Ultimo aggiornamento: 22 Marzo 2024

La pattuglia delle «Frecce Tricolori»

Costituirà il clou della manifestazione del 21 giugno

da Il Piccolo, 10 giugno 1964, p. 6

(M. B.) Presentando il personale e i mezzi delle nazioni alleate che parteciperanno all’ottava parata aerea di Aviano il 21 giugno, cominceremo con ia pattuglia acrobatica nazionale «Frecce Tricolori», della quale illustreremo con brevi cenni la storia, gli uomini che la compongono e il velivolo in dotazione.

La sua costituzione ufficiale è avvenuta il primo marzo del 1961 con sede permanente all’aeroporto di Rivolto, non molto distante dall’aeroporto Udine-Campoformido che è stato la fucina di tanti piloti di elevatissime capacità professionali e culla della leggendaria «Pattuglia Folle».

A rappresentare l’Italia nelle varie manifestazioni nazionali e internazionali prima del 1961 erano pattuglie che si formavano annualmente presso i vari reparti da caccia; invece ora i piloti delle «Frecce Tricolori» provengono da tutti i reparti dopo una accurata selezione. Devono possedere particolari requisiti psicofisici, di intelligenza e di coraggio perchè da essi si richiedono prestazioni non comuni. Lo scorso anno, per la prima volta nella storia acrobatica dell’Aeronautica militare, la pattuglia ha presentato una formazione di nove velivoli a programma completo, eseguendo la famosa «bomba» e l’incrocio a terra dei nove velivoli a quattro quote diverse. In tale formazione la nostra rappresentativa si è presentata a Parigi nel giugno dello scorso anno in occasione del XX.o Salone della Aeronautica e Spazio e il mese dopo a Lyon-Bron al «Meeting International de l’Air» riscutendo un grande successo.

La pattuglia, che ufficialmente è designata come 313.o Gruppo addestramento acrobatico, è comandata dal ten. col. Roberto Di Lollo di Livorno, proveniente dalla 51.a aerobrigata e già «leader» della pattuglia acrobatica «Tigri bianche» dal 1955 al 1957, con 3760 ore di volo. Il capo formazione è il cap. Vittorio Cumin di Romans d’Isonzo in provincia di Gorizia, proveniente dalla 6.a aerobrigata, gregario sinistro della famosa pattuglia «Diavoli rossi» dal 1957 al 1959, con 2650 ore di volo.

Da questo anno e per la prima volta dalla fine della guerra, la pattuglia ha in dotazione un velivolo di costruzione nazionale, il FIAT G91, che ha rimpiazzato l’F86E di fabbricazione statunitense. Il G91 è un caccia tattico leggero monoposto, a struttura metallica, ed ala bassa, destinato ad operare ad elevata velocità e a bassa quota.

La partecipazione della pattuglia acrobatica nazionale «Frecce Tricolori» costituirà uno dei punti di maggiore interesse della manifestazione aviatoria in programma ad Aviano il 21. Compongono la pattuglia i seguenti piloti (in piedi, da sinistra): maresciallo Ennio Anticoli, serg. Luigi Linguini, cap. Rolando Goldoni, ten. col. Roberto Di Lollo, cap. Vittorio Cumin, maresciallo Gianfranco Giardini, (in ginocchio) serg. Ferdinando Meacci, m.llo Eddo Turra, m.llo Giovanni Liverani, s. ten. Fernando Barbini, s. ten. Renato Ferrazzutti, capitano Gianpaolo Schievano.

La bacchetta in mano alla P.A.N.

di Gianni Cantù
da “Ali nuove”, anno XVI, n° 13 – 14, 1-15 luglio 1964, pp. 177 – 178

Aviano, 21 giugno

C’è ormai uno schema, per l’Aviano Air Show, che da otto anni si svolge nella famosa base friulana, eppure ogni anno qualcosa di nuovo si nota. Questa è la volta della partecipazione massiccia della Marina, che dal ponte della portaerei Roosevelt della Sesta Flotta del Mediterraneo ha spedito ad Aviano tutti i tipi di velivoli in servizio nel 1° Stormo,. agglungendovi un « Neptune » le cui appendici zeppe dl apparati elettronici facevano le spese della curiosità della folla.

