Cova, Sara Simeoni e, da domenica, Maurizio Fondriest, ignorando gli acrobati del cielo, quasi che gli aerei che disegnavano imprevedibili e stupefacenti evoluzioni fossero governati da.misteriosi robot.

L’incontro di Agordo é stato commovente e allegro egual misura. Nella serietà del rituale, fremiti e giovanile entusiasmo, si sono sprigionati dal cuori e dai battimani dei tremila spettatori quando, a cerimonia già iniziatasi, i dieci piloti, belli, sicuri ed eleganti, sono usciti da un elicottero per schierarsi carichi di misteriosa potenza di fianco al palco delle autorità.

Toccava a me condurre la manifestazione, la Pattuglia fu chiamata per quarta, secondo ordine alfabetico. Primo salì il comandante quindi, uno a uno, i piloti che attraversavano ii prato a rapidi saltelli e poi, sul podio, si giravano verso la folla accaiamante con sorriso accattivante e moderata fierezza, davvero identica a quella dei campioni sportivi. Il più applaudito fu l’ultimo, Ivo Nutarelli, il colonnello «Solista».

A nome di tutti ringraziò il comandante Ranieri, il quale, con molto garbo, esternò il suo rammarico verso le cupe nubi che avevano negato l’esibizione alle sue «Frecce».

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