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Positivo al virus, aveva 89 anni. Dal 1981 al 1968 fu pilota della Pattuglia acrobatica nazionale. Sabato l'ultimo saluto

di Paola Beltrame
da Messaggero Veneto, 26 gennaio 2021

È mancato a 89 anni Ennio Anticoli, uno dei primi piloti delle Frecce tricolori. Abitava a Bressa di Campoformido ed era andato in pensione nel 1994 con 12 mila ore di volo; nell’ultima fase era stato comandante pilota all’Alitalia. Stavano a Udine, lui e la moglie Ida, ma l’estate la passavano a Bressa nella casette di origine di lei.

A novembre aveva avuto un serio problema di salute, ma pareva essersi ripreso. È arrivata violenta l’infezione da Covid-19, un paio di settimane fa, costringendolo al ricovero in ospedale a Udine, dove si è spento.

Per Ennio essere pilota acrobatico è stata una passion respirata in famiglia: lo furono anche il padre Gaspare e il fratello Sergio (mancato 11 anni fa dopo una brillante carriera). II padre, chiamato affettuosamente Gasperino da tutti a Villa Santo Stefano (Frosinone), dove abitava, preso il brevetto nel 1924, fece parte del Primo stormo Caccia, costituito l’anno prima a Ghedi, nel Bresciano, e trasferito a Campoformido net 1927. Gaspare, risparmiato dalla guerra nei cieli del Mediterraneo e dell’Africa, concluse l’esistenza non lontano da casa durante un sorvolo spettacolare esibendosi per salutare la gente e inerpicarsi verso monte Siserno sul suo Macchi 200 “Saetta”: un guasto al motore lo costrinse all’atterraggio di emergenza durante il quale si ferì a morte.

Diciotto anni dopo Ennio ripete quel volo, riconosciuto dai compaesani per lo stile e la bravura come figlio d’arte. Affascinato dall’esempio del padre, ne aveva ereditato coraggio e tenacia, che lo portarono a diventare uno dei migliori “top gun” dell’Aeronautica militare. Da pilota del Sesto stormo Cacciabombardieri entrò nei Diavoli rossi (pattuglia acrobatica di riserva del Cavallino rampante della Quarta aerobrigata), una fra le formazioni che puntavano a emergere in quei primi tentativi di costituire una rappresentanza acrobatica nazionale.

Proprio i Diavoli rossi nel 1959, già un mito per la loro bravura, rappresentano l’Italia al primo congressso mondiale del volo negli Usa. In seguito ai consensi ricevuti (sono valutati come la migliore squadra acrobatica nell’ambito Nato), lo Stato maggiore dell’Aeronautica nel 1961 scioglie i Diavoli rossi e fonda il 313°Gruppo addestramento acrobatico, le Frecce tricolori, di stanza all’aeroporto di Rivolto. Nella formazione a sette, il sergente maggiore Ennio Anticoli vola come primo gregario destro. Rimase alla Pattuglia acrobatica nazionale fino al 1968.

La sua scomparsa lascia nel dolore, oltre alla moglie, il figlio Alessandro, già rappresentante di commercio, che abita a Bressa, e le figlie Rossella e Laura, residenti a Udine, la prima ex postina a Pasian di Prato, la seconda infermiera all’ospedale di Udine e altri parenti. È cordoglio a Udine e in paese, dove Ennio è ricordato per la cordialità e generosita, oltre alla stima per essere stato fra i piu validi piloti della storia dell’Aeronautica italiana. L’ultimo saluto sabato alle 11 nella parrocchiale di Bressa.

L'addio di Bressa a Ennio Anticoli pioniere delle Frecce

da Messaggero Veneto, 30 gennaio 2021 (?)

La comunità di Bressa ha dato ieri l’ultimo saluto a Ennio Anticoli, uno dei primi piloti delle Frecce tricolori, scomparso a 89 anni. Era andato in pensione nel 1994 con 12 mila ore di volo; nell’ultima fase era stato comandante pilota all’Alitalia.