Anche se la partecipazione delle Nazioni della NATO ai più considerare scarsetta, non è forse fuor dl luogo l’etichetta di « NATO day » della quale le classica giornata di Avlano si fregia. Vetrina aperta all’esposizione più generosa dei mezzi delle forze aeree dell’Aviazione, della Marina o dill’Esercito degli Stati Uniti in Europa (al servirla diretto della NATO quindi), il campo « Pagliano e Gori » ha ospitato le macchine dei nostri reparti aerei, della Reale Aviazione Ellenica (la pattuglia acrobatica greca), e delle unità dell’esercito Italiano incorporate nella SETAP. Simbolica la partecipazione della Aviazione Reale Belga, che ha esposto a terra un F-84 F. Annunciata anche (non mantenuta però) quella della Reale Forza Aerea Olandese, che avrebbe dovuto presentare in volo l’unico esemplare di « Hunter » della rassegna.

Del parco macchlne diciamo a parte. Ci interesserà qui un’annotazione dei momenti alla quale hanno assistIto dal parterre della base, qualcosa come settantamila persone, mentre altre trentamila si erano sistemate lungo le strade, i fossali e nei frutteti che circondano l’aeroporto. Erano questi gli esperti della manIfestazione, quelli che sapevano dell’imbottigliamento che, ad onta dell’organizzazione meticolosa delle forze di Polizia, si sarebbe inevitatillmente formato al termine della parata. Particolarmente quelli che si erano portati appresso i bambini hanno preferito starsene al di fuori del recinto deli’aerobase (e noi, dentro, pensavamo con invidia all’ombra dei vigneti).

Nella tribuna d’onore il gen. S. A. Savi, comandante della V ATAP, col gen. Lucentini della I Regione Aerea, generale americano Edmunson, comandante della 17a Forza Aerea dell’USAFE (dalla quale dipende il 7227° Gruppo Operativo e d’Appoggio di Aviano), i generali dell’EsercIto Mosca, Severoni e Rubino, molti altri ufficiali italiani, americani e greci, autorità civili e politiche della regione, il consigliere nazionale Paris dell’A.A.A.

Bersaglieri dell’8° Reggimento ed avieri della 17a Forza Aerea. giunti appositamente dalla base tedesca di Raenstein, scandiscono a ritmo di marce militari il saluto agli ospiti, mentre una sezione dl RF-84 F di Villafranca stira la camicia all’aeroporto, rilevandone le pieghe più nascoste, e battendo sul tempo un T-33 di Aviano, che sarebbe dovuto decollare subito dopo il botto d’Inizio della parata, e che comunque si fa ben presto dare un calclone sotto la pancia da un razzo JATO e s’invola rapido verso le nubi, che si stanno addensando a nord. Fedele al suo programma. li T-J3 compie manovre di precisione.

L’inizio della parata aerea è un po’ stanco. Ma ecco il « Mohawk » della SETAF presentarsi al decollo: due passi e drizza il muso, tira dentro il carrello quando, ancora la pista gli fa il solletico, e va su come ne fosse appena uscito da una gran picchiata. Tornato sui suoi passi, atterra sbrattendo in molto meno di cento metri. Il secondo pilota ne scende, e il cap. Baldwin ripete le manovre con maggiore disinvoltura: atterraggio in meno di 60 metri.

In programma ancora manovre dl precisione: questa volta per uri bianco-celeste T-39, che fa bravamente Il proprio dovere. Le segue lo « Skyraider » della Marina, armato fin ai denti; dimostrazione ottima, suggellata da un atterraggio alla marinara: il pilota si tira le ali sulle spalle appena tocca terra.

