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Sono gli assi della Pattuglia Acrobatica Nazionale, un "team" che le aeronautiche di tutto il mondo ci invidiano

di Mario Rovelli
da Topolino, 17 luglio 1988, n. 1703, p. 74 e segg.

Sono tutti schierati in pista davanti al muso degli aerei. Sulla tuta di volo, in parte fasciata dalla “antl-G”, una specie di seconda pelle scura e quel grinzosa che deve proteggerli dalle accelerazioni di gravità, spiccano i gradi, l’emblema della pattuglia, una sciarpa di seta annodata al collo, una targhetta con nome e gruppo sanguigno. A un cenno del capoformazione, i piloti delle Frecce Tricolori salgono nell’abitacolo del loro M.B.339, si legano con le cinture al seggiolino eiettabile, si infilano il casco. Poi, ad un preciso segnale schiacciano II pulsante dell’accensione, abbassano II tettuccio e in un sibilante frastuono si portano In fila indiana sulla linea di decollo. Il rombo del reattori si fa più potente, finché In due formazionl compatte, distanziate 100 metri l’una dall’altra, le sagome dei “339” schizzano via veloci a pelo d’erba. Quando staccano le ruote da terra, velivoli sono così vicini che sembrano due sole masse metalliche. due grappoli di frecce, a forma dl cuneo, lanciate In aria da una catapulta invisibile. Nel cielo di Rivolto del Friuli, base della Pattuglia Acrobatica Nazionale Io spettacolo è così cominciato. Al primo passaggio sulla pista eseguono un grande cerchio chiuso, un “looping” lasciando dietro di sé una lunga.scia di fumo tricolore. È la prima sorpresa del programma di volo, l’inconfondibile biglietto da visita della PAN; in altre parole il prologo di una scenografia astratta e difficile, fatta di figure geometriche tracciate nell’aria e legate insieme una all’altra in una sequenza che sembra una sfida continua alle leggi di gravità.

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