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Fabio Capodanno, capitano dell’Aeronautica: «Adesso mi sveglio felice, anche di notte...». Pilota da caccia, poi fantasista con la pattuglia acrobatica nazionale. «Ho voluto cambiare, ho scoperto la sofferenza delle persone che portiamo con noi»

di Rinaldo Frignani
da corriere.it – 3 febbraio 2019

«Quello che fa la differenza è che quando ti chiamano in piena notte per un volo sanitario urgente ti alzi felice, perché sai che salverai la vita di un bambino, anche perché ne hai due che dormono nella stanza accanto». Alla soglia dei quarant’anni Fabio Capodanno, romano di Cinecittà, ha un certezza in più: «Penso che questo sia il giusto corso della mia vita, si cresce, si diventa più maturi. E mia moglie è anche più tranquilla, e questo non guasta». Capitano dell’Aeronautica, in servizio dal ‘99, Capodanno, già pilota da caccia sugli Amx del 32° Stormo di stanza nella base di Amendola (Foggia), ha una storia molto particolare: dal 2006 al 2015 è stato il solista delle Frecce Tricolori. Il «numero 10», il fantasista della pattuglia acrobatica nazionale. Poi, alla fine dell’esperienza con la squadriglia d’elite dell’Arma Azzurra, il cambio radicale. «Non sono tornato in un reparto caccia ma ho voluto provare qualcosa di diverso. Volevo ampliare il panorama professionale, mi sono ritrovato di fronte il dolore di chi soffre, di chi deve essere sottoposto a un trapianto, dei genitori accanto al loro bimbo che sta male», spiega il capitano.

Ora la sua casa è l’aeroporto di Ciampino, sede del 31° Stormo, il reparto dei voli sanitari e umanitari, e anche di quelli di Stato: solo nel 2018 ben 115 trasporti sanitari d’urgenza (con il 14° Stormo di Pratica di Mare e la 46ª Brigata aerea di Pisa), 55 dei quali di neonati e bimbi fino a tre anni, che salgono a 70 fino ai 18 anni, tutti al Bambino Gesù. Novantacinque missioni per Ipv, Imminente pericolo di vita. Nel 2019 sono già sette, compreso il 29 gennaio un bimbo di 50 giorni portato da Cagliari a Roma. «È un’attività in prontezza, come diciamo noi, pronto impiego. Dobbiamo essere reperibili 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, e appena il telefonino squilla è imperativo decollare entro due ore – spiega ancora Capodanno -. Certo, per un pilota da caccia è più facile, siamo abituati a fare in fretta. Una volta ai comandi però ci rendiamo conto che dietro alla calma apparente che regna a bordo, ai pazienti stabilizzati, al silenzio, perché in momenti come quelli non c’è voglia di parlare, c’è tanta sofferenza, ci sono i sentimenti di chi si è ritrovato in poche ore stordito, su un aereo, con un familiare bisognoso di cure immediate da portare in un ospedale più attrezzato di quello che ha lasciato. C’è speranza, c’è paura. Tempo fa mi è capitato un papà particolarmente provato – dice ancora il pilota -: accompagnava il figlioletto nato poco prima, mentre la mamma era ancora ricoverata in ospedale».

Le situazioni di gravità estrema sono all’ordine del giorno. Anzi, anche più volte in un giorno. È successo il 30 gennaio con un 56enne soccorso a Ponza e una 21enne a Catanzaro, l’8 luglio scorso sono stati addirittura cinque in 24 ore. Il 7 dicembre a bordo di un C130J a Verona è stata caricata tutta l’ambulanza con un bimbo di due anni, come anche il 24 aprile per trasportare in bio-contenimento da Catania un paziente affetto da tubercolosi Mfr (Multi-farmaco resistente). Il 16 settembre un Falcon 900 del 31° Stormo ha trasferito in undici ore una bambina di 5 anni affetta da una rara patologia e ricoverata al Policlinico Gemelli all’University of Pittsburgh Medical Center, negli Usa, per essere sottoposta a una cura sperimentale. Ogni volo è una storia, e non tutte purtroppo hanno un lieto fine.

«Cerchiamo di non interferire con i parenti che volano con noi, non vogliamo invadere le loro vite e per questo, almeno io, preferisco avere un rapporto asettico per quanto possibile, ma so che in tanti ci scrivono per ringraziarci di quello che abbiamo fatto, alcuni restano in contatto con i nostri assistenti, con l’equipaggio. È la cosa più bella», conclude Capodanno. Di mamme che scrivono su mail e chat dell’Aeronautica – secondo l’Eurispes la forza armata preferita dagli italiani per il 2019 – ce ne sono state tante. Così una di loro solo poche settimane fa: «So che fate il vostro lavoro, ma per noi ieri siete stati dei veri angeli, voi e i medici che ci hanno assistito e ci assistono, siete stati il vero regalo di Natale».

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