Bene, ora tocca a noi. Il ten. Peracchi ha in mano un Macchi B.326. Pensiamo di dover dire ben qualcosa di quello che ha fatto, tutto sarebbe impossibile. Dunque: looping in decollo, con doveroso frullino, un passaggio rovescio basso; tonneau in quattro tempi, ben scanditi; Imperiale, virate cabrata. tonneau in piedi, una bella vite: agevole rimessa, rovesciamento, con passaggio basso, ma basso, davanti alla tribuna, virata rovescia per 360 gradi; i tonneaux non li nominiamo più perché sono come le virgole nel fraseggiare di un purista, una Schnelder da gran maestro, loopíng in testata pista, atterraggio battendo le ali. Primo lungo, appassionato applauso per migliore solista di tutta la manifestazione. Gli Americani sono allibiti, tutti sono elettrizzati.

Mentre rulla per portarsi tn testata pista un F.104 G della Sesta, un Fiat G.91 della Cinquantuno passa a cinque metri dalla pista. È il ten. Franzoi, che dà la misura dell’abilità dei piloti della nuova generazione, continuatori degnissimi della tradizione che proprio su questi campi friulani mise radici tanto solide. Il repertorio di Franzoi: tonneau in quattro tempi, passaggio rovescio, virate a 360 gradi, passaggi tutto tuorl, un passaggio a coltello, rovesciamento, passaggio a massima velocità, atterraggio corto con paracadute-freno. Col post-bruciatore innestato ha intanto preso il via il magg. Pisano. col possente F-104 G, delta Sesta. Avvitandosi nelle nubi, sparisce alla visuale, poi torna riaccendendo li post-bruciatore davanti alla tribuna; il tetto della bassa nuvolaglia e l’alta velocità non gli permettono che dl sbizzarrirsi in una serie fitta di tonneau; dopo un passaggio a minima, atterra col paracadute di coda sfoderato.

Sullo sfondo il movimento coreografico è affidato al sette « Sabre » della pattuglia greca, che sfilano quatti e cheti apparentemente, sul raccordo. Sfarfalla sulla verticale del campo un H-34 della SETAF, quota stimata metri. Una fumata vermiglia a terra dice che il vento è teso. Il pilota dell’elicottero, il m.lio Hunt dl Boscomantico, ci crede, e si allontana per fermarsi a mezz’aria. Due « Blue Masters », gli istruttori paracadutisti di base a Wiesbaden in Baviera, si staccano e si lanciano verso il centro del campo, evoluendo e tracciando scie rosse nel cielo. Quando aprono, è evidente che non ce la faranno a centrare ll bersaglio; manovrando rabbiosamente. infatti, non riescono a scendere a meno dl 150 metri dalla tribuna. È chiaro che in quota il vento soffia in maniera diversa da quella indicata dalla fumata-trabocchetto. La folla tuttavia applaude, giustamente ammirata per la bella discesa.

Sono le 11,40. La parata è iniziata da un’ora e dieci e sul campo c’è una situazione meteorologica da pugni. Nubi su oltre metà campo, li guaio è che la coltre sta dalla parte del monti. Sul prato canicola da spellarsi; e infatti cl spelliamo. Beveraggi caramellosi di marca canadese, distribuiti dal nostri avieri In guanti bianchi, ci sollevano un poco, ma il primo sole dell’estate martella implacabile. E lassù, a mille metri, si vanno cucendo gli spessi stracci grigi che contendono Io spazio alla nostra pattuglia. La quale pattuglia sta mettendo in moto, in fondo al campo. Più fortunati i Greci, che decollano ora in formazione a freccia, tutti insieme, fumigando. Nella metà campo sgombra dl nubi si trasformano a diamante, passano, sempre fumigando, sulla tribuna, eseguono un preciso tonneau e un altrettanto preciso looping. Dl nuovo passano alla formazione a freccia, la successione delle figure al inverte; looping poi tonneau; trasformazione a diamante. quindi altro looping, ancora a freccia, poi a pi greco: così attaccano un looping, sottolineato da fumata; s’Infilano nelle nubi, tornano a diamante, ripassano a freccia. Le scie bianco-azzurre della « Fiamma Ellenica » stendono sul campo festoni da fiesta. Dopo venti minuti il diamante greco viene all’atterraggio in formazione stretta, salutato da una vera ovazione.

