Ultimo aggiornamento: 2 Giugno 2024
da Gianfranco Da Forno, Frecce Tricolori – La storia, Grafiche Battivelli, 2009, p. 70
Durante la tournèe in America, Moretti dispose che durante il volo delle Frecce Tricolori venisse mandata in onda della musica classica italiana, (la musica costituiva una normalità nelle manifestazioni americane) non solo perché intonata all’evento dei “500° anniversario della scoperta dell’America” e per la grande presenza di italo-americani, ma anche per aiutare lo Speaker nell’arduo compito di parlare in continuazione in lingua inglese durante tutte le manovre.
La “Troupe Azzura” dell’Aeronautica Militare al seguito della P.A.N. aveva ricevuto l’incarico di diffondere una selezione di pezzi musicali della nostra tradizione. Tra questi c’era la famosa aria “Nessun dorma”, dalla Turandot di G. Puccini, cantata dal maestro Luciano Pavarotti. Questa prassi venne attuata per tutto il periodo americano.
Rientrate le “Frecce” in Italia e non esistendo più problemi linguistici, si era tornati alla normale prassi dello. “speakeraggio”. Tuttavia restava nell’anima quell immagine del pubblico italo-americano che aveva grandemente apprezzato l’associazione del volo della P.A.N. a musiche italiane, come avevano del resto enfatizzato molti cronisti italiani che seguivano le esibizioni delle Frecce”.
Tra i pezzi diffusi in quell’occasione ricordiamo “Caruso”, “La donna è mobile”, “Volare”, “O’ sole mio”, sempre cantati da Pavarotti. Il “Nessun dorma” era piaciuto così tanto che si decise dí associarlo permanentemente al “passaggio finale con carrello” delle Frecce, quando viene steso quel tappeto verde, bianco e rosso di 4-5 km., da “Guinness dei primati”.
Vari tentativi di sincronizzazione, merito del tenente colonnello Carlo Baron, ufficiale tecnico del Gruppo, assieme allo speaker Rinaldi e al maresciallo Maccioli, portarono ad individuare il momento preciso nel quale far partire il pezzo, in maniera che l’ultimo acuto coincidesse con il passaggio dei 9 velivoli sulla verticale del centro di manifestazione e di fronte alla tribuna delle autorità.
Ora è diventato un classico, perché aggiunge un valore in più a suggello della presentazione finale del tricolore.
L’evento che vedrà ufficializzato il “passaggio finale con i colorati” e “nessun dorma” cantato da Pavarotti sarà il “6° Raduno Piloti Pattuglie Acrobatiche“, il 3 settembre 1995 a Rivolto.
A titolo di curiosità la durata valutata nelle prove era di 46 secondi; il capo formazione comunica lo stimato per la verticale circa 1 minuto prima dando in tal modo tempo agli addetti di trasmettere il pezzo.
Dal profilo Instagram delle Frecce Tricolori
dalla brochure delle Frecce Tricolori 2018
Durante la seconda trasferta negli USA, nel 1992, per la prima volta l’esecuzione del programma acrobatico delle Frecce Tricolori venne accompagnata da alcuni brani musicali. Nello specifico, per rendere omaggio ai tantissimi nostri connazionali presenti, la scelta ricadde su canzoni italiane tra cui anche “Caruso” di Lucio Dalla introducendo, nel contempo, quella che sarebbe diventata, da quel momento in poi, un cult delle esibizioni della Pattuglia Acrobatica Nazionale: il “Nessun dorma” nella versione del Maestro Pavarotti eseguito durante la manovra dell’Alona.
Negli anni la “colonna sonora” del programma acrobatico delle Frecce Tricolori ha subito delle variazioni fino ad arrivare a quella attuale tradizionalmente aperta dalle note trionfali dell’Inno nazionale; dal 2014 l’appassionante manovra del Cuore viene accompagnata dalla melodia del brano “Con te partirò” e dalla voce di Andrea Bocelli.
L’ultima novità del programma acrobatico, la spettacolare Scintilla Tricolore, viene eseguita sulle emozionanti note del pianoforte di Lodovico Einaudi nel brano “Divenire”.
Ancora oggi dal lontano 1992, durante la manovra dell’Alona, mentre vengo stesi i 5 chilometri del tricolore più lungo del mondo, l’indimenticabile timbro del Maestro Pavarotti emoziona ora come allora gli spettatori che con il naso all’insù assistono numerosi alle esibizioni della Pattuglia Acrobatica Nazionale.