Per Ennio essere pilota acrobatico è stata una passione respirata in famiglia lo furono anche il padre Gaspare e il fratello Sergio. Affascinato dall’esempio del papa, diventò uno dei migliori “top gun” dell’Aeronautica militare. Lo Stato maggiore dell’Aeronautica nel 1961 sciolse i Diavoli rossi, di cui Anticoli faceva parte, e fondò il 313° Gruppo addestramento acrobatica, le Frecce tricolori, di stanza a Rivolto. Antícoli rimase alla Pattuglia acrobatica nazionale fino al 1968.

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Ennio Anticoli, pilota delle Frecce e comandante Alitalia

di Alessandro Fulloni
da corriere.it, 5 febbraio 2021 [ fonte ]

Pilota nelle Frecce Tricolori e una vita per il volo, quella di Ennio Anticoli morto di Covid il 21 gennaio, a 89 anni, a Udine.

Un curriculum aeronautico tra i più fitti: dal 1961 al 1968 fu nella formazione delle Frecce Tricolori e quando andò in pensione sul libretto aveva segnata la cifra record di 12 mila ore di volo. Non solo su caccia militari, ma anche su tanti aerei da trasporto civile dell’Alitalia, dove divenne comandante a fine carriera. Lascia tre figli.

Anche il padre di Anticoli, Gasperino, fu un pilota durante la guerra.

Video inviato dal dott. Bonomo di villasantostefano.com

"Il volo" degli Anticoli

di Giovanni Bonomo e Pino Leo – foto di Marco Felici e Maria Cesira Anticoli
da villasantostefano.com [ fonte ]

La tranquillità di una serena mattina di prima estate del 1958 fu, improvvisamente, interrotta dal fragore di un tuono; un attimo dopo, preceduto da un sibilo, un jet militare apparso dalla cima del Siserno, picchiò con la velocità del suono, verso la valle dell’Amaseno per scomparire in risalita dietro la montagna di Pisterzo. Noi, sorpresi, con il naso all’insù, riuscimmo, appena in tempo, a vedere il leggero battito delle ali che i piloti usano fare, di solito, in segno di saluto. Qualche secondo dopo, l’aereo riapparve, questa volta, con percorso inverso, passò a bassa quota sul paese, “salutò con le ali” per scomparire definitivamente dietro monte Siserno. “Chiss’ iè Enio, Enio Anticol’, i’ figli’ d‘ Casperin’ !” esclamò, deciso, qualcuno tra le persone che, nel frattempo, sorprese, si erano raccolte, in capannello, tra Sant’ Uastian’ e la Porta, per commentare l’accaduto.

Ennio Anticoli ripeteva lo stesso volo che, diciotto anni prima, il padre Gasperino aveva fatto con il suo Macchi 200 “Saetta”, in quella fatale mattina del 10 agosto 1940, prima di morire, tragicamente dieci giorni dopo, presso l’Ospedale di Ceccano, per le gravi ferite riportate a seguito dello sfortunato atterraggio su un terreno coltivato a grano turco in località la Botte, nei pressi di Ceccano.

L’episodio, è narrato con passione dal nostro amico Marco Felici: “Dopo aver comunicato via radio al caposquadriglia le sue intenzioni, il Mar. Gaspare Anticoli, virando lentamente a sinistra, si lasciò dietro di se Frosinone e i suoi compagni; puntando deciso su Monte Siserno, iniziò la manovra per compiere il suo personale atto di amore per Villa S. Stefano. Senza modifiche alla rotta, lievemente, planò per sorvolare il paese natio consapevole di essere riconosciuto da chi avrebbe alzato il naso al cielo.