Una bella istantanea della più bella « figura » della P.A.N. delle « Frecce Tricolori »; un altro passaggio della Pattuglia; lo spettacolare rifornimento in volo di un A-4C « Skyhawk » della Marina americana da arte di una cisterna A-3B « Skywarrior » nel cielo della base di Aviano

Appeso alle eliche, un C-130 sale a segnare mezzogiorno. I bianchi aviogattl della Marina lo seguono e danno Inizio a una sarabanda ben congegnata. « Skywarrior », « Skyhawk », « Crusader » « Phantom » sfilano in passerella, giostrano incrociandosi,  ciascuno con un compito ben definito. Mentire il « Phantom » va e tagliare la strada al « Crusader » e lo intercetta in un amen da qualche parte sbuca un B-86 (?) che offre la pappa al bombardiere tascabile, lo « Skyhawk ». I quattro del 1° Stormo insieme e passano In pattuglia, prima dl invlschiarsi In un efficace carosello di « appontaggi simulati » su un breve tratto di pista, dove un instancabite segnalatore si sbraccia (inutilmente) a suggerire rettifiche di assetto. Botto, polverone e riattaccata fulminea; é un rosario fitto di «tocco e vado», fino a quando qualcuno, via via, non cl decide ad atterrare sul serio. Allarme per pompieri: un fantomatico velivolo è In preda alle fiamme davanti alla tribuna. Ma prima che giunga sul posto la rossa autopompa della squadra anticendl è in azione II Kaman « Huskie » a rotori incrociati. Scarica la rossa sfera dello schiumogeno e fa scendere due mascheroni d’amianto, che subito si danno da fare per domare le fiamme. ll vento dei rotori, opportunamente orientato, allontana le fiamme dagli uomini al lavoro e dai « punti critici » del velivolo (abltacolo e serbatoi) e fornisce ossigeno ai vigili del fuoco. L’incendio (sull’erba) è presto spento e I’azione dell’elicottero viene completata dalla squadra automontata, Prova convincente.

Sono andati in volo un « Voodoo » del Coniando Aereo Tattico e un « Supersabre » del Gruppo di Aviano, che manovrano con precisione perfetta e (speclairriente l’F-100) anche con bell’estro. Di F-100 ora ne decollano altri otto, tutti del 7221° Gruppo Operativo e d’Appoggio di Aviano. Lacerando i timpani e facendo sussultare le turbe, i « Supersabre » passano e ripassano, spesso Inattesi, seminando fiammata pulsanti dal post-bruciatorl, che gli fanno sparare certe cannonate. Spariscono versa ll mare.

Di là arrivano invece quattro C-119 della 44* Aerobrigata, che si liberano dl ben 121 paracadutisti della « Folgore ». Grande sventolio di fazzoletti per i paracadutisti. I Fairchild dl Pisa girano largo, effettuando l’apertura, vengono a terra. Vivissima è la attesa la P.A N., che abbiamo vista passare sulla pista di rullaggio. Ne annuncia il decollo il maresciallo Vincenzo Bolognesi, re della torre di Vicenza, speaker di tante manifestazioni aeree, superstite fra i pochi superstiti del Gruppo « Picchiatelli » dal quale nacque il glorioso 5° stormo. Bolognesi ora cede il microfono al commentatore fisso della P.A.N., il ten. Rocchi, che descrive il susseguirsi delle manovre delle « Frecce Tricolori ».

Da un bel po’ abbiamo perso il contatto con i lettori di ALI e riteniamo non inutile far loro seguire la successione delle diverse figure, probabilmente i più non hanno avuto la ventura di assistere alle più recenti esibizioni della nostra pattuglia, e qualcuno avrà il piacere di rendersi conto, attraverso il nostro arido reportage, di qual è il repertorio attuale della P.A.N.. Il decollo avviene in formazione sdoppiata, quattro più cinque. Il ricongiungimento di effettua prima della virata d’uscita dal circuito. Il cap. Cumin « assaggia » il tetto di nubi: il responso parla di tremila piedi ed estensione preoccupante, densità dello strato definita poco igienica. Decisione: una parte del programma a nove, poi programma « a sei basso ». La pattuglia, a diamante, effettua li « passaggio dl onore » davanti alla tribuna. Da qualche parte In fondo al campo il ten. col. Squarcina, invisibile, soffre per i suoi ragazzi. Si ripete la scalogna del 1962: impossibile far quello che si dovrebbe, quello, In fondo, che tutti si aspetterebbero.

