(Ultimo aggiornamento: )

da Renato Rocchi, La splendida avventura – La storia del volo acrobatico, vol. 3°, pp. 176

■ 9 agosto – airport Auf Dem Dümpel – W.G.
• Flugtag ’73”
• organizzazione: Fluggruppe Dümpel A.E.
• un club che aveva radici sulla sommità di una collina, dove era tracciata una pista in terra battuta e “grelle”, con 20° di pendenza; un posto reso quel giorno ancora più disagiato da un vento gelido e da nubi basse, a 2000 piedi circa, che venivano e andavano velocemente, lasciando, a momenti, qualche squarcio che faceva sperare nel miglioramento. Ma durava poco; eppure 55.000 persone erano presenti allo “show”;

in Italia – con un tempo “cane” così l’organizzatore dovrebbe cancellare la manifestazione per non andare in rosso;

• nell’ordine gli interventi

: i “Falcons” – R.A.F. Parachute Display Team
un lancio di 12 campioni, i quali, a causa del vento a raffiche, sballavano l’obiettivo

: le “Red Arrows” con 7+2 GNAT
provenivano da Köln – la Base di rischieramento e, grazie ad un miglioramento delle condizioni meteo, riuscivano ad effettuare buona parte del programma.
Nell’intervento, uno dei due solisti, dopo l’incrocio con il carrello fuori e “tonneau”, toccava con una ruota la pista, proprio sul punto della massima pendenza.
Santa, percio, quella “discesa”
Una “performance” coraggiosa e spregiudicata, con quel po’ di fortuna che non guasta mai

: le “Frecce Tricolori” raggiungevano Auf dem Dümpel sotto controllo radar, nel momento peggiore: pioveva, le nubi erano basse, la formazione era serrata, a “diamante” di “9+1 Ferrazzutti rimaneva nella posizione di 3° fanalino, non staccava.
Il programma si riduceva a poche figure, perché altro non si poteva fare.
E non tutti i piloti erano d’accordo su quell’intervento.

Di quel “giorno dannato” lascio la parola a Gaddoni – primo di sinistra nella formazione:

“… con l’aiuto del radar di Köln e del Tacan, Zardo ci portò sulla verticale di Dümpel… la formazione era a “diamante”.. il terreno collinoso ci costringeva a stare in quota… c’era una foschia lattiginosa… non si vedeva sotto… Zardo, assistito dal radar, si portò a contatto vi sivo con il terreno… la visibilità era sempre ridotta per quella fastidiosa foschia… il “leader” chiedeva il parere agli anziani a Ferrazzutti e a Bonollo – … il programma, no! era sconsigliabile era la risposta… i secondi intanto passavano… era difficoltoso tenere l’allineamento su una pista erbosa… e Zardo impostò un *looping”, con Ferrazzutti a terzo fanalino, una posizione scomoda, e, naturalmente, Ferrazzutti ebbe i suoi problemi in cima al “looping”… le velocità non erano ideali… seguì il “ventaglio… l’apertura dei primi 4 davanti… al comando: esterni, via! rombo, via!… tonneau… e chiusura sul “leader” tirando sù per il “looping”… mentre la seconda sezione di “5” rimaneva a “rombo” e ricongiungeva… poi anche “doppio tonneau”… dalla “linea di fronte”, al comando del “leader”: interni, via!… esterni, via!.. poi ricongiungimento e sù per il “looping” – sapevamo che le “Red Arrows” avevano fatto – bene o male il loro programma… le “Frecce Tricolori” non potevano deludere nel colori nome della tradizione… difendevamo d’Italia… e Zardo cercò di mettercela tutta… non sempre compreso…”.

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