(Ultimo aggiornamento: )

di Gianni Cantù
da “Ali nuove”, anno XIV, n° 20, 15-31 ottobre 1962, pp. 358 – 359

Certamente lo spirito europeistico che anima le nuove generazioni favorisce l’avvicinamento e la reciproca comprensione tra uomini appartenenti ai popoli che stanno costruendo, purtroppo non senza ostacoli e titubanze, la comunità europea. E tanto più facile risulta — o dovrebbe risultare — tale avvicinamento in unità etniche e politiche che traggono le origini del proprio patrimonio culturale dalla comune radice latina, per cui tante affinità si sono affermate e si riconfermano ogni giorno più valide tra gli epigoni del civis romanus. Ma quanto non sarà ancora più immediata, più spontanea. più naturale la comprensione tra uomini appartenenti allo stesso ceppo, che in comune abbiano inoltre metodi e consuetudini di vita, nonché la passione per il volo, che notoriamente è sempre stata molla potente — forse per io stesso anelito al superamento delle distanze e delle barriere che è connaturale alla gente del cielo — e stimolo all’affratellamento?

Oggi. a Villafranca se n’e avuta una riprova. Piloti italiani e francesi al sono incontrati per una cerimonia significativa, all’Insegna del cameratismo e delle fratellanza, Ma. fuori dalla ufficialità dell’incontro. si è vista un’autentica fraternizzazione: al Circolo della III Aerobrigata si formavano capannelli di ufficiali francesi e italiani. e sembrava di assistere ad una rimpatriata di appartenenti ad uno stesso stormo. Gli incontri avvenivano spontaneamente, i discorsi fluivano, e non mancavano le manate sulle spalle, da buoni camerati.

Erano arrivati sulla nostra aerobase 75 ufficiali dell’ANORAA (Associazione Nazlonale Ufficiali della Riserva Arma Aeronautica) al seguito di una missione guidata dal gen. d’Armata Aerea Martial Valin, delegato del Ministero della Difesa Aerea Francese, accompagnato da una cinquantina di piloti in servizio ed un gruppo di paracadutisti. La Patrouille de France, che fa un paio di giorni si trovava sulla base della III Aerobrigata, costituiva ii biglietto da visita dell’Armée de i’Air.

Ad incontrare gli ospiti, in rappresentanza dell’Associazione Arma Aeronautica erano il gen. S.A. Aldo Urbani, presidente nazionale dell’Associazione, i generali Maceratini, Leone. Brach-Papa. Locatelli ed altri venti ufficiali in congedo. Per l’Aeronautica Militare, in rappresentanza del Ministro della Difesa, faceva gli onori di casa S.E. li gen. S.A. Ercole Savi, comandante la I Regione Aerea e la V ATAF, il,gen. Molinari. il col. pilota Franco Cominelli, comandante la III Aerobrigata R.T. ed altri ufficiali superiori. La Terza A/B aveva mobilitato tutti i suoi uomini, i comandi, i servizi. Il capo ufficio operazioni, ten. col. Maro Turco, coordinava personalmente l’intensa attività di volo, mentre l’organizzazione logistica era diretta dal ten, col, Umberto Mataffo, comandante del SOG. Da parte loro il comandante del Reparto ERT. ten. col. Pollice ed il magg. GARI De Vito, comandante del GEV. avevano predisposto una interessante mostra statica, comprendente i velivoli Dassault “Mirage” III, Dassoult “Mystére” IV. Nord 1501 “Noratias”, Fiat G. 91, Piaggio P. 166 e Macchi M.B. 326. Dimenticavamo che il cap. Fantauzzo, responsabile dell’ Ufficio Meteorologico, aveva curato la preparazione di una splendida giornata di sole. In onore degli illustri ospiti…

Con gli onori alle bandiere e la rivista allo schieramento, effettuata dai generali Martilal Valin ed Ercole Stavi, ha inizio ufficialmente quella che potremmo definire la “giornata della fraternità” italo-francese. Il gen. Savi consegna agli ufficiali piloti della pattuglia acrobatica francese il brevetto e l’aquila di pilota italiano, imitato subito dopo dal gen. Valin, che appunta sul petto dei piloti della P.A.N. l’insegna di pilota francese. Sono casi diventati piloti italiani ad honorem gli uomini della Patrouille de France Jean Brieu, Michel Bigois, Philippe Laurent, Henri Rougevin-Baville, Lucien Legros, Yves Lucet. Jean Georges, Michel Merillon. A fregiarsi dell’aquila francese sono invece Franco Pisano, Rolando Goldoni, Vittorio Cumin, Fernando Barbini, Renato Ferrazzutti, Eddo Turra, Ennio Anticoli, Eugenio Colucci, Luigi Linguini.