Al primo passaggio, picchiando volutamente, sorvolò la piazza Umberto 1° per poi proseguire dolcemente sulla verde Valle dell’Amaseno ricamata dall’argenteo filo del suo fresco corso. Superato Pisterzo virò per il secondo passaggio che, sibilando, lo portò sopra il palazzo del Marchese, casa sua; mentre completava la manovra, scomparendo dietro i monti per un ultimo passaggio, un brusco inatteso rumore e alcune minacciose macchie nere d’olio sulla carlinga, attrassero la sua attenzione persa nei ricordi d’infanzia.

La grande esperienza di aviatore gli fece capire immediatamente la gravità del guasto al motore; con freddezza, senza perdere tempo, decise di effettuare un atterraggio di fortuna, destinazione il neo aeroporto di Frosinone. Si diresse, così, velocemente verso il capoluogo che ben conosceva; la situazione già critica, improvvisamente, divenne disperata quando i cilindri del motore iniziarono a perdere violentemente colpi.

Tra il fumo nero levatosi, Anticoli, notò un enorme prato a sinistra davanti a se, non ci pensò due volte: virò disperatamente cercando di rallentare al massimo i giri del motore ormai impazzito, cabrando tentò l’atterraggio. Vi riuscì, ed un attimo dopo, sospirando sentì il morbido tappeto d’erba sotto le ruote del carrello; il fumante Macchi saltellò per parecchi metri quando, quasi fermo, un maledetto invisibile dosso lo fece rovesciare, nonostante l’abile manovra l’incidente imprevisto gli fu fatale. Così il 20 agosto 1940 si spegneva l’uomo dell’aria Gaspare Anticoli…”.

Gaspare Anticoli sul suo aereo  |  1940 – fase di un decollo: Anticoli a destra | Ceccano – 10 agosto 1940: l’aereo dopo l’incidente

Si racconta che il padre, affacciato alla finestra della propria abitazione, accortosi dello strano rombo dell’aereo e temendo per il figlio, si sia rivolto, preoccupato, alla moglie: ” ‘a Margarì….? ch’ starà ‘a s’ccèda ‘a s’ pòr’ figli’ , n’cima a ‘sa ‘pparecchi’? “.

Succedeva che, il destino, lo portava a morire proprio vicino casa, avendolo risparmiato durante i voli nei cieli d’Italia, del Mediterraneo e dell’Africa.

Gasperino, nato nel 1902, era il primo di cinque figli di Zenobio Luigi e Margherita Maiella; dopo di lui vennero Luigino, Carolina, Duilio e Mario. Mariuccio, il 26 maggio 1944, alle prime ore del mattino, morì in contrada Monticello, colpito da una granata durante un cannoneggiamento notturno, rigettando, nuovamente, nella disperazione, la sua famiglia già, fortemente, provata per la scomparsa di Gasperino.

La carriera militare, di Gasperino iniziò a diciannove anni, prima nell’esercito, dopo nella Regia Guardia (Polizia di Stato), per approdare nel 1923, con tutto il suo entusiasmo alla neonata Aeronautica. Nel 1924, conseguì il brevetto di pilota ed entrò a far parte del 1° Stormo Caccia, costituito a Ghedi (Brescia) nel 1923. Nel 1927, lo Stormo venne trasferito a Campo Formido (Udine).

Negli anni seguenti, sotto il comando del Ten. Col. Rino Corso Fuggè, lo Stormo iniziò a specializzarsi in acrobazie e ” … Gaspare, divenuto un’abile pilota svolse queste attività insieme a manovre aeree combinate, diurne e notturne, crociere di addestramento, esercitazioni topografiche e di collegamento…”. Fu impegnato nella Guerra d’Africa del 1936; nel 1940 il 1° Stormo fu distaccato in Sicilia.

In tutti questi anni, Gasperino, fu apprezzato per la sua abilità di pilota sia dai suoi superiori che dai colleghi. All’inizio della guerra, per le sue capacità fu scelto, insieme a pochi altri piloti, per il trasferimento dall’aeroporto di Lonate Pozzolo (Varese), sede della ditta Macchi, a quello di Catania, del nuovissimo aereo Macchi 200 “Saetta”.

