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da Renato Rocchi, La meravigliosa avventura – Storia del volo acrobatico, vol. 3, Aviani editore, p. 211

Il 6 maggio, alle 20.50 quella scossa di terremoto che fece tremare il Friuli.

Fin dalle prime ore del 7, sull’aeroporto di Rivolto veniva allestito un Centro Operativo per i primi interventi e per coordinare gli aiuti aviotrasportati.

I G.91 venivano decentrati per dare più spazio in linea di volo e liberare l’hangar.

Quell’alba del 7, i primi ad intervenire furono 2 AB 205 della SETAF di Verona, con ai comandi due piloti americani, reduci dal Vietnam. A loro si aggregavano due piloti delle ”Frecce Tricolori”: Piergianni Petri e Massimo Montanari, nel ruolo di “guide”, di “navigatori”, conoscendo loro ogni punto geografico di quella terra sconvolta.

lnstancabili nei loro interventi, portarono aiuto, soccorso, trasporto di feriti, fino a notte inoltrata, con la grinta, la determinazione e l’esperienza operativa di un pilota “made in Vietnam”.

Poi, coordinati i soccorsi dal Centro Operativo, rientrarono a Verona, in silenzio, come in silenzio erano arrivati sul posto della catastrofe.

Nei giorni a seguire i piloti e gli specialisti delle “Frecce Tricolori” erano impegnati nel coordinamento, nel controllo del traffico aereo, nello smistamento dei soccorsi. Un impegno estenuante, senza pace.

Il 20 maggio, terminata I'”emergenza Friuli”, la P.A.N. riprendeva gli allenamenti con l’accorgimento di sviluppare il programma a Sud del campo di involo.

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