La manifestazione aerea, ideata dal Comando della I Regione Aerea, si apre col lancio di cinque paracadutisti da un “Noratlas“, da quota 4.000. Muovendosi con stupefacente disinvoltura nel cielo azzurro di Villafrenca,i cinque “caschi rossi” disegnano fantesmagorici ghlrogori bianchi allungatisi per oltre tre chilometri verso li suolo. A meno di 800 metri si aprono, quasi simultanee, cinque calotte candide, che si vanno sempre più allontanando tra di loro, come se i segni da centrare fossero altrettanti, anziché uno solo, del diametro di cinque metri. Ma nell’ultima fase della discesa i cinque paracadutisti fanno convergere le loro “rotte” verso l’unico punto, contrassegnato dalla bianca croce delineata a terra, davanti al palco delle autorità, tutti centrano il segno con una precisione sconcertante. Tocca ora al cap. Sburlati, del XIV Gruppo di Treviso, prender possesso dell’aerea passerella di Villafranca, sulla quale con mano felice e sicura viene condotto, per l’ennesima presentazione, il mirabile prodotto della Fiat, il cacciabombardiere G 91. Veramente magistrale questa dimostrazione delle capacità manovriere del nostro aviogetto, assai notevole – tra le tante manovre acrobatiche del cap. Sburlati – un passaggio basso in volo rovescio, con virata finale rovesciata da cavare il fiato. Atterrato il G 91, prende ti volo il “Mirage” III pilotato dal cap. Capillon che, come comandante della Patrouille de France avevamo visto al lavoro alla MAB 57 ed a Parigi al “Salon”. Il programma acrobatico di Capillon comincia con un imperiale decollo e si fa notare soprattutto per ardite e perfette inversioni di virata “alla John Derry”, tanto strette da da far pensare che il pilota debba… “completamente rientrare” nell’imbottitura del seggiolino. Le prestaziono del “Mirage“, e particolarmente la sua manovrabilità, sono comunque definite impressionanti dai nostri piloti. Purtroppo il cap. Capillon, abituato a manovrare costantemente a Mach 1.4, deve tener conto della limitazione che gli impedisce di superare sul campo la barriera sonica, e si deve tenere “soltanto” sul 550 nodi…

Va su quindi il formidabile complesso dei “Mystere” IV della Patrouille (sette più uno). I fumogeni, ai quali la pattuglia ricorre con larghezza, mettono in evidenza la morbidezza e la finezza delle figure acrobatiche, superbamente eseguite, da campioni. I vuoti lasciati durante i larghi raggi di virata dalla pattuglia vengono riempiti (quanto degnamente!) dal solista della compagine, il cap. Bigois, autentico asso.

Ed eccoci al pezzo forte della giornata, il “nostro” biglietto da visita. In perfetta formazione a triangolo, le Frecce Tricolori, in gran forma, impongono il loro stile, sbalordiscono i colleghi d’oltr’alpe. Gli stessi assi del brivido, i “caschi rossi”, letteralmente impallidiscona alla vista delle manovre degli Italiani. Teniamo a sottolineare questo, che riteniamo il migliore riconoscimento dell’arditezza dei piloti di Rivolto. Il cuore sembra fermarsi, mentre la P.A.N. vola. Le trasformazioni si susseguono a ritmo Incalzante, continue, impeccabili. Pare di assistere ad un magico gioco di prestigio, sembra che addirittura la Pattuglia ricorra a trucchi… “Spaventoso”, dicono gli amici francesi. I sei attaccano un looping meraviglioso, in linea di fronte, e ne escono e triangolo. Una cosa nuova: durante una virata in cabrata il comandante viene “sparato via” dalla pattuglia, ed istantaneamente il fanalino prende il suo posto. È Il preludio alla “bomba” che, se per noi è divenuta esercizio di tutti i giorni, nondimeno viene ancora una volta giudicata meritatamente “terrificante” da chi la vede per la prima volta. L’incrocio a tre metri dalla pista fa esplodere gli applausi di tutti, e l’atterraggio in formazione a doppia spina di pesce delle Frecce Tricolori conclude in bellezza l’esibizione dei nostri piloti e con essa l’intera manifestazione aerea.

Al pranzo. offerto dal Comando I Regione Aerea al Circolo Ufficiali della III Aerobrigata, dove il col. Franco Cominelli ed li vice comandante col. Pietro Grecco, accolgono le autorità e gli ospiti, avviene uno scambio di doni tra i piloti italiani e francesi. Il capocalotta dell’Aerobrigata, ten. Ricci, offre ai gen, Valin, per il Ministro della Difesa Aerea francese, una grande medaglia commemorativa dell’avvenimento, mentre il gen. Savi offre dei piatti d’argento coi distintivi delle Aerobrigate della V ATAF.

All’indomani gli ufficiali dell’ANORAA, accompagnati dalle rappresentanza dell’A A A., si sono recati in pellegrinaggio sul Monte Tomba, nella zona del Piave, dove una croce ricorda i Caduti FrancesI nella prima guerra mondiale. Sulla vetta del Tomba, con elevate parole, hanno commemorato l’avvenimento il gen. Urbani ed il col. Vincotte, presidente dell’Associazione dell’arma aerea francese. Con la deposizione di corone al cimitero militare francese di Pederobba ha avuto termine, nel segno del culto delle più sacre memorie comuni, il pellegrinaggio degli aviatori transalpini ai luoghi che videro il sacrificio dei soldati francesi nel primo conflitto mondiale.

La visita in Italia dell’ANORAA si è conclusa con un ultimo incontro ufficiale, nella sede del consolato di Francia a Venezi, tra gli ufficiali francesi ed il gen. S.A. Remondino, capo di S.M. dell’Aeronautica, e il gen. Fiori, segretario generale al Ministero Difesa-Aeronautica, ai quali – come ai generali Urbani e Savi – il gen. Valin ha consegnato una medaglia ricordo, a nome del Ministero alla Difesa Francese.

1 commento

  1. La pattuglia acrobatica italiana aveva come leader il cap. Franco Pisano e in tempi di memoria corta o che tende alla “scomparsa” è bene ricordarlo, prima che i libri vadano fuori catalogo e gli archivi dei giornali e delle riviste “selezionino” le pagine da digitalizzare.

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