Fu quello l’ultimo volo di Gasperino!

Frecce Tricolori 1962 – Ennio secondo da sinistra  |  Frecce Tricolori 1967 – in basso – Ennio primo da sx

I figli Sergio ed Ennio, non potevano non seguire le orme paterne con la divisa dell’Arma Azzura.

Ennio, affascinato dalla meravigliosa avventura del padre, ne ereditò lo spirito, la tenacia e la bravura che lo portarono, in breve tempo, a diventare uno dei migliori “Top Guns” dell’ Aeronautica Militare. Da Pilota del 6° Stormo Cacciabombardieri entrò nei “Diavoli Rossi”.

“I Diavoli Rossi”, nati come pattuglia acrobatica di riserva della formazione leader del “Cavallino Rampante” della 4° Aero brigata, diventarono, ben presto, i protagonisti dell’acrobazia aerea internazionale entusiasmando, con le loro esibizioni, gli appassionati d’Europa e di America.

I maggiori riconoscimenti li ebbero dall’Aeronautica Statunitense che li invitò ad esibirsi “…nel continente Nordamericano con aerei e personale fornito dall’Usaf…”.

Noi, allora adolescenti, apprendendo questi successi, dalla cronaca, commentavamo, da tifosi, la difficoltà delle varie figure acrobatiche e, ci sentivamo orgogliosi al pensiero che un Santostefanese fosse un componente della Pattuglia Acrobatica più famosa del mondo.

In seguito a questi successi, la Aeronautica Militare decise di costituire, presso la base aerea di Rivolto in prov. di Udine, il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, meglio conosciuto come “Frecce Tricolori”.

Ennio, fu chiamato fin dall’inizio a far parte di questo gruppo, divenuto in seguito P.A.N. (Pattuglia Acrobatica Nazionale).

Scrive Marco Felici “…dal 1962 al 1968, Ennio Anticoli fu insostituibile presenza di questo team costituito dai migliori “Top guns” dell’Aviazione Militare; le sue manovre mozzafiato furono seguite dal pubblico di tutto il mondo…”.

Non abbiamo conosciuto Gasperino. Ennio l’abbiamo seguito attraverso la stampa, in televisione quando talvolta era intervistato, o cercato di individuare, nel video, il suo aereo, durante le manifestazioni acrobatiche.

Non c’è stata, finora, l’occasione, di stringergli la mano.

Rimane, soltanto, il ricordo di quel volo sul cielo di Villa, di … cinquant’ anni fa!

In ricordo di un pilota acrobatico ciociaro

Scompare uno dei pionieri del pilotaggio acrobatico nazionale

di Augusto Anticoli
da unoetre.it, 13 febbraio 2021 [ fonte ]

È venuto a mancare all’affetto dei suoi cari un personaggiio che ha dato lustro alla comunità ciociara, Ennio Anticoli, originario di Villa Santo Stefano.

È stato uno dei pionieri del pilotaggio acrobatico che hanno fatto la storia delle celebri frecce tricolori, autentico orgoglio nazionale. Ennio, 89 anni, viveva con la famiglia in provincia di Udine, a Bressa di Campoformido. In pensione dal 1994, nella sua carriera ha accomulato il ragguardevole traguardo di dodicimila ore di volo e negli ultimi anni di lavoro è stato anche comandante pilota dell’Alitalia. Anche il fratello Sergio, mancato 11 anni fa, è stato uno dei migliori top gun dell’Aereonautica Militare.

Pilota del Sesto stormo Cacciabombardieri, Ennio entrò nei Diavoli rossi, tra le formazioni emergenti di pattuglia acrobatica italiana. Nel 1961, lo Stato Maggiore dell’Aereonautica fondò le Frecce Tricolori, dove nella formazione a sette, Ennio volò come primo gregario a destra. Fu l’inizio di un percorso iniziato dall’eroico padre, cui i figli Ennio e Sergio hanno contribuito a dare lustro alla storia del volo acrobatico!

Da villasantostefano.com, il racconto di Giovanni Bonomo e Pino Leo sulla vita e la carriera di Gaspare Anticoli. “Gasperino, nato nel 1902 a Villa Santo Stefano, era il primo di cinque figli di Zenobio Luigi e Margherita Maiella; dopo di lui vennero Luigino, Carolina, Duilio e Mario. La carriera militare di Gasperino iniziò a diciannove anni, prima nell’esercito, dopo nella Regia Guardia (Polizia di Stato), per approdare nel 1923, con tutto il suo entusiasmo alla neonata Aeronautica. Nel 1924, conseguì il brevetto di pilota ed entrò a far parte del 1° Stormo Caccia, costituito a Ghedi (Brescia) nel 1923. Nel 1927, lo Stormo venne trasferito a Campo Formido (Udine). Negli anni seguenti, sotto il comando del Ten. Col. Rino Corso Fuggè, lo Stormo iniziò a specializzarsi in acrobazie e ” … Gaspare, divenuto un’abile pilota svolse queste attività insieme a manovre aeree combinate, diurne e notturne, crociere di addestramento, esercitazioni topografiche e di collegamento…”. Fu impegnato nella Guerra d’Africa del 1936; nel 1940 il 1° Stormo fu distaccato in Sicilia.In tutti questi anni, Gasperino, fu apprezzato per la sua abilità di pilota sia dai suoi superiori che dai colleghi. All’inizio della guerra, per le sue capacità fu scelto, insieme a pochi altri piloti, per il trasferimento dall’aeroporto di Lonate Pozzolo (Varese), sede della ditta Macchi, a quello di Catania, del nuovissimo aereo Macchi 200 ‘Saetta’.

“La tranquillità di una serena mattina di prima estate del 1958 fu, improvvisamente, interrotta dal fragore di un tuono; un attimo dopo, preceduto da un sibilo, un jet militare apparso dalla cima del Siserno, picchiò con la velocità del suono, verso la valle dell’Amaseno per scomparire in risalita dietro la montagna di Pisterzo. Noi, sorpresi, con il naso all’insù, riuscimmo, appena in tempo, a vedere il leggero battito delle ali che i piloti usano fare, di solito, in segno di saluto. Qualche secondo dopo, l’aereo riapparve, questa volta, con percorso inverso, passò a bassa quota sul paese, “salutò con le ali” per scomparire definitivamente dietro monte Siserno. “Chiss’ iè Enio, Enio Anticol’, i’ figli’ d‘ Casperin’ !” esclamò, deciso, qualcuno tra le persone che, nel frattempo, sorprese, si erano raccolte, in capannello, tra Sant’ Uastian’ e la Porta, per commentare l’accaduto. Ennio Anticoli ripeteva lo stesso volo che, diciotto anni prima, il padre Gasperino aveva fatto con il suo Macchi 200 ‘Saetta’, in quella fatale mattina del 10 agosto 1940, prima di morire, tragicamente dieci giorni dopo, presso l’Ospedale di Ceccano, per le gravi ferite riportate a seguito dello sfortunato atterraggio su un terreno coltivato a grano turco in località la Botte, nei pressi di Ceccano”.

Gaspare, Ennio e Sergio Anticoli hanno rappresentato un importante punto di riferimento e un fulgido esempio per i piloti di ogni epoca! Pertanto, la comunità di Villa Santo Stefano è onorata di annoverare, tra i suoi figli illustri, una famiglia di aviatori che con le loro imprese e nell’ambito di loro competenza, militare e civile, hanno scritto invero pagine di storia italiana!

Addio a ENNIO ANTICOLI

M.llo Pil. 1^ Cl. - Com.te Aviazione Civile

Pilota gregario dx n.3 ai “DIAVOLI ROSSI” dal 1957 a maggio 1959
Pilota gregario dx n. 3, 5, 9 e 6 alle “Frecce Tricolori” dal 20/11/1961 al 15/03/1969

da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale, anno 23 – n° 41 – 1/03/2021 – pagg. 2 e segg.