Secondo la tecnica della nostra pattuglia, hanno Inizio le trasformazIoni, eseguite contemporaneamente alle figure acrobatiche: un esempio di precisione, morbidezza, eleganza. stile. Con l’ausilio di fumate, a triangolo rovescio, il primo looping. Passaggio al diamante in looping; tonneau lento a sinistra, e i nove appaiono in formazione a dardo; con una grande fumata tricolore doppio tonneau con trastormazione a cigno, looping e uscita a diamante. Tre se ne vanno. Rimangono il capopattuglia cap. Cumin, il maresciallo Giardini e li serg, Linguini, primi gregari di sinistra e destra, il s. ten, Ferrazzutti e il m.llo Anticoli, secondi gregari di sinistra e destra. Fanallno il maresciallo Turra, Due passaggi in fila indiana, nella classica fila indiana della caccia italiana, con il bello ma scomodo accompagnamento delle fumate policrome. Sono ora a doppio cuneo; sempre senza interruzioni, con un incalzare che non lascia respiro, le figure si susseguono, con prevalenza delle manovre orizzontali. Il « cardioide » si delinea nella sua suggestione un po’ romantica. Il cuore disegnato con leggere fumate sulla verticale della pista deve far battere iI cuore al ten. col. Di Lollo, che se nesta in torre. La manovra è delle più impegnative, e particolarmente difficile il ricongiungimento. Tuttio però funziona come sulla lavagna. Il successivo passaggio avviene a triangolo, segue una virata, che prelude alla bomba orizzontale, un valido compromesso tra la classica bomba e il doppio tonneau, inventato da Deggiovanni. Risultato: una cosa meravigliosa.

Ancora qualche passaggio con trasformazioni, poi il saluto finale, che fascia di tricolore la pista di Aviano. Atterraggio nella stessa formazione adottata per il decollo, con paracadute-freno.

Gli applausi non hanno termine. Tutti sono in piedi, eccitati. I generali Savi e Edmunson chiedono dei piloti, vogliono almeno Cumin sulla tribuna. E il G.91 del capopattuglia si avvia verso dl noi, sotto gli « attacchi al campo » del « Supersabre », che Imperversano sulle nostre povere teste, applauditi anche loro. Quando il cap. Cumin scende dall’aviogetto, Il ten. col. Domlnutti, comandante del campo, lo accompagna a ricevere le congratulazioni delle autorità. Gli applausi si rinnovano, incessanti. I generali e gli altri ufficiali sl contendono la mano del giovane pilota goriziano, mentre arrivano anche gli altri piloti della P.A.N. con li comandante del 313° Gruppo dl Addestramento Acrobatico dl Rivolto, ten. col Roberto Di Lollo. Applausi, ancora applausi, per I nostri magnifici piloti.

Ora una cerimonia ufficiale: il comandante della 17a Forza Aerea Americana in Europa, gen. Edmunson, consegna al col. Glenn A. Stell, che dal 15 aprile 1961 comanda il reparto di Aviano. la « Medaglia di Riconoscimento » dell’USAF. « In questo periodo – dice la motivazione dell’onoreficenza – lo spirito di condottiero, l’abilita e le sue larghe vedute, l’instancabile e costante lavoro, dimostrati dal col. Stell, hanno dato un significativo contributo all’efficienza dell’organizzazione a lui affidata. Attraverso un superlativo programma dl relazioni pubbliche, egli ha Inoltre contribuito immensamente alle relazioni italo-americane ».

La Giornata della NATO si conclude con questo atto, sl conclude con la riaffermazione di uno spirito di collaborazione e di reciproca comprensione tra due popoli e due forze, che – pur nella sproporzione dei mezzi – dividono speranze e sacrifici, e soprattutto si ritrovano uniti in una fede, nel credo della libertà e della civiltà.

La pattuglia acrobatica greca sorvola la pista sulla quale rulla un B-47; l’atterraggio dei paracadutisti americani « Blue Masters »; l’azione antincendio dell’elicottero Kaman

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