Caro Ennio,
un bravo ragazzo che soprattutto in questi ultimi anni si preoccupava per me telefonandomi di frequente.

Un esperto pilota ed Amico dai lontani anni ’50 con i Diavoli Rossi dove insieme eravamo i “ragazzi” di Squarcina e poi ancora insieme alle Frecce Tricolori.

Con dolore dall’alto dei miei 91 anni ti vedo volare via con grande malinconia confidando che ti riunisca a chi è andato avanti prima di noi.

Vittorio Cumin

——

Caro Ennio,
è la prima volta che ti scrivo dopo che, nei quasi settant’anni di  conoscenza, i nostri contatti sono sempre avvenuti “de visu“ o in “vivavoce“.

Mi mancherai per quella sincera amicizia che ci ha sempre legati e che ci ha fatto divertire nelle rispettive ironiche prese in giro, soprattutto nel periodo della nostra lontana giovinezza, trascorsa insieme nei sei anni del sesto stormo.

Sono passati ormai quasi settant’anni da che abbiamo intrapreso il nostro cammino aviatorio che, pur essendo proseguito su diramazioni differenti, non ci ha impedito di mantenere salda e sincera la nostra amicizia.

Mi mancherai, come mancherai a tutti coloro che ti hanno conosciuto e potuto apprezzare le tue doti di semplicità, con quel tuo carattere apparentemente distaccato e dissacrante, ma profondamente sincero e coinvolgente.

Nel rispetto del tuo modo di pensare non voglio toccare il tasto delle tue doti professionali che ti hanno contraddistinto nel tuo cammino e che hanno avuto l’apprezzamento unanime di chi ha avuto il privilegio di lavorare con te!

Ciao Ennio, ci mancherai.

Antonio Ceriani
Cap. Pil. ai “Diavoli Rossi” dal 1957 al 1958 e Comandante Aviazione Civile

——

Cara signora Anticoli, Alessandro, Rossella e Laura.
porgo a voi il fraterno saluto del Circolo della PAN, di cui Ennio era orgogliosamente Socio.

Ennio è stato per me, come per tanti altri giovani, un mito sin dal primo incontro, avvenuto nel lontano 1963. Io ero un giovane studente della 3° Malignani Costruttori Aeronautici.

Nel mese di aprile di quell’anno, la scuola aveva organizzato la solita visita degli studenti alla PAN. Fecero un volo di addestramento di soli 5 velivoli, per noi era comunque una grande opportunità assistervi, veder gli aerei in volo e poi conoscere i piloti e salire sui loro velivoli.

Io, i casi della vita, sono salito sul velivolo del Maresciallo ANTICOLI e visto che a bordo c’era pure il suo casco, me lo sono infilato in testa, sognando di esserci dentro a quel velivolo durante un volo.

Bene, questo sogno si è avverato per me undici anni dopo!

Nel dicembre del 1974 sono stato assegnato al 313° Gruppo A.A. “Frecce Tricolori”.

Quando ho varcato la soglia della palazzina Piloti ho ricordato immediatamente quel grande Pilota di cui avevo immeritatamente calzato il casco: Ennio Anticoli.

Per noi che ne abbiamo seguito le gesta è sempre stato un pilota e un uomo da imitare.

Quando faceva visita alla PAN in addestramento, attendevamo con apprensione i suoi giudizi. Non lesinava appunti e rimbrotti per coloro che non erano perfetti in cielo e in terra. Spesso le sue risposte erano mugugni, ma sempre con una vena di sorriso.

Giusto ed inflessibile, come si addice ad un grande professionista.
Addio ENNIO

Cap. Pil. GIiuseppe Liva
alle “Frecce Tricolori” dal12/12/1974 al 31/12/1980 e Comandante Aviazione